La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natalel!!!!!



Buon Natale ragazze......ma il Babbo me lo tengo io!!!!!!

Babbo Natale in bike



Vigilia di natale alternativa in Piazza ad Iseo oggi dove, verso le 15, si sono radunati una decina di Babbi Natale in mountain bike con tanto di barba e berretto, incuranti della giornata grigia e della leggera pioggia che li ha accompagnati.
Sotto il portico di Palazzo Vantini è stato allestito un ristoro a base di the caldo, panettone e pandoro e sotto l’albero di Natale si sono ritrovati bambini sorridenti e genitori per scambiarsi gli auguri e scattare fotografie.
Rigorosamente preceduti da una macchina della Polizia Municipale il piccolo corteo si è mosso all’interno del centro storico e del lungolago con lo scopo di augurare le buone feste da parte del G.C.Iseo e di promuovere l’attività giovanile intrapresa la scorsa estate e sicuramente riproposta nella prossima primavera.
Alla fine della pedalata foto di gruppo con il Sindaco e l’Assessore allo Sport del Comune di Iseo.
Buone feste a tutti!!!

domenica 12 dicembre 2010

Tra fango e Gospel si chiude la stagione 2010

Dopo la caduta da oca giuliva al supermercato di circa un mese fa ed il conseguente abbandono della mtb, eccomi qua a correre alle 6 del mattino in macchina verso la bassa mantovana alla volta di Sermide per una gara organizzata dal locale gruppo sportivo.
Mi accompagna la musica del mio cd preferito dei Guns and Roses ed un cielo che sembra uscito da un dipinto: rosso fuoco pennellato di nero, uno spettacolo.
L’ultima volta che ho visto un cielo cosi è stato due anni fa, l’ultima gara con Dado, mentre viaggiavamo verso l’Emilia per gareggiare in pianura; ora sono rimasta la sola dei Diavoli Rossi ancora in attività: Dado si è preso una pausa di riflessione, Zambo ha le sue menate, Beppe il lavoro ad orari strani, Gabry non corre più se non la Gimondi Bike, gli altri hanno poco tempo per allenarsi…. Mi sento un poco sola qualche volta ma non voglio rinunciare all’unica passione che mi è rimasta ancora e che mi fa stare bene.
Valchiria l’ho messa in macchina ieri sera, la sacca anche assieme ad un cambio caldo visto il freschetto che ci regala la stagione invernale, sono anche andata a letto presto anche se sapevo benissimo che non sarebbe servito a nulla visto che ultimamente dormo si e no tre ore per notte, caffè alle sei del mattino e via, vado piano ed arrivo con calma.
Il tempo sembra passare al rallentatore, faccio strade mai battute, una tangenziale che sembra aperta da ieri solamente, incontro si e no 10 macchine in 40 km e ad un certo punto ho avuto il dubbio di aver combinato qualche cosa con il navigatore…già che non ci vado tanto d’accordo ultimamente, mi sembra sempre di fare la strada più lunga o la più trafficata…
Comunque tra strade di campagna e paesini dal nome quasi sconosciuto arrivo nella patria del melone, Sermide appunto.
Ci metto un attimo a trovare la lunga strada in pavè che porta all’argine e da li fino alla nautica che ospita la gara, parcheggio ed è presto visto che le macchine sono proprio pochine in giro.
Partiremo alle 10.30, sono le 8 e 10 del mattino!
Ho il tempo per due caffè, iscrizione e numero 34.
Mi siedo in macchina a sfogliare una delle mie riviste di mtb, ascolto un cd ed aspetto che siano almeno le 9 e mezza prima di montare la bike e prepararmi.
Arrivano persone e macchine, gente che conosco e sconosciuti, un ragazzo mi chiama e mi chiede se so dove trovare ondine le gare invernali verso Ferrara….gli passo il sito, parliamo un po’ ed è ora di andare.
Stanno finendo i ragazzi del ciclocross, toccherà a noi subito dopo; non siamo in molti e son tutti li a provare il percorso, li vedo arrivare infangati e stanchi, decido come sempre che lo provo durante il primo giro e non stò a dannarmi più di tanto…..pronti via!
Strada bianca dove le pozzanghere sono gelate e passandoci spezzi il ghiaccio che fa uno strano “lamento” come se lo disturbassi; poco dopo un argine da risalire su erba, lo si segue e poi giù per un altro argine erboso, si scivola spesso e l’attenzione è obbligatoria.
La golena del Po’ è stracolma d’acqua, devi fare attenzione nei passaggi stretti; giro dopo giro e saranno cinque da fare, impari che è meglio passare sulle foglie che fanno da tampone al fango piuttosto che nella scia di quelli passati poco prima dove il terreno ha mollato la consistenza gelata diventando un pantano fangoso e dove si scivola moltissimo.
Le salite in pianura sono solo il salire sugli argini del fiume ma sono strappi secchi, corti ma spezzano le gambe, se poi sono in erba bagnata ed il fango la fa da padrone l’attenzione deve essere al massimo.
Ho dato tutto quello che avevo!
La voglia di pedalare dopo un mese di stop forzato era davvero tantissima.
Ho nuotato vasche su vasche, ho sollevato pesi, fatto spinning ed addominali fino a non stare più in piedi, ho iniziato la Fit boxe scoprendo che mi piace nonostante le nocche sbucciate e doloranti, ho iniziato questo massacrante e pazzesco programma chiamato Cross Fit ( una specie di addestramento da Marines con bilancieri e manubri e tra poco corsa e non so ancora cos’altro) però la caviglia si è rinforzata e non fa più male, le ginocchia non scricchiolano più e mi sento divinamente bene!
Ma niente e nessuno mi regala la pace interiore come la mia Valchiria.
La mia amante-consolatrice, la mia compagna di sempre, che non mi tradisce mai e mi riporta sempre a casa.
A volte la guardo quando sono giù in garage, parlo sottovoce immaginando la sua risposta, le tolgo il fango che resta incrostato sotto la sella o sulla forcella e le faccio una carezza come se potesse rispondermi…ma lo fa, a modo suo, ogni volta esco sui sentieri di casa, sembra sempre che sappia da sola cosa voglio fare e dove voglio andare e non mi lascia mai a piedi.
Mai.
Quando arrivo al traguardo non mi fermo e tiro dritto verso la macchina, ho voglia di togliermi di dosso le cose fredde ed infilarmi una felpa calda, bere un the bollente e sedermi un attimo: sono stanca.
Consegno il numero e l’organizzatore mi fa i complimenti per il risultato e cosi fanno alcuni dei ragazzi presenti; mi consegneranno una confezione gigantesca di vino, salumi e formaggi, riso… ho riempito il frigorifero di casa per tanto tempo!!!
E’ ora di tornare e ci litigo di nuovo con questo stramaledetto marchingegno: non chiedetemi come ho fatto ma mi sono trovata sulla Transpolesana verso Verona, ci ho messo due ore a tornate a casa contro l’ora e dieci del mattino per arrivare qua!
Arrivata a casa lavo la mia compagna di pedalate, la ripongo al suo posto, metto tutta la roba da bike a lavare e finalmente mi infilo sotto una doccia bollente, mi rendo presentabile e mi precipito in paese ad un concerto Gospel organizzato dalla Societa’ Operaia.
E’ forse l’unica occasione che mi porta in una chiesa.
Il primo impatto con la canzone Gospel l’avevo avuta negli States quando, da ragazza, andavo in queste chiese dai nomi più assurdi tipo “La chiesa dell’avvento spirituale” oppure “ la casa dei figli perduti” e sapete perché ci andavamo noi studenti? Perché di domenica, dopo aver cantato e ballato in compagnia del predicatore e dei fedeli si mangiava gratis! E quando si è studenti con pochi soldi in tasca era una specie di manna dal cielo!
E non era poi cosi sgradevole sentire tutta sta gente che cantava a squarciagola e ballava come se tutte le tarantole del mondo si fossero trasferite li e dovessero scrollarsele di dosso, sembrava una specie di rave party alla buona…..
Ma qua mi è sembrato che fossero tutti imbalsamati!
Tanta gente se ne è andata dopo circa 20 minuti di musica e canti, quasi tutti anziani d’accordo, magari dava loro fastidio la musica un poco alta di volume ma ho sentito anche arcigne signore impellicciate brontolare che “…in chiesa ste cose qua non vanno mica bene”!!!
Si certo, perché sono meglio i dettami della chiesa italica, dove tutto deve essere dolore e sofferenza, dove se non sei un peccatore lo diventerai e se lo diventerai brucerai nelle fiamme dell’inferno!
Ma cavoli, non è mica possibile che per essere “di chiesa” debba essere per forza oscuro, tenebroso e doloroso…magari cantando e con un po’ di musica la gente andrebbe più volentieri a sentir prediche.
Fatto stà che sti sei ragazzi hanno cantato divinamente bene, hanno cercato di coinvolgere i presenti con i canti e il battere ritmato delle mani ma si sono trovato di fronte un pubblico poco incline al festeggiare il natale in modo un poco più gioioso del solito, a parte alcuni scalmanati in fondo alla chiesa che hanno cantato a Oh happy days a manetta, battendo mani e piedi, tra cui la qua presente Old Lady Kate.
E poi cioccolata calda con la panna al bar.
E che cavolo.
Si vive una volta sola ed io ho intenzione di vivermela bene, magari rinunciando ad alcune cose che però non dimenticherò mai e poi mai, ma facendo di tutti per sognare ancora un po’.
Adesso chiudiamo la stagione 2010 con una pedalata la vigilia di Natale in paese con i nostri ragazzi della scuola di mtb, rigorosamente vestiti da Babbo Natale e guai a chi mancherà!!
Vi morsico tutti.
Kathy Pitton

domenica 21 novembre 2010

Cominciamo a ricostruire

Si ricomincia da capo.
Si perchè se non combino qualche casino non sono contenta e cosi,invece di cadere in bike, vado a fare un ruzzolone stile Ridolini nella corsia centrale del supermercato vicino a casa, caviglia sinistra gonfia come un pallone, legamenti andati, botta alla spalla ed al ginocchio, un bollettino di guerra che cribbio mi fa incavolare non poco.
Il medico di famiglia mi manda a fare lastre e tutto l'ambaradan, l'ortopedico vede che non c'è nulla di rotto ma niente pedalate per un pò.... noooooooooooooooooooo!!!!
Toglietemi tutto ma non la bike, lei no, è la mia vita, la mia compagna, la mia salvezza da tutto e tutti.
E' lei che mi ha dato una mano nei giorni bui, mi ha fatto risalire la china di abissi profondi, non ditemi che non posso pedalare perchè urlooooooooooo tre giorni di seguito e poi comincio a ringhiare.
Mi mandano in piscina, fisioterapia ed acqua terapia, nuoto "tranquillo, ( praticamente a rana cosi non sbatto le caviglie)cosi mi rimetto più velocemente; ed allora oggi ho cominciato, un ora di nuoto lento ma ininterrotto, la caviglia fa male ma si è sgonfiata ed allora avanti cosi vecchia Kathy, 10 giorni in vasca ogni giorno fino ad arrivare a due ore ininterrotte.
Cosi riesco ad allenarmi lo stesso, il fiato rimane ed i muscoli anche e magari calo anche qualche etto... ma ricomincio a pedalare tra un pò, come è vero che respiro.

domenica 14 novembre 2010

Brescianina in collina.

