La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 26 settembre 2010

Castagne, GimondiBike e moto da cross



10 edizione della gara di casa, quella che, praticamente, mi passa in giardino.
I soliti dubbi di ogni anno, la faccio o me ne stò a casa nel letto, ma come si fa a pensare agli amici che pedalano ed io no, tanto l’iscrizione è stata fatta a marzo per cui….
Ma la mia Gimondi è partita ancora giovedì scorso, alle 10.30 del mattino, in quella che doveva essere una prova percorso e che si è trasformata in una raccolta di castagne da far cuocere a casa.
Cosa diavolo centrano le castagne adesso lo spiego:
io cerco sempre di pedalare un po’, di capire se riesco o no a farla in modo decente tutti gli anni ma tanto poi non cambia di molto il tempo all’arrivo, sono sempre li attorno e la finisco per onor di firma, si perché se cominci una cosa è bello finirla, altrimenti che gusto c’è!
Dai che la provo sto variante nuova del canalone, vediamo di che morte vado a finire; su fino a Polaveno e deviazione dei pollai e mi accorgo che deve essere un bel po’ che non passo di qua, trovo la stradina un tempo completamente sterrata, sistemata con pietra e cemento, invoglia a lasciar andare la bike se non fosse per il fatto che ho incontrato almeno 10 jeep in senso contrario.
Su fino al Mafa ed eccola la deviazione, ben segnalata devo dire ma menomale che ho ascoltato gli amici che l’hanno provata nei giorni scorsi: saltooooooooooo su quel dosso che dovrebbe far scolare l’acqua prevista come abbondanti piogge domani sera.
Mamma che roba, sassi, argilla, solchi dei trattori…
Ne faccio buona parte a piedi, non voglio cadere e farmi male visto che sono da sola.
La parte del vecchio tracciato la faccio in sella, stranamente visto che gli scorsi anni ero sempre a piedi, forse sto imparando ad andare in bicicletta dopo tutti sti anni.
Arrivata in fondo, giro a sinistra e cerco di capire come sarà la prova speciale.. a ragion veduta non ci avevo capito niente, oggi ho fatto tutt’altro!
E poi via verso la Madonna del Corno, salita un po’ in sella un po’ a spinta e sono in cima; sosta panorama, mezza borraccia e giù dalla parte opposta cercando di non cadere.
Incontro un sacco di escursionisti a piedi, stranieri, che mi guardano come se fossi tutta matta, li saluto e via; arrivo al “Gimondino” e mi guardo attorno… è strapieno di castagne grosse come mandarini.
Freno, lascio la bike in mezzo al sentiero e mi riempio le tasche laterali della maglia, poi la tascona della giacca antivento ed alla fine ho uno strano rigonfiamento sulla schiena tipo canguro alla rovescia! Il bello è che continuavano a passare ciclisti in allenamento, passavano attorno alla mia Valchiria ed a me, mi salutavano e facevano una strana faccia nel vedere che stavo raccogliendo castagne.
Eh ragazzi, è un modo come un altro per fare la spesa in economia, sono gratis…. Però pesano ed andare in bike con due kg di castagne in saccoccia è un bel divertimento e non descrivo la faccia di mia figlia quando sono arrivata a casa!
Una lavata a Valchiria, olio alla catena e lei è pronta per la gara, io magari un po’ meno ma un impegno è un impegno e si mantiene, sempre!
Venerdì al lavoro ma le scure nuvole che si addensano in cielo non promettono niente di buono ed infatti, come da previsione, di notte si scarica dal cielo un diluvio di acqua, sarà conciato il percorso di gara accidenti!
Sabato pacco gara ed è bello vedere centinaia di facce nuove in paese ed indovini subito quali sono i biker, sarà per il loro atteggiamento, sarà perché hanno quel non so ché che li distingue dagli altri, odore di gara, di griglie di partenza, di adrenalina, di voglia di correre…. Ma io sono come appannata, come se si fosse spento un interruttore e la voglia di correre non si sia accesa.
Non ne conosco il vero motivo, sarà il pensiero di mia figlia che non sta bene, sarà la lunga serie di gare fatte in stagione fino ad ora oppure le parole di un anonimo che si è divertito a demoralizzarmi…non lo so!
ma so anche di avere una marea di amici che mi sostengono, mi stanno accanto e che mi danno una pacca sulla spalla quando sono giù di morale.
Preparo la maglia, la giacca ha già il numero attaccato, le scarpe mi aspettano giù accanto a Valchiria e la notte passa in fretta ed è già ora di andare, alle 8.30 si fa la foto sotto lo striscione della partenza.
