La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 25 ottobre 2009

Vania ed io all'arrivo della 3h endurance di Montichiari

Granfondo del Lago Gerundo.


E’ vero che invecchiando uno perde un po’ la Trebisonda ma il passare un giorno a cercare un lago che non c’è sulle cartine della Lombardia è da ricovero; meno male che c’è internet ed i motori di ricerca ed ecco che scopro che il lago Gerundo è stato prosciugato dagli antichi abitanti delle pianure, forse per coltivare terreno o semplicemente perché le zanzare antiche rompevano le scatole esattamente come quelle moderne….sta di fatto che arrivo a Bagnolo Cremasco alle nove e mezza di sera, parcheggio il mio camper praticamente di fronte ala partenza di questa gara che inseguo da tre anni e vado a dormire: sono stracotta dopo la 3h endurance di Montichiari, una puntata veloce a casa per cambiare la roba nella sacca e via nella notte nella pianura cremasca.
Mi ricordo di mettere l’ora indietro sull’orologio ed alle 10 sono a nanna.
Sveglia e caffè, non cambia nulla del mio rituale mattutino anche se la casetta su ruote è piccolina ha tutto quello che ho a casa; cerco di non rompere le scatole a chi vuole ancora dormire ed alle sette e mezza in punto mi presento al tavolo dei giudici per ritirare il pettorale e bermi un altro caffè al bar del centro sportivo, aspetto Zambo che arriva poco dopo ed in un attimo siamo già sul campo di atletica a scaldar le gambe in questa bellissima mattinata di sole invernale, e dire che fino a ieri accendevo il riscaldamento a casa!
Le nove arrivano in un attimo, saluto le altre ragazze in griglia e via che si parte…. Strada, ghiaia e fango…..denso che appiccica alle ruote, quel terreno in cui sprofondi e sembra voglia tenerti li a dispetto di tutta la fatica che fai per pedalare ed uscire, e gli spuntoni del mais tagliato non aiutano e sembrano avvinghiarsi alle ruote dentate del cambio… tre volte mi sono fermata a togliere pezzetti di rami e foglie dalle ruote dentate…o forse era la scusa per fermarmi un attimo e respirare e riposare.
Certo che i sessanta giri di pista di ieri non hanno certo reso la mia pedalata piu fluida, la stanchezza accumulata si fa sentire e non posso di sicuro pensare che la gara di oggi mi serva da scarico, anzi! Avro’ bisogno di qualche giorno per recuperare e, di sicuro, questa è la chiusura della stagione 2009, lunghissima rispetto agli anni passati e di certo non ringiovanisco…
Pedalo con calma, non avrebbe senso fare altrimenti e quando passa la moto ad avvisare che arrivano i primi penso che io non ho fatto neppure il primo giro! Accidenti se corrono però!
Prima Graziano cantoni, Mauro Zambo poco dopo mi sorpassano e la ringhiata del tipo “ non parlarmi più di queste gare piatte per favore..” mi fa ridere! Ma dai Zambo , fai tantissime gare, non ti lascerai certo spaventare da un po’ di fango sotto le ruote… tra i capelli, sul viso, sotto le unghie…..
Il fango è pane per noi bikers, quando non c’è sembra manchi il condimento dell’insalata che è buona comunque ma manca quel non sò che che la rende speciale ed eccoci allora ad imbarcarci in queste gare fuori stagione dove sai benissimo che troverai fango visto che il sole splende oggi ma nei giorni scorsi Giove Pluvio ha avuto parecchio da fare.
Alla fine del primo giro per un attimo penso di mollare ma poi so’ che per giorni brontolerei con me stessa, quello che inizio lo devo finire ed allora via sotto l’arco dell’arrivo dove un giudice mi mostra un cartello con scritto 1 giro e mi sento una specie di Valentino Rossi ( che oggi ha stravinto il suo 9 mondiale Grande Vale!!!!) e riparto e avanti che prima o poi arrivo.
Ho un compagno di viaggio nuovo, Corrado, una new entry del mondo dell’off road: un ragioniere di Milano alla sua prima gara in assoluto; finiremo la gara assieme con tanto di braccia alzate al traguardo e ridendo come due ragazzini! E bravo Corrado, cosi si fa, a dispetto di quelli che lo sport lo praticano seduti sul divano a guardare la partita e ci guardano come se fossimo Venusiani, noi abbiamo il coraggio di metterci un numero davanti e provarci mettendoci in gioco, consapevoli dei nostri limiti ma orgogliosi di non dover dimostrare nulla a nessuno se non a noi stessi!
Una doccia calda lava via il fango ma la stanchezza stavolta resta, ci vorrà qualche giorno per smaltirla tutta; la premiazione mi vede ottava tra le donne ed uno stupendo mazzo di gerbere colorate in cucina me lo ricorderà per qualche tempo assieme alla confezione di formaggi e latticini che era il pacco premio delle donne….
Ma la cosa più bella è stata sentirsi dire da Anna Scardelli, la campionessa provinciale cremonese, che le porto fortuna! Ogni volta faccio una gara in cui lei partecipa arriva prima. Sono contenta per te Anna ma sono ancora più contenta di averti come amica semplicemente perché tu capisci quale sia la passione che mi spinge ad alzarmi all’alba, a vestirmi come Mandrake e spingere sui pedali al freddo, sotto la pioggia e nel fango ma avere solo voglia di sorridere.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