Mi sento un po’ spaesata, non ho attorno le facce famigliari dei biker ne i colori delle maglie che conosco ma altre facce, ed altre maglie.
Alle 7 e mezza stamattina ero già in città ed al banco delle iscrizioni, garetta di corsa, competitiva e non, che si snoda in questa zona della città che non conosco ed il cosa faccio qua non mi è del tutto chiaro.
Mi sono iscritta all’Atletica Franciacorta lo scorso febbraio ed a parte un duathlon con Marina non ho più usato la tessera della Fidal ma mi piacerebbe provare ed allora mi son messa a cercare su internet e scopro che ci sono gare di corsa a piedi ovunque anche durante l’inverno e molte quelle poco distanti da casa mia per cui…
Ma ecco una faccia conosciuta, Anna, ciclista/tennista/maratoneta, ed è bello scambiare due chiacchiere; è sorpresa di vedermi senza bicicletta e con le scarpe da corsa ai piedi e mi augura un in bocca al lupo per la prima esperienza su strada, speriam bene.
Poco dopo vedo Ermanno Scaroni, ex ciclista ed ora corridore a tempo pieno; mi spiega che l’aver poco tempo per gli allenamenti in bike lo ha portato a prediligere la corsa a piedi alla bicicletta, due ore di allenamento sono sufficienti mentre in bicicletta ne servono almeno il doppio per ottenere risultati ed anche lui è sorpreso di vedermi senza cavallo…
Ho deciso di iscrivermi alla non competitiva, non ho idea di come corro, se corro correttamente o meno e le scarpe non credo siano le migliori per cui stavolta va cosi, poi vedremo più avanti come sarà.
Aspetto le 9 per la partenza e vedo una maglia famigliare, Mauro Zamboni in bici da strada che parla con un altro concorrente, non credo mi abbia vista tra la folla e lo chiamo per salutarlo.
Lui ha rispettato la passione di sempre ed è uscito in bicicletta nonostante il tempo non prometta nulla di buono, mi dice di voler andare fino in Valle Sabbia… non so se invidiarlo o meno….mi sento un poco fuori posto ma forse è solo per il fatto che non conosco nessuno….
Vedo altre maglie come la mia, compagni di questa squadra di atletica di cui faccio parte ma che non frequento, anche loro mi fanno un cenno con la mano e si chiederanno: “ ma chi è..”
Ed ecco lo sparo della partenza, si corre attorno alla rotonda e poi lungo la strada; seguo gli altri, non avendo la più pallida idea di dove si va….
La corsa a piedi è fatica pura e se non sei allenato, pur facendo migliaia di km in bike, sembra che si strappino i muscoli delle gambe e sono decisamente troppo pesante per correre…
Nonostante tutto riesco a tenere il ritmo, inizia una pioggerella sottile a farmi compagnia nelle retrovie, e pian piano seguo le indicazioni di gara.
Sono 8 km o poco più e sembrano veramente tanti alle mie gambe ed alla mia schiena ma riconosco la rotonda della partenza ad un certo punto e mi rendo conto di essere quasi in fondo.
L’arco posizionato alla partenza non c’è all’arrivo, la gara competitiva passa in un corridoio mentre noi, gli “ecologici”, passiamo a destra e poi dentro il cortile dove c’è il ristoro e la consegna del premio di partecipazione: una bottiglia di vino rosso!
Alle 11 sono già a casa seduta sul divano, doccia fatta e la schiena a pezzi.
Non so se correre a piedi mi piace, è una sensazione diversa rispetto a quella che sento e provo in bike, una fatica diversa e più intensa, le sollecitazioni alle gambe sono forti e le ginocchia scricchiolano mica male ma è un modo diverso di mettersi in gioco, di provare a conquistare qualche cosa, un nuovo traguardo, qualche orizzonte nuovo da guardare e qualche paesaggio diverso da ammirare.
Valchiria è la mia compagna per eccellenza e non sarà mai diverso ma forse, durante l’inverno, posso provare a lasciarla riposare un po’ ed anche io, forse, trovare nuovi stimoli per affrontare nuove avventure.
Mi sono spesso chiesta perché non ho mai amato gli sport di squadra, il volley piuttosto che il basket oppure il calcio femminile…
La risposta credo stia nel fatto che da sola, in ogni singola occasione, ultima, penultima o prima che sia, la conquista spetti solo a me, sia totalmente opera mia e la sfida in se resta una sfida contro di me, contro la mia stessa natura e persona e la conquista o la disfatta siano solo merito o colpa della mia testardaggine.
Posso prendermela solo con una persona e non con altri; oppure, molto più semplicemente, la solitudine che ci si porta dentro e ci fa compagnia fa si che si resti soli anche durante le sfide, le lunghe salite, le corse nel buio verso l’alba o al tramonto, verso casa, e se ci affianca qualcuno, conosce le stesse sensazioni e condivide le tue emozioni, correndo con te, senza chiedere nulla, perché non serve parlare il più delle volte, basta guardare e capire.
Kathy Pitton

venerdì 12 novembre 2010

Bilancio 2010...e non è ancora finito!

Partecipazioni 2010
Mountain Bike
Corsa con le ciaspole
Bici da strada
Corsa a piedi



3/1/2010 36° Caspolada Val di Non – 7600 partecipanti – 129° classificata
6/1/2010 10° GP delle Venezie – 1° Classificata
24/1/2010 12° circuito Angela Merici – 5° Classificata
30/1/2010 10°Ciaspolada (Coppa Italia) – 4800 partecipanti - 49° assoluta
31/1/2010 1° Cross delle Torbiere – 4° classificata
7/2/2010 10° Memorial Massetti – 5 classificata
13/2/2010 10° GP Città di Occhiobello Strada – 1° classificata
21/2/2010 3° Granfondo di S. Valentino – 13° classificata
28/2/2010 11° Aironbike- 16° classificata
7/3/2010 2° Xbionic – 20° classificata
12/3/2010 2° Crono a squadre Brescia Cup – 27° esimi
14/3/2010 19° Fosbike - 13° classificata
2173/2010 Granfondo dei 3 comuni – 15° classificata
8/4/2010 9°GP Estense Strada - 2° classificata
1174/2010 2°Green Race – 8° classificata
25/4/2010 11° Agnosine Bike - 12° classificata
9/5/2010 12° Conca d’Oro – ritiro
4/6/2010 Night on Bike Cavriana - 10° classificata
5/6/2010 24h lago d’Idro – 10° classificata
11/6/2010 1° Carpenbike Night- 9° Classificata
19/6/2010 4° Sunset Bike – 7° classificata
25/6/2010 Medioeval Night Race – 8° classificata
26/6/2010 6h del Golfo – 3° classificata
27/6/2010 6° Franciacorta Bike – 2° classificata
29/6/2010 2° Staffetta del Po Duathlon – 5° classificata
10/7/2010 2°Xc Maddalena – ritiro
16/7/2010 6° Xc Rampinight – 4° classificata
25/7/2010 1° Remedello Bike – 7° classificata
1/8/2010 Alone >Bike – 4 classificata
8/8/2010 GP degli Ulivi – 11 classificata
22/8/2010 1° Trofeo dell’Altopiano – 8° classificata
5/9/2010 24H Val Rendeva_Campionato Italiano Soloriders . 10° classificata

26/9/2010 10° Gimondibike – 12° classificata
3/10/2010 2° 6h di Urcis – 13° classificata
6/10/2010 Roc ubaru Challenge – 8 classificata
7/10/2010 Roc Odissey – 4 classificata
9/10/2010 Rando Roc Rouge Deguisee – 32° classificata
10/10/2010 Roc d’Azur classic – 4° classificata
30/10/2010 3h Gran Gala Endurance- 3 classificata
14/11/2010 Brescianina in collina – corsa a piedi

Consegna del premio alla carriera Franca Visintin con la motivazione : tenacia e fairplay

2° Classificata alla Brixia Virtual Cup per somma di punteggio gara

All finisher al River Marathon Cup
All Finisher alla Night on Bike
8° all'Oglio Chiese Challenge

Uscita del primo libro: Vento tra i capelli (Feltrineli ondine)
Uscita del secondo libro: In sella a cavallo della notte ( feltrinelli ondine)

Mica male la vecchietta!!!1

giovedì 11 novembre 2010




Non lasciare che il passato dica chi sei ma lascia che sia parte di ciò che diventerai ...

domenica 7 novembre 2010

Brixia Virtual Cup




Ieri sera, alla festa organizzata dalla Brescia Cup al velodromo di Montichiari per la chiusura della stagione mtb bresciana, mi hanno premiata come seconda classificata alla Brixia Virtual Cup con 18 partecipazioni in territorio bresciano.
Grazie ragazzi!!!!!!!!!!!!!

