La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 20 aprile 2008

Vigna...lunga e bagnata

20 aprile ed appuntamento con la “classica” di primavera organizzata dalla mia squadra, la Vignalonga.
53 km tra le vigne della Franciacorta, percorsi che sono cosi famigliari a miei occhi ed alle ruote della mia bike.
Ci sarà da fare i conti con l’ acqua caduta ininterrottamente per una settimana ed anche se ieri il sole è sbucato dalle nuvole ed ha scaldato la terra, non credo che tutta quella pioggia si sia magicamente dispersa nella terra, pozzanghere e terreno molle ci faranno compagnia.
Alle otto si parte, poca la strada da fare stamattina e già si incontrano bikers che scaldano le gambe; parcheggiamo in un campo vicino alla partenza, pacco gara e numero da attaccare al manubrio e via a girare qua attorno per vedere se il terreno è davvero cosi pesante come pensiamo.
Sono davvero parecchie le pozzanghere e fango ce né in giro, ci sarà da sporcarsi un bel po’ oggi.
Ci si conosce quasi tutti, gli auguri di rito ed i gesti scaramantici che ognuno fa di nascosto vengono accettati con un sorriso ed è cosi veloce il tempo che passa che presto ci si avvicina alla partenza e si parte per il giro di prova, serve per sgranare il gruppo e far si che nelle griglie ci si metta per ordine di numero.
Pronti via!
Aspetto di proposito che si sgrani il gruppo, non sono molto ok stamattina ma la voglia di correre è più forte di tutto ed eccola quella sensazione che amo: adrenalina che scorre nelle vene, cuore che accelera e la consapevolezza di esserci, di far parte di un gruppo, di fare qualche cosa per me.
Prima salita e sento la moto dietro a me, credo di essere quella che chiude il gruppo ma non importa, so che riuscirò a finirla anche stavolta.
Iniziano i sentieri ed effettivamente il terreno e parecchio pesante, in alcuni punti si sprofonda non poco, faccio prima a piedi ma non voglio mollare e la mia musica mi fa compagnia….
Si avvicina il Muro della passione, il gran premio della montagna, quanto è tosto!!! Non sono mai riuscita a farlo in bici, la spingo su e faccio una gran fatica anche a piedi ed in cima un nonno con il suo cane mi offre una caramella per tirarmi su.
Buona! Grazie di cuore, un po’ di zuccheri non guastano mai.
Giù a capofitto per la discesa ed al bivio per il San Michele trovo Marina, un amica biker che mi fa un tifo da stadio e si è portata tutta la famiglia, fanno un casino che mi fa ridere da matti ma, in fondo, mi fa piacere.
Via ora, pezzi della Gimondi, sentieri nel bosco che conosco, vigneti a perdita d’occhio… un gran bello spettacolo offrono le mie colline della Franciacorta.
Ad un certo punto si leva in volo un bellissimo nibbio, è uno spettacolo!
E poco dopo ne vedo un altro ancora, sono una coppia che si leva in volo a caccia; sono tornati e sono bellissimi; erano quasi scomparsi dalle nostre campagne ed il fatto che siano tornati mi rende immensamente felice!!
I nativi americani consideravano i rapaci il simbolo della libertà ed io decisi, anni fa, di renderli parte di me, scegliendoli come simbolo per un tatuaggio.
Mi rendo conto di non andare tanto veloce, la stanchezza si fa sentire, ma questa lentezza mi permette di guardare attorno, di assorbire i colori di quanto vedo ed, essenzialmente, di guardare dentro me stessa.
Il traguardo è solo la fine del viaggio, il viaggio vero è quello prima di arrivare, quel “mentre”che ti permette di vivere queste sensazioni che sono si fatica e sudore ma è proprio questo il bello del viaggio, anche in Mountain bike.
Ed ecco l’ultima discesa; la moto mi ha “abbandonato” tempo fa, sa che conosco la strada per arrivare al traguardo e quando lo passo mi aspettano gli amici con il loro applauso ed il sorriso della mia ragazza che, come sempre, si è fatta accompagnare dal suo papà a fare le foto alla mamma “fuori come un geranio”.
Un the, un piatto di pasta ed il tempo passa e le premiazioni iniziano.
Tanti volti conosciuti sul podio, quelli che viaggiano davvero come treni;
e come ogni anno, una specie di tradizione ormai, chiamano anche me, ultima della squadra ma non ultima stavolta, per la maglia nera che porto con orgoglio, sempre.
Perché io c’ero!

Kathy Pitton