La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 25 aprile 2010

Agnosine Bike, una spina qua ed una la….


Certo che bruciano le graffiate delle spine dei rovi selvatici, me ne sono tolta sette o otto dalle gambe e dalle braccia arrivata a casa dalla Agnosine Bike, sembra che abbia fatto una brutta discussione con un gruppo di gatti piuttosto maldisposti.
Se poi ripenso al momento in cui ho deciso di fare questa gara della Brescia Cup dove io centro come i cavoli a merenda mi vien voglia di prendermi a schiaffi da sola.
E tutto ciò per provare a fare la Valsabbia Cup; il bello è che la parte più tosta deve ancora arrivare, con gli amici del Gatto Giallo di Odolo alla Conca d’Oro ed alla 24h del lago d’Idro, la Rampinight a Preseglie ed un altro paio di cui non ricordo il nome ma è meglio cosi, vah……
Come dice mia figlia, devo essermi persa qualche neurone per strada e non me ne sono neppure accorta perché se pensassi un po’ prima di prendere certe decisioni sarebbe molto meglio per me, le mie gambe e tutto quello che ci sta attaccato!
Ormai è andata per cui partiamo con un poco di ordine: levataccia alle 5 e mezza, colazione, bike in macchina e via verso la città, appuntamento con Zambo a metà strada e lo seguo lungo le Coste verso la Valle Sabbia.
Due messaggi con la parte della squadra che se ne va sul Garda a fare la Paola Pezzo e piano piano ci avviciniamo a questo paesino dove anche i balconi sono in pendenza, o vanno in su o in giu….. Ma qua la pianura deve essere solo un concetto astratto, sono tutte rampe di lancio le strade…ed il giro di lancio sarà una bella scommessa da fare tutta in sella!
Numero da attaccare, il 920 che resterà mio fino alla fine del circuito nel caso mi salti in mente di farne un'altra della Brescia Cup, i convenevoli di rito con il caffè e la torta offerti dall’organizzazione ed è ora di far finta di fare i ciclisti seri, almeno per quanto riguarda me.
La ruota di Valchiria da montare, scarpette e casco e pronti via verso l’arco dell’arrivo.
E qua la cosa che mi ha fatto girare le scatole in questa giornata: un pinguino di uno, pancione, sigaretta in bocca e vino che gli usciva da tutti i pori visto il colore del naso se ne esce con uno: “ma per quelli da un certo peso in su fanno una categoria a parte”??
Zambo era poco più avanti, eravamo io ed un altro biker come me, non un fuscello di certo, ma persone normali che hano il coraggio di mettersi alla prova… mi sono fermata e gli ho detto bello forte e chiaro: “ Certo che abbiamo una categoria a parte, quelli con le palle!! Poi ne hanno fatta un'altra, la categoria dei rompi c******i che chiacchierano tanto ma che non sanno fare un cavolo”!!!!
Credo sia sprofondato talmente tanto da essere scomparso dalla faccia della terra sto testa di ********….lasom perder vah che è meglio!
Le nove e mezza arrivano in un attimo, giu per la discesa che sembra non finire più con i freni tirati che fumano, andiam bene!! Se poi penso che devo rifarla in salita, alla faccia del giro di lancio, non arrivo più neppure se mi spingono.