Gran Galà Mtb Endurance 2009



Ci sono giorni in cui al solo pensiero di accendere il pc a casa dopo averlo usato 8 ore in ufficio mi fa storpiare il naso, ma ci sono giorni in cui leggere la posta elettronica mi fa sorridere.
Quando poi l’email arriva da Patron Ducoli della 24h di Val Rendena con relativo invito al Gala che si svolge a Montichiari il 24 ottobre beh ragazzi…mi ha fatto piacere eccome!
Ci sarei andata come spettatrice ed invece eccomi in versione biker con Valchiria al seguito, mezza addormentata ed intontita dalla serata passata con i colleghi cercando di mangiar poco e non bere nulla se non acqua ed un solo bicchiere di vino rosso; sveglia presto anche se Montichiari è vicino a casa, tutto pronto in un attimo e via lungo la strada cercando di capire come sarà questa giornata in sella per una gara che gara non è, per questa sfilata di persone che nella 24 ore Cup e nell’Endurance Tour ha vinto tutto il possibile… ed io cosa centro? Non lo so ma mi piace essere tra quelli che saranno li…..
Ho partecipato alla 24h di Idro e Val Rendena, alla 9h di Bondo ed alla 6h di Urcis ma sono ben lontana dagli all finisher che sono stati convocati, dai vincitori della categoria solorider e dalle squadre.
Comunque, con largo anticipo, eccomi al desk di Ducoli a ritirare il numero di gara, pass per il parcheggio e braccialetto per il pranzo, il chip si ritira all’interno del padiglione; parcheggio e mi aggrego al gruppo degli Slowbikers con cui bevo pure un caffè, chiacchierando del piu e del meno passa un po’ di tempo ed ecco i ragazzi del Kinomana con cui passerò la giornata, ospite del loro gazebo.
Quanti amici presenti, è piu il tempo che passo salutando e ridendo che quello a cui penso alla bike, arriva anche Dado a farmi compagnia per il pranzo e sarà il mio supporter per tutta la gara.
Ed ecco spuntare il “mio” vigile del fuoco preferito, quell’Antonio di cui ammiravo le ciccine fuori dagli spogliatoi dove lui girava in mutande alla 6h di Urcis… solo che si chiama Francesco!!!
Tra risate e pacche sulle spalle si avvicina l’ora in cui devo trasformarmi in una ciclista piu o meno seria, ancora un caffè mentre cerco di infilarmi le scarpette senza cadere ed eccomi trasformata in Iron Kate senza tacchi a spillo e rossetto.
Presentato i protagonisti della 3h uno ad uno, e ci sarà anche il mio nome nel lunghissimo elenco ed è bello sentire l’applauso della gente ma la parte più coreografica la fanno i campioni in carica e ti trovi a pedalare con una carota, un coniglio con tanto di coda a sbuffo, ad un nobiluomo d’altri tempo con tanto di parrucca bianca ed incipriata ed a tre gatte sexy che pedalano tranquille… e Vania con il suo topolino sul casco e tanto di ali di pipistrello… anche al topo naturalmente!
