venerdì 9 ottobre 2015

Semplicemente me stessa

Who am I?

Bella domanda.
Di sicuro non lo so neppure io con precisione, fatto sta che son ciclista scarsa per passione ed amore, nuotatrice per diletto e runner per scappar via una volta ogni tanto.
Quando iniziai a pedalare sulle ruote grasse le stesse erano cosi rare che ti guardavano con sospetto e meraviglia al contempo ma presto si resero conto che con quelle ruote artigliate potevi andare un po’ ovunque, cosa che con una bicicletta normale non potevi fare. Perché ho iniziato? Per paura, per riscatto, per voglia di farcela dopo un brutto periodo di malattia che mi aveva lasciato cicatrici visibili sul corpo ed invisibili nell’anima, un anima che non ha voluto saperne di arrendersi e che, ancora oggi, non molla di un centimetro sebbene vi siano moltissimi motivi per iniziare a pensare ad andare in “pensione” dall’agonismo.
Andare in bici mi faceva star bene quando nessun farmaco riusciva a farmi stare in piedi e, poco alla volta, mi sono ritrovata a rincorrere ragazzi sulla ciclabile delle Torbiere, raggiungerli e superarli, con meraviglia mia innanzitutto e loro naturalmente. E da allora son passati 20 anni e sto ancora pedalando.
Le mtb per me è avventura, scoperta e voglia di esplorare; non so neppure io quanti km ho fatto in tutti questi anni, zaino in spalla, spesso da sola con le cartine in mano per capire dove girare ed andare, alcune volte con il mio più grande amico, Dado, che mi ha accompagnato praticamente ovunque in giro per l’Italia pedalando al mio fianco. Facevamo centinaia di chilometri senza parlare, dividendo borracce e barrette, fermandoci a far qualche foto nei punti in cui vedevamo scorci meravigliosi, cascate e fiumi in piena o picchi rocciosi sui quali salivamo con la bici in spalla arrancando, sedendoci poco dopo sulle sommità a guardare la valle sottostante sempre in silenzio, non volendo disturbare quello spettacolo immenso che è la natura.
E poi le gare arrivando tra gli ultimi ma col sorriso sulle labbra, i panini rubati ai ristori e le risate in compagnia, le decine di persone conosciute negli anni diventate amici a cui non potrei rinunciare. Le cadute, le botte e le escoriazioni portate con orgoglio come medaglie anche se con le lacrime agli occhi… tutto questo era ed è ancora la mia mtb!
Quante volte mi hanno chiesto “perché lo fai?” e non saper cosa rispondere se non “perché mi piace”. Oppure quando mi dicono “ …ma alla tua età…” storcendo il naso….. beh a loro non do neppure risposte, non è necessario farlo, solo loro che se le devono dare da soli, che devono capire cosa possa essere importante per loro stessi senza dover giustificare scelte o passioni ad altri che si fossilizzano su “usi e costumi” costruiti da una società che poco pensa all’individualità ma solo alla massa; io ho scelto per me stessa di stare bene con il mio io, cioè ciò che reputo importante.
E se questo star bene significa sudare ed avere il fiato corto per arrivare in cima ad una salita che sembra non finire mai, beh allora va bene cosi. Nulla mi appaga di più di un alba vista sul lago da Polaveno o di un tramonto visto dal monte sopra Sale Marasino, non vi è nulla di più bello di un lungo faticare sulla Valeriana o sulla strada di Zone per arrivare al Redentore in Guglielmo per pestare la neve quando a valle si gira ancora con le maniche corte.
Le immagini immagazzinate nella mia testa, nei cassettini dei ricordi del mio cervello, resteranno con me per sempre. Ho avuto la fortuna di pedalare in quasi tutto il nord Italia, in lungo ed in largo; ho visto la fantastica foresta nera in Germania dove i castelli che sbucavano tra i tronchi massicci facevano da contorno a paesaggi da fiaba e la fantasia faceva il resto, immaginando cavalieri in corazza su cavalli possenti e potevi davvero pensare di essere nel Medioevo tanto tutto pareva immutato; oppure ancora le montagne lungo la Costa Azzurra dove ho passato una settimana intera pedalando sui tracciati della Roc d’Azur in compagnia di migliaia di altri appassionati come me.
E come posso scordare le risate fino al mal di pancia quando, sempre in compagnia di Dado, mi son persa provando un percorso di gara e siam arrivati al traguardo del giro di prova che la gara era partita da un ora! O quando alla Aironbike Dado ha bucato e si è nascosto dietro ad una pianta per far pipi nel mentre passava il quad mandato da me a cercarlo visto che la gara era finita da mezz’ora e dicevano che sul percorso non c’era più nessuno? quasi interviene l’esercito pensando fosse caduto nel Po mentre lui era tranquillo al bar del paesino accanto a mangiarsi un panino perché quasi morto di fame….. ed ancora al ristoro di non so più quale gara dove abbiam bevuto un calice di Lambrusco e siamo arrivati cantando a squarciagola Mandolossa di Charlye Cinelli….
Questa è stata ed è la mia mtb, e di sicuro fin quando riuscirò a stare in sella ed avrò voglia di arrivare in cima ad una salita, a vedere l’alba o un tramonto o semplicemente per vedere se le nuvole corrono davvero quando sono più in alto sarà la mia filosofia di vita.

K. Pitton

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