Ormai sono qua e devo finire per cui, con mooooolta calma salgo fin dove ce la faccio e poi a piedi e quando passo sotto l’arco con scritto arrivo e penso che sto solo cominciando un momento di sconforto mi viene ma non voglio mollare subito, vorrei almeno provare.
Sin dall’inizio sapevo che avrei fatto uno solo giro di gara sui due richiesti alle donne, devo essere al lavoro alle 13 per cui la prendo con la dovuta calma e piano piano cerco di salire per i sentieri e le mulattiere e devo dire che mi piacciono anche, forse perché ho il tempo di guardarmi attorno…ma ecco che sento il brommm brommm della moto che anticipa il primo, corre da far paura…….
Sento le prime spine mordermi le gambe quando cerco di far passare senza intralciare e sarà un susseguirsi di graffi e segni fino a quando il bosco non finisce e lascia il posto a quel sentiero scosceso che entra in paese.
L’urlo di Zambo che mi dice di non mollare mentre mi supera e si butta giu per quel sentiero come un matto scatenato, anzi un Demone rosso vestito, e cerco di seguirlo, rigorosamente a piedi fino alla scalinata…..
Poi un'altra scala ancora, e poi quella da fare con la bike in spalla in salita (con Sandro che mi da una mano), il passaggio dietro la chiesa e, finalmente, dico finalmente perché cominciavo a straparlare, l’arrivo passato mano nella mano con Giorgio el Mexicano, grande amico oltre che biker come me ( lui moooltooooooo meglio di me)!
Sono talmente stanca che non scendo neppure dalla bike, mi serve da stampella, saluto alcune persone e scappo alla macchina, scaravento tutto dentro Valchiria compresa, mi cambio almeno le scarpe e scappo verso valle e il mio lago.
Non ho il tempo di guardare le classifiche ma sapere dove sono è facile, basta girare la classifica a gambe all’aria, in fondo…..proprio in fondo ci sono anche io.
Guidando verso casa mi guardo per un attimo nello specchio e mi accorgo di avere il viso arrossato dal sole e le classiche righe della maglia sul braccio, l’abbronzatura da ciclista è già in agguato; mi passo le mani sui graffi, che bruciano, e cerco di capire se ci sono danni altre a quelli visibili… tutto ok sembra! Cervello a parte naturalmente.
Mia figlia è abituata ormai alle mie fughe precipitose casa/lavoro, bike/lavoro, gara/lavoro per cui come arrivo si incarica di scaricare la sacca mentre faccio la doccia al volo e mi infilo la divisa, 15 minuti ed eccomi trasformata da ciclista più o meno seria in marinaio e via, in servizio dalle 13 alle 19.
Ora, mentre scrivo, la stanchezza è davvero tanta ma sono, in fondo, contenta.
Una gara in piu che non era assolutamente nelle mie prospettive perché considerata troppo dura per le mie capacità, la possibilità di provare a fare questo circuito anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga ma la voglia di provarci è grande come grande sarà la fatica.
Ma il solo pensiero di mollare, di smettere, un poco mi angoscia perché, come scrive un mio grandissimo amico, sarebbe come vivere senza passione e senza passione non si vive, si sopravvive e basta.
Kathy Pitton

