La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 9 aprile 2010

Divagazioni……….. su strada


8 aprile, giovedì:giorno di riposo o almeno cosi dovrebbe essere ma tant’è che eccomi in macchina alle 10.30 del mattino ad imboccare l’autostrada a Rovato, direzione Forli.
Una marea di km per andare in Romagna ma non in vacanza bensi per fare una gara su strada, il 9° Gran Premio Estense.
La mia prima esperienza di gare su strada era stata ad Occhiobello, Rovigo, il 13 febbraio scorso e mi era piaciuta e la voglia di riprovare la sensazione di velocità che mi da questa bicicletta è grande e cosi, Merlino in macchina e via.
Mi sembra cosi strano smontare queste ruote tanto sottili e leggere in confronto a quelle della mia Mtb, due modi diversi di fare bicicletta e, naturalmente, due biciclette diverse tra loro.
Arrivo a Villagrappa verso le 14 e mi piace questa distesa di alberi da frutto, sembra vagamente di essere nelle valli di Calino, al posto dei vigneti alberi a perdita d’occhio; bello attraversare queste collinette su stradine strette al cui fianco si trovano lunghi fossati per irrigare i campi, ci passa una macchina sola per volta ed incontro decine di ciclisti che passano la loro pausa pranzo in sella.
Mi ci vuole un po’ per trovare la sede del centro sociale dove si fanno le iscrizioni e mi accoglie una rubiconda e simpatica signora che in accento romagnolo mi dice: soccia…..le ben la c’fan tot….
Qualche volta mi servirebbe un interprete…
Comunque, numero 3 da attaccare alla maglia, rigorosamente a sinistra cosi lo leggono i giudici Uisp al passaggio sul traguardo e via a preparare me e la bicicletta.
Mi sembra passato solo un attimo e già ci chiamano in griglia, si parte per categorie e le donne con i G5/G6.. praticamente i nonni o giù di li… ma solo per l’anagrafe però perché partono come delle schioppettate e non li vedrò quasi più fino all’arrivo!
Com’è diverso dalle gare in mtb, velocità e asfalto, e mi ci vuole un momento per capire come fare, i cambi sono diversi e cerco i freni dove non sono, meglio far mente locale e cercare di non cadere e fare danni.
Un lungo rettilineo, una curva secca a destra e via su per la salita che sembra facile ma arrivo in cima con la lingua a penzoloni… e poi giu per una discesa dove vanno tutti sparati come delle pallottole e quando guardo il contachilometri mi viene un attacco di strizza… alla faccia!!!!
Tiriamo i freni va che è meglio.
Lascio che il gruppo “scappi” davanti a me, dieci giri del percorso non sono pochi e alla fine saranno 63 km da fare, mica pochi per me.
Anche se tutto è più veloce ho comunque il tempo per me ed i miei pensieri e mi guardo attorno, assimilo i colori e le sfumature di questo paesaggio che non conosco e riesco anche a schivare tre galline brune che attraversano la strada tra una cascina e l’altra; vedo alcuni anziani che lavorano nell’orto e dei ragazzini che giocano a bordo campo con un vecchio pallone e sorridono quando passo.
La partenza a scaglioni fa si che lungo il percorso ci sia sempre qualcuno e ad un certo punto mi passano tre e mi dicono “attaccati dai”.. facile a dirsi ma a farsi un po’ meno… dopo dieci minuti ho il cuore che esce dalle orecchie urlano “ ma azzzz Kathy, piantala che stò scoppiando”!!!
MA STI QUA AL POSTO DELLE GAMBE HANNO LA MOTO DI VALENTINO ROSSI O COSA????
Eppure continuo a pedalare e macinare chilometri e quando passo dal traguardo e finisce tutto è come quando ad un bambino togli il giocattolo preferito, quasi mi dispiace.
Torno alla macchina, due chiacchiere con i vicini di parcheggio, un cambio veloce e via alle premiazioni….. sono seconda!!! Ed un po’ mi gaso anche!
E sono seconda anche nel circuito di appartenenza della gara, il Memorial Menegatti.
Magari non sarà una gara titolata nazionale, ma è pur sempre un traguardo raggiunto e se penso che fino a 12 anni fa la bicicletta era solo un mezzo per andare in paese a prendere il giornale un poco sorrido….
E’ proprio vero che ad una certa età si torna ragazzini e se ripenso a quante volte ho demolito la Graziella di mia madre per fare cross nel campo di fronte alla Resinex ….( questo pezzo lo capiranno solamente gli iseani), oppure nei canneti a Sassabanek o alle buche al Ciochet…..
Ma lasciamo il passato dove deve stare, nei ricordi.
Carico tutto in macchina, chiedo un aiuto al navigatore ed inizio il viaggio verso nord alla volta di casa; la stanchezza è tanta e le soste per un caffè lungo la strada saranno molte e quando arrivo è notte fonda.
Il caldo dell’acqua della doccia e del mio letto poco dopo sono un ulteriore premio, chissà perché scricchiolo sempre tutta dopo una gara… ma è bello addormentarsi con un sorriso.
Ma quando mi sono svegliata stamattina l’unica cosa a cui ho pensato, a parte i sette o otto caffe per svegliarmi, è stata: stasera scarico con Valchiria per vigneti e neanche un pezzetto di asfalto se non giusto quello per uscire dal garage ed attraversare fino al campo dall’altra parte della strada…..
La bicicletta da strada è bella… ma ti devi fermare di fronte ad un sentiero scosceso, mentre con Valchiria posso andare e scoprire ogni angolo di mondo e non mi fermerò mai, fino a quando non avrò raggiunto l’orizzonte.
Kathy Pitton

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