I non addetti ai lavori penseranno che siamo una manica di matti e magari è anche vero ma siamo qua per divertirci in fondo e lo dico anche al microfono di Alfio, divertiamoci nel modo piu sano del mondo, facendo sport!
Però capita anche che qualcuno dimentichi che questa non è una gara vera, che i premi che verranno consegnati sono già stati assegnati ed eccoli che sfrecciano come dei pazzi scatenati cercando di superare in un percorso lungo poco meno di un km, tutto curve tipo pista da Kart, sgomitando e facendo danni; Raffaella farà una bruttissima caduta che la terrà ferma per la parte finale della corsa, Vania una brutta botta alla schiena ed io con un gomito che sembra un melone e le dita della mano sinistra decisamente scure per le botte riportate e tutto perché qualcuno vuole passare dove è impossibile, nonostante fin dall’inizio avessero avvisato che le scorrettezze sarebbero state segnalate e punite con penalità….
A parte questo paragrafo è stato veramente bellissimo passare tra gli stand ed i gazebo delle squadre, le urla di tifo da parte di quanti ti conoscono, la mia ragazzina che si è appostata ovunque con il libro di latino sulle ginocchia e la macchina fotografica a cercare di far foto ad una madre decisamente fuori dagli schemi, trovare Dado fuori dai capannoni ad urlarmi la posizione in classifica ed i giri fatti… giri su giri tanto da diventare quasi ubriaca, saranno sessanta alla fine, tantissimi per un pomeriggio che pensavo di passare pedalando con tranquillità.
E’ cosi bello vedere Ausilia con la sua bellissima bike addobbata per l’occasione con fiori e roselline sul manubrio, Anna Mei ed il suo trucco da gatta cosi come Illy ( e tutte con tanto di codina ), e Mister Coniglio fermo lungo il percorso, lui, il campione, ad incitare noi “normali” e lenti e pronto ad aiutarmi quando sono volata sull’asfalto….
Guardare Claudia Paolazzi volare sulle ruote sottili montate sulla sua bike per l’occasione con ancora i segni della caduta della settimana scorsa sulle gambe oppure scherzare con Oliviero ed il suo gruppo del Team Varianti…” dai che ti prendo…… occhio che ti frego……. te me ciapet miaaaa”……, troppo forti questi “ragazzi” dai capelli bianchi che hanno tanta di quella birra addosso da essere quasi irraggiungibili da me.
Le tre ore finiscono, l’ultimo giro è una festa, gli abbracci e le pacche sulle spalle sono medaglie da portare a casa e ricordi da mettere in un angolo della mente e recuperare quando si vuole sorridere.
Mi porto a casa un quinto posto tra le solitarie, nessun premio ma una giornata bellissima che è di per sé un regalo grande e di questo devo ringraziare Patron Ducoli: Grazie Sandro!
Torno a casa stanca ma già penso che tra qualche ora riparto, il camper è pronto, devo solo cambiare la divisa della squadra nella sacca, domani c’è un'altra pedalata da fare…..