sabato 30 ottobre 2010

Le gattone della bassa




Miao…anzi no, ciao!
Ero entrata nella parte, qua a pancia all’aria a far le fusa….
E invece no, la coda non c’è, le orecchie non hanno nulla di felino, le zampe non sono quattro ma due e poi i gatti non vanno in bicicletta….. ma il nome dato alla nostra squadra da Ausilia è troppo forte, mi sono fatta delle lunghe risate nel leggerlo!
Indietro un passo che inizio la storia nel modo giusto.
Dunque, Gran Gala dell’Endurance Tour 2010, mail arrivata circa 20 giorni fa ed iscritta subito come solitaria, cosi se vado piano non dice niente nessuno e se sono stanca mi fermo e pazienza se il risultato non sarà un gran ché!
Ma giovedì pomeriggio mi arriva una telefonata, numero sconosciuto, sono in servizio e quasi non rispondo, ma tant’è che mi ritrovo a chiacchierare con Ausilia, una gran bella sorpresa per me e la proposta che mi farà poco dopo è ancora più bella: correre con lei e Clara alla 3h in squadra anziché come solitaria!
Oh mamma che rispondo? Sono un paracarro io, vado piano e loro sono schegge… le rallento di sicuro; chiedo ad Ausilia se è sicura di volere una ruota di scorta come me ma sembra proprio sicura ed allora accetto.. come faccio a non accettare di correre con la campionessa italiana e/o europea singlespeed? Non è che sta cosa mi capita tutti i giorni no????
Ed eccomi a venerdì sera, al ritorno dal lavoro e di corsa a preparare tutto, scarpe casco tuta etc., Valchiria li tutta splendente che aspetta di scatenarsi un po’ per sentieri ed io che ho il mal di pancia per la paura di fare brutta figura!
Finisco per non cenare al pensiero, a letto a dormire e vediamo domani come va.
Alle otto del mattino sono pronta a partire per Paitone, tra Nuvolera e Nuvolento o giù di li, tangenziale quasi vuota e camper che sembra conoscere la strada da solo, arrivo verso le 9 e parcheggio nel grandissimo campo di calcio messo a disposizione per gli atleti da parte del Comune.
Due passi ed eccolo li il Ducoli della situazione, già a bacchettare questo o quello con quel fare che lo distingue da tutti e lo rende unico, un abbraccio e via a bermi un caffè, tanto è presto per la verifica tessere ma prima un occhiata al numero di pettorale ed eccolo li il nome: Le gattone della bassa!!! Penso di non aver mai riso cosi tanto.
Ho tutto il tempo per preparare la bike e me stessa, leggo un poco dopo aver saputo che Ausilia e Clara sono in ritardo per un problema sull’autostrada, arriva Laura e scambiamo quattro chiacchiere e tra il dire ed il fare il tempo passa, faccio la verifica tessere e ritiro i chip per tutte e tre, attacco il numero sulla bicicletta, faccio un giretto tanto per vedere se tutto va bene e mi siedo ad aspettare le ragazze che arrivano poco dopo, due saluti e gli accordi per la corsa… la strategia di gara!!!!! si decide per un ora a testa e parte la più lenta (cioè io) cosi poi loro posso recuperare le posizioni perse.
Sembra passato un attimo che già mi devo schierare in griglia e l’abitudine ad essere in gara in solitaria mi fa fare le solite scelte: partire dietro e lentamente.
Ma poco dopo la partenza mi rendo conto che correrò solo un ora, per cui Kathy datti una mossa e pedala che un ora passa in fretta.
Ma ecco che mi supera un diavolo, anzi no una diavolessa…..Elisabetta Dasoli che si è messa uno stupendo costume e pedalerà con quello per tutta la gara! fantastica ragazza!!!!!!
Campo, stradina sterrata, strada asfaltata e su….su su che mi scappa subito da ridere e vado a piedi.
Non sono molti, forse 500 metri ma non riesco proprio a farli in sella, troppo ripida per cui a spinta e poi giu per il sentiero tutto sbaragnau che se cado sono guai e poi la strada con scritto Discesa Pericolosa che faccio in sella perché a me non sembra pericolosa!
Lo zig zag nel campo che sembra non finire mai, il sentiero e lo strappo del muro che faccio a piedi, due curve ed ecco il traguardo da passare e ripartire senza guardarsi in giro.
Riesco a fare tre giri di un percorso molto bello ma impegnativo e, sinceramente non credevo fosse cosi tecnico, almeno per quella parte centrale.
Parte Clara e farà 5 giri a tutta e poi Ausilia che volerà letteralmente sulla sua single speed rosa dalle ruote enormi.
Non mi sembra neppure di aver corso, dopo un ora sono gia lavata e cambiata, fatto merenda e bevuto il the….
Ma il tempo passa, le chiacchiere si susseguono ed ecco che la gara finisce, la musica a tutto volume che ci ha accompagnati fin qua si abbassa ed iniziano le ipotesi: siamo quarte? Siamo terze?
Non importa ci dicono, siete a premio….
Sotto l’enorme tenda che accoglie tutti quanti al caldo mi siedo con Patrizia e la sua famiglia ed aspettiamo le premiazioni tra chiacchiere e risate; arriva Ausilia con un quaderno e ci chiede di scrivere due parole per Franca Visintin.. e le parole mi escono di getto ed è una pagina intera: abbiamo corso per te Franca e se ci stavi guardando avrai sorriso vedendo me senza fiato, Clara alla sua prima gara in mtb ed Ausilia con il sorriso sulle labbra come sempre.
E poi tocca ai premi e chiamano tutte le solitarie, i solitari maschi ed infine le squadre.
Siamo terze e ci consegnano una bellissima targa ed una sacca enorme piena di tutto e di più.
Gliso a far foto, gli amici a far battute ed io che devo scappare perché avevo promesso a mia figlia di portarla a comprare un regalo di compleanno e non ci vuole andare con il papà…. Dice che son cose da donne…la mia ragazzina ormai è più alta di me ma mi fa piacere che voglia ancora la mia consulenza per acquistare un regalo per gli amici di scuola.
Per strada mi accorgo di non aver acceso la radio e di solito senza musica non viaggio ma stò cosi bene con me stessa che tutto il resto non conta nulla.
Ausilia mi ha fatto un gran regalo senza saperlo e Clara è una stupenda persona; per un momento mi sono sentita grande anche io vicina a loro ma quello che reputo importante è che so di poterle considerare amiche ed è sicuramente la parte più bella di tutto.
Miao a tutti.
Kathy Pitton

lunedì 25 ottobre 2010


Le pugnalate nella schiena son quelle che fan più male.... se vuoi uccidermi abbi almeno il coraggio di guardarmi negli occhi ma sappi che vedrai una luce spegnersi ed il tuo buio accendersi....ti mancherà il mio mondo, la mia voglia di volare e la forza che ha portato anche te fin qua...

sabato 16 ottobre 2010

Crono Titici



Lo trovo su Facebook il volantino, sono a casa quel sabato ed allora dai che ci vado a cacciare il naso fino a Castelnuovo di Asola.
Due righe di mail a Matteo per dei chiarimenti e mando il fax con i dati e la ricevuta di pagamento dell’iscrizione…eppoi non ho mai fatto una crono in mtb, sono curiosa come una gatta e la voglio provare.
Valchiria sul camper, un panino al volo per pranzo e via che si parte per la tangenziale di Brescia e giu verso Mantova ed Asola.
Il cielo è grigio e pesante, spero solo che la pioggia tardi ad arrivare altrimenti facciamo due risate tra la campagna della bassa, campi arati ed argini fangosi belli pesanti; non ho ben capito quella cosa della partenza, parte prima l’ultimo che si è iscritto ed il primo parte per ultimo, io ho mandato l’iscrizione giovedì pomeriggio per cui non ho la più pallida idea di quando mi toccherà partire.
Va beh qualcuno mi dirà qualche cosa quando sarà il momento no?
E lo trovo finalmente il negozio di Matteo, parcheggio vicino al cimitero e vado a vedere un po’ che numero mi danno.
Chissà perché vado sempre a finire vicino al cimitero a parcheggiare….boh!
Ritiro numero, due saluti e vado a preparare la bicicletta ma prima mi faccio un caffè.. fa un freddo gelido che sembra entrarti nelle ossa e non voler più uscire.
Decido per la tuta invernale, preferisco aver caldo e slacciale la giacca che battere i denti dal freddo e non potermi scaldare.
Una mezz’ora di relax e poi via verso la partenza.
Tante le facce conosciute, Laura Moretta ed Angela con il suo inseparabile Sergio, i ragazzi dell’Emporio team naturalmente in veste di padroni di casa, Fabio Pasquali, Catina, Adrio Copeta e tanti altri; siamo a fine stagione, la voglia di pedalare c’è ancora ma c’è anche la voglia di fare qualche cosa di diverso senza troppi affanni.
Iniziano a chiamate i partenti e scopro, purtroppo, che partirò alle 16, un ora dopo i primi… cadenza di una partenza ogni 25/30 secondi e via lungo la campagna… e comincia a gocciolare!
Faccio una volata a prendere una giacca anti acqua, gironzolo un poco li attorno ed ecco che tocca a me.. e mi fanno mettere entrambi i piedi sui pedali, ti tengono su loro….manca poco che cado ancora prima di partire!!! Mettiamo giù un piede va che è meglio!
Via lungo il campo cercando di seguire le tracce dei trattori ma comincia a piovere forte ed il terreno è pesante, meno male che la gara non è lunghissima, sono solo 16/18 km e passano velocemente ma faccio fatica a mantenere un ritmo alto di pedalata, sarà la mega cena di ieri sera con la squadra, il cervo con la polenta vanno su e giu e di qua e di la…
Via via che mi passano i ragazzi partiti dopo di me mi avvicino al traguardo, so di non aver fatto grandi cose ma va bene cosi per un sabato pomeriggio, anziché fare un giro in Franciacorta per allenarmi o per una sgambata, ho fatto la Crono Titici… bello cosi!
Arrivo, veloce verso il camper ed una doccia bollente ed un cambio d’abiti bello caldo e mi avvicino alla partenza dove c’è il rinfresco.
Due chiacchiere con i ragazzi e la ragazze che vedo in queste occasioni, guardo le premiazioni e poi via verso casa, un ora di strada circa… ma come sempre mai fare i conti senza l’oste!
Un pirlotto di uno con un mega SUv ha ben deciso di imboccare l’uscita della tangenziale di traverso, cosi, tanto per rompere le scatole, per cui tutti in colonna per un ora.
Va beh, arriverò un po’ più tardi, nel frattempo mi ascolto un vecchio cd dei Credence Clearwater Revival….Down to the jungleeeeeeeeee.
Ed ecco casa, parcheggio e lavo la mia compagna di viaggio, un oliata alla catena ed a nanna Valchiria, domani, se mi sveglio ad un orario decente, andiamo a fare un lungo giro…. Lungo l’Oglio magari… vediamo domattina ok???
Alla prossima
Kathy pitton

mercoledì 13 ottobre 2010

Una lezione di etica sportiva, cultura e rispetto della natura alla Roc d’Azur!