Sono tanti quest’anno i partecipanti, 1760, ed è tutto un andare e venire di bici e persone, il paese sottosopra per le transenne e le centinaia di persone che girano in piazza e sul lungolago!
Visi conosciuti e la sorpresa di vedere amici di alcuni social network che si presentano e mi salutano; il mondo , in fondo, è un insieme di belle persone.
Si entra in griglia ed ecco Marika che mi manda un bacio, non corre oggi, dice che è poco allenata… Tesoro di ragazza, che dovrebbe dire questa old lady allora???
Però mi ha fatto piacere quando ha detto che il mio libro le è piaciuto! Grazie stela!
Pronti via, quasi non sento lo sparo iniziale, chissà la mia testa dove è finita oggi a far baldoria invece di seguirmi in bicicletta.
In un attimo si è in Piazza Garibaldi, poi su per Via Mirolte ed il provinciale, lo svincolo dove inizia la salita è la in fondo, un attimo e già inizio a mettere i rapportino bassi, si sale più agilmente. A metà strada ti vedo le figlie di Gabriele a fare il tifo con la loro mamma ed ecco una maglia dell’Iseo su di un muretto… Fabio Babaglioni che mi saluta saltellando! Uno dei nostri ragazzi della scuola di mtb estiva a vedere quella svalvolata della “maestra” Kate in gara…gli faccio le linguacce che verranno immortalate in una stupenda foto da Angelo Danesi!! Presa al volo proprio cavolo, bravo al fotografo!
E si, sempre in salita….la fatica è tanta ed il peso non aiuta ma non mollo ed eccolo o svincolo dei pollai con gli amici della squadra a fare il tifo urlando.
Come volevasi dimostrare il canalone è un macello…il fango rende tutto scivoloso, le pietre sembrano una pista da pattini da ghiaccio, non sto in equilibrio ne in bike ne a piedi, vedo di quei numeri che la metà bastano…
Ed ecco Dado a fare il tifoso lungo il percorso. Cavolo ragazzone, mi manche; le nostre scorribande in bike mi mancano da matti ed un po’ mi sento sola senza la tua compagnia, abbiamo fatto decine di gare assieme ridendo come dei matti.
Peccato, avrai i tuoi motivi per aver deciso di smettere.
Una voce mi chiama: Mauro Gatti, altro amico di Facebook, venuto apposta a vedere la gara ed a farmi le foto! E mi fa anche da tifoso….sei grande Mauro, non hai idea del piacere che mi ha fatto!
Ed anche Alessandro, venuto fino da Cesenatico….ragazzi siete mitici!
Mi raggiunge Beppe e continuiamo assieme fino alla prova speciale ma…. Ma in fondo al canalone ti trovo Marina, un amica maratoneta, con tutta la famiglia ed un gruppone di amici, con tanto di lenzuolo con scritto “Vai Katy”…è più matta di me! Ma le voglio un bene dell’anima…
La prova speciale non mi piace molto, la faccio piano e quando ne esco sono stanca e so che al traguardo mancano ancora 22 km.
Purtroppo al cimitero di Fantecolo Beppe taglia il copertone della bike e dovrà ritirarsi, mi dispiace veramente tanto.
Ormai sento la moto scopa dietro di me e per quanto faccia non riesco a riguadagnare terreno.
Al ristoro per un attimo ho pensato di ritirarmi, ma il ragazzo del furgone scopa mi ha guardato ed ha detto: non ci credo neppure se me lo metti per iscritto….infatti sono ripartita con crampi ovunque anche in posti che non immaginavo potessero essere interessati da queste dolorose contrazioni muscolari…..praticamente mi si era arrampicata una chiappa su per la schiena! Lasom perder…
La Madonna del Corno, un agonia e mezza!
E qua centra la moto da cross…non ho mai, dico MAI trovato in gara una persona cosi disponibile ad aspettare l’ultimo, di solito sbuffano o ti fanno capire che si stanno rompendo le scatole. Mi ha spronato a non molare, a non lasciarmi andare, mi ha spinta per una decina di metri quando i crampi mi facevano piangere, mi ha portata al traguardo con le sue parole e con la sua cortesia.
Non so neppure come si chiama ma lo ringrazio dal più profondo del cuore.
Al pasta party poi, mi ha chiamata e mi ha baciata sulle guance dicendo: visto che sei arrivata!
Senza di te non ce l’avrei fatta ragazzo, mille volte grazie.
Dovevo avere una gran brutta cera una volta arrivata però, perfino cesare mi ha portato dell’acqua da bere ed è stata come manna dal cielo, non mi ero resa conto di essere cosi assetata.
Ultima in classifica ma arrivata fino in fondo alla 10 edizione della Gimondi Bike.
Ultima si ma a testa alta, perché io c’ero, tanti altri no!
Alla prossima.
Kathy Pitton