Kathy Pitton

domenica 18 ottobre 2009

Rally dell’Oglio 2009


Qualche volta ritornano….. e ci sono tornata al Rally dell’Oglio, dopo tre anni!
Era diventato il vago ricordo di una fredda domenica di inizio primavera e visto che è autunno e che la campagna cremasca la frequento quasi abitualmente negli ultimi tempi ho deciso di rifarlo per rinfrescarmi la memoria.
Bingo!!
Mi sono divertita veramente molto.
Spesso si pensa che in pianura la mountain bike sia monotona ma non è cosi ed è la seconda domenica di seguito che assaporo la campagna piatta lungo l’argine dell’Oglio, i single track che mettono a dura prova la capacita di guida ed il mio immancabile “guardarsi in giro” che contraddistingue ormai le mie gare o uscite che siano.
E’ stata una fredda alba con 4 gradi centigradi a svegliarmi stamane, la nebbia bassa sui campi ad accompagnarmi fino a Casalmorano ed una spettacolare pennellata di rosso a colorare il cielo quando il sole è sorto a scaldare un poco l’ambiente.
Uno spettacolo che mi ha accompagnata fin quaggiù e che mi ha messo decisamente di buon umore; e pensare che lo si da sempre per scontato…il sole che sorge, il tramonto, ma ogni alba è diversa dall’altra e difficilmente le sfumature rosso intenso di stamattina le rivedrò uguali domani, anzi, probabilmente il cielo non sarà rosso ma grigio oppure arancione…..
Arrivo e parcheggio e la fila al ritiro dei numeri è già lunghissima; il 504 sarà la mia “targa” per oggi e ci sta pure un caffe al bar della piazzetta con molti altri che la pensano come me.
La solita litigata con il montaggio della ruota davanti di Valchiria che, chissa perché, non vuol mai saperne di entrare e non vi dico le scene tipo Risolini; alla fine tutto va a posto ed ho tempo per uno spuntino pre gara a base di coca cola e banana…. Chissà se va bene.
La partenza verrà ritardata di 15 minuti vista l’affluenza eccezionale di bikers ma il tempo passa veloce e pronti via già si sgrana il gruppo lungo le strade sterrate, i campi ed i sentieri.
Qualche strettoia a far da tappo e presto mi trovo nel primo dei due fossi, terra compatta e si viaggia.
Ho una compagna di viaggio, so che si chiama Piera e starà a ruota con me fino alla fine di questa nuova avventura.
Inizia il lunghissimo single track lungo l’argine del fiume, divertentissimo anche se alla fine ne uscirò quasi ubriaca: destra sinistra su giu velocemente, cercando di non perdere l’attenzione e l’aderenza; in alcuni punti è davvero molto stretto e ci sono anche dei rami molto bassi con cui fare i conti, una specie di tetto verde fatto a volta che sembra proteggerti.
Bello.
Per la prima volta mi pare passato un attimo dalla partenza che già sento che l’arrivo è vicino ed eccolo il secondo fossato, una distesa di sabbia che mi costringe, e con me molti altri, a mettere il piede a terra e spingere fino alla risalita su strada e via per gli ultimi chilometri fino allo striscione del traguardo.
Alfio Montagnoli mi chiede, come sempre, com’ è andata, le mie sensazioni a caldo in una gara tanto diversa dalle “bresciane”, tutte salite e discese….. faccio un sacco di fatica in meno caro il mio ragazzo!
Scherzi a parte mi è piaciuto tornare al Rally dell’Oglio, peccato che non ci sia il mio amico Dado a farmi compagnia e molti hanno notato che sono spesso sola ultimamente………..Dadoooooooo torna in sella che il mondo della mtb, la sezione Va piano e Lontano, ti reclama!!!
Ripongo Valchiria nel baule, tento di fare una doccia ma i signori maschietti si sono appropriati di tutte le docce, compresa l’unica dedicata alle donne e, mio malgrado, decido che mi laverò arrivata a casa.. però non è giusto!!! Vero che eravamo solo in undici gatte contro 400 gatti ma una doccia (quella dell’arbitro) potevate lasciarcela e non intrufolarvi appena le prime due sono uscite… cavolo!
Va beh, tanto non posso farci niente.
Comunque tiriamo le somme:
bottiglia di vino perché 11° donna al traguardo ( ultima delle femminucce)
confezione di vino per l’11esimo piazzamento ( premiavano le prime dieci ma hanno fatto un eccezione).
Mi sono divertita?
Decisamente si ragazzi ed adesso mi tocca scappare ed andare al cinema con mia figlia altrimenti mi disconosce come madre!
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

