La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natalel!!!!!



Buon Natale ragazze......ma il Babbo me lo tengo io!!!!!!

Babbo Natale in bike



Vigilia di natale alternativa in Piazza ad Iseo oggi dove, verso le 15, si sono radunati una decina di Babbi Natale in mountain bike con tanto di barba e berretto, incuranti della giornata grigia e della leggera pioggia che li ha accompagnati.
Sotto il portico di Palazzo Vantini è stato allestito un ristoro a base di the caldo, panettone e pandoro e sotto l’albero di Natale si sono ritrovati bambini sorridenti e genitori per scambiarsi gli auguri e scattare fotografie.
Rigorosamente preceduti da una macchina della Polizia Municipale il piccolo corteo si è mosso all’interno del centro storico e del lungolago con lo scopo di augurare le buone feste da parte del G.C.Iseo e di promuovere l’attività giovanile intrapresa la scorsa estate e sicuramente riproposta nella prossima primavera.
Alla fine della pedalata foto di gruppo con il Sindaco e l’Assessore allo Sport del Comune di Iseo.
Buone feste a tutti!!!

domenica 12 dicembre 2010

Tra fango e Gospel si chiude la stagione 2010

Dopo la caduta da oca giuliva al supermercato di circa un mese fa ed il conseguente abbandono della mtb, eccomi qua a correre alle 6 del mattino in macchina verso la bassa mantovana alla volta di Sermide per una gara organizzata dal locale gruppo sportivo.
Mi accompagna la musica del mio cd preferito dei Guns and Roses ed un cielo che sembra uscito da un dipinto: rosso fuoco pennellato di nero, uno spettacolo.
L’ultima volta che ho visto un cielo cosi è stato due anni fa, l’ultima gara con Dado, mentre viaggiavamo verso l’Emilia per gareggiare in pianura; ora sono rimasta la sola dei Diavoli Rossi ancora in attività: Dado si è preso una pausa di riflessione, Zambo ha le sue menate, Beppe il lavoro ad orari strani, Gabry non corre più se non la Gimondi Bike, gli altri hanno poco tempo per allenarsi…. Mi sento un poco sola qualche volta ma non voglio rinunciare all’unica passione che mi è rimasta ancora e che mi fa stare bene.
Valchiria l’ho messa in macchina ieri sera, la sacca anche assieme ad un cambio caldo visto il freschetto che ci regala la stagione invernale, sono anche andata a letto presto anche se sapevo benissimo che non sarebbe servito a nulla visto che ultimamente dormo si e no tre ore per notte, caffè alle sei del mattino e via, vado piano ed arrivo con calma.
Il tempo sembra passare al rallentatore, faccio strade mai battute, una tangenziale che sembra aperta da ieri solamente, incontro si e no 10 macchine in 40 km e ad un certo punto ho avuto il dubbio di aver combinato qualche cosa con il navigatore…già che non ci vado tanto d’accordo ultimamente, mi sembra sempre di fare la strada più lunga o la più trafficata…
Comunque tra strade di campagna e paesini dal nome quasi sconosciuto arrivo nella patria del melone, Sermide appunto.
Ci metto un attimo a trovare la lunga strada in pavè che porta all’argine e da li fino alla nautica che ospita la gara, parcheggio ed è presto visto che le macchine sono proprio pochine in giro.
Partiremo alle 10.30, sono le 8 e 10 del mattino!
Ho il tempo per due caffè, iscrizione e numero 34.
Mi siedo in macchina a sfogliare una delle mie riviste di mtb, ascolto un cd ed aspetto che siano almeno le 9 e mezza prima di montare la bike e prepararmi.
Arrivano persone e macchine, gente che conosco e sconosciuti, un ragazzo mi chiama e mi chiede se so dove trovare ondine le gare invernali verso Ferrara….gli passo il sito, parliamo un po’ ed è ora di andare.
Stanno finendo i ragazzi del ciclocross, toccherà a noi subito dopo; non siamo in molti e son tutti li a provare il percorso, li vedo arrivare infangati e stanchi, decido come sempre che lo provo durante il primo giro e non stò a dannarmi più di tanto…..pronti via!
Strada bianca dove le pozzanghere sono gelate e passandoci spezzi il ghiaccio che fa uno strano “lamento” come se lo disturbassi; poco dopo un argine da risalire su erba, lo si segue e poi giù per un altro argine erboso, si scivola spesso e l’attenzione è obbligatoria.
La golena del Po’ è stracolma d’acqua, devi fare attenzione nei passaggi stretti; giro dopo giro e saranno cinque da fare, impari che è meglio passare sulle foglie che fanno da tampone al fango piuttosto che nella scia di quelli passati poco prima dove il terreno ha mollato la consistenza gelata diventando un pantano fangoso e dove si scivola moltissimo.