lunedì 13 settembre 2010

Giusto per rompere un po’ i maroni…..

…. Dico a te, mister con la maglia verde della Montorfano bike.
Se hai qualche cosa da dirmi, sono qua, non vai a rompere i maroni ai miei compagni di squadra la domenica mattina quando sono in giro in bike.
Ti do forse fastidio?
Ti infastidisce il fatto che se arrivo ultima ci faccio una risata sopra e ci scrivo un racconto?
Tu chi sei, spiegami….
Arrivi primo alle gare a cui partecipi?
O sei uno dei tanti “esimi”……. Senza nulla togliere agli “esimi” stessi visto che son loro a fare le gare…
Si perché se ti irrita cosi tanto il fatto che alla qua presente “ultima” diano un premio, beh tesoro il problema è solo tuo; e se credi, come hai detto, che le gare le scelgo dove ci sono poche donne non sono non hai capito proprio niente, ma non hai la piu pallida idea di chi hai di fronte.
Se pensi che il premio sia cosi importante per questa old Lady sei talmente fuori strada da non rientrare in rotta neppure con un satellite spaziale della miglior generazione elettronica; sono andata a casa talmente tante volte senza ritirare ciò che mi veniva attribuito, perché ultima, o penultima oppure motivi vari che a Te non devono interessare, che avrei potuto mettere i piedi un supermercato.
Io non pedalo per i premi o per i meriti o la gloria come probabilmente fai tu… o magari solo ci speri!
Io pedalo perché mi piace e non devo rendere conto ne a te ne a nessuno di come pedalo, di quando e quanto pedalo, se pedalo o se vado a piedi!
Il poi definire la nostra squadra un gruppo di “brocchi con la pancia” e che “ quelli forti sono quelli dell’Iseo verdi..”… beh stela hai ragione per una cosa: quelli forti sono i verdi, nati come squadra corse e come tale si allenano e partecipano e quando qualcuno di loro si ben piazza o vince, sono io la prima a complimentarmi….Quante volte ho dato due pacche sulla schiena di Stefano Lazzari o di Nino Nulli o, ancora, Marco Bosio…ma perché principalmente sono Amici, con la A maiuscola.
E se sono bravi e vincono la cosa non può che farmi piacere.
Il definire noi un gruppo di polentoni… beh tesoro tutto dipende da come decidi di vivere; noi ci divertiamo e magari finiamo una gara o un uscita a pane e salame, facendo due risate e prendendoci in giro ma siamo AMICI, di quelli veri, quelli che in gara se uno cade si fermano a dare una mano e non ci passano sopra come fanno i presunti ganzi che si credono campioni del mondo, sei capace di rinunciare ad arrivare al traguardo se un amico ha bisogno del tuo aiuto, magari buttando alle ortiche un circuito ma quell’amico, in quel momento aveva bisogno di te… tu lo faresti?
O se quelli che nel canalone, pur di passare, non ci pensano due volte a buttarti a terra e pazienza se ti spacchi una spalla, tu dei conquistare quei due secondi che ti porteranno ad arrivare 800esimo……
Me so chela, come mi hai definito tu, che scrif so internet… e alura?
Ti obbliga qualcuno a leggere ciò che scrivo?
Sei padronissimo di lasciare un commento, anche negativo se la cosa ti fa piacere, non cancello mai nulla, anzi ho reso i miei profili pubblici intenzionalmente in modo da poter condividere le idee, uguali o diverse che siano, con chiunque.
Conosco un sacco di gente che pedala, chi bene e veloce come fai tu, o quelli come me, che accettano di arrivare ultimi senza troppi patemi o malumori; se fosse cosi fastidioso ce ne staremmo a casa, ma il bello stà proprio nel’arrivare, a dispetto di tutto e tutti, in particolar modo quelli come te che criticano.
Conosco anche gente che, pur di non arrivare ultimo si ritira…che gusto c’è?
Finiscile le cose se le cominci ed abbi abbastanza palle da accettarne il risultato, buono o cattivo che sia.
Non ti paga nessuno per quello che fai o pensi di voler/poter fare.
Ed allora, caro il mio ragazzo, lascia in pace le persone come me; non ti rubo nulla in fondo, forse solo un poco di aria da respirare.
Vedi, pensavo che questa fosse la mia ultima stagione con la tessera da agonista ma quando mi arrivano alle orecchie queste sparate beh allora penso che la rinnovo, giusto per rompere i maroni a quelli come Te.
Ciao
Kathy Pitton