domenica 18 aprile 2010

Ciao Vignalonga!!


Mi è mancata quest’anno, da matti.
E l’essere li al mattino a salutare gli amici ed i compagni di squadra che, in sella alla bike, erano pronti a partire, mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Il fare le foto della partenza non è il mio lavoro e neppure il mio hobby, il mio grande amore sono quelle due ruote dai copertoni artigliati, il fango che si attacca addosso a loro ed a me e l’assoluta sensazione di libertà che questo mondo mi da.
Ma il mio lavoro oggi non ha permesso che facessi parte di questa festa, alle 12 ero in divisa sul pontile di Iseo a far partire turisti più o meno per caso, ma il pensiero era la’, ad Adro, sotto quell’arco con scritto Arrivo….
E ricordo ogni singola Vignalonga, come se tutto fosse iniziato ieri… Vero Alberto?
Ricordi quando abbiamo iniziato ad andare in mtb?
Io che dovevo perdere peso e tu che consegnavi i giornali con la Graziella del Giornale di Brescia, se non ricordo male era gialla o giu di li.. e ti arrampicavi su per la strada di Polaveno con quella bici che di tecnologico avevo solo le tue gambe mentre io giravo con un vecchio cancello rosso che pesava mezzo quintale ed aveva un cambio solo e non funzionava neppure quello.
Quanti anni sono passati?
E quanti anni in meno avevamo noi due….
Eppoi ti sei inventato la Vignalonga edizione uno, tre percorsi uno sull’altro, lungo/medio/corto ed avevi girato giorno e notte per segnarlo con nessuno a darti una mano se non occasionalmente.
Ricordo ancora l’iscrizione di me stessa, Dado e Daniele Gatti, il caos della partenza in seguito al temporale della notte precedente e le piante cadute sul percorso e tu che avevi dormito praticamente sulla vespa per cercare di mettere tutto a posto, la decisione di annullare il percorso piu lungo e la partenza dall’Acquasplash di Cortefranca con i colombiani in prima fila.
E noi tre tapini a perderci lungo il percorso perché non si vedevano bene le fettucce e quei km fatti in più con quello della moto che ci rincorre ad un certo punto per farci tornare indietro e l’arrivo al traguardo con Dado e Daniele che, cavallerescamente mi spingono avanti per farmi arrivare prima! Ed avevi finito tutto al ristoro ed avevo fregato le brioches dallo zainetto di mia figlia.
Poi l’edizione due, sempre da Cortefranca ma con partenza dalla via dietro le scuole ed un percorso che faccio tutt’ora tanto era bello; i tavoli sotto il portico del municipio per il pasta party e ti eri dimenticato trecento panini col salame sotto i tavoli……
E’ stata anche l’edizione in cui mi hai dato la prima maglia nera ufficiale ed un vaso di terracotta che ho ancora e che ho sempre considerato un premio alla tenacia.
