La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 25 gennaio 2009

Partenza… col botto!!


Eh si, nuova stagione e nuove pedalate.
Ed un inizio cosi non me lo aspettavo di certo.
Ieri sera cena dei coscritti ma sono stata brava stavolta, niente abbuffata ma solo un piatto ed un litro d’acqua al posto del vino e, seppur con dispiacere, sono scappata a casa alle 11, abbandonando tutti gli amici e la festa ma la voglia di rimettermi in gioco, di pedalare era forte ed avevo già deciso di venire fino a Desenzano del Garda per questa gara del Csi.
Ed allora pronti via alle sette e mezza stamattina, col Dado di sempre a farmi compagnia.
Poco traffico ed una giornata stranamente serena visto il maltempo che ha caratterizzato tutto il periodo invernale fino ad ora, certo che il terreno sarà un pantano unico ma lo si sa, se scegli la mtb come sport, il fango ti è compagno come le pulci per i cani.
Eccolo in centro sportivo vicino all’ospedale, ci sono già le macchine di molti nel parcheggio e le facce sono quelle di sempre o quasi, qualche saluto ai giudici di gara che conosco da anni ormai e la solita prassi per l’iscrizione e ritiro del numero: 301.
Giù le bike dal furgone, ultimo controllino e vestizione d’ordinanza, fa freddo ma avremo tempo per scaldarci.
Il saluto di Charlie dei Sachesghingem e le sue battute scherzose, il saluto urlato di Natale, un ciao veloce a Giorgio e via per il giro di prova.
Cavoli se tira, uno saliscendi nervoso e molto fangoso ma bello, proprio bello e se lo dico io che sono una schiappa nel cross country ….
Piccolo problemino: non avevamo calcolato di metterci cosi tanto a fare il giro e ci siamo fermati pure con dei ragazzi che avevano bucato per tanto siamo arrivati al traguardo CHE ERANO GIA PARTITI TUTTI!!!! …..botto numero uno!
Oddio e adesso?
Via che si parte ugualmente ad inseguire il gruppo… inseguire magari è un po’ grossa anche perché dopo mica tanto mi passa il primo!
Ah andiamo bene.
Però non mollo ed anche se devo fare qualche pezzo a piedi mi piace stò percorso.
In alcuni punti faccio prima a piedi tanto è il fango ma poi su e giù ed ecco che mi ripassa il primo.
Che lumaca che sono ma non fa niente, va bene cosi, riesco anche a trovare il fiato per scambiare due battute con i giudici lungo il percorso e piano piano mi avvicino al traguardo ma poco prima, in cima alla collina, ho il tempo per intravedere il lago e delle barche a vela che si lasciano guidare dal vento; bello, sembrano farfalle posate sull’acqua.
Uno spettatore in cima ad una salita attira il mio sguardo: Roberto Zappa, il “nostro” dottore volante senza mtb! Da non credere quasi.
Ma dice che la stagione per lui inizierà più avanti, c’è ancora troppo fango e fa ancora troppo freddo. Alla prossima Doc ed un saluto ad Elena per favore.
Ultimo strappo, qualcuno mi incita e poi sento un clanc…. Ma non sono io, è uno dei ragazzi di testa a cui si spacca la catena e stava lottando per il secondo posto.
Non ci penso neppure un secondo, tant’è che sento le mie labbra aprirsi e dire: vuoi la mia bike?
Non servono parole per dire o fare altro: tolgo il numero e lui parte tutta birra con Valchiria e per un attimo sento un vuoto… la mia cavallina vola verso il traguardo senza di me ma so di aver fatto la scelta giusta: arrivare ultima non cambia nulla.
Dado mi sorride e credo mi abbia approvato anche col suo silenzio; al traguardo arriverò spingendo una bike non mia col numero di gara in mano.
Botto due: unica donna per cui prima per forza!
Recupero e do una pulita a Valchiria e vedo qualcuno sorridere e dirmi: ah però, bella cavallina la tua! Certo che è bella, qualche volta mia figlia mi da della matta scatenata e dice a suo padre: la mamma è giù che parla con la bike!!
Non è che le parlo, non sono cosi fuori, è che magari parlo da sola mentre le stò sistemando il cambio o oliando la catena ma gli altri non lo sanno ed allora pensano che parli con la mia bicicletta.
Va beh insomma, stà di fatto che la mia bici non stà in garage ma in lavanderia al caldo perché ho deciso che va bene cosi.
Ristoro e fetta di dolce, un cambio veloce ed aspettiamo la premiazione: uno stupendo mazzo di gerbere gialle ed arancio ed un grande sacco di carta con ogni ben di Dio dentro sono la parte “fisica” che mi porto a casa ma sono solo marginali rispetto a quanto mi resta dentro, quella parte intangibile di sensazioni, di gratificazione e di appagamento che mi danno la forza e la voglia di fare, di provarci ancora, di mettermi in gioco.
Le premiazioni vanno avanti ed io saluto con un “ciao ragazzi” e sono molti i visi che mi sorridono e mi chiedono: domenica a Verolanuova Kathy?
Si ci sarò.
Kathy Pitton