Finalmente sono riuscita ad andarci alla Roc d’Azur, una settimana dedicata alla mountain bike ed allo sport che tanto amo.
Bellissima l’ambientazione, grandiosa l’organizzazione e la gestione di 18.000 partecipanti alle gare, una sensazione di appartenenza alla manifestazione stessa data anche dal calore della gente e dei partecipanti ed, innanzitutto, una grande lezione da parte dei francesi!
Si, una lezione decisamente importante perché in 170 km distribuiti nelle 4 gare a cui ho partecipato non ho visto sui sentieri e sui percorsi un pezzetto di carta grande come un francobollo!
Per tanto neppure buste ed involucri di barrette, ne tanto meno i boccettini dei vari gel ed integratori che letteralmente invadono i percorsi delle nostre cross country e granfondo!
Ho assistito personalmente al richiamo da parte di un addetto al percorso ad un atleta (italiano purtroppo), che aveva gettato la carta di una barretta lungo il percorso della Subaru Challenge e la squalifica sul posto immediata con tanto di ritiro del numero dorsale contenente il chip elettronico.
Alla partenza di un'altra gara, la Roc Odissey, ho visto un ragazzo utilizzare una bomboletta di fast per la ruota a terra e, una volta finita l’operazione, gettarla oltre la transenna, cinque minuti prima della partenza.
Arrivo di un giudice, presa “per le orecchie” del malfattore, portato fuori dalla griglia ed obbligato a raccogliere quanto gettato un attimo prima, portarlo nel cestino dello sporco ed “invitato” ad allontanarsi dal parterre di gara…..
E dire che durante l’entrata in griglia, di ogni singola gara, veniva detto in più lingue la seguente frase: “Rispettate l’avversario e rispettate la natura”.
Una grande lezione di civiltà non c’è che dire.
E lo stesso vale per il comportamento in gara: se ti sgomitano per passare non sono francesi…
Tante volte in gara, qua a casa, ho assistito a scorrettezze di vario genere, in primis il gettare immondizia alla partenza o lungo il percorso, e se ci si azzarda a dire qualche cosa ti mandano anche a quel paese, ma sarebbe cosi semplice mettersi le cartacce o le bottigliette di gel finite nella tasca della maglia, ma forse è solo una questione di brutte abitudini acquisite col tempo e che nessuno ha mai fatto notare ai diretti interessati e che mai viene sanzionata con una multa o con la squalifica.
Una bella lezione di civiltà da parte dei nostri “cugini” d’oltralpe.
Kathy Pitton

martedì 12 ottobre 2010

Rando Roc Odissey

Roc d'Azur-Rando Roc Subaru Challenge

Kathy Roc.........d'Azur!!!!


Eccomi alla settimana Roc...k piu Roc d'Europa.
4 gare in 5 giorni.
7/10/2010 Rando Roc Subaru Challenge 43 km
8/10/2010 Rando Roc Odissey 34 km
9/10/2010 Rando Roc Rouge Deguissee 22 km
10/1/2010 Roc d'Azur 56 km.
Ci voglio tornare anche l'anno prossimo!!!!
Foto con Orietta Tosadori scattata dal suo compagno di squadra

lunedì 4 ottobre 2010

Urca che Urcis





E si, proprio Urca che Urcis, è il caso di dirlo!
Ci sono gare che ti restano dentro ed aspetti un anno intero per rifarle e la 6 ore di Urcis dei ragazzi della Sachesghinghem Pedale Oceano e la Croce Verde di Orzinuovi è una di queste.
Praticamente una baraonda…
Provate a mettere assieme circa 500 biker da mezza Italia, la festa della birra ed uno spiedo da favola ed avrete ben chiara la situazione; si pedala per arrivare e mettere le gambette stanche sotto il tavolo oltre che per il posto in classifica.
Mi sono iscritta un po’ tardi rispetto al solito tant’è che Charlie era un poco preoccupato per la mia mancata adesione ( senza di me partivano uguale) e visto che sono in ferie mi sono istallata li con il mio camper già dal sabato pomeriggio.
Ritiro numero e chip, adesione a C.I.R.O. ( Campionato Italiano Regolarità Mtb …la O non so per cosa sta…) e un bel libro da leggere dopo cena.
Cosi almeno credevo; mi ero appena appollaiata nel tetto del camper con pigiama e tutto l’ambaradan che suona il cellulare, ordine perentorio di presentarmi al capannone della festa della birra per cenare con i ragazzi dell’organizzazione ed il fatto che io abbia già mangiato non cambia nulla; rimetto i vestiti e raggiungo Charlie and company.
Non ho cenato ma una fetta di dolce si con un caffe e tante ma tante risate.
Non è facile abbandonare la compagnia ma devo dormire un poco per cui alle 23 me ne scappo via e mi rintano nel nido su ruote.
Mi sveglia il via vai delle macchine già al mattino presto, decine di bike in giro e tante le maglie colorate dei ciclisti.
Tante coppie che pedalano assieme, moltissimi i solitari come me e man mano passa il tempo il numero cresce; ecco che finalmente arrivano Miriam e Luisa, le mie due compagne di squadra, correranno assieme, Luisa dopo 5 anni di lontananza dai campi di gara e Miriam alla sua prima prova endurance e, credo, prima gara in assoluto!
E’ cosi strano avere due compagne al seguito, di solito o son da sola o è Zambo il mio compagno di avventura, ma è bello… una bella sensazione…..
Il tempo passa veloce e le 11.30 sembrano già arrivate, pronti via!
Luisa parte a razzo, io devo dosare tutto per la durata, in solitaria non posso partire tanto velocemente.
Ma il bello del percorso arriva ora: dopo il passaggio su di una strada bianca ed aver attraversato un campo di mais tagliato da poco, si entra nel bosco ed inizia il divertimento… desta, sinistra, su, giu, il ramo basso, la cunetta, il tronco tagliato… un continuo cambio di ritmo e direzione, un frullatore gigantesco che ti fa accelerare il battiti…
Via via via e poi di nuovo strada bianca e sentieri fino a quando non sento le campane… non le campane a festa della chiesa ma i campanacci delle mucche, quelli che fanno dlon dling dololong…
Ristoro e festa della birraaaaaaaaaa!
Panini col salame, pezzettini di grana, torte, brioches, pasticcini, uva….e la birra, quella vera alla spina… con i boccali!
Non ti dico la festa.
Però se bevo una birra adesso mi trovano piu qua in mezzo al bosco, mi accontento di un the verde e via di nuovo; lo scorso anno lungo il fiume ( siamo nel Parco dell’Oglio) ci si immetteva in un ghiaione dove ti piantavi e si andava a spinta ma quest’anno il fiume se lo è mangiato per cui percorso alternativo…. Una lunga strada bianca tutta a gobbe, tipo ottovolante, ogni gobba un salto….troppo forte.
E poi la sabbia ma a furia di passare impari la traiettoria giusta e schivi la parte più dura e non ti insabbi più.
Mi sono divertita come una bambina in un negozio di giocattoli e l’ho fatto per sei ore e 15 minuti di seguito, senza fermarmi… ma all’ultimo giro tappa birra si pero!!!!
Ma la parte più bella sono stati i ragazzi del Kinomana, la squadra che organizza la 6 ore del Barboj a Lesignano de Bagni, praticamente hanno passato la giornata tra una birra e un'altra, un panino ed un giro in sella, ed ogni volta passavo di li erano a spillare un boccale…
Oppure il compagno di Angela Angi, senza bike stavolta, lungo il percorso a far foto e mi mandava un sorriso ogni volta passavo; i “ragazzi” del Team Varianti, tutti in solitaria, che mi passavano accanto ed era sempre una battuta e tutti gli altri di cui non ricordo il nome.
E la mia amica/biker Vania che si è fatta l’ultimo giro vestita da tortellino gigante con scritto Tortello Biker oppure il mitico Glisoni che si è piazzato la scritta Il Gliso sotto la sella per farsi riconoscere ( ma lo riconoscerei lontano un miglio per il suo particolarissimo modo di pedalare).
Una banda di matti.
Ma matti belli dentro oltre che fuori….si perché io trovo che i biker siano tutti belli… tutti!!!
All’arrivo, allo scadere delle sei ore, Nico Mati mi scatterà delle foto che troverò su Facebook, sono bellissime! In una sto cantando a squarcia gola.. …forse il dopo birra, l’altra al traguardo e sto sorridendo decisamente contenta!
Si contenta, perché è esattamente cosi che mi sono sentita, quello star bene dentro che ti fa stare benissimo anche fuori e la stanchezza la lasciamo in parte e ci penseremo più tardi, adesso ci facciamo le feste uno con l’altro, le ragazze contente del loro risultato ( quarte), gli amici da salutare, il Gliso sdraiato a terra con le gambe per aria che se uno non lo sa crede stia male invece sta da Dio, Charlie che mi porta il pacco gara con un magnum di bollicine dentro.
Tutto questo è la mia Mtb.
E ho anche un grembiule da cuoco del C.I.R.O. con i pomodori e i piatti di pasta sopra.
Doccia calda, un cambio veloce e via alla festa; sedute con Eugenio ed un paio di altri conoscenti si chiacchiera e si mangia in compagnia fino alle premiazioni.
Le donne solorider sono 16, io sono 13esima e mi premiano con una piccola medaglia che attacco al porta chiavi, per me vale come il trofeo piu grande del mondo.
Ho macinato 112 km in questi 2 giorni, non sono molti di fronte alle imprese di altre persone ma sono contenta del risultato.
Lo sono ancora di più quando Miriam mi dice: “quando ci sono queste garette qua me lo dici che ci vengo”, ed anche Luisa poco dopo dice pressoché la stessa cosa, mi fa piacere che altre partecipino alle mie scorribande, in fondo è bello essere circondata da amici che amano la mtb come me.
Torno a casa la stanchezza è proprio tanta ora che mi sono rilassata.
Quando arrivo tolgo Valchiria dal gavone del camper e la metto in salotto, sul tappeto, è stata un ottima compagna di avventura, si merita un buon riposo al caldo e non in garage stasera… forse semplicemente perché non avevo voglia di portarla giù!!!
Ora, dopo una notte di riposo, dopo aver lavato tutto e messo ordine tra le cosa da bici, ascolto le gocce di pioggia che cadono sulla grondaia e penso: abbiamo avuto fortuna ieri, niente pioggia, un po’ di sole e tanto ma tanto divertimento, fino alla prossima naturalmente.
Kathy Pitton

venerdì 1 ottobre 2010

Valchiria ha le scarpe nuove


La mia stupenda bellissima coccolosa Valchiria ha le scarpette nuove, un paio di Saguaro nuovi di zecca per pedalare centinaia di km in giro di qua e di la!
E' talmente contenta che scodinzola sbriluccicando tutta....
Et voilà parla anche in francaise!

