Un mese!!!! Roba da crisi di astinenza con tanto di ululati alla luna.
Era esattamente un mese che Valchiria dormiva nel suo angolino al caldo: bisogna riposare, hai fatto troppe gare quest’anno, alla tua età non devi esagerare altrimenti viene il mal di schiena….
A stare ad ascoltare tutti mi sento una vecchia bacucca da mettere in una casa di riposo che deve assolutamente appendere la bike al chiodo.
Ma stiamo scherzando?
L’ultima gara è stata la 6 ore Morenica a Vialfrè ( To ) il 19 ottobre scorso, il giorno dopo scarico un paio di ore e poi il nulla assoluto; il lavoro mi ha portato oltr’alpe per due fiere ma le gambe reclamavano e tutto quel star seduti, su e giu dagli aerei….
Oggi finalmente un giorno tutto per me o quasi: una bella giornata e all’una non c’è assolutamente niente che possa trattenermi, infilo le scarpette e via in bici.
La Riserva delle Torbiere sembra un altro mondo con i colori dell’inverno, poche foglie e quelle poche sul sentiero a fare da cuscinetto alle ruote smorzandone il rumore, attutendo anche quel fruscio che di solito mi accompagna nelle scorribande tra i campi.
Non ci sono più gli animali che, di solito, scappano al mio passaggio, hanno freddo e se ne stanno rintanati o sono volati al caldo fino alla prossima primavera: beati loro, fa un freddo!!
Un mese senza pedalare mi sembra un eternità e le gambe me lo confermano, mi stanco prestissimo ed in salita faccio parecchia fatica ma poi tutto rientra nella normalità, basta andare piano e le salite si affrontano e vincono, le discese si fanno magari non a manetta ma si scende.
E’ cosi gratificante veder scorrere ai lati dei sentieri i campi e le cascine, il vedere i contadini che preparano le viti all’inverno e mi salutano sollevando la mano e con un sorriso; quante volte mi hanno vista passare e quante volte ho chiesto loro dell’acqua perché la borraccia era vuota e mi chiedono ora se non ho freddo, se i ciclisti non vanno in letargo fino a primavera o se pedalano tutto l’inverno…
Credo che il sorriso dipinto sulla mia faccia risponda loro senza bisogno di parlare.
Incontro altri come me che, incuranti del freddo, pedalano sui sentieri della Gimondi ed il saluto nasce spontaneo tra i componenti di questa tribù a cui non tarpi le ali, anzi le ruote, neppure durante l’inverno.
Due ore solamente ma come si sta bene.
Torno a casa e dopo una doccia bollente decido che io in letargo non ci vado proprio e, tempo permettendo, gironzolerò per la mia Franciacorta in lungo ed in largo e magari scoprirò ancora qualche sentiero e proverò a seguirlo per scoprire dove andrà a finire.
Kathy Pitton
giovedì 20 novembre 2008
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