Ps: se vuoi mandarmi a quel paese fai pure, ti lascio anche il mio numero di cellulare 339 7655182

lunedì 6 settembre 2010

Premio Franca Visintin 2010

La mia medaglia tricolore

24h Val Rendena 2010





Ho pianto.
Una stretta al cuore ed un nodo alla gola, una tristezza infinita dentro per Lei che non c’è più ma la consapevolezza grandissima che io posso onorarne il nome ed il ricordo, pedalando con la stessa sua passione.
Ho avuto l’onore di conoscerla, anche se solo per poco ma ci sono persone che non si dimenticano mai, Franca è una di loro.


Ho volutamente iniziato questa storia alla rovescia, con l’ultima frase che ho scritto, quella che avrebbe dovuto chiudere queste pagine ma credo che in queste parole ci sia la sintesi stessa della mia 24h di Val Rendeva, un appuntamento immancabile ormai nel mio calendario mtb annuale, per la gara, per la gente e l’atmosfera, una festa che ti entra dentro e ti resta appiccicata addosso come miele.
Fino a poche ore prima della partenza ero insicura, stavo combattendo contro una bronchite che mi ha lasciato degli strascichi, una tosse spacca ossa e la febbricola che non voleva saperne di lasciarmi in pace; vado, non vado…..
Eppoi vado, non importa, il corpo guarirà prima o poi, non mi va di aspettare un altro anno fino alla prossima…..
Bike sul camper, tutto pronto o quasi ed alle sei di venerdì sera si parte per Strembo; arrivo, parcheggio in una delle tante porzioni di terreno dedicate alle squadre e di corsa alla festa pre gara, spiedo e polenta, musica e tanto di ballerine brasiliane… è si, perché in fondo la 24ore Cup altro non è che un immensa festa itinerante composta da camper, bike, ciclisti seri ed altri per caso, bambini che corrono e cani che abbaiano, musica e tanta, ma tanta allegria!
Il sabato mattina ci sono le solite pratiche burocratiche, chip da ritirare, pacco gara e numero di pettorale, sono Lady 7, solitaria per vocazione, ciclista per diletto e passione….
Chissà com’è ma l’ora della partenza arriva sempre velocemente, è ora di mettersi in piazza ed aspettare il via a suon di AC/DC e rivedere le facce amiche di sempre, i ragazzi del tandem ed il solitario Pino che vedo ogni volta nelle gare come questa; un abbraccio, una stretta di mano ed un in bocca al lupo, ci si vede lungo il percorso, sono cosi tante 24 ore da passare in sella.
E devi saper staccare la spina, la testa deve prevalere su tutto il resto, il corpo deve solo seguire le “direttive” del boss lassù, quella parte di te stesso chiusa in un casco….se spingi troppo non arrivi in fondo, se non bevi e non mangi finisci benzina e non arrivi più….
Chi non ha mai provato a mettersi in gioco come solitario non riesce a capire cosa sia davvero lo sforzo estremo, il portarti al limite massimo delle tue forze e resistere, continuare fino alla fine.