domenica 26 settembre 2010

Castagne, GimondiBike e moto da cross



10 edizione della gara di casa, quella che, praticamente, mi passa in giardino.
I soliti dubbi di ogni anno, la faccio o me ne stò a casa nel letto, ma come si fa a pensare agli amici che pedalano ed io no, tanto l’iscrizione è stata fatta a marzo per cui….
Ma la mia Gimondi è partita ancora giovedì scorso, alle 10.30 del mattino, in quella che doveva essere una prova percorso e che si è trasformata in una raccolta di castagne da far cuocere a casa.
Cosa diavolo centrano le castagne adesso lo spiego:
io cerco sempre di pedalare un po’, di capire se riesco o no a farla in modo decente tutti gli anni ma tanto poi non cambia di molto il tempo all’arrivo, sono sempre li attorno e la finisco per onor di firma, si perché se cominci una cosa è bello finirla, altrimenti che gusto c’è!
Dai che la provo sto variante nuova del canalone, vediamo di che morte vado a finire; su fino a Polaveno e deviazione dei pollai e mi accorgo che deve essere un bel po’ che non passo di qua, trovo la stradina un tempo completamente sterrata, sistemata con pietra e cemento, invoglia a lasciar andare la bike se non fosse per il fatto che ho incontrato almeno 10 jeep in senso contrario.
Su fino al Mafa ed eccola la deviazione, ben segnalata devo dire ma menomale che ho ascoltato gli amici che l’hanno provata nei giorni scorsi: saltooooooooooo su quel dosso che dovrebbe far scolare l’acqua prevista come abbondanti piogge domani sera.
Mamma che roba, sassi, argilla, solchi dei trattori…
Ne faccio buona parte a piedi, non voglio cadere e farmi male visto che sono da sola.
La parte del vecchio tracciato la faccio in sella, stranamente visto che gli scorsi anni ero sempre a piedi, forse sto imparando ad andare in bicicletta dopo tutti sti anni.
Arrivata in fondo, giro a sinistra e cerco di capire come sarà la prova speciale.. a ragion veduta non ci avevo capito niente, oggi ho fatto tutt’altro!
E poi via verso la Madonna del Corno, salita un po’ in sella un po’ a spinta e sono in cima; sosta panorama, mezza borraccia e giù dalla parte opposta cercando di non cadere.
Incontro un sacco di escursionisti a piedi, stranieri, che mi guardano come se fossi tutta matta, li saluto e via; arrivo al “Gimondino” e mi guardo attorno… è strapieno di castagne grosse come mandarini.
Freno, lascio la bike in mezzo al sentiero e mi riempio le tasche laterali della maglia, poi la tascona della giacca antivento ed alla fine ho uno strano rigonfiamento sulla schiena tipo canguro alla rovescia! Il bello è che continuavano a passare ciclisti in allenamento, passavano attorno alla mia Valchiria ed a me, mi salutavano e facevano una strana faccia nel vedere che stavo raccogliendo castagne.
Eh ragazzi, è un modo come un altro per fare la spesa in economia, sono gratis…. Però pesano ed andare in bike con due kg di castagne in saccoccia è un bel divertimento e non descrivo la faccia di mia figlia quando sono arrivata a casa!
Una lavata a Valchiria, olio alla catena e lei è pronta per la gara, io magari un po’ meno ma un impegno è un impegno e si mantiene, sempre!
Venerdì al lavoro ma le scure nuvole che si addensano in cielo non promettono niente di buono ed infatti, come da previsione, di notte si scarica dal cielo un diluvio di acqua, sarà conciato il percorso di gara accidenti!
Sabato pacco gara ed è bello vedere centinaia di facce nuove in paese ed indovini subito quali sono i biker, sarà per il loro atteggiamento, sarà perché hanno quel non so ché che li distingue dagli altri, odore di gara, di griglie di partenza, di adrenalina, di voglia di correre…. Ma io sono come appannata, come se si fosse spento un interruttore e la voglia di correre non si sia accesa.
Non ne conosco il vero motivo, sarà il pensiero di mia figlia che non sta bene, sarà la lunga serie di gare fatte in stagione fino ad ora oppure le parole di un anonimo che si è divertito a demoralizzarmi…non lo so!
ma so anche di avere una marea di amici che mi sostengono, mi stanno accanto e che mi danno una pacca sulla spalla quando sono giù di morale.
Preparo la maglia, la giacca ha già il numero attaccato, le scarpe mi aspettano giù accanto a Valchiria e la notte passa in fretta ed è già ora di andare, alle 8.30 si fa la foto sotto lo striscione della partenza.
Sono tanti quest’anno i partecipanti, 1760, ed è tutto un andare e venire di bici e persone, il paese sottosopra per le transenne e le centinaia di persone che girano in piazza e sul lungolago!
Visi conosciuti e la sorpresa di vedere amici di alcuni social network che si presentano e mi salutano; il mondo , in fondo, è un insieme di belle persone.
Si entra in griglia ed ecco Marika che mi manda un bacio, non corre oggi, dice che è poco allenata… Tesoro di ragazza, che dovrebbe dire questa old lady allora???
Però mi ha fatto piacere quando ha detto che il mio libro le è piaciuto! Grazie stela!
Pronti via, quasi non sento lo sparo iniziale, chissà la mia testa dove è finita oggi a far baldoria invece di seguirmi in bicicletta.
In un attimo si è in Piazza Garibaldi, poi su per Via Mirolte ed il provinciale, lo svincolo dove inizia la salita è la in fondo, un attimo e già inizio a mettere i rapportino bassi, si sale più agilmente. A metà strada ti vedo le figlie di Gabriele a fare il tifo con la loro mamma ed ecco una maglia dell’Iseo su di un muretto… Fabio Babaglioni che mi saluta saltellando! Uno dei nostri ragazzi della scuola di mtb estiva a vedere quella svalvolata della “maestra” Kate in gara…gli faccio le linguacce che verranno immortalate in una stupenda foto da Angelo Danesi!! Presa al volo proprio cavolo, bravo al fotografo!
E si, sempre in salita….la fatica è tanta ed il peso non aiuta ma non mollo ed eccolo o svincolo dei pollai con gli amici della squadra a fare il tifo urlando.
Come volevasi dimostrare il canalone è un macello…il fango rende tutto scivoloso, le pietre sembrano una pista da pattini da ghiaccio, non sto in equilibrio ne in bike ne a piedi, vedo di quei numeri che la metà bastano…
Ed ecco Dado a fare il tifoso lungo il percorso. Cavolo ragazzone, mi manche; le nostre scorribande in bike mi mancano da matti ed un po’ mi sento sola senza la tua compagnia, abbiamo fatto decine di gare assieme ridendo come dei matti.
Peccato, avrai i tuoi motivi per aver deciso di smettere.
Una voce mi chiama: Mauro Gatti, altro amico di Facebook, venuto apposta a vedere la gara ed a farmi le foto! E mi fa anche da tifoso….sei grande Mauro, non hai idea del piacere che mi ha fatto!
Ed anche Alessandro, venuto fino da Cesenatico….ragazzi siete mitici!
Mi raggiunge Beppe e continuiamo assieme fino alla prova speciale ma…. Ma in fondo al canalone ti trovo Marina, un amica maratoneta, con tutta la famiglia ed un gruppone di amici, con tanto di lenzuolo con scritto “Vai Katy”…è più matta di me! Ma le voglio un bene dell’anima…
La prova speciale non mi piace molto, la faccio piano e quando ne esco sono stanca e so che al traguardo mancano ancora 22 km.
Purtroppo al cimitero di Fantecolo Beppe taglia il copertone della bike e dovrà ritirarsi, mi dispiace veramente tanto.
Ormai sento la moto scopa dietro di me e per quanto faccia non riesco a riguadagnare terreno.
Al ristoro per un attimo ho pensato di ritirarmi, ma il ragazzo del furgone scopa mi ha guardato ed ha detto: non ci credo neppure se me lo metti per iscritto….infatti sono ripartita con crampi ovunque anche in posti che non immaginavo potessero essere interessati da queste dolorose contrazioni muscolari…..praticamente mi si era arrampicata una chiappa su per la schiena! Lasom perder…
La Madonna del Corno, un agonia e mezza!
E qua centra la moto da cross…non ho mai, dico MAI trovato in gara una persona cosi disponibile ad aspettare l’ultimo, di solito sbuffano o ti fanno capire che si stanno rompendo le scatole. Mi ha spronato a non molare, a non lasciarmi andare, mi ha spinta per una decina di metri quando i crampi mi facevano piangere, mi ha portata al traguardo con le sue parole e con la sua cortesia.
Non so neppure come si chiama ma lo ringrazio dal più profondo del cuore.
Al pasta party poi, mi ha chiamata e mi ha baciata sulle guance dicendo: visto che sei arrivata!
Senza di te non ce l’avrei fatta ragazzo, mille volte grazie.
Dovevo avere una gran brutta cera una volta arrivata però, perfino cesare mi ha portato dell’acqua da bere ed è stata come manna dal cielo, non mi ero resa conto di essere cosi assetata.
Ultima in classifica ma arrivata fino in fondo alla 10 edizione della Gimondi Bike.
Ultima si ma a testa alta, perché io c’ero, tanti altri no!
Alla prossima.
Kathy Pitton

lunedì 13 settembre 2010

Giusto per rompere un po’ i maroni…..