domenica 11 ottobre 2009

8° Rally delle Madonnine


………..Madonnina che Rally direi io!
Sei del mattino e sveglia che suona, colazione mezza addormentata, Valchiria in macchina, scarpette al seguito, felpotta calda che fa freddo e via alla volta di Madignano, Cremona.
Il navigatore mi manda a far strade secondarie, buio pesto e nessuno in giro a quest’ora, certo è domenica mattina e visto la giornata piovosa di ieri tanti se ne staranno al caldo del loro letto sotto le coperte; c’è mancato poco che lo facessi anche io ma poi no! Non se ne parla, a casa una domenica sul divano…. e se poi mi stufo?
Poco dopo Orzinuovi mi accoglie la nebbia, una bruma sottile che nasconde il terreno e le piante ed è cosi strano, fino a pochi giorni fa ce ne andavamo in giro a mezze maniche ed in bici faceva caldo, ora ho voglia di arrotolarmi in una coperta e stare al caldo; certo l’autunno è già iniziato, i colori che si vedono girando in bicicletta ce lo ricordano, ma il tepore del sole è cosi piacevole che il solo pensiero di un altro lungo inverno mi rattrista un po’….pero si va a correre con le ciaspole e, anche se non come la bike, mi piace ugualmente.
Arrivo al centro di questo paesino della bassa alle otto e già c’è movimento in giro, un the caldo al bar del centro sportivo e via al ritiro pettorale, il 31 mi aspetta per essere attaccato a Valchiria.
Neppure il tempo di voltarmi che mi chiamano per nome, ho regolarmente pagato l’iscrizione ma, a quanto pare, non lo dovevo fare e gli organizzatori mi ridanno l’importo versato, grazie ragazzi!
Torno alla macchina, qualche faccia nota in giro, Fappani, Pasquali, Catina…. quelli che volano insomma; preparo la mia bici, finisco la vestizione del biker domenicale e due pedalate per scaldarmi, ho perfino messo l’olio riscaldante ed i manicotti, frizzantina quest’aria mattutina di pianura.
Incontro Anna, campionessa provinciale cremonese, le solite chiacchiere del pre gara ed in un attimo è ora di partire: tre giri da 13 chilometri, in preventivo due per me ma bisogna fare sempre i conti con l’oste ( ed in questo caso con le radici del single track nel bosco).
Pronti via!
Parto piano per scaldare l’ambaradan, strada bianca, fettuccia nel campo a delimitare il giro di lancio, mi concentro abbastanza bene per capire quale sia il ritmo di gara da prendere e via in mezzo ai campi della bassa; mi piace questo percorso e non è vero che le gare di pianura non sono belle, sono diverse questo si, ma comunque piacevoli; si vedono tanti posti diversi senza l’affanno del dover spingere sui pedali al massimo per salire le ripide strade del nord della mia provincia bresciana, un pedalare più “tranquillo” ed anche se raggiungo una velocità di crociera decente non resto senza fiato e posso guardarmi in giro.
Mi piacciono i passaggi lungo il fiume e le strade bianche che passano accanto alle cascine hanno quel fascino che ricorda tanto le storie raccontate da Guareschi, quegli spaccati di Italia che sembrano cosi lontane dalla frenesia delle città, le macchine, le moto, il cartellino da timbrare…..una bolla temporale in cui ritrovo tranquillità, un po’ come vivo la mia mtb.
Inizia il sentiero nel bosco e ricordo perfettamente le parole di Graziano Cantoni ala partenza, quei due pezzi di radice che affiorano dal sentiero; mi ricordavo le parole ma mica mi sono ricordata di rallentare però!
A rallentatore sicuramente finisco su Candid Camera.
La sequenza fotografica fatta dal fotografo presente è da premio, quattro scatti che immortalano il mio ribaltamento in avanti con bike al seguito, un mezzo carpiato con avvitamento, sempre con la bici attaccata ai piedi e l’atterraggio sul ginocchio sinistro con urlo incorporato che se mi hanno sentito le mucche delle stalle vicine non fanno il latte per una settimana!
Che male, madonnina che male, che maleeeeeeeee!
Per onor di firma ho finito il giro, sosta ghiaccio dalla croce rossa lungo il percorso, altra pedalata piano piano e mi fermo anche a chiedere ad un ragazzo fermo lungo la strada se ha bisogno di aiuto ma ha rotto la catena e non ce nulla da fare se non ne hai una di ricambio.
Al traguardo esco un po’ a testa bassa dal percorso con Alfio Montagnoli che mi accompagna con le sue parole; altra sosta ghiaccio dalla Croce Rossa, lavo la bici e zoppicando mi avvicino alla macchina; ci si sente sempre un poco sconfitti ed anche se sentivo una fitta costante ed il livido piano piano colorarmi la pelle ho sinceramente pensato che un altro giro potevo farlo…. cosi poi me ne stavo una settimana a casa col ginocchio sotto ghiaccio e ferma sul divano, proprio quello che non amo fare, pazienza.
Doccia in solitaria con gradevolissima acqua calda, un mega ristoro offerto dai ragazzi del gruppo sportivo locale, aspetto che tutti arrivino al traguardo ed un occhiata alle classifiche la do ugualmente anche se so benissimo di non esserci………solo nella classifica però!
Anche se non risulto nella lista finale dei classificati anche oggi ho preso parte ad un evento sportivo e sono stata in un posto diverso da quanti già conosco; ho potuto scoprire un pezzo di Lombardia dove è bello pedalare in riva al fiume ed ho imparato che si chiama Rally delle Madonnine per le tantissime icone sacre disseminate lungo il percorso.
Tra qualche giorno sarò di nuovo in sella alla mia Valchiria e deciderò dove andare a pedalare la prossima volta.