Poi le due edizioni seguenti ad Adro, sempre da maglia nera ma portate a termine a testa bassa e chi se ne frega se arrivo ultima….
Anche col pasticcio dello scorso anno quando da due percorsi ne sono saltati fuori tre!!
Ma al di la di tutte le edizioni passate quella di quest’anno è quella che mi dispiace di più, primo perché non c’ero e secondo perché leggo che non la farai più.
Capisco la tua delusione perché c’erano molte meno persone dello scorso anno ma tre gare in concomitanza a pochi km l’una dall’altra non sono cerro l’ideale.
Il fattore clima poi ha giocato un ruolo decisamente determinante, so di molta gente iscritta che non si neppure presentata alla partenza, vuoi la pioggia del giorno prima, quella della notte, il cielo plumbeo del mattino ed ho sentito uno dire che non correva perché nell’aria ci sono anche le ceneri del vulcano finlandese……
Poi, forse, un'altra cosa ha fatto, per cosi dire “scappare” molti…. La tua Vignalonga è dura Alberto e lo sai!!!
Ho scritto Dura non brutta, anzi è un percorso bellissimo, mai uguale, scorci di panorama da foto ed un immersione full nella Franciacorta ma con un po’ di pioggia si trasforma in un percorso micidiale, adatto solo a quelli che hanno un “manico” della madonna….
I ciclisti come me, quelli che se la prendono…comoda, hanno non pochi problemi a finire la tua gara a meno che non siano come la sottoscritta, gnucchi e testoni che non mollano mai.
Probabilmente, se fossi stata alla partenza stamattina, non l’avrei finita oppure sarei stata in giro cinque ore, tenendo in ballo anche tutta l’organizzazione e sebbene sia abituata a far parte delle classifiche leggendole alla rovescia, mi dispiace tantissimo far aspettare tutti, vuoi perché se ne tornano tutti volentieri a casa dopo una pedalata del genere, vuoi perché di domenica la maggior parte “media” con la famiglia/mogli/figli/compagno/compagna la passione per la bike e magari il pomeriggio deve andare a portar loro al cinema….. sai com’è, non tutti sono come i nostri a casa che si preoccupano quando NON VAI IN BIKE.
Non sono nella posizione di dirti fai cosi o fai cola, ci mancherebbe ma mi permetto di dire una cosa: il Gliso vulcanico che conosco da trent’anni non è quello che molla, è un gnaro testone che mentre ne fa una, tre le inventa, due le sta studiando ed un altro paio stanno germogliando… vedi come hai tirato assieme il Cross delle Torbiere in quattro e quattr’otto!
Comunque vada Alberto, quando parlo con amici delle gare che faccio ( e mi porto a casa sempre della matta scatenata…vista l’età), ho sempre citato le mie “performance” alla Vignalonga con le relative maglie nere, e le ho tutte, con orgoglio, perché?
Perché io c’ero.
Sinceramente spero di poterci essere ancora.
Alla prossima
Kathy Pitton