…. Dico a te, mister con la maglia verde della Montorfano bike.
Se hai qualche cosa da dirmi, sono qua, non vai a rompere i maroni ai miei compagni di squadra la domenica mattina quando sono in giro in bike.
Ti do forse fastidio?
Ti infastidisce il fatto che se arrivo ultima ci faccio una risata sopra e ci scrivo un racconto?
Tu chi sei, spiegami….
Arrivi primo alle gare a cui partecipi?
O sei uno dei tanti “esimi”……. Senza nulla togliere agli “esimi” stessi visto che son loro a fare le gare…
Si perché se ti irrita cosi tanto il fatto che alla qua presente “ultima” diano un premio, beh tesoro il problema è solo tuo; e se credi, come hai detto, che le gare le scelgo dove ci sono poche donne non sono non hai capito proprio niente, ma non hai la piu pallida idea di chi hai di fronte.
Se pensi che il premio sia cosi importante per questa old Lady sei talmente fuori strada da non rientrare in rotta neppure con un satellite spaziale della miglior generazione elettronica; sono andata a casa talmente tante volte senza ritirare ciò che mi veniva attribuito, perché ultima, o penultima oppure motivi vari che a Te non devono interessare, che avrei potuto mettere i piedi un supermercato.
Io non pedalo per i premi o per i meriti o la gloria come probabilmente fai tu… o magari solo ci speri!
Io pedalo perché mi piace e non devo rendere conto ne a te ne a nessuno di come pedalo, di quando e quanto pedalo, se pedalo o se vado a piedi!
Il poi definire la nostra squadra un gruppo di “brocchi con la pancia” e che “ quelli forti sono quelli dell’Iseo verdi..”… beh stela hai ragione per una cosa: quelli forti sono i verdi, nati come squadra corse e come tale si allenano e partecipano e quando qualcuno di loro si ben piazza o vince, sono io la prima a complimentarmi….Quante volte ho dato due pacche sulla schiena di Stefano Lazzari o di Nino Nulli o, ancora, Marco Bosio…ma perché principalmente sono Amici, con la A maiuscola.
E se sono bravi e vincono la cosa non può che farmi piacere.
Il definire noi un gruppo di polentoni… beh tesoro tutto dipende da come decidi di vivere; noi ci divertiamo e magari finiamo una gara o un uscita a pane e salame, facendo due risate e prendendoci in giro ma siamo AMICI, di quelli veri, quelli che in gara se uno cade si fermano a dare una mano e non ci passano sopra come fanno i presunti ganzi che si credono campioni del mondo, sei capace di rinunciare ad arrivare al traguardo se un amico ha bisogno del tuo aiuto, magari buttando alle ortiche un circuito ma quell’amico, in quel momento aveva bisogno di te… tu lo faresti?
O se quelli che nel canalone, pur di passare, non ci pensano due volte a buttarti a terra e pazienza se ti spacchi una spalla, tu dei conquistare quei due secondi che ti porteranno ad arrivare 800esimo……
Me so chela, come mi hai definito tu, che scrif so internet… e alura?
Ti obbliga qualcuno a leggere ciò che scrivo?
Sei padronissimo di lasciare un commento, anche negativo se la cosa ti fa piacere, non cancello mai nulla, anzi ho reso i miei profili pubblici intenzionalmente in modo da poter condividere le idee, uguali o diverse che siano, con chiunque.
Conosco un sacco di gente che pedala, chi bene e veloce come fai tu, o quelli come me, che accettano di arrivare ultimi senza troppi patemi o malumori; se fosse cosi fastidioso ce ne staremmo a casa, ma il bello stà proprio nel’arrivare, a dispetto di tutto e tutti, in particolar modo quelli come te che criticano.
Conosco anche gente che, pur di non arrivare ultimo si ritira…che gusto c’è?
Finiscile le cose se le cominci ed abbi abbastanza palle da accettarne il risultato, buono o cattivo che sia.
Non ti paga nessuno per quello che fai o pensi di voler/poter fare.
Ed allora, caro il mio ragazzo, lascia in pace le persone come me; non ti rubo nulla in fondo, forse solo un poco di aria da respirare.
Vedi, pensavo che questa fosse la mia ultima stagione con la tessera da agonista ma quando mi arrivano alle orecchie queste sparate beh allora penso che la rinnovo, giusto per rompere i maroni a quelli come Te.
Ciao
Kathy Pitton

Ps: se vuoi mandarmi a quel paese fai pure, ti lascio anche il mio numero di cellulare 339 7655182

lunedì 6 settembre 2010

Premio Franca Visintin 2010

La mia medaglia tricolore

24h Val Rendena 2010





Ho pianto.
Una stretta al cuore ed un nodo alla gola, una tristezza infinita dentro per Lei che non c’è più ma la consapevolezza grandissima che io posso onorarne il nome ed il ricordo, pedalando con la stessa sua passione.
Ho avuto l’onore di conoscerla, anche se solo per poco ma ci sono persone che non si dimenticano mai, Franca è una di loro.


Ho volutamente iniziato questa storia alla rovescia, con l’ultima frase che ho scritto, quella che avrebbe dovuto chiudere queste pagine ma credo che in queste parole ci sia la sintesi stessa della mia 24h di Val Rendeva, un appuntamento immancabile ormai nel mio calendario mtb annuale, per la gara, per la gente e l’atmosfera, una festa che ti entra dentro e ti resta appiccicata addosso come miele.
Fino a poche ore prima della partenza ero insicura, stavo combattendo contro una bronchite che mi ha lasciato degli strascichi, una tosse spacca ossa e la febbricola che non voleva saperne di lasciarmi in pace; vado, non vado…..
Eppoi vado, non importa, il corpo guarirà prima o poi, non mi va di aspettare un altro anno fino alla prossima…..
Bike sul camper, tutto pronto o quasi ed alle sei di venerdì sera si parte per Strembo; arrivo, parcheggio in una delle tante porzioni di terreno dedicate alle squadre e di corsa alla festa pre gara, spiedo e polenta, musica e tanto di ballerine brasiliane… è si, perché in fondo la 24ore Cup altro non è che un immensa festa itinerante composta da camper, bike, ciclisti seri ed altri per caso, bambini che corrono e cani che abbaiano, musica e tanta, ma tanta allegria!
Il sabato mattina ci sono le solite pratiche burocratiche, chip da ritirare, pacco gara e numero di pettorale, sono Lady 7, solitaria per vocazione, ciclista per diletto e passione….
Chissà com’è ma l’ora della partenza arriva sempre velocemente, è ora di mettersi in piazza ed aspettare il via a suon di AC/DC e rivedere le facce amiche di sempre, i ragazzi del tandem ed il solitario Pino che vedo ogni volta nelle gare come questa; un abbraccio, una stretta di mano ed un in bocca al lupo, ci si vede lungo il percorso, sono cosi tante 24 ore da passare in sella.
E devi saper staccare la spina, la testa deve prevalere su tutto il resto, il corpo deve solo seguire le “direttive” del boss lassù, quella parte di te stesso chiusa in un casco….se spingi troppo non arrivi in fondo, se non bevi e non mangi finisci benzina e non arrivi più….
Chi non ha mai provato a mettersi in gioco come solitario non riesce a capire cosa sia davvero lo sforzo estremo, il portarti al limite massimo delle tue forze e resistere, continuare fino alla fine.
Il percorso è su per giù come lo scorso anno, prato, ciottoli, qualche pezzo d’asfalto e sterrato, le radici che, dopo passaggio su passaggio vedi ancor prima di arrivare, pietre che si sono smosse durante la gara che vedi spostate dai passaggi e cerchi di evitarle…e cosi avanti, per ore…..
Prima caldo, poi poco a poco il vento che rinfresca, cambi le maglie e ti copri, ti fermi per mangiare e bere, riparti… un susseguirsi di chilometri sotto le ruote e nelle gambe…..
Guardo gli occhi delle persone accanto al percorso di gara, ti osservano, commentano, a volte sorridono ma poco alla volta vedi le loro espressioni cambiare e dal considerarci dei pazzoidi su pedali si passa al pensare che siamo tosti, dei duri, un po’ miti ed un po’ eroi di un mondo parallelo fatto di fatica, sudore e tanta determinazione.
Conosco campioni che macinano 500 km p o più a gara col sorriso sulle labbra, arrivare e scendere dalla bike come se avessero fatto una passeggiata; conosco donne di puro acciaio come Lorenza ed Anna, Ily o Raffaella che, dopo 400 e più chilometri arrivano alle premiazioni con le unghie smaltate, un filo di rossetto e la mini gonna di jeans, più femminili di qualsiasi fotomodella su carta patinata, piccole donne dal corpo esile ma con una forza inarrestabile dentro.
Accanto a loro sono solo una piccola barca di carta che galleggia nel mare delle loro azioni ma sono orgogliosa di essere loro amica.
La notte tra sabato e domenica io ho dormito, al caldo, mentre loro pedalavano e solo alle 5 del mattino sono ripartita, due giri una sosta, altri tre ed un altra sosta, cosi avanti fino alle 12 ed all’arrivo accanto a Pino stanchissimo e svuotato dallo sfinimento.
Mi dispiace non averlo salutato alla fine, ci si vedrà alla prossima endurance.
Una doccia calda per lavare via fatica, sudore e stanchezza, che non se ne va mai in realtà, il pasta party in compagnia e le premiazioni.
Nonostante la mia appannata prestazione sono decima categoria Lady, mi chiamano sul palco e mi mettono una medaglia al collo, mi riempiono le mani di premi e le foto di rito…..
Ed è qua che Sandro Ducoli, patron della 24h e grande amico, parla appunto di questo Premio Franca Visintin 2010 , voluto dalla famiglia per ricordare la figlia endurancer scomparsa da poco e darlo in premio ad una persona “speciale”………
Tenacia?
Far play?
Non lo so ma quando ha fatto il mio nome mi è esploso il cuore dentro.
Ho pianto sul palco alla consegna, ho bagnato di lacrime le guance di Sandro quando mi ha abbracciata, non riuscivo a parlare quando, scesa dal palco, le persone presenti, ed erano centinaia, si sono complimentate con me.
Ho tenuto la mia targa abbracciata come se fosse (ed è) una delle cose più importanti del mondo, anche quando Lorenza mi ha detto: “mi piace come pedali, sorridi sempre…..”
Posso solo dire Grazie! A tutti.
Come ciclista valgo sempre poco ma la mountain bike è una passione vera e grande ed è la cosa più bella e gratificante del mondo per me.
Kathy Pitton

domenica 29 agosto 2010

Uffaaaaaaaaaaaaaa


Ho la febbre!
La tosse!
Ho le ossa tritate e mi fanno male anche quelle che non hanno ancora inventato!!!
Mi sono saltate ben 2 gare cavolo!
Niente salita delle Pertiche!
Niente Gir de Gnard!!!!
Strauffaaaaaaaaaaaaaaaa

domenica 22 agosto 2010

1° Trofeo dell’Altopiano… senza benzina!!!!