Le salite in pianura sono solo il salire sugli argini del fiume ma sono strappi secchi, corti ma spezzano le gambe, se poi sono in erba bagnata ed il fango la fa da padrone l’attenzione deve essere al massimo.
Ho dato tutto quello che avevo!
La voglia di pedalare dopo un mese di stop forzato era davvero tantissima.
Ho nuotato vasche su vasche, ho sollevato pesi, fatto spinning ed addominali fino a non stare più in piedi, ho iniziato la Fit boxe scoprendo che mi piace nonostante le nocche sbucciate e doloranti, ho iniziato questo massacrante e pazzesco programma chiamato Cross Fit ( una specie di addestramento da Marines con bilancieri e manubri e tra poco corsa e non so ancora cos’altro) però la caviglia si è rinforzata e non fa più male, le ginocchia non scricchiolano più e mi sento divinamente bene!
Ma niente e nessuno mi regala la pace interiore come la mia Valchiria.
La mia amante-consolatrice, la mia compagna di sempre, che non mi tradisce mai e mi riporta sempre a casa.
A volte la guardo quando sono giù in garage, parlo sottovoce immaginando la sua risposta, le tolgo il fango che resta incrostato sotto la sella o sulla forcella e le faccio una carezza come se potesse rispondermi…ma lo fa, a modo suo, ogni volta esco sui sentieri di casa, sembra sempre che sappia da sola cosa voglio fare e dove voglio andare e non mi lascia mai a piedi.
Mai.
Quando arrivo al traguardo non mi fermo e tiro dritto verso la macchina, ho voglia di togliermi di dosso le cose fredde ed infilarmi una felpa calda, bere un the bollente e sedermi un attimo: sono stanca.
Consegno il numero e l’organizzatore mi fa i complimenti per il risultato e cosi fanno alcuni dei ragazzi presenti; mi consegneranno una confezione gigantesca di vino, salumi e formaggi, riso… ho riempito il frigorifero di casa per tanto tempo!!!
E’ ora di tornare e ci litigo di nuovo con questo stramaledetto marchingegno: non chiedetemi come ho fatto ma mi sono trovata sulla Transpolesana verso Verona, ci ho messo due ore a tornate a casa contro l’ora e dieci del mattino per arrivare qua!
Arrivata a casa lavo la mia compagna di pedalate, la ripongo al suo posto, metto tutta la roba da bike a lavare e finalmente mi infilo sotto una doccia bollente, mi rendo presentabile e mi precipito in paese ad un concerto Gospel organizzato dalla Societa’ Operaia.
E’ forse l’unica occasione che mi porta in una chiesa.
Il primo impatto con la canzone Gospel l’avevo avuta negli States quando, da ragazza, andavo in queste chiese dai nomi più assurdi tipo “La chiesa dell’avvento spirituale” oppure “ la casa dei figli perduti” e sapete perché ci andavamo noi studenti? Perché di domenica, dopo aver cantato e ballato in compagnia del predicatore e dei fedeli si mangiava gratis! E quando si è studenti con pochi soldi in tasca era una specie di manna dal cielo!
E non era poi cosi sgradevole sentire tutta sta gente che cantava a squarciagola e ballava come se tutte le tarantole del mondo si fossero trasferite li e dovessero scrollarsele di dosso, sembrava una specie di rave party alla buona…..
Ma qua mi è sembrato che fossero tutti imbalsamati!
Tanta gente se ne è andata dopo circa 20 minuti di musica e canti, quasi tutti anziani d’accordo, magari dava loro fastidio la musica un poco alta di volume ma ho sentito anche arcigne signore impellicciate brontolare che “…in chiesa ste cose qua non vanno mica bene”!!!
Si certo, perché sono meglio i dettami della chiesa italica, dove tutto deve essere dolore e sofferenza, dove se non sei un peccatore lo diventerai e se lo diventerai brucerai nelle fiamme dell’inferno!
Ma cavoli, non è mica possibile che per essere “di chiesa” debba essere per forza oscuro, tenebroso e doloroso…magari cantando e con un po’ di musica la gente andrebbe più volentieri a sentir prediche.
Fatto stà che sti sei ragazzi hanno cantato divinamente bene, hanno cercato di coinvolgere i presenti con i canti e il battere ritmato delle mani ma si sono trovato di fronte un pubblico poco incline al festeggiare il natale in modo un poco più gioioso del solito, a parte alcuni scalmanati in fondo alla chiesa che hanno cantato a Oh happy days a manetta, battendo mani e piedi, tra cui la qua presente Old Lady Kate.
E poi cioccolata calda con la panna al bar.
E che cavolo.
Si vive una volta sola ed io ho intenzione di vivermela bene, magari rinunciando ad alcune cose che però non dimenticherò mai e poi mai, ma facendo di tutti per sognare ancora un po’.
Adesso chiudiamo la stagione 2010 con una pedalata la vigilia di Natale in paese con i nostri ragazzi della scuola di mtb, rigorosamente vestiti da Babbo Natale e guai a chi mancherà!!
Vi morsico tutti.
Kathy Pitton