La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 26 giugno 2007

Ma che tribulata la Sunset Bike....


Sunset Bike: una pedalata al tramonto…ma no, un arrampicata su due ruote, altro che storie.
Mi aveva attirato questo nome esotico che evocava tramonti californiani, il sole rosso che si tuffa nell’orizzonte per far salire la luna ma in Val Sabbia la California non c’è.
In complesso c’è l’incommensurabile spettacolo della natura, una montagna verde che ti avvolge con i suoi colori ed il suo silenzio.
Alla fine di quella salita che mi ha tranciato le gambe fin dall’inizio solo a guardarla, mi sono fermata e sono stata un po’ a guardare giù, ad assorbire con gli occhi il paesino di Ono Degno, questa frazione di Pertica Bassa oltre il quale non credo ci sia altro che il cielo.
Sembrava di guardare le fotografie di un qualche paradiso nascosto; sui pendii intravedevi i bikers in discesa lungo il sentiero verso valle ed essendo il sentiero stesso delimitato da un nastro giallo, pareva una pista per biglie colorate di antica memoria tanto erano veloci quei ragazzi.
Poi pian piano sono scesa verso valle, cercando di lasciare strada a quelli veloci e di non intralciare nessuno con la mia lenta e prudente discesa.
Mi sono avvicinata al traguardo e, quando l’ho raggiunto ed ho sentito il giudice di gara fare il mio nome e dire il mio numero di pettorale ho pensato: arrivata!!
Ed è allora che è iniziata la festa vera.
Ci ha avvolti il profumo dell’enorme spiedo che cuoceva dal mattino apposta per noi bikers; ognuno di noi aveva portato un amico o qualcuno della famiglia e la compagnia era enorme e colorata, tutti seduti a quelle lunghe tavolate sotto il tendone con la musica a rallegrare ulteriormente la serata.
La Sunset Bike è stata una tribulata ma il panorama era fantastico, la compagnia piacevole e lo spiedo era buono davvero!
Kathy Pitton

martedì 5 giugno 2007

Acqua fango e pedali


Acqua, fango e pedali.
24 ore lago d’Idro
2-3 Giugno 2007


Qualcuno dice “Iron men” e “Iron Women” altri semplicemente matti da legare, mia figlia “svalvolati on the bike”… stà di fatto che per 24 ore una marea di men e women matti e svalvolati hanno pedalato nel fango, bagnati fino alle ossa da una pioggia battente che non ha dato tregua un attimo, pestando sui pedali della loro bike, inanellando giri su giri, km su km, cercando di non pensare alla stanchezza, al freddo o alla fame, e pur potendolo fare, non fermarsi per guadagnare qualche km in più.
Per un momento l’ho pensato anche io “…ma chi diavolo te lo fa fare..” ma quando parti e senti l’adrenalina scorrere dentro le vene, quando vedi il terreno sotto le ruote scorrere veloce dimentichi tutto e voli sulle ruote grasse e non importa molto se il fango ti si attacca addosso e la pioggia sferza il viso e bagna ogni centimetro di te, non pensi ad altro che a raggiungere i tuoi compagni di squadra al traguardo; quando poi senti il loro ruggito che ti incita, la voce di Francesco e Sandro che ti urlano “dai…”, il bacio sulla guancia di Ago con la morosa presente, la voce piu sottile di Elsa e quella silenziosa di Dante che accompagna sua figlia a vedere quella matta della mamma, non fa niente se sei cosi sporca di fango che non ti riconosci allo specchio: sorridi!
E l’ho fatto tanto spesso.
In alcuni punti sembrava di essere ad un gigantesco Nutella party: il fango inghiottiva scarpe e piedi e copertoni e continuavi a spinta.
Probabilmente avrei fatto un tempo migliore a piedi ma non si abbandona mai il “cavallo” a due ruote.
Quando poi ti fermi per mangiare qualche cosa e riposare un poco, ti avvolge una gigantesca festa: camper, tende, teloni tirati alla bell’e meglio qua e là, gruppi di amici e conoscenti ma anche un sacco di sconosciuti che si passano del the caldo, una birra oppure un panino.
Passi talmente tante volte davanti alle varie postazioni ed alle tende che ad un certo punto ti chiamano per nome e ti offrono un the ed una fetta di dolce “..per tirarti su..”
Ed allora ti fermi e parli dei tuoi tempi, dei loro, delle gare che hanno fatto e che faranno, confronti le bike, saranno meglio i freni a disco o quelli tradizionali…..
Se non entri in questo grande circo non riesci a capire ma quando ci sei ti accorgi che la competizione la si lascia ai campioni; tutti gli altri dividono una grande passione e si stringono nuove conoscenze ed amicizie.
Una grandissima famiglia di “svalvolati on the bike”; lo dice spesso la mia Elsa “siete tutti matti mamma”.
Ma poi mi accorgo che la mia ragazzina dagli occhi blu segna su di un foglio tutti i miei tempi ed i passaggi, corre a vedere le classifiche per vedere dove sono, mi prepara le borracce e me le passa al volo ed è ancora lei che si accorge che mi hanno “fregato” un giro e che, con una faccia incavolata, mi dice “andiamo a reclamare”!
E’ stata una bella avventura anche questa volta; sono contenta del mio risultato che vale tantissimo per me stessa. Il resto, come al solito, non conta nulla.
Kathy Pitton