Diesel o benzina, verde o meno che sia, qualunque motore necessita di benzina e fin qua non ci piove! Ma che servisse anche alla mountain bike lo sapevate?
Eh, appunto, benzina per far girare le gambe che dovrebbero spingere sui pedali o almeno cosi dovrebbe essere no?
Già vado piano di mio, le salite poi le soffro tutte che è una meraviglia e le discese se sono troppo…discese …le patisco perché ciò paura e sono un impiastro da premio Nobel, se poi magari non mangio la sera prima perché sono al lavoro, vado a casa e non dormo e butto la bike in macchina alle sei del mattino e mi fiondo a Serle per il 1° Trofeo dell’Altopiano senza neppure un caffè decente, voglio poi vedere come diavolo ti pedalo, che sia in salita, in discesa o in pianura….
Però sono stata la prima ad arrivare stamattina, alle sette meno un quarto ero li seduta sulle scalette che portano su alla verifica tessere che non si poteva ancora fare, visto che i giudici sono arrivati poco dopo; poco alla volta sono arrivati tutti, facce note ed amici e due chiacchiere si scambiano volentieri.
Torno alla macchina per preparare la bike, attacco il numero, metto le scarpette ed il casco e sono pronta per chiacchierare con Fabiana che ha dimenticato i guanti a casa… ne ho sempre due paia nella sacca, gliele presto volentieri uno.
Prova percorso, o almeno la prima parte con la salita che porta alla effettiva partenza con tutto l’ambaradan con l’arco ed il rilievo elettronico dei chip!
Pronti via: partenza a velocità più o meno controllata e partono tutti come dei razzi; ci metto un po’ ad arrivare in cima e mi farà compagnia, come sempre d'altronde, il motociclista servizio scopa, simpatico il ragazzo e scopro anche che è quello che fa i miei calzini da ciclista che compro sul mercato ad Iseo.
Bella storia, la volta prossima gli chiedo lo sconto!
Ma quando non ne hai non c’è storia e le salite sono dure e non vado su, mi sento le gambe vuote ed il fiatone non riesco proprio a controllarlo oggi, sarà il caldo, sarà la fame o la stanchezza. Sta di fatto che non c’è storia.
Ma io non torno indietro, non esiste che io torni indietro, deve succedere qualche cosa di veramente importante per far si che io molli ed allora avanti a piedi e non mi interessa un accidente di cosa pensano gli altri, l’ho cominciata e la finisco!
L’ironia della sorte è che avevo detto. Anche se la dovessi fare a piedi la faccio, due ore e arrivo.. e due ore sono state infatti….
Ma è stata una pena nel vero senso della parola.
Spesso avevo sentito i vari amici o compagni di squadra parlare del “restare senza benzina” ma non mi era mai successo in tutti questi anni ed ora ho capito cosa significa il non riuscire a fare neppure un passo, il non riuscire ad arrivare perché non ne hai più e non riesci ad andare avanti e ti sembra di stare male.
Ho chiesto dello zucchero o delle caramelle ai passanti…… a Vittorio Casciotta che, passandomi accanto, mi ha incitata come fa di solito,ma neppure lui aveva qualche cosa nelle tasche della maglia; un ragazzi, appena qualche metro più avanti di lui mi ha lanciato una fialetta di integratore, non so il suo nome ma lo ringrazio di cuore, devo a lui il fatto di essere arrivata in cima alla salita e di essere poi scesa a valle ed al traguardo, senza non sarei arrivata mai.
Grazie, mille volte grazie, chiunque tu sia e se per caso leggi queste righe, ti prego, la prossima volta incontri questa Old Lady fatti riconoscere, probabilmente non avrai più di un sorriso come ringraziamento, ma sarà sincero e verrà dal cuore, sinceramente.
Sono arrivata su, allo striscione del traguardo e come spesso accade stavano togliendo gli striscioni ma uno dei giudici mi ha detto: e ti sei lasciata qualcuno alle spalle……
Come no, sono ultima che di più non si può… ma qualcuno aggiunge “ e no, hai dietro quelli che si sono fermati…”.
Due fette di anguria, due bicchieri di the freddo ed è ora di tornate sul mio lago, al lavoro come ogni domenica pomeriggio ma il pensiero è andato spesso all’Altopiano delle Cariadighe o almeno credo cosi si chiami: è uno spettacolo!
Non avevo mai pedalato cosi a lungo, nella parte in discesa, su dei sentieri nel bosco cosi belli; anche se non ero molto lucida viste le condizioni in cui ho finito la gara e se alcuni sentieri erano tecnici e richiedevano parecchia attenzione, mi sono piaciuti e tanto.
Ci torno a settembre, in settimana magari, quando il mio lavoro sarà meno pressante ed avrò più tempo per uscire in bike e prendermela comoda, senza fretta stavolta e sicuramente non mi dimenticherò di portare due panini ed un paio di cioccolatini, che non centrano nulla con la dieta del ciclista ma fanno un gran bene all’umore.
Kathy Pitton

venerdì 20 agosto 2010

Tempio di Minerva in Spinera



Finisco di lavorare alle sei e mezza mercoledì e mi arriva un sms di Dado che, dopo essere sparito per mesi, ha deciso di rimettersi a pedalare seriamente…”che fai domani”???
Domani, cioè giovedì 19 agosto, sono di riposo, a casa non c’è anima viva per cui ho già in mente un lungo giro in mtb, da Iseo lungo il lago dalla parte bergamasca fino a Lovere, ciclabile lungo l’Oglio fino al Tempio di Minerva a Breno passando per il parco archeologico di Cividate Camuno.
Alle otto del mattino Dado suona il campanello, un caffè e via che si parte, zaino in spalla, lungo la trafficata strada costiera in una stupenda giornata estiva.
Lungo la litoranea sono veramente tanti i ciclisti, una tribù itinerante colorata e vociante.
Sosta caffè obbligatoria al bar di Tavernola Bergamasca dove tutti i ciclisti in transito si fermano, più per i pettorali delle due bariste che per il caffè……
Ci troviamo altri membri della squadra, quelli del settore strada, già di ritorno dal loro giro; si chiacchiera mente arrivano i caffè e quando dico loro dove vorremmo arrivare ci dicono “a però..”!!!
Si riparte, la caffeina in circolo ci ha dato quel poco di carica in più e si pedala lungo la costa fino a Lovere dove un'altra pausa ci fa anche riempire le borracce alla fontana della piazza XII Martiri.
Dai che è lunga.
La strada lungo l’Oglio la conosco bene, si chiacchiera del più e del meno, attraversiamo vigneti e frutteti e la voglia di rubare un poco di uva è tanta ma facciamo i bravi e si continua a pedalare; ad ogni fontanella ci si ferma per il pieno e per gettarci un po’ di acqua fresca sul viso e sulle braccia ma le soste sono brevissime e piano piano risaliamo la valle.
L’ultima volta avevo dovuto uscire dalla pista vicino all’ospedale di Esine per dei lavori in corso, sapendolo stavolta evito la strozzatura e scendo sulla strada, pausa panino in un bar con risvolto tecnico per pompare le gomme della bike di Dado e via verso Breno, ultimi sei chilometri.
Il Tempio di Minerva si trova poco prima della lunga salita che porta in paese, sulla destra una secca curva ci fa scendere lungo una discesa ed eccolo in cancello del sito archeologico…chiuso!!!!!
Chiuso!!! Allagato dall’esondazione del fiume di questi giorni e con i mosaici ricoperti di fango, la Sovrintendenza ai bei archeologici ha deciso di chiudere il sito.. che rabbia, settanta km fino quassù ed è stato inutile!
Facciamo una pausa di riflessione e dopo un breve riposino decidiamo di ripartire, seguendo la strada indicata che dal Tempio porta ai siti archeologici di Cividate.
Bellissima strada, molto in pendenza ma veramente bella.
Passa per alcune vecchie cascine e regala una vista incantevole su di alcuni scorci della Valle che altrimenti sarebbero impossibili da vedere; avevo sentito parlare di questa nuova galleria aperta da poco al pubblico per il transito dei pedoni e delle biciclette e pure Dado me ne aveva accennato ed eccola, un lunghissimo tunnel scavato nella roccia viva. Completamente illuminata e … refrigerata!!!
Ci saranno tre gradi li dentro e le gocce d’acqua che cadono dalla volta sono pezzetti di ghiaccio che sembrano trafiggerti; che lavoro che hanno fatto, la tecnologia al servizio dell’archeologia, mantenendo il sito intonso hanno permesso di passare senza assolutamente disturbare ne snaturare il luogo, bello.
All’uscita un grande tavola di legno mostra il processo di lavorazione del tunnel e della scoperta del Tempio di Minerva, i progetti futuri e gli sviluppi possibili.. devo ricordarmi di tener d’occhio questa zona nei prossimi tempi.
Poco più avanti un arco ci fa passare nella piazza del paese e, continuando, si scende verso il fiume ed il Parco del Barberino, un altro sito bellissimo dove l’uomo è riuscito a coniugare antico e moderno, dove trovi delle panche accanto al fiume ed il nastro della stradina sterrata che scorre tra i campi e le coltivazioni.
Stavolta due grappoli di una nera li abbiamo “rubati” sotto o sguardo divertito del contadino, due chiacchiere mentre svuotiamo le borracce e la decisione lampo di fare il bagno nel fiume!!!
Non un vero bagno, la corrente è troppo forte, ma una “passeggiata” con i piedi ammollo nell’acqua gelida si però!!
Ahhhhhhhhh che bello!!
Bike abbandonate sulla sabbia, seduti su dei massi a fare i turisti per caso una mezz’ora, altri ragazzi che arrivano poco dopo con la nostra stessa idea, mi sembra di essere in vacanza ma il tic tac dell’orologio ci riporta alla realtà, dobbiamo scendere a valle e le nuvole che si stanno accumulando sulle cime dei monti li attorno non promettono nulla di buono.
Decidiamo che la prossima sosta sarà a Costa Volpino per un gelato, un pieno di zuccheri per gli ultimi 30 km fino a casa e cosi sarà, un nocciola fragola da leccarsi i baffi.
La costa scorre sotto le ruote, sembra più lunga di stamattina ma la stanchezza inizia a farsi sentire e le ore in sella sono veramente tante, tra pedalate e soste siamo a sette ore e mezza e ci vorrà ancora un po’ per arrivare a casa.
Passando il ponte di Sarnico, il confine tra Brescia e Bergamo, l’aria di casa si fa sentire e ci ritroviamo a pedalare più velocemente ma a Clusane, ultimo atto di una magnifica giornata, ci fiondiamo in un campo a sgraffignare due grappoli di uva bianca che pizzica un po’ ma ha quel gusto unico delle cose fatte di nascosto, come due “vecchi” bambini alle prese con il vasetto della marmellata.
Qua ci si divide dopo 140 chilometri.
Dado verso Iseo centro ed io sulla mia collina e verso una doccia calda sperando che mi tolga un po’ di stanchezza dalle spalle, si perché questa old lady stasera va a cena con un amica…..ma mi sa che sarò a casa presto ed altrettanto presto mi infilerò nel letto, forse per sognare o progettare un altro giro in mountain bike, zaino in spalla e tanta voglia di scoprire qualche altro posto, magari non tanto lontano ma che ho assolutamente voglia di andare a vedere.
Kathy Pitton