domenica 11 aprile 2010

2° Green Bike


Non mi è ancora passato il dolorino da sella di giovedì e della mia “cavalcata” in sella a Merlino per le colline di Forli che eccomi alle sei e mezza di domenica 11 aprile a mettere bike e sacca sul camper e partire, un freddo che sembra tornato l’inverno e le prime gocce che promettono giornata uggiosa sul parabrezza, e dirigermi verso Gottolengo, bassa bresciana, per partecipare alla seconda Green Bike, prova dell’Oglio Chiese Challenge.
Riesco anche a perdermi in una stradina di campagna e far retro marcia col bestione non è cosi semplice…. Però riesco a non andare a navigare nel fosso li accanto e, finalmente dopo quella che mi sembra un eternità, arrivo in paese e trovo l’oratorio ed il parcheggio… bastava seguire le altre macchine con le bike sul tetto…. Kathy cominci bene stamattina!!!!
Un caffè mi ci vuole per svegliarmi in via definitiva, due chiacchiere con i ragazzi del Montirone e via a prendere il numero, verifica tessere compresa.
Torno al camper per scaldarmi un po’, un in bocca al lupo a Zambo che è a fare la Brescia Cup ad Urago Mella via sms e passo il tempo che resta, poco per la verità, a decidere se metto l’invernale o i pantaloncini corti…..troppo freddo per i miei gusti, pantaloni lunghi e via…..e comincia a piovere!
Ma no dai cavolo!
Mi metto anche l’anti acqua và, male che vada lo tolgo più avanti.
Due pedalate per scaldarmi, Graziano Cantoni a farmi compagnia per un momento ed ecco che ci chiamano in griglia; partenza per categorie scaglionati ogni due minuti e le donne sono ultime con i senior.
Via che si parte, strade sterrate lungo i fossi e poi quel grande campo, tutto fettucciato, sembra non finire più… e faccio scappar da ridere a quelli della Croce Rossa per come “affronto” le curve strette, rido al pensiero…. Lasciam perdere va che è meglio! Imparerò mai.
Poi quel lungo tratto nel campo con l’erba alta, una strettissima striscia dove passa giusto la bici e se arrivano quelli dietro più veloci son guai…e non faccio in tempo a pensarlo che arriva la moto dei primi… e va bene che sono partiti 15 minuti prima di noi ma porco diavolo volano davvero!!
Mi dispiace sempre stare in mezzo alle scatole e loro vogliono correre e vincere e spesso mi fiondo in mezzo all’erba per farli passare… ormai lo sanno e passando mi dicono anche Grazie Kathy!!!
Dai dai ragazzi che tanto io arrivo lo stesso, basta non prendersela.
Poi quel campo arato, quella terra bella morbida con le zolle smosse dall’aratro, una goduria affondarci dentro con le ruote e poi di nuovo strade bianche e quei due ponticelli poco prima dell’arrivo….
Pronti via, altro giro altro regalo.
Stessa sorte, piano piano mi rifaccio il percorso cercando di non intralciare i veloci e facendo il possibile per fare la mia gara, rispondendo alle battute e sorridendo ai fotografi.
Io mi diverto cosi; spesso mi porto a casa della matta scatenata un po’ fuori di testa ma in fondo penso che siano solo un poco invidiosi, io vivo bene nella mia pelle, vivo le mie emozioni per quelle che sono, emozioni, ed è cosi bello essere consapevoli della propria esistenza.
Passo il mio traguardo vittoriosa, due parole con una ragazzina che è una promessa della mtb, Stella, ed il suo nome è già una promessa…. Sarai una grande tra non molto, hai una determinazione negli occhi di quel viso dolcissimo che ti rende speciale: continua cosi, hai in me la tua più grande tifosa!
Valchiria al suo posto nel gavone del camper, una doccia bollente ( ustionante per la verità…ho sbagliato a regolare la temperatura), una ripulita alla veloce e si va al ristoro dove trovo una crostata da favola, buona da morire! Consegno il numero, ritiro la mia tessera e mi avvicino a Matteo dell Emporio Team per salutarlo… e mi dice: ma se vai via a chi lo diamo il premio?
Perché, sono a premio?
Ma non premiate solo le prime tre?
Invece no, tutte premiate le donne!!
La voglia di restare è tanta ma devo essere al lavoro all’una e mezza!!
Presto fatto, fanno le premiazioni delle donne per prime ed eccomi a ritirare il premio per la mia “fatica”! mi dispiace solo che Laura Moretta sia andata già via, forse era stanca… dopo il suo bellissimo viaggio in Australia!!!!! Non credo di aver mai invidiato tanto una persona… Sidney…..che voglia di partire!!
Bene, ora si torna a casa di corsa, ma proprio di corsa; arrivo nel parcheggio di casa mollo il camper, mi precipito di sopra mentre tolgo la tuta al volo su per le scale con mia figlia che mi rincorre…. Esattamente sette minuti dopo esco dalla porta in uniforme, gonna e tacchi ma senza rossetto… non ne ho il tempo ed all’una e mezza sono regolarmente in servizio a sostituire la mia collega Michela, quel tesoro di ragazza che mi fa il favore di lavorare al mattino lasciandomi il turno pomeridiano cosi posso scorrazzare in giro per campi di gara in mtb!!
Adesso mi resta la bike da pulire ed un sacco di roba da lavare per far si che domenica sia tutto pronto per un altro posto da vedere, per un altra strada bianca da percorrere con le mie ruote grasse perché c’è un circuito dal nome che mi incuriosisce…. Martesana.
Vedremo com’è.
Kathy Pitton