Kathy Pitton

lunedì 5 ottobre 2009

6 ore di Urcis


Neanche smaltito l’acido lattico della Gimondi che eccomi a Barco di Orzinuovi per la prima edizione della 6 ore organizzata dai ragazzi della Sacheschingem, Charlie a fare da capofila e tutti gli altri a dar manforte per far si che la gara fosse un successo… e lo è stato, indubbiamente.
Quando poi ho scoperto che il percorso ricalcava quasi nella totalità la gara che si svolge sempre qua in febbraio per il Trofeo d’Inverno del Csi, l’iscrizione è stata un atto automatico perché quell’ottovolante nel bosco del Parco dell’Oglio mi piace da matti!
Numero, pettorale, prenotazione per lo spiedo per gli accompagnatori, la bike da montare con l’aiuto di Zambo ( è stato lui il mio autista stamattina presto), niente prova percorso anche perché sono già le dieci ed un quarto e la gara parte alle undici e la lunghezza del circuito, decisamente inusuale per una gara endurance, ci farebbe tardare alla partenza pero ci sta’ un mezzo panino con la bresaola ed una fetta di crostata, avro’ ben sei ore di tempo per smaltirli e la colazione è gia’ un lontano ricordo.
L’endurance ti porta a ragionare in modo diverso, devi saper dosare forza e costanza e la miscela di questi due “ingredienti” deve durare per ore a differenza di una granfondo o di una gara cross country dove dai tutto e subito; niente velocità qua ma costanza nel tempo ed in solitaria questo tempo può essere veramente lungo.
Siamo a fine stagione, i km nelle gambe si sono accumulati e la stanchezza di un fisico stressato da gare ed allenamenti si fa sentire, ma basta prenderla con calma e considerarla una delle mie scorribande per le stradine della Franciacorta, senza particolare fretta o ansia da prestazione.
Pronti via, stile Le Mans in quel fettucciato nel campo che durante le gare invernali è un pantano di fango e neve, 500 metri di corsa che già tolgono il fiato e quando raggiungo la mia bici i primi stanno già sfrecciando lontano ma non sono sola, c’è Vania dei Kinomana e faremmo parecchia strada assieme e mi porto il calore dell’abbraccio stretto stretto di Anna Mei poco prima della partenza, la campionessa del mondo dei soloriders femminile ma sono molte le facce note in questa gara, Illy Balzarotti fresca vincitrice della 24 ore di Roma, la mitica Margherita Beltramolli e tutte mi hanno regalato un caldo saluto ed un abbraccio.
Piano piano si spegne in lontananza la musica a palla degli AC/DC del parterre ed inizio ad ascoltare la mia musica, una cuffietta sola per sentire chi giunge veloce e vuole sorpassare ma sono molti i pezzi di strada che farò in solitaria, 12 km di percorso spalmano i concorrenti lungo il tracciato.
Le strade conosciute scorrono sotto le ruote ed ecco il pezzo più difficile per me, un immensa distesa di ghiaia di fiume, liscia e grossa….credo di averla affrontata ad ogni giro con una “tattica” diversa ma ogni volta, o all’inizio o meta o fine che fosse, ne ho fatto un pezzo a piedi; ho provato con lo stellone, poi con i rapporti di mezzo ed infine col rampichino sta di fatto che, ogni volta, sembrava che la bike andasse a destra quando volevo andare a sinistra e viceversa tant’è che , alla fine ho deciso di farlo a piedi, non che fosse più semplice però…. Gli attacchi sembravano scivolare sui sassi e stare in piedi diventava un impresa, ridevo di me stessa, figuratevi gli altri, spettatori o assistenti lungo il percorso.
Ma da quel punto in poi iniziava il bello… un toboga nel bosco lungo 2 chilometri e mezzo, destra sinistra su giu, radici, alberi che sembrava volessero accarezzarti, un continuo cambio di ritmo che metteva alla prova l’abilità di guida della mtb e sia che si affrontasse piano o velocemente, alla fine ti lasciava spalle e polsi doloranti ma era di un divertente che basta!! Un ottovolante in un bosco.
Certo che per i più veloci non era facile sorpassare, a volte addirittura impossibile ma finiva presto e nelle stradine bianche non vi erano più intoppi.