Ciclovia dei 4 laghi

Non sapevo neppure esistesse questo progetto della Regione Lombardia, unificare il Garda, il Sebino, il Como ed il lago di Varese con una unica e lunga serie di ciclabili più o meno facili, 320 km di strade bianche, sterrati tra vigneti e colline ed alcuni tratti promiscui tra biciclette e veicoli…
Fatto sta che scopro parta da Sarnico in fondo al lungolago, risale la lunga salita napoleonica dalla pendenza da mal di pancia e poi, quando la lingua si è attorcigliata ben bene attorno alle ruote e, per quanto tu cerchi di cambiare ma non trovi altre ruote dentate, ecco che scendi in un sentierino in discesa… e riprendi fiato!!!
Il sentiero è parecchio scosceso, pietre smosse dalle copiose piogge di questa estate acquosa, il rombo dell’Oglio sottostante mi ha fatto un po paura, corre come se avesse uno squadrone di bufali alle calcagna, ed il fatto che spesso il parapetto in legno sia crollato mi ha messo un poco in crisi ma è di una bellezza unica, selvatica quasi, e mette alla prova i miei riflessi e la capacità di governare la bike.
Alla fine si sbuca a Castelli di Caleppio e si deve salire lungo una serie di tornanti fino in cima alla collina per pii ridiscendere tra vigneti e prati lungo il fiume….
Cosi avanti per un bel po, un seguire di salite e discese, fiume accanto alle ruote e passaggi tra le piante di un bosco, costeggiare canali e zig zagare tra pedoni a spasso ed altri ciclisti.
Come spesso capita però nel mio girovagare senza meta, accade che non presto attenzione ai segnali e perdo la direzione e mi ritrovo in piccoli borghi sperduti dalle strade di ciottoli, santelle e chiesette che sembrano nascoste dalle piante, alla ricerca di un segnale stradale che mi riporti su strade conosciute.
E poi vedo un cartello che indica il Parco dell’Oglio Nord, entro ed inizio a girare per campi a non finire; dopo due ore comincio a pensare di aver perso la trebisonda e trovo una cascina abitata, sei o sette cani che mi corrono incontro abbaiando come forsennati, un contadino che mi guarda con uno sguardo tra la derisione e l’incredulo…. Praticamente ho girato in tondo per due ore, trentasette km tra canali da irrigazioni e coltivazioni di mais, stalle dimesse e lunghe strade bianche che sembrano non finire mai.
Praticamente il figlio, preso da compassione, mi guida col trattore fino alla strada provinciale… un grazie ed arrivederci e, finalmente, un cartello con scritto Chiari 13 km…..
Ussignur oggi non arrivo più!!!
Il bello è che ancora adesso mi domando come diavolo ho fatto ad arrivare dalle parti di Chiari se ero nella bergamasca, sono sicura di aver letto il cartello con scritto Gandosso ad un certo punto….
Bah!!!
Dopo quello che mi è sembrato un eternità vedo l’indicazione per la ciclabile dell’Oglio e la seguo fino a Capriolo, da li in poi verso il lago e casa.
Tradotto in tempi: 4h e 30 minuti in sella per 70 km.
Meno male che mi porto sempre lo zaino con due barrette e due soldi, prima o poi capiterà che mi perdo da qualche parte e dovranno venirmi a recuperare con l’elicottero…
La voglio rifare, tutta stavolta, con un minimo di organizzazione e cartina, seguirla fino alla Martesana vicino a Milano, ho già trovato tutte le info su internet.
Ho voglia di pedalare per ore e non fa niente se mi perdo tanto, prima o poi, la strada di casa la ritrovo.
Kathy Pitton

martedì 10 agosto 2010

Cross tra gli ulivi




Dico sempre che io con il cross country non centro nulla ma poi, immancabilmente, mi trovo a rompere le scatole a Gabry per il fattore K di questa o quella gara qua e la per la provincia e si sa che tra Brescia e Bergamo imperano le Xc appunto.
Cosi eccomi iscritta alla 2° edizione del Cross tra gli ulivi di Roè Volciano che mi dicono sia Vallesabbia ed io credevo Lago di Garda; sono in compagnia del nostro Xc man della squadra, lo Zambo nazionale, in crisi per il fatto che ha dovuto spolverare il cancello depositato in fondo al garage visto che ha rotto il telaio del suo cavallo domenica scorsa in Valtellina.
Alle sei e mezza del mattino, puntuale, eccomi al parcheggio a Camignone ad aspettarlo, arrivo, carico in macchina tutto l’ambaradan composto da ruote, bike e sacca e via, alla volta della tangenziale verso il Garda.
Niente traffico o quasi ed in poco tempo ecco la deviazione per Tormini e Roè, basta seguire le frecce ed ecco lo striscione della partenza, parcheggio facile e caffè in compagnia.
Giorgio mi viene incontro e mi consegna il premio di domenica scorsa, materiale tecnico per la bike, si chiacchiera un poco e poi via alla verifica tessere ed a preparare la bike per questa nuova pedalata.
Facce note, i campioni locali, alcuni con titoli europei ed italiani, un sacco di ragazzi e tante ragazze finalmente.
Poco alla volta questo mondo, che fino a pochi anni fa era prettamente maschile, vede apparire sempre più donne e sono tante le trecce e le unghie smaltate che si intravedono in griglia ogni volta, è cosi bello vedere quei visi giovani e determinati, anni fa ero sola o con poche altre compagne di avventura.
Dai che si pedala.
Salite toste, discese tecniche, so da subito che sarà fatica e sudore ma lo considero un gioco, una scommessa con me stessa e ci rido sopra.
Il primo gruppo parte alle 9.10, gli uomini alle 9.30 ed è meglio cosi, ci si sgranerà lungo il percorso e si rischia meno di dar fastidio quando passeranno a razzo.
Pronti via, asfalto e subito su in salita in una stradina con i sassi belli grossi dove devo fare l’equilibrista, poi giù sulla strada e su in paese per quella salita che non riesco a fare neppure a spinta quasi.
Trovo Laura in cima a farmi un po’ di tifo e Raffaella poco dopo che mi incita, mi scappa da ridere in queste occasioni: come diavolo faccio a fare quelle salite dove mi ribalto indietro????
Non ho mai imparato cavolo, faccio prima a scendere ed arrampicarmi; svolta su di un vicolo ciottoloso e avanti cosi fino al bosco ed a quel sentiero che non è brutto, parecchio tecnico magari.
Non mi ricordo di preciso ma ad un certo punto ho intravisto il lago sottostante ed il golfo di Salo… che bello! È la stessa vista che avevo lungo il percorso di gara della 6 ore del Golfo, non si dimenticano certi scorci e certi panorami.
Ci sono dei guadi e poi sento arrivare la moto del primo gruppo di ragazzi…..li lascio passare senza troppi problemi.
Poco dopo vedo che scendono…. E che discesa.
Corta, una specie di argine secco ed in piedi, per me insormontabile…mi hanno sempre spaventato questi ostacoli, forse alcune cadute di troppo hanno segnato corpo e cervello per cui li evito… ma devo scendere se voglio continuare ed allora aspetto che non ci sia nessuno e giu…..
Ma si dovrebbe sempre seguire l’istinto, lo so, ed infatti la paura mi fa toccare i freni e volo, letteralmente volo per aria, carpiato e capriola annessa con atterraggio non sul morbido ma sull’anca destra con un crac da paura……
Sento Eugenio che mi chiama, mi ha vista volare e si è preoccupato parecchio; gli dico di andare, sembra tutto a posto….Ezio subito dopo si ferma ma anche a lui dico di ripartire….
Avete presente quando muovi le dita dei piedi per vedere se funziona tutto e fai altrettanto con le mani… tutto ok sembra ed in quel momento passa Zambo che si ferma preoccupato ma gli urlo di ripartire, vai e finisci la gara, io stò bene credo…
Sono finita, nell’atterraggio, su di un cespuglio di spine ed ho le gambe che sembrano state attaccate da un branco di gatti selvatici ma sono più preoccupata per la botta all’anca…. Che male che fa e pedalare è un dolore unico.
Un pezzo a piedi e poi risalgo, ormai è andata cosi.
Dopo poco una salita tra gli ulivi e una lunga discesa parecchio in pendenza dove trovo Grazia a far foto ed in fondo tre addetti della Croce Rossa che mi disinfetteranno i tagli alle gambe….Ti ritiri??? neanche morta!
Piano piano passo accanto al traguardo per continuare il giro e finire la gara; la salita fino in cima alla collina e la lunga discesa bellissima tra le piante fino alla strada ed il traguardo.
Sento chiamare il mio nome e mi dicono di fermarmi, finita……
Arrivo alla macchia e lo scendere dalla bike e difficoltoso, fa male la botta, metto via tutto, mi cambio ed aspetto Mauro al ristoro ma dobbiamo esserci sfiorati, lui scendeva da una parte e d io andavo da un'altra perché, poco dopo mi chiama al telefono per chiedermi:” ma dove sei”??
Si saluta e si parte…. Grazie Zambo!! Sa che sono in servizio nel pomeriggio e che devo scappare come al solito per cui, avendomi dato un passaggio, deve scappare anche lui.
E’ stata una strana gara questa, mi è piaciuto il percorso, la zona è bella, sono solo le mie gambe che non centrano nulla con queste competizioni….ma il resto del mio corpo, il cervello principalmente, funzionano per conto loro ed allora eccomi qua, a smaniare sui tasti del pc per scrivere ed aver voglia di tornare in sella ed andare chissà dove… magari mi tengo quel volantino che mi hanno dato con il numerosi gara, che parla di una 1° edizione di una cross country sull’ altopiano di Serle, chissà com’è, non ci sono mai stata…..
Kathy Pitton