venerdì 9 aprile 2010

Divagazioni……….. su strada


8 aprile, giovedì:giorno di riposo o almeno cosi dovrebbe essere ma tant’è che eccomi in macchina alle 10.30 del mattino ad imboccare l’autostrada a Rovato, direzione Forli.
Una marea di km per andare in Romagna ma non in vacanza bensi per fare una gara su strada, il 9° Gran Premio Estense.
La mia prima esperienza di gare su strada era stata ad Occhiobello, Rovigo, il 13 febbraio scorso e mi era piaciuta e la voglia di riprovare la sensazione di velocità che mi da questa bicicletta è grande e cosi, Merlino in macchina e via.
Mi sembra cosi strano smontare queste ruote tanto sottili e leggere in confronto a quelle della mia Mtb, due modi diversi di fare bicicletta e, naturalmente, due biciclette diverse tra loro.
Arrivo a Villagrappa verso le 14 e mi piace questa distesa di alberi da frutto, sembra vagamente di essere nelle valli di Calino, al posto dei vigneti alberi a perdita d’occhio; bello attraversare queste collinette su stradine strette al cui fianco si trovano lunghi fossati per irrigare i campi, ci passa una macchina sola per volta ed incontro decine di ciclisti che passano la loro pausa pranzo in sella.
Mi ci vuole un po’ per trovare la sede del centro sociale dove si fanno le iscrizioni e mi accoglie una rubiconda e simpatica signora che in accento romagnolo mi dice: soccia…..le ben la c’fan tot….
Qualche volta mi servirebbe un interprete…
Comunque, numero 3 da attaccare alla maglia, rigorosamente a sinistra cosi lo leggono i giudici Uisp al passaggio sul traguardo e via a preparare me e la bicicletta.
Mi sembra passato solo un attimo e già ci chiamano in griglia, si parte per categorie e le donne con i G5/G6.. praticamente i nonni o giù di li… ma solo per l’anagrafe però perché partono come delle schioppettate e non li vedrò quasi più fino all’arrivo!
Com’è diverso dalle gare in mtb, velocità e asfalto, e mi ci vuole un momento per capire come fare, i cambi sono diversi e cerco i freni dove non sono, meglio far mente locale e cercare di non cadere e fare danni.
Un lungo rettilineo, una curva secca a destra e via su per la salita che sembra facile ma arrivo in cima con la lingua a penzoloni… e poi giu per una discesa dove vanno tutti sparati come delle pallottole e quando guardo il contachilometri mi viene un attacco di strizza… alla faccia!!!!
Tiriamo i freni va che è meglio.
Lascio che il gruppo “scappi” davanti a me, dieci giri del percorso non sono pochi e alla fine saranno 63 km da fare, mica pochi per me.
Anche se tutto è più veloce ho comunque il tempo per me ed i miei pensieri e mi guardo attorno, assimilo i colori e le sfumature di questo paesaggio che non conosco e riesco anche a schivare tre galline brune che attraversano la strada tra una cascina e l’altra; vedo alcuni anziani che lavorano nell’orto e dei ragazzini che giocano a bordo campo con un vecchio pallone e sorridono quando passo.
La partenza a scaglioni fa si che lungo il percorso ci sia sempre qualcuno e ad un certo punto mi passano tre e mi dicono “attaccati dai”.. facile a dirsi ma a farsi un po’ meno… dopo dieci minuti ho il cuore che esce dalle orecchie urlano “ ma azzzz Kathy, piantala che stò scoppiando”!!!
MA STI QUA AL POSTO DELLE GAMBE HANNO LA MOTO DI VALENTINO ROSSI O COSA????
Eppure continuo a pedalare e macinare chilometri e quando passo dal traguardo e finisce tutto è come quando ad un bambino togli il giocattolo preferito, quasi mi dispiace.
Torno alla macchina, due chiacchiere con i vicini di parcheggio, un cambio veloce e via alle premiazioni….. sono seconda!!! Ed un po’ mi gaso anche!
E sono seconda anche nel circuito di appartenenza della gara, il Memorial Menegatti.
Magari non sarà una gara titolata nazionale, ma è pur sempre un traguardo raggiunto e se penso che fino a 12 anni fa la bicicletta era solo un mezzo per andare in paese a prendere il giornale un poco sorrido….
E’ proprio vero che ad una certa età si torna ragazzini e se ripenso a quante volte ho demolito la Graziella di mia madre per fare cross nel campo di fronte alla Resinex ….( questo pezzo lo capiranno solamente gli iseani), oppure nei canneti a Sassabanek o alle buche al Ciochet…..
Ma lasciamo il passato dove deve stare, nei ricordi.
Carico tutto in macchina, chiedo un aiuto al navigatore ed inizio il viaggio verso nord alla volta di casa; la stanchezza è tanta e le soste per un caffè lungo la strada saranno molte e quando arrivo è notte fonda.
Il caldo dell’acqua della doccia e del mio letto poco dopo sono un ulteriore premio, chissà perché scricchiolo sempre tutta dopo una gara… ma è bello addormentarsi con un sorriso.
Ma quando mi sono svegliata stamattina l’unica cosa a cui ho pensato, a parte i sette o otto caffe per svegliarmi, è stata: stasera scarico con Valchiria per vigneti e neanche un pezzetto di asfalto se non giusto quello per uscire dal garage ed attraversare fino al campo dall’altra parte della strada…..
La bicicletta da strada è bella… ma ti devi fermare di fronte ad un sentiero scosceso, mentre con Valchiria posso andare e scoprire ogni angolo di mondo e non mi fermerò mai, fino a quando non avrò raggiunto l’orizzonte.
Kathy Pitton