domenica 11 gennaio 2009

Ciaspoluna

Durante l’anno sono tre gli sport che pratico: bike naturalmente quasi sempre, nuoto tra una cosa e l’altra e nei mesi freddi corsa con le racchette da neve.
Sono divertenti da matti!!
Nelle valli qua attorno al lago ne fanno parecchie ed hai sempre l’imbarazzo della scelta; alcune sono un must di stagione, altre sono novità e cerco sempre di scegliere località dove non ho mai corso.
Lo scorso inverno avevo letto di questa ciaspolata sotto le stelle in Valle Trompia ma non ero riuscita ad iscrivermi per tempo per cui quest’anno ho fatto tutto ancora prima di Natale, cosi non ci sono stati problemi.
Sabato pomeriggio alle tre, ciaspole in macchina, tuta da fondo addosso, zaino con un cambio e due barrette parto alla volta di Bovegno via Polaveno, un ora di macchina ad andatura tranquilla. Risalgo la valle e leggo man mano i nomi dei paesi mentre li attraverso e ripenso ad una lontana estate di 30 anni fa e mi tornano alla mente volti e sensazioni e sorrido….
Che bello essere giovani, con la spensieratezza dei 17 anni, nessun pensiero ,nessuna preoccupazione per quello che ci può riservare il futuro, tutto è li davanti a noi da costruire, come una tavolozza bianca su di cui far scorrere un pennello e colorare il nostro giorno, il nostro domani.
Bovegno arriva presto, non è cosi facile trovare un parcheggio, dovrò camminare un bel po’ prima di arrivare al ritrovo per il ritiro del numero di gara… veramente non è proprio una gara, non verrà stilata una classifica ufficiale ma sono cosi abituata alla competizione anche se in modo tranquillo che diventa una gara anche quando non lo è.
Alcuni visi che conosco mi sorridono, so che c’è Zambo con i colleghi di lavoro, altri amici di Iseo e vecchie conoscenze , alcuni compagni di pedale del G.C.Iseo ed un sacco di altra gente, parlano di 1200 concorrenti, un gran caos insomma.
Ritiro in numero ed intravedo Dario, un ragazzo che gareggia in bike, lo incontro a volte sui campi di gara, sembra Goldrake pronto alla battaglia; lo scorso anno si era piazzato al secondo posto ed è pronto a ripetersi anche questa volta.
Le sei arrivano presto e si parte ad andatura tranquilla, e’ asfalto e si inizia a salire lungo il fianco della montagna: 550 metri di dislivello in un km e mezzo: da matti.
Nelle strettoie del sentiero si formano lunghe file, non è agevole passare, di correre non se ne parla proprio.
L’inizio della neve ed il mettersi le caspole ai piedi segna l’inizio della gara vera e propria e dove riesco corro ma il sentiero è veramente erto e non sempre è facile anche se ho i ramponi.
Su e sempre più su, se guardi verso il basso vedi una serie infinita di lucine nella notte che si muovono come lucciole a segnare il passaggio dei concorrenti e se guardi il cielo vedi le stelle ed una luna stupenda a rischiarare il passaggio.
Quando arrivo in cima, beh lo spettacolo è assicurato; col fiatone mi fermo un attimo a guardare a valle e penso che tutta la fatica che ho fatto è stata ampiamente ripagata dallo scintillio delle luci a valle, dal vedere la neve brillare sotto i raggi tenui della luna.
Non posso fermarmi tanto, fa freddo e voglio scendere a valle per scaldarmi con un the caldo offerto dagli alpini; la discesa tanto desiderata è altrettanto faticosa anzi a volte lo è di più vista la pendenza ma la voglia di arrivare è tanta e ben presto sono a valle: 2h e 45 minuti.
Non so se sia un buon tempo o meno, non avendola mai fatta non ho un tempo di riferimento ma sono contenta cosi; so che Dario Giovanardi è arrivato terzo, Zambo arriva 5 minuti dopo di me, altri li vedo sfilare man mano e seduta con un the bollente in mano mi sento, come sempre , bene!! Un altro giorno facendo ciò che mi piace, correre con il vento tra i capelli ed anche se fa un freddo dell accidenti, mi sento appagata.
E’ ora di tornare verso casa, ci sono parecchi chilometri da fare ed un piccolo passo da fare in macchina per tornare nella valle parallela e verso il mio lago.
Piano piano scorre il paese accanto ai finestrini e non posso non chiedermi “ chissa che fine avrà fatto….”
Un pezzetto del mio passato che riaffiora dai ricordi lontani e sepolti dentro la mia memoria, un antica emozione ormai dimenticata e dilavata dal tempo ma non posso non sorridere quando penso che in un giardino di queste case, su di un muretto di cemento fresco,anni fa una persona incise il mio nome con un bastoncino ed aspettò che asciugasse per essere sicuro che non andasse via con la prima pioggia….
E’ notte fonda quando arrivo a casa e prima di riposare un po’ è normale andare a guardare il mio angelo dai capelli color miele che dorme tranquilla sotto le coperte.
Ed allora il passato torna al suo posto perché il mio futuro è un altro, è lei.
Kathy Pitton

domenica 4 gennaio 2009

Il ghiaccio punge…

15 giorni!!
Va beh che era Natale, poi qualche giorno in vacanza a Barcellona, poi ancora l’ultimo dell’anno ma cominciavo ad essere stufa di fare la pelle di leone stravaccata sul divano e quel che è peggio, tutto stò ozio mi dava il tempo di pensare a quello che tre settimane fa mi ha detto il medico ed, innanzitutto, di stare ad ascoltare questo strano dolore all’anca ed alla coscia sinistra…
No, assolutamente non va bene cosi!
Ci vorrà tempo lo so e la mia testardaggine non aiuta di certo in questo caso, non voglio prendere farmaci, non voglio il cortisone e non importa se ci vorrà più tempo… io alla mia passione non rinuncio!
Anzi sono fermamente convinta che mi possa aiutare ad uscirne più in fretta, la determinazione non mi è mai mancata.
Ed allora stamattina, con un gelido sole dai raggi gelati, mi sono preparata, bardata come un marziano e via nell’aria fredda di gennaio!!
E faccio presto a scaldarmi, la musica a far da contorno alle strade stranamente silenziose, solo il cric croc del ghiaccio che si rompe sotto le ruote oppure il fruscio dei copertoni nella neve; è faticosa, sembra che voglia trattenermi tra le sue fredde spire come una serpe ma la voglia di andare avanti è più forte di tutto questo e spingo sui pedali sorridendo perché procedo a zig zag e, ad un certo punto, faccio pure una specie di testa coda.
Non è una caduta vera e propria ma il ghiaccio è duro e punge attraverso i guanti e la tuta; nessun danno, solo un po’ di freddo.
Ci sono un sacco di altri ciclisti in giro, pochi in mtb ma un cenno di saluto lo si scambia volentieri tra i componenti di questa strana tribù colorata in giro nonostante il freddo e la neve.
Il giro finisce presto, un ora e mezza a cavallo dell’ora di pranzo e torno verso casa facendo strade secondarie con poco traffico, il tempo per pulire Valchiria ed una doccia bollente ma la testa è già altrove… devo andare sul sito di Pianeta Mountain Bike e dare un occhiata ai calendari di gara…..
Kathy Pitton