Stavolta è stato Dado a pensarla, ad informarsi sugli orari del treno e sull’eventuale itinerario. Si perché stavolta siamo partiti in treno da Iseo alle 9 e mezza del mattino, abbiamo caricato le nostre cavalline a bordo con tanto di biglietto di supplemento e gli sfottò degli amici capotreno e capo stazione che ci hanno dato dei matti scatenati come al solito.
Perché una la studio io ed una la studia lui, tre le pensiamo mentre pedaliamo ed un paio le sogniamo di notte.
Comunque eccoci in viaggio, parliamo per un ora e mezza, tanto è il tempo che ci mette il treno ad arrivare in alta valle, guardiamo dal finestrino e, come al solito, ci prendiamo in giro ma stavolta ho un arma in più, la strana voce di dado visto che lo hanno operato alla gola poco tempo fa e parla con raschietto ….tutto strano insomma.Arrivati ad Edolo decidiamo di cercare l’ufficio turistico per una cartina che non troviamo, deviamo verso la piazza e un bar per un panino con coca cola, giusto per un carico di zuccheri e carboidrati prima della lunga galoppata fino a casa.
La piazza è caoticamente percorsa da macchine e camion, tutti in fila lentamente, sembra che sia il risultato di un incidente poco più a monte e tutto questo rumore stride con la calma che solitamente cerchiamo in giro in bike.
Dopo il caffè via che si parte evitando l’ingorgo e tagliando per il parco, si sbuca poco più a valle ma finalmente il traffico scorre.
È forse l’unica parte del “viaggio” che non mi piace, strada asfaltata fino a Capo di Ponte ma d'altronde non conosciamo i sentieri qua attorno e senza una cartina è un po’ un azzardo girare a vuoto per cui via di pedale con una media altissima e si scende tra traffico pesante e non ma ben presto saremo alla deviazione per la ciclabile e l’Antica Via Valeriana.
Non sapevo che arrivasse fin quassù, credevo finisse a Pisogne o poco oltre ed è in fondo una piacevole sorpresa.
Bellissimi questi piccoli paesi di cui ho sentito spesso il nome ma che mai avevo visitato, Cemmo, Losine, Cerveno, Ceto…. Oppure vi ero passata ma sulla strada principale, mai all’interno del centro storico che trasuda storia antica da ogni pietra e da ogni fontanella.
E saranno queste fontane a scandire questa caldissima giornata, perché ad ognuna abbiamo attinto acqua per le borracce ed abbiamo immerso le mani per rinfrescarci; ne abbiamo viste veramente a decine.
Una salita dietro l’altra, alcune mi mettevano a dura prova tanto da farmi mettere i piedi a terra e continuare spingendo la bike, altre riuscivo a terminarle col cuore in gola e le gocce di sudore che bruciavano gli occhi ed il viso scottato dal sole.
Ma arrivati in cima, a pochi metri dalla Concarena tanto amata dagli antichi Camuni e dove cosi spesso negli anni sono venuta a “festeggiare” l’equinozio, guardando verso il basso e la strada, vedendo le macchine grandi come zollette di zucchero e con gli occhi che potevano spaziare sulla valle intera ho pensato “ne è valsa la pena”.
Uno spettacolo unico, le montagne attorno, le piane di un verde brillante, le cascine disseminate lungo le vallette e le conche interne disseminate di angoli all’ombra con sottili strati di neve rimasti dallo scorso inverno, una natura rigogliosa e pura che mi ha fatto dimenticare la fatica, il caldo, il sole che bruciava la pelle delle spalle e del viso e la sete che sembrava non passare mai nonostante le borracce bevute.
Inizia la lunga discesa verso valle e Breno seguendo a tratti il fiume Oglio, sterrato per la maggior parte passando per la via Crucis di Cervino dove per un attimo perdiamo le indicazioni e non volendo seguire la strada asfaltata, chiediamo informazioni al primo ciclista che passa…..
E qua inizio a ridere!
Allora tra me e Dado parliamo 8 lingue giusto?
Ed a chi andiamo a chiedere informazioni?
All’unico, dico unico ciclista sordo muto della Valle Canonica!!!!!!!!
Che è stato squisito e gentilissimo ed a segni ci ha indicato la strada ma mettetevi al mio posto ed immaginate Dado che cercava di capire ed all’inizio non aveva colto il fatto……….
Da scompisciarsi dalle risate!!!!!
Pausa caffé e pipì e via che si riparte.
A Breno faremo una piccola deviazione per salutare un caro amico, Roger, che da qualche anno sta lottando con una brutta bestia che non lo lascia in pace…. Lo abbraccio stretto ogni volta passo da qua e cerco di infondergli un poco della mia forza…..
Borracce piene e si riparte.Hanno deviato la ciclabile all’interno del Tempio di Minerva in Spinera ed è bello il nuovo tratto, meno duro del precedente e ti regala una bella vista sulle rovine storiche; da li si raggiunge il famoso tunnel scavato nella roccia viva e dove le temperature raggiungono cifre quasi da inverno inoltrato tanto che all’interno, sui cavi della luce si deposita la brina… un piacevole intermezzo dopo ore al caldo torrido di questa giornata che segna i 38 gradi.
Il parco del Barberino, il fiume che scorre li accanto, una pedalata dietro l’altra ed il tempo scorre veloce ed i chilometri si accumulano sotto le ruote.
Ad un certo punto mi accorgo che ogni tre o quattro pedalate perdo un giro, una pedalata a vuoto.. che strana sensazione… resto indietro e man mano ci avviciniamo a Darfo la cosa peggiora sempre di più.
Ad un certo punto iniziano a non entrare più i cambi e resto con il padelline, spingi e spingi e la fatica è tanta dopo cosi tanti chilometri.
Piano piano arriviamo a Pisogne, deviamo per Costa Volpino per la pausa gelato e mentre siamo seduto alla gelateria mi ricordo che poco più avanti c’è il negozio di Cicli Bettoni.. due pedalate e sono li.
Mi guardano la bici, spiego il problema ed al momento mi dicono: non è una gran bella cosa sai….. mi sono preoccupata non poco, tanto che avevo già detto a Dado che saremmo rientrati verso Iseo in battello ma le magiche mani del tecnico hanno risolto il problema: una mollettina sottile come un ricciolo di capello all’interno della ruota si era rotta e non faceva agganciare la cricca…. O una roba cosi insomma, mezz’ora e la mia bike era di nuovo perfetta.
E si riparte, Lovere, Castro, Riva di Solto, Tavernola….. altra pausa caffé ed acqua, siamo un poco cotti.
Uno squillo del telefono avvisa Dado che Alberto ci viene incontro da Sarnico per fare gli ultimi chilometri assieme ed eccolo spuntare con il sorriso che lo distingue sempre.
Gli ultimi chilometri scorrono piano sotto le ruote, sono stanca ed il caldo torrido di questa giornata non ha certo aiutato, per di più ho le braccia viola dal sole… eppure la crema l’ho messa ma cosi tante ore di esposizione certo non sono il massimo per una pelle chiara come la mia.
Pazienza, ci saranno chili di dopo sole ad aspettarmi nei prossimi giorni.
Ecco Clusane e poco dopo il bivio per Cremignane e casa mia.
Non vedo l’ora di fare una doccia tiepida e di stendermi un attimo sul divano, sono proprio cotta stavolta….ma prima di lasciar andare Dado ed Alberto abbiamo parlato di una cartina che ho a casa, con i sentieri che vanno al Passo Crocedomini….. tra qualche giorno magari…..