Il percorso è su per giù come lo scorso anno, prato, ciottoli, qualche pezzo d’asfalto e sterrato, le radici che, dopo passaggio su passaggio vedi ancor prima di arrivare, pietre che si sono smosse durante la gara che vedi spostate dai passaggi e cerchi di evitarle…e cosi avanti, per ore…..
Prima caldo, poi poco a poco il vento che rinfresca, cambi le maglie e ti copri, ti fermi per mangiare e bere, riparti… un susseguirsi di chilometri sotto le ruote e nelle gambe…..
Guardo gli occhi delle persone accanto al percorso di gara, ti osservano, commentano, a volte sorridono ma poco alla volta vedi le loro espressioni cambiare e dal considerarci dei pazzoidi su pedali si passa al pensare che siamo tosti, dei duri, un po’ miti ed un po’ eroi di un mondo parallelo fatto di fatica, sudore e tanta determinazione.
Conosco campioni che macinano 500 km p o più a gara col sorriso sulle labbra, arrivare e scendere dalla bike come se avessero fatto una passeggiata; conosco donne di puro acciaio come Lorenza ed Anna, Ily o Raffaella che, dopo 400 e più chilometri arrivano alle premiazioni con le unghie smaltate, un filo di rossetto e la mini gonna di jeans, più femminili di qualsiasi fotomodella su carta patinata, piccole donne dal corpo esile ma con una forza inarrestabile dentro.
Accanto a loro sono solo una piccola barca di carta che galleggia nel mare delle loro azioni ma sono orgogliosa di essere loro amica.
La notte tra sabato e domenica io ho dormito, al caldo, mentre loro pedalavano e solo alle 5 del mattino sono ripartita, due giri una sosta, altri tre ed un altra sosta, cosi avanti fino alle 12 ed all’arrivo accanto a Pino stanchissimo e svuotato dallo sfinimento.
Mi dispiace non averlo salutato alla fine, ci si vedrà alla prossima endurance.
Una doccia calda per lavare via fatica, sudore e stanchezza, che non se ne va mai in realtà, il pasta party in compagnia e le premiazioni.
Nonostante la mia appannata prestazione sono decima categoria Lady, mi chiamano sul palco e mi mettono una medaglia al collo, mi riempiono le mani di premi e le foto di rito…..
Ed è qua che Sandro Ducoli, patron della 24h e grande amico, parla appunto di questo Premio Franca Visintin 2010 , voluto dalla famiglia per ricordare la figlia endurancer scomparsa da poco e darlo in premio ad una persona “speciale”………
Tenacia?
Far play?
Non lo so ma quando ha fatto il mio nome mi è esploso il cuore dentro.
Ho pianto sul palco alla consegna, ho bagnato di lacrime le guance di Sandro quando mi ha abbracciata, non riuscivo a parlare quando, scesa dal palco, le persone presenti, ed erano centinaia, si sono complimentate con me.
Ho tenuto la mia targa abbracciata come se fosse (ed è) una delle cose più importanti del mondo, anche quando Lorenza mi ha detto: “mi piace come pedali, sorridi sempre…..”
Posso solo dire Grazie! A tutti.
Come ciclista valgo sempre poco ma la mountain bike è una passione vera e grande ed è la cosa più bella e gratificante del mondo per me.
Kathy Pitton