Quando poi hanno messo un cartello con la foto di una ragazza mezza nuda in bici con scritto “ e chi sorpassa”… come fai a non ridere?
Ma ho riso ancor di più quando ho visto un cartello con scritto”attenzione alberi”!!!!
Ma dico io, se siamo in un bosco, cosa pensate di trovare, patate che saltano su dalla terra da sole?
Ho riso un quarto d’ora; certo, qualche ramo era decisamente basso e sembrava volermi fare la permanente, ma tutto l’insieme, la bella giornata di sole autunnale, la gara, la gente, l’atmosfera che si respira mi faceva stare bene e poco importava se i km si accumulavano sulle mie gambe e sia la fame che la stanchezza si facevano sentire, posso tranquillamente dire che ero serena e mi stavo divertendo.
Gli addetti ai ristori erano veramente simpatici e ad ogni pit-stop scambiavamo battute mentre riempivo le borracce o mangiavo una fetta di crostata; credo di non aver mai mangiato cosi tanti fichi d’india…buoni, con quella parte zuccherina se sembrava darmi un pizzico di energia in più…
C’era anche Natale Reboldi, alla sua prima endurance in assoluto, un “nonno sui pedali” di 68 anni che va come un treno, l’ho visto stanco negli ultimi giri ma aveva quel sorriso che ci distingue dai”normali”, quel sentirsi diversi, mezzi matti ma felici!
Guardando gli altri e vedendo la polvere che li ricopriva pensavo” chissa che faccia ho” e ci ha pensato mia figlia alla fine a dirmi che sembravo una polpetta rotolata nella farina rossa.
Il mio ultimo giro è stato forse il più pesante, Pino passandomi accanto mi ha urlato “dai non mollare che è finita”………..non mollo Doctor, piano piano arrivo.
Nell’ultimo chilometro mi supera Matteo dei Kinomana vestito da Tortello Biker, un tortellino gigantesco giallo con tanto di buchi per le braccia….robe da matti!
Il traguardo col braccio alzato, è la mia vittoria personale come ogni traguardo raggiunto e conquistato; aspetto Mauro e ci avviciniamo al parcheggio, smonto Valchiria per riporla nel baule della macchina e con Elsa mi avvio alle docce anche se mi avvisano che sono allagate ma sono talmente sporca che non posso non lavarmi visto che ci fermiamo anche a cena.
In effetti dalle porte esce un ruscello di acqua e bagnoschiuma, poco lo spazio ma l’abitudine ad avere poco tempo ed acqua fredda nei dopo gara mi fa apprezzare lo scorrere dell’acqua calda sulla pelle e poco importa se lo scarico della doccia non funziona.
Arrivano tutte le altre ragazze e cerchiamo di fare in fretta per lasciar spazio, ci si veste in fretta ed usciamo…. Uella!!!!!
Riesco ad ammirare le “ciccine” di Antonio che esce dallo spogliatoio in slip!
Par condicio no? Se una di noi fosse uscita in slip e reggiseno loro avrebbero fatto lo stesso…. Peccato non aver fatto la foto!
Via che si va a cena, spiedo con polenta, alla faccia della dieta del biker, però mangio anche verdura e frutta per non sentirmi in colpa.
Si sta bene in compagnia, Mauro è stato raggiunto dalla moglie e dalla figlia, io da Elsa e Dante, le classifiche vengono esposte e scopro di aver fatto un giro in più di quanti avevo preventivato al mattino e sono 9 nella classifica delle soloriders e premiano le prime dieci!
Ci chiamano una ad una, medaglia al collo ed i complimenti delle autorità fanno piacere e gli applausi fanno da colonna sonora; Anna Mei viene chiamata a ritirare il suo premio ma prima mi abbraccia stretta e poco dopo lo farà anche Illy Balzarotti; sono orgogliosa di avere per amiche queste donne, queste campionesse a livello internazionale che mi hanno”adottato” nel loro mondo e poco dopo il regalo più grande me lo fa mia figlia con un “ sei grande Ma”!
Qualcuno degli uomini presenti ci considera delle amazzoni che mordono la polvere, credo che la definizione calzi a pennello; alcune di noi si portano i figli sul palco per le premiazioni e magari si mettono il rossetto…in fondo siamo donne, madri, mogli ma abbiamo una forza interiore che ci fa sentire bellissime anche se ricoperte dalla testa ai piedi da polvere e fango perche in fondo, siamom solo noi stesse.
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton