La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 27 giugno 2010

6° Franciacorta Bike… ed un gancio che rompe e si rompe!!!



A raccontarla mi scappa da ridere.
Ma al momento non è che abbia riso molto in verità e la voglia di scappare a casa e stendermi nella vasca da bagno con dell’acqua bella fresca è stata grande ma tant’è che sono un mulo ed è andata diversamente.
Cotta dalla 6 ore del Golfo e con nelle gambe anche la corsa di venerdì, alle sette e mezza metto la sacca in macchina e vado ad Erbusco, iscritta tempo fa e dai che la faccio lo stesso, stanca o non stanca.
Ritiro il numero ed uno strano chip che sembra una carta di credito da attaccare al manubrio della bicicletta, un caffè con Mauro Zamboni, un saluto a Carlo, Daniele, Mauro e Beppe ( che mi da un calcio nella caviglia grrrrrrrr) e sono pronta o quasi a partire.
In griglia vado in panico, sono dalla parte sbagliata della curva, quelli dietro partono come cavalli da corsa e mi travolgono di sicuro!
Meno male che c’è un ragazzo accanto a me nelle mie stesse condizioni e che mi lascia spazio a sufficienza per non cadere.
Pronti via.
Ghiaia subito, salita in paese e sblang…. Si rompe il gancio del reggiseno! E non mettetevi a ridere perché al momento quasi mi viene da piangere. Che diavolo faccio adesso?
Insomma dai, a 20 anni si può, a 50 no e se magari fosse piccolino ancora ancora ma siccome non lo è….
Invece di girare a sinistra per la prima salita tiro dritto con qualcuno che mi urla” Dove vai…”, arrivo ad Adro a casa di un amica chiamata concitatamente al cellulare, mi presta un salvadavanzale leggermente più stretto ma lo facciamo andar bene e me ne torno indietro, prendo il percorso ad un certo punto, mi fermo, ci ragiono un attimo, torno indietro e ricomincio tutto da capo.
Qualche addetto al percorso di gara avrà pensato che ero ubriaca, devo dire che alla fine lo ero, un po’ il caldo e la sete, un po’ la gara di sei ore di ieri e quella di venerdi non scherzava di certo… e se non sono fuori del tutto ultimamente non stò bene, insomma prendetemi cosi e pace.
Al ristoro con gli alpini che mi offrono un bicchiere di bianco fresco al posto dell’acqua mangio tre albicocche, bevo come un cammello e riparto….
Che strana Franciacorta Bike ho fatto, la ricordo a pezzi; so che un bel po di salita l’ho fatta a piedi, non riuscivo a salire, le discese le ho fatte piano e con attenzione ma la lucidità è rimasta nel letto stamattina per cui qualche derapata l’ho fatta, mi sono messa perfino a parlare con la bicicletta ad un certo punto del tipo: Valchiria portami al traguardo per favore che dopo ti lustro tutta, ti metto l’olio buono che ti piace tanto sulla catena e ti coccolo un po’…,
E il ragazzo che m è passato accanto quando dicevo ste cose qua starà ancora ridendo credo.
Mi sono messa anche a canticchiare ad un certo punto, fuori come un balcone.
Se poi scrivo che la parte di gara che ricordo più volentieri è stato il fettucciato prima di scendere nel parcheggio sotterraneo delle Porte Franche ma perché sapevo che presto avrei visto lo striscione con scritto “fine”, di sicuro qualcuno penserà che ormai sono irrecuperabile.
Traguardo, due bicchieri di the verde, un grappolo di uva e mi sono seduta in terra per aspettare gli altri, che non sapevo se già arrivati o meno ma è stata una tattica, dovevo sedermi e riposare.
Arrivato Beppe ma scappato subito, arrivato Zambo cotto anche lui visto che ieri è andato a segnare tutto il percorso del Rampigolem, Daniele già lavato ed asciugato felicissimo di averla fatta e finita entusiasta del percorso, Mauro contento e Carlo tutto elettrizzato.. beh devo dire che alla fine siamo tutti contenti.
Ma quando hai un tarlo che ti rode non stai bene ed era come mi sentivo io ed allora sono andata da Giangi, l’organizzatore, e gli ho detto cosa avevo fatto….. uscita dal percorso, rientrata, praticamente ho fatto 47 km anzi che 35 ma volevo essere onesta e come l’ho detto a lui l’ho riferito anche a quelli del rilievo tempo…..
Risultato?
L’onestà paga sempre.
Per me non conta il pezzo di carta che dice che ci ho messo tre ore o meno ma il fatto che c’ero, ho pedalato, ho sudato ma mi sono anche divertita.
Sono stanca certo, tre gare in tre giorni sono tante ma ho voluto provare a mettere in gioco durata e resistenza per “testare” me stessa, il resto conta solo per gli altri.
Ho lavato e lustrato Valchiria come promesso, ho messo tutto a lavare, mi sono seduta un momento a pensare e tirando le somme di questo intensissimo fine settimana non posso che essere soddisfatta.
Adesso riposo 24 ore e poi vediamo in che altro posto vado a cacciare il naso.
Kathy Pitton

6 ore del Golfo


Praticamente potevo dormire in macchina che era la stessa cosa.
Devo giusto cambiare le salviette e mettermi addosso un completo da ciclista pulito e partite, la bike è in macchina da ieri sera, sveglia presto che devo fare colazione e via alla volta del lago di Garda e di Salò.
Avevo chiamato Mirko dell’organizzazione per chiedere se potevo arrivare fino alla chiesetta degli alpini con il camper ma melo ha vivamente sconsigliato e, nell’arrivare quassu capisco anche il perché: devo risalire con la macchina lungo la ciclabile che da salò va a Lonato, stretta e molto ripida ed una volta arrivati in cima si gira in una sterrata molto sconnessa, faccio quasi fatica con la macchina, non so come l’avrei messa con il bestione di sette metri.
Non c’è ancora molta gente quando arrivo quassù e guardare il panorama è spettacolare, tutto il golfo di Salò si stende ai miei piedi… guarda il panorama Kathy và che è meglio, al percorso ci penserai dopo.
Verifica tessere, pacco gara corposo ed il tempo di bighellonare in giro con un nuovo amico, Fabrizio, bergamasco e ciclista per passione come me.
Avevo sbagliato a leggere la locandina ed ero convinta che la gara partisse alle 10 mentre sarà solo alle 11 che verrà dato il via; arrivano i ragazzi Slowbikers ( che ringrazio di cuore ancora adesso), abbiamo tempo per chiacchierare e per spaventarci del percorso… per quanto riguarda me naturalmente.
Trovo Big Luciano della Odolese e sembra che non sia passato nemmeno un giorno dalla 24h di Idro ed è lui a dirmi che lo scorso anno le salite erano più toste di queste… ma a me spaventa quella discesa tipo canalone, tutto pieno di sassi e con quelle curve strette a gomito che mi spaventano non poco.
Ma quello che mi lascia un po’ sconcertata è la zona cambio, un prato in pendenza con un percorso obbligato…credo di aver vinto il Premio Paperissima 2010 con i miei tentativi di fare il giro in sella, se non era uno era l’altro ma mi toccava fermarmi oppure facevo dei dritti pazzeschi…imparerò mai prima di appendere la bike al chiodo a curvare a destra senza schiantarmi????
Mentre preparo la bike arriva un camper piccolo e fa una fatica del diavolo a parcheggiare, meno male che ho ascoltato Mirko ed ho lasciato a casa il mio; ne scende una coppia, fanno la verifica tessere e mi si avvicina la ragazza: Ciao sei Kathy giusto?
E finalmente conosco Angela Angi, anche lei tra le conoscenze di Facebook ed ora non solo amica virtuale; due chiacchiere e scopro che non vorrebbe correre ma solo far da assistente a suo marito ma, alla fine, il richiamo della bike sarà irresistibile, si iscriverà all’ultimo momento e parteciperà alla gara.
Partenza stile Le Mans, pronti via e sono già in salita!
Le pendenze non sono da capogiro ma continue salite e poi il bosco con quel sentiero tracciato a lato di quello che è o era il letto di un torrente, arrivati in cima si gira in un campo ( e meno male che a furia di passare resta la traccia altrimenti sai che ridere la terra arata), e di nuovo su per una strada piena di sassi.
Non me la prendo, piano piano arrivo in cima e da qua il lago sottostante è ancora più bello; è anche una giornata fantastica, calda e soleggiata.
Poi si scende.
Ed qua vinco Candid Camera credo, per cui tutti i premi per le grandiose stupidate della televisione me li porto a casa: sterrato con un poco di ghiaia, da guidare, curva a destra sui bordi della quale ci sono quelle balle di paglia tonde grandi grandi… ed io mi ci infilo in mezzo per due giri di seguito prima di capire che devo impostare la curva prima di come faccio!
Meno male che dopo c’è solo un prato e non una scarpata. Robe de mac!!
Dai e dai finisco un giro ed inizio un altro, stessa storia, le curve le faccio diritte perché oggi mi gira cosi.
Il sole scalda e sebbene il percorso sia per la maggior parte all’ombra del bosco ben presto inizio a sentire la pelle del viso e delle braccia pizzicare, sosta acqua e crema solare e via per una latro round.
Al terzo passaggio le ragazze/compagne/mogli degli Slowbikers mi chiamano e chiedono se voglio mangiare con loro e mi offrono un piatto di riso freddo, verdure al vapore e torta salata!!!
Pranzo luculliano.
Grandiose, grazie ragazze!!!
E gira che ti rigira passa il tempo, faccio anche una pausa pisolino nel baule della macchina, ancora qualche giro e sosta panino dagli alpini.
Ultimo giro ed alle 16.30 decido di fermarmi, sono cotta.
Praticamente ho pedalato tutte le salite e le discese le ho fatte tutte a piedi, per cui una sei ore di tre ore sulla bici e le altre a piedi…più o meno.
La prima ha fatto 22 giri: stratosferica!!!
Angela 11 giri ed io 7.
Gli altri non lo so ma di più proprio non riuscivo.
Vado a fare la doccia e l’acqua è talmente calda da dar fastidio ma non riesco a rinfrescarla, hanno tarato le manopole cosi e non ci sono santi, resta calda a dispetto di tutte le giravolte che faccio fare al tubo ed ai rubinetti.
Adesso rido: sono sul podio, ho fatto un giro in più di un'altra ragazza e sono terza.
Quando finisco una gara di solito trovo un posto dove sedermi e penso a quello che ho fatto, a quello che magari impegnandomi di più avrei potuto fare, alle parole che mi si accavallano nella testa e diventano questi scritti e qualcuno me lo ha chiesto: hai già in mente un articolo Kathy???
Beh si, non è difficile; se poi guardo verso la vallata sottostante e vedo questo spettacolo come fai a non aver voglia di scrivere che mi sembrava di essere in una specie di paradiso?
Chissà giu sulla Gardesana che traffico essendo sabato pomeriggio, mentre quassù c’è il vocìo della gente e le risate dei bambini ed un poco di musica, nulla di più..
Mi dispiace solo di non aver portato la macchina fotografica, le foto col telefonino non sono poi un granchè.
Aspetto le premiazioni in una sorta di limbo tutto mio, due chiacchiere con Simona ed è ora di andate a casa.
Torno verso la macchina con un gran pacco di roba, stanca ma contenta di esserci stata.
Forse non ci tornerò a gareggiare ma di sicuro ci torno per ammirare il Garda dall’alto, stendermi in un prato e guardare le nuvole passare.
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton

Medioeval Night Race




Che bella!!!
Terza prova del circuito serale Night on Bike in un paese della provincia di Cremona, San Giovanni in Croce, ci metto un sacco di tempo per arrivare quaggiù e più di una volta ho pensato di aver sbagliato strada, una lunghissima tangenziale con un traffico praticamente inesistente, qualche trattore una volta ogni tanto e basta.
Non chiedetemi che strada ho fatto perché non lo so’….
Piccola parentesi: io adoro la Litizzetto e le sue battute all’acido corrosivo e quando fa una delle sue pubblicità in cui tira in ballo i navigatori che non dovrebbero parlare ma metter fuori una manina per andare a destra o a sinistra condivido in pieno… si perché io il mio non lo ascolto mai… lui dice “ girare alla prossima ed immettersi nella rotonda, limite di velocità a 45 all’ora…proseguire dritto per 5 km…” ed io ingrano la marcia e seguo il naso e faccio quello che mi pare ed arrivo quasi sempre a destinazione, è quel quasi che mi frega…; se il navigatore fosse vivo si sarebbe già suicidato da un po’…
Arrivo a destinazione, trovo un parcheggio piu o meno tattico a 150 metri dalla zona ristoro e ritiro il mio numero, il 902.
Saluti e baciotti a tutti, monto la ruota di Valchiria, distribuisco un po’ di volantini della Rampigolem in giro e faccio due chiacchiere col vicino di parcheggio che mi invita a provare il percorso con lui.
Arriva una ragazza che con un sorriso mi si avvicina e dice “Ciao!!! Sono Rosanna, tua amica su Facebook”.
Che bello però quando il tanto bistrattato mondo virtuale diventa realtà, è piacevole conoscere di persona le persone con cui condividi una passione e con cui “chiacchieri” ondine di mtb, gare, questo o quel percorso.
Ci avviciniamo al campo di gara ed alla partenza e che bello il palazzo del 1200 descritto dall’articolo su Pianeta Mountain bike; si dice che qua abbia vissuto niente meno che la Dama con l’ermellino dipinta da Leonardo da Vinci nel 1490, al secolo Cecilia Gallerani che qua visse con il “Bergamino” , Ludovico Carminati, feudatario del castello.
Il parco del palazzo poi è stupendo ed è in questo bosco che è stato tracciato il percorso di gara con il bosco a fare da volta, su sentieri che fiancheggiano un laghetto e tra costruzioni disseminate e nascoste tra le piante.
Alle 20 pronti via, a scaglioni di un minuto, gara di 40 minuti piu un giro, verso le 21 dovrei aver finito.
Mi piace, scorre veloce sotto le ruote ma rimanendo in dietro mi ritrovo nel polverone sollevato dagli altri; poi nel bosco mi guardo attorno e come sempre gli addetti al controllo fanno un sorriso, si chiederanno cosa ci fa una signora tranquilla in sella mentre gli altri si dannano l’anima.
Ma è solo guardandomi attorno che scopro che quella costruzione circolare attorno alla quale giriamo è un vecchio tempietto con tanto di colonne doriche; mi fermo a guardarlo mentre il fotografo mi dice “ ma Kathy….”!!!
E va beh dai, cosa cambia in fondo; poi c’è un pezzo di bosco che non ho ben capito, sembrava di essere nella giungla, sentivo dei versi, sembravano scimmie, poi dei suoni come quelli emessi dai pappagalli.
Forse sarà stato il caldo, però li ho sentiti tutte e quattro le volte che sono passata da li.
Eppoi quelle due salite da matti, un muro di 5 metri dritto come un fuso che non andavo su neppure a spinta e la discesa subito dopo, altri 5 metri a capofitto…..
E un giro e poi un altro e suona la campana per cui parto per l’ultimo.
Credo di essere ultima ma gli ultimi 15 minuti nel bosco sola sono forse i piu belli di tutti: la notte sta scendendo, le foglie delle piante secolari che già prima nascondevano il sole ora rendono tutto più scuro, intimo quasi.
Arrivo al traguardo con Matteo Pedrazzali che mi fa l’applauso e mi urla un brava, ultima del gruppo ma con intervista inclusa da parte di Alfio.
Lo so che agli occhi di tanti sembra cosi strano che intervistino me e magari non altri ma credo che sia il modo con cui vivo la mountain bike che mi rende non speciale, ci mancherebbe, però diversa, un pò fuori schema.
Di solito si corre per vincere o per ben piazzarsi, a me di tutta sta roba non frega niente, io pedalo e mi guardo attorno ed immagazzino nel cervello le idee e le immagini che i servono per assecondare la mia seconda passione, la scrittura.
Torno alla macchina, una lavata sommaria con le bottiglie di acqua minerale ed una salvietta, un cambio veloce e vado al pasta party dove mi aspetta un piatto di gnocchi al formaggio e la porchetta, che sono buonissimi…
Adesso forse capisco il nome del paese, San Giovani in Croce… è che in croce mi ci stanno mettendo me le zanzare, ne sono praticamente ricoperta!!!
Mangio velocemente usando il tovagliolo a mo’ di mazza ammazza zanzare, che incubo.
Ho le gambe che sembrano un colabrodo.
Va beh, ripartiamo dai che è ora. Voltando la macchina verso nord vedo i lampi verso la valle e lungo la strada qualche goccia di pioggia bagnerà il vetro, spero solo che sia un temporale di passaggio, domani vorrei fare la pazzia di andare a salo per una 6 ore.
Vediamo domani ok?
Adesso a nanna.
Kathy Pitton

domenica 20 giugno 2010

Sunset Bike 2010 …. tra diluvio e fragole.



Che volessi tornare quassù era chiaro, ne avevo parlato con i compagni di squadra e lo avevo promesso ai ragazzi di Pertica Bassa su Facebook ma speravo che il sole spuntasse da dietro le montagne della Valle Sabbia ma niente da fare, le previsioni davano acqua ed acqua è stata, a secchiate per di più!!!
Iscrizione ondine, tanto comoda che non cambierei col passato, spiedo e tavolo prenotato per sei, ci sarà anche Zambo con la tribù, al lavoro al mattino presto grazie al cambio turno con il collega Gaetano ed alle 13 sono a casa, un cambio veloce, Valchiria in macchina, sacca pronta, due farfalle al pomodoro per riempire la pancia ed alle 14.30 si parte per le coste e la valle.
Che la provincia di Brescia sia la pi estesa d’Italia d’accordo, ma per arrivare fin quassù ci vuole veramente tanto tempo e, da quando si legge il cartello con la deviazione per Pertica Bassa, si inizia a salire per quei tornantini stretti che sembrano non finire mai e sali e sali continuamente verso il cielo che nasconde il suo colore perché nascosto da batuffoli di bianco carichi d’acqua.
Nuvole talmente basse che ti avvolgono, è come se stessimo vagando per una landa nebbiosa che non finisce mai.
Che peccato non poter vedere quei campi inerpicati e verdi; intravedo le cascine e ed i vecchi fienili sparsi lungo i crinali, alcuni trasformati in case vacanza, altri ancora abitati da anziani che paiono senza tempo, donne con un fazzoletto annodato sotto il mento e uomini col cappello, seduti sotto il portico a guardare verso valle… chissà quali pensieri passano loro per la testa; e quelle poche macchine che incrociamo rallentano per far passare noi “stranieri”, quelli di fuori….
Eccola la in cima la chiesa del paese e, nel risalire l’ultimo tornante, dalla strada opposta sbuca la macchina di Mauro Zambo e famiglia, se ci fossimo dati appuntamento non saremmo riusciti ad arrivare assieme, sembriamo cronometrati al secondo.
Parcheggiamo lassu nel campo già reso pesante dalle piogge dei giorni scorsi e, sinceramente, spero di uscirne facilmente finita la gara, sembra già ora tutto un pantano.
Numero di gara da attaccare, le solite chiacchiere con quanti conosco ed il resto del tempo lo passo a preparare me e la bike per questa nuova avventura un po’ da incosciente: conosco il percorso. È duro, e con questa pioggia non sarà una passeggiata di sicuro…ma voglio finirlo il giro a costo di farlo a piedi e cosi sarà poi alla fine.
Conosco i miei limiti e queste gare sono fuori dalla mia portata ma la voglia di esserci è sempre grande ed allora accetto la sfida con me stessa, con la paura delle discese e , magari, con una buona dose di ironia verso gli sguardi di quanti un sorriso lo fanno nel vedermi ma a me va bene cosi, il resto conta ben poco.
Un attimo ed è già ora di partire…ed inizia a piovere più forte di prima; mi sa che ho fatto bene a mettere la giacca anti-acqua, tiene caldo e, sinceramente, visti gli 11 gradi che segna il termometro della mia macchina, non mi dispiace affatto anzi evito anche di bagnarmi la schiena.
Su per la salita fino alle fontane, poi nella stradina stretta che porta in centro al paese sempre in salita ed arranco già ma non mi fermo, fettucciato in salita rigorosamente a piedi con il ragazzo della moto che con una pazienza infinita mi segue piano piano; uno dei ragazzi della polisportiva che mi fa la foto “per la totale incoscienza” dico io….. o per il coraggio di provarci comunque dice lui….. eh ragazzi, dovete tenermi cosi!!!
Finita l’erba inizia la salta tosta sterrata, arrivo in cima ma lo scendere con quel viscido è una cosa diversa: a piedi che è meglio, giu fino ai gradini della chiesa dove più di qualcuno ha fatto un volo e dove mia figlia mi sorride dicendo” mamma stai stressando il ragazzo con la moto…”
Ed inizia la lunga salita fino al Granpremio della montagna dove c’è anche il ristoro idrico ed ecco in lontananza la moto del primo che arriva sparato; mi metto in parte, non voglio intralciare loro in discesa, vanno troppo veloci e per me non cambia nulla.
Ed è li che ho il tempo di guardarmi attorno: guardo giù come mi aveva detto Zaglio poco prima di partire “guarda Kathy, hai materiale per scrivere un tuo racconto…”.
Si è vero, nonostante l’acqua non dia tregua e cada sempre più forte, il guardare a valle ti da esattamente l’idea della bellezza di questo posto, non finirò mai di scriverlo e dirlo, sembra incantato; le nuvole basse non mi lasciano vedere il colore dei pascoli e dei declivi ma si stendono come veli da sposa rompendosi sulle cime, come impigliate da uncini invisibili e ti fanno sembrare tutto sospeso, ovattato, protetto ed il silenzio, rotto solamente dalle gocce di pioggia che cadono sulle foglie delle piante in fiore, sembra dirti… respira piano… non rompere quest’incantesimo…..
Ed è in questi momenti che mi rendo conto che nulla mi importa più di quanto vedo , di quanto sento e percepisco con ogni singola particella di me, e che le gocce che mi cadono sul viso sono parte di qualche cosa di molto ma molto più grande che ci circonda e che fa parte di noi, della nostra vita e del nostro essere.
Sempre in parte al sentiero, scendo piano per non scivolare ed all’incitamento di alcuni dei ragazzi che mi conoscono rispondo con un sorriso, con un “ tu vai… ci vediamo giu…”.
Mi fermo in una curva e cerco di star fuori traiettoria, è brutta e scivolosa ed ecco che vedo delle perle rosse che spuntano tra le foglie e l’erba…. Fragole selvatiche.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ne ho mangiate alcune e ricordo che ero in mtb in compagnia di un amico quando le abbiamo trovate; non posso non fermarmi ed assaggiarne alcune, lavate dalla pioggia incessante di queste ore.
E sarà mentre assaggio questo regalo della natura che mi passa accanto come una saetta Cristina Dusina e capisco che è meglio risalire in sella e scendere a valle.
Poco dopo imbocco l’ultima salita che porta al traguardo, lo passo con le parole di Bikeralf che mi salutano; ora cerco il viso di Elsa che vedo poco dopo sotto una tettoia ad aspettarmi…..
Una doccia calda per lavare via il fango ed un poco di stanchezza mentre Elsa trova il nostro tavolo prenotato e finalmente mi siedo, è finita anche stavolta, un solo giro ma era quello che pensavo di fare in fondo, nulla di più o di meno.
Arrivano gli altri, arrivano i panini con le salamine e lo spiedo e tra chiacchiere e musica, passa il tempo, iniziano le premiazioni e la serata si avvicina alla fine.
Ho portato con me una copia del mio libro con la foto dei Diavoli Rossi in copertina e ne regalo una copia a Manuel Bacchetti, Sindaco di Pertica Bassa ed organizzatore della Sunset… la foto ci ritrae proprio alla partenza della gara del 2008 e sono contenta che apprezzi il mio piccolissimo omaggio ma lui farà di più…. Mi farà salire sul palco e presentare questa mia “nuova avventura”, come la definisce Alfio Montagnoli, e mi farà omaggio di un pacco premio………
Un'altra copia la regalo a Giorgio el Medicano ed a Silvia con una piccola dedica ed in cambio ne ricevo un abbraccio ed un bacio.. che bello!!!
Non valgo un granchè come ciclista ma mi sono fatta un sacco di amici nel corso degli anni e non cambierei nessuno di loro con tutto l’oro del mondo.
Ho imparato ad amare questo mondo cosi tanto da considerarmi parte di esso e non ho proprio voglia di appendere la bike al chiodo…diventerei una vecchia brontolona, stresserei la vita a tutti e sarei decisamente infelice!
Alla prossima ragazzi

Kathy Pitton

domenica 13 giugno 2010

Coypus Cup… ovvero trofeo delle Nutrie, aerei compresi!!!



Dove diavolo vanno a cercarle non lo so ma di fatto un nome più strano di questo non lo potevano trovare, doppi sensi da parte dei maschietti presenti compresi.
Va beh comunque eccomi qua alla settima prova dell’Oglio Chiese Challenge in quel di Mezzane di Calvisano.
Quasi mi perdo tra le stradine della bassa e meno male che ho trovato un signore in giro presto in motorino altrimenti non la trovavo più questa frazione.
Parcheggio un po’ di traverso di fronte alla casa del prete ( lo scoprirò solo più tardi), numero 905 da attaccare alla bike, un caffè con due bustine di zucchero ed eccomi pronta in versione ciclista per passione.
Meno male che c’è Gaetano, un tesoro di collega che mi cambia volentieri il turno e posso correre la domenica mattina lavorando poi nel pomeriggio; per anni ho dovuto mediare i riposi festivi oppure prendere ferie quando volevo fare qualche gara nel periodo estivo e visto che sono quasi tutte d’estate potevo combinare ben poco!!! Non è che combini poi cosi tanto neppure adesso ma almeno ci posso provare un po’ più spesso e mi diverto un sacco.
Sento le altre ragazze parlare di argini stretti, fossi pieni d’acqua, un lungo single track dove sorpassare è impossibile…beh io decido che non provo niente, gironzolo senza meta qua attorno per scaldarmi un po’ e basta, avrò tutto il tempo che voglio per pedalare dopo il via.
Arrivano molti altri nel frattempo, alla fine saremo circa 120 alla partenza, ecco anche Ezio in compagnia di Eugenio che fanno “scarico” in questa gara dopo l’Mtb Race di ieri a Navazzo.
Purtroppo già prima della partenza della gara, in prova, un ragazzo si fa male sul serio cadendo dall’argine in controtendenza, cavolo mi dispiace ma non sarà l’unico oggi.
Via che si parte, chiamata nominale, griglie separate e partenza ogni due minuti; noi siamo le ultime assieme ai super gentleman ed è subito polverone, ma che polvere che non vedo più niente e mi entra nel naso ed in gola e dovrò bere mezza borraccia per riuscire a deglutire normalmente.
Da ora in avanti farò la mia gara in solitaria, senza fretta; un lungo tratto di strada bianca fino al bosco, il prato fino all’argine da scavalcare, di nuovo il sentiero nel bosco e qualche pezzetto di strada asfaltata, i campi coltivati da fiancheggiare in fila indiana e qualche ponticello di assi da superare eppoi eccolo quel sentiero di cui sentivo parlare: sconnesso, ci passi sopra saltellando, i sassi, le radici e la sabbia, da un lato la scarpata, dall’altro lato il mais e mi incito da sola: e dai kathy non mollare, hai fatto di peggio, e vedi di tirare fuori le palle, e non cadere e pedala che sei quasi in fondo……
I ragazzi addetti al percorso non sapevano se ridere o piangere!!! Però l’ho fatto tutto a manetta e niente tonfi.
Poi l’argine più largo con la ghiaia ed i sentiero che passa tra gli alberi, un poco stretto e devo stare attenta a non agganciarmi con il manubrio, i saltelli sulle radici, le moto che mi raggiungono e vediamo di non intralciare nessuno…
Piano piano finisco il primo giro e via per il secondo, stessa storia ma leggera deviazione e guado in un qualche cosa che sembra fango, letame di vacca ed acqua mescolati tra loro ed a giudicare dalle mosche che mi hanno inseguito fino al traguardo non credo di aver sbagliato di molto, un profumino che non ti dico però meglio quello dello smog di Milano.
Secondo giro secondo regalo.
Passando accanto al campo di volo del locale aereo club sento un vroooooooommmmmmmm dietro la schiena ma non è dietro è sopra…. Provate voi ad alzare la testa ed a vedere un aereo, che per piccolo che sia è sempre un aereo, che atterra nel campo accanto a quello che tu stai percorrendo in bicicletta; è enorme!!! E la mia testa che va già di suo da sola ha fatto tremila pensieri più o meno logici del tipo: adesso mi spiattella….. mi mitraglia………l’ala destra mi centra e mi taglia in due…….ma porco mondo stò qua doveva atterrare proprio adesso…….. e se perde il carburante e mi cade addosso???????
Lo so che sono pensieri senza senso ma diavolo mi sono un momento spaventata, solo un pochino dai; e poi li accanto c’è un tiro al piattello o al piccione non lo so ed il sentire tutti quegli spari un po’ mi ha inquietato . e se sbagliano mira????? Sono mica una quaglia io, magari un paserun gigante come dice il mio amico mezzo matto Super Mario ma non c’ho mica voglia di farmi impallinare ….
Torniamo seri e pedaliamo vah che siamo quasi alla fine del secondo giro e della gara per me ed ecco che sull’argine lungo il Chiese ( dove ho guardato anche le cascatelle artificiali ), nel sentiero con le piante a lato sento un: stai ferma li che passo a destra… ed un secondo dopo un'altra voce che dice passo a sinistra.. ed adesso che faccio??? Stavo anche saltellando su quelle belle radichette ed allora concentrazione, tieni ben salda la cavallina e sta dritta e pedala… uno per parte mi sono passati, praticamente all’altezza delle orecchie.
Certo che mi fanno prendere delle strizze…. E va bene che poi dicono Grazie Kathy!!!
Poi eccolo il traguardo, la gente che ti fa le feste ed è tutto finito e ti sembra appena iniziato.
Vado alla macchina, metto Valchiria nel baule e mi guardo attorno, nessuno in vista, mi tolgo velocemente la maglia fradicia di sudore e faccio per infilarmi la polo della squadra, alzo gli occhi e toh che c’è un tipo alla finestra che si sta facendo il segno della croce!! Ussignur andiam bene.
Una signora passa in bicicletta e mi dice: è la casa del prete……e va bene, dirà un rosario in più stasera, so mica cosa farci.
Due fette di melone al ristoro assieme ad un bicchiere di coca cola, non posso aspettare le premiazioni, di solito le donne ricevono sempre tutte un omaggio, stavolta devo rinunciare, il lavoro mi aspetta e devo fare parecchia strada fino a casa per rendermi presentabile ed infilare la divisa.
E’ stata come sempre una bella giornata, una gran bella pedalata da sola ma in compagnia di altre persone che come me amano la mountain bike e non hanno paura di sporcarsi un poco.
Guidando verso casa cerco di liberarmi delle mosche che inseguendo il profumino delle mie scarpe e della mia maglia, hanno deciso di emigrare dalle pianure della bassa fino sul lago utilizzando la mia macchina, cosi, tanto per cambiare aria….
Alla prossima ragazzi

Kathy Pitton

sabato 12 giugno 2010

1° Carpenbike-Night on Bike




1° Carpenbike in the night.



Ed eccola la seconda prova della Night on Bike!!
Carpenedolo, quasi non so dove sia, guardo la cartina della provincia di Brescia per scoprire che è dopo Montichiari e giu di la….
Venerdì al lavoro ed alle cinque pronti via, al volo a casa a cambiarmi ed a buttare la bike in macchina e girare verso la città e la tangenziale; sono poco più di 40 km ma il traffico è parecchio e, nello stare in colonna, guardo verso l’’autostrada e sono tutti fermi! Meno male che non ho ascoltato il navigatore ed ho tirato diritto altrimenti sarei li ferma, a guardare continuamente l’orologio ed a maledire i lavori in corso e le automobili incolonnate.
Un caldo afoso ed opprimente mi fa pensare che sarà una gran sudata stasera, non credo che nella bassa bresciana il vento spazzerà il percorso di gara e meno male che ho sempre una gran scorta di bottiglie d’acqua in macchina.
Fino all’ultimo ho sperato che venisse anche Beppe ma gli impegni di lavoro lo fatto tardare e fa delle levatacce mattutine che te le raccomando, del tipo che alle 4 ha gia fatto colazione, ingranato le marce al camion e caricato la frutta al mercato generale di Brescia…. Se mi sento ancora lamentare dei miei orari mi prendo a pedate da sola, giuro…..
Arrivo a Carpendolo e c’è un traffico pazzesco, non pensavo che fosse un paesotto cosi movimentato; parcheggio di fronte alla chiesa ed a piedi raggiungo la verifica tessere, saluto un po’ di gente e torno alla macchina per preparare la bici e mettermi le scarpette da ciclista.
Ho anche il tempo per un caffè prima di tornare verso l’arco della partenza e fermarmi a fare due chiacchiere con BikerAlf e regalargli una copia del mio libro con una dedica molto personale; mi ha spesso accompagnato con le parole durante le gare e mi piacerebbe accompagnare lui, magari seduto comodamente in poltrona, a fare due risate leggendo le mie storie… anche se alcune le conosce già!
Vorrei provare il percorso ma so che le salite sono spaccagambe e preferisco restare in piazza ed ecco che vedo sbucare una maglia come la mia… Beppe!!!!
E’ arrivato anche lui, senza avvisarmi di proposito, per farmi una sorpresa e scopro che, poco dopo, arriverà anche Daniele Costa; bella sta cosa, finalmente mi sento parte di una squadra che corre davvero… di solito sono in solitaria!!!
Detto fatto sono le sette e mezza e ci chiamano in griglia e pronti via, la rotonda in piazza e la prima salita in una stretta stradina; la gente a guardare incuriosita, alcuni a fare il tifo altri che forse non hanno capito che è una gara e che saltano a lato strada quando si rendono conto che arrivano i primi al volo…. Io no però, cavolo se è tosta la salita fino lassù al castello ma non voglio mollare mettere il piede a terra, devo arrivare fino in cima e cosi sarà… brava me lo dico da sola!! Mi sembra di aver scalato la Madonnina di Provaglio ed in cima mi ci vuole un momento per riprendere fiato ma non ne ho il tempo e subito dopo la strada bianca eccolo il tranello….un bel muro da scalare fino ad un monumento poi giu per delle scalette di legno con i tronchi che sbucano qua e la e poi su un'altra volta ed altre scale….
Sono morta!!!
Esco dal percorso tra le fettucce a piedi tra gli sfotto degli “amici” bikers” che mi urlano di salire in sella e le frasi incoraggianti di Catia ed io, sguardo fisso davanti a me ascolto nessuno, arrivo fino alla discesa su erba, la faccio a piedi e poi salgo in sella e scendo in paese piu veloce che posso!!! E dai che comincia il secondo giro.
Il fiato corto, il bip bip del cardio che sembra urlarmi “ ma che cavolo fai…” ma è bello sentire la voce di Beppe e Daniele che urlano Vaiiiiiiiii
Sembro quasi una ciclista vera.
Altro giro altro regalo, su fino alla cima e poi giu, il pezzo a piedi e piu in discesa fino alla piazza e si riparte… giri fotocopia l’uno dell’altro fino a quando non sento la campana che decreta il fine gara.
Sono già pronti i ragazzi, ora tocca a loro mentre io mi mangio fette di anguria per placare la sete e panino per la fame.. e che fame!
Ad ogni giro urlo il mio incitamento ai ragazzi, a Beppe che è partito con una ruota semi frenata ed a Daniele che sembra volare. Se avesse più tempo per allenarsi sarebbe un vero drago ma ha tanto tempo davanti a se per migliorare…. Vai Daniele, vola… tocca a te ora.
Sono le nove passate quando finiscono la loro gara ed assieme ci avviciniamo al ristoro, acqua e frutta per scacciare la sete ed il caldo ed aspettare le classifiche.
Due chiacchiere con Roby, il mio istruttore di spinning e ciclista con la C maiuscola e la serata passa cosi, tra amici che condividono la stessa passione.
Adesso si deve tornare a casa. Beppe inizia nuovamente a lavorare alla 4 del mattino, Daniele ha le sue piscine ed il campeggio da controllare ed io ho la sveglia che suona presto perché i miei battelli partono, gara o non gara della sera prima.
Lungo la strada ho però il tempo di vedere dove sta Calvisano perché domenica mattina, se va tutto bene, verrò di nuovo da queste parti… Valchiria ha voglia di correre e le sue briglie le tengo solo io.
Kathy Pitton

lunedì 7 giugno 2010

24h di Idro, una endurance un po’ cosi…..



Alle cinque in piedi, su dai che è tutto pronto, camper a posto e Valchiria ancora impolverata dalla corsa di ieri sera a Cavriana, sacche pronte, frigorifero pieno di cibarie varie, una cassa di acqua e di the freddo e via che si parte alla volta della Valsabbia ed il lago d’Idro e della sua 24h.
Ricordo ancora la mia prima endurance, tanti anni fa proprio su questo piccolo lago, sotto un diluvio universale e con talmente tanto fango che, una settimana dopo, stavo ancora togliendolo dagli angoli degli occhi. Ho ancora una di quelle vecchie maglie, una delle prima della mia squadra, l’ho lavata talmente tante volte ma le macchie scure che ancora si vedono sono di quel fango,non sono mai riuscita a toglierlo.
Era stata un impresa, vuoi per il fatto che non avevo mai fatto una gara del genere e non sapevo come gestirmi vuoi anche per il fatto che non avevo mai passato tante ore in sella.
Che bei ricordi però.
Ora, dopo anni, so come gestire la gara e me stessa, queste lunghe cavalcate mi portano a dover gestire fatica, fame e sete lungo un lasso di tempo dilatato dal tempo stesso anche se non sempre è facile farlo, in particolare quando l’età avanza, i kg in più non se ne vogliono andare e la sera prima te ne vai a fare una gara di Xcountry in notturna!!!
Alle sette del mattino sono già parcheggiata in posizione strategica per poter scappare domenica mattina presto, credo di essere tra i primi alla segreteria per il controllo tessere ed il ritiro del pacco gara e lo faccio anche per Zambo che arriverà più tardi.
Una passeggiata fino sul lungolago di Crone per ritirare il chip elettronico da tenere alla caviglia; è già molta la gente in giro, ferve l’attività tipica dei paddok di gara ed i ragazzi del gatto giallo si muovono frenetici qua e la…
Opto per un caffè seduta al bar ed ecco un ciclista molto particolare, il Dottor Formenti in sella ad una mtb dopo quasi un anno dal suo brutto incidente; è bello rivederlo in sella sorridente.
Il tempo sembra sempre volare più velocemente prima di una gara come se volesse dirti: Hey tu, muoviti e preparati che è ora…”
Incontro Ausilia Vistarini sulla sua mtb dalle ruote grandi e, poco dopo, Lorenza Menapace con uno splendido sorriso sulle labbra, stà decisamente meglio la sua spalla malandata se è qua pronta a dar battaglia a suon di pedalate.
Arriva anche Mauro Zambo, gli do una mano per la tenda e siamo pronti per il breefing capitani e per il primo piatto di pasta in compagnia del Gliso e della Grazia, armata di macchina fotografica.
Dai che è ora di partire, bike posizionate lungo il tracciato sotto gli striscioni di partenza e di corsa, in stile Le Mans… a piedi non di corsa, tanto avrò tanto di quel tempo per correre.
Vania e Patrizia a tenermi compagnia lungo il primo tratto fino all’inizio della salita che farò piu e più volte, molte delle quali a piedi.
E’ diverso il percorso rispetto allo scorso anno, alcuni tratti sono al contrario ed è quasi meglio visto che c’è lo spazio per sorpassare, anzi per farsi sorpassare visto che sono io quella che va piano!!!
Due giri all’ora, due ore di seguito poi pausa; le borracce si vuotano velocemente visto il sole a picco caldissimo che mi fa pizzicare la pelle, scotta cosi tanto che mi ritroverò con braccia, gambe e naso scottati.
E dire che la classica abbronzatura da ciclista mi faceva sorridere qualche anno fa, ora invece sono tutta a strisce e sembra che abbia i calzini bianchi anche quando non li ho.
Quante volte sono scesa lungo quel sentiero in single track fino alla cascata ed ho pensato di farci un tuffo dentro; e quante volte ancora arrivando sul lungolago e guardando tutte quelle ragazze in costume da bagno fare il bagno nel lago ho avuto voglia di farlo anche io….
Alle sei del pomeriggio ecco l’urlo di Super Mario che mi invita per la grigliata e non manca il solito abbraccio spiaccica costole che mi fa rimanere senza fiato.
Non andrò a quella grigliata ma farò compagnia a Zambo per una pizza!!! E dire che gli ho anche rotto le scatole sul fatto che siamo in gara e che non si mangia la pizza, cosi lui non l’ha mangiata optando per un piatto di pasta mentre io, oca giuliva, ho mangiato la pizza e di conseguenza ho avuto una lentissima digestione con conseguente sonnolenza e debug ciclistica totale!!!!
Alle 22.30 lui è ripartito per pedalare tutta notte o quasi mentre io ho pedalato nel letto del camper; che atleta che sono, una pollastra altro che balle!!!
La sveglia mi riposta alla realtà alle 4 del mattino, un caffè per cercare di svegliarmi un po’, una litigata furibonda con i cavi delle luci notturne e riparto in sella mentre il cielo si schiarisce poco alla volta.
E’ bello guardare l’alba pedalando, è un bel modo di riappacificarsi con il mondo.
Alle sei e mezza mi fermo per una doccia, un cambio veloce ed i saluti agli amici, la mia 24h di Idro si interrompe qua stavolta;alle 10 del mattino devo essere in servizio sul pontile di Iseo con una divisa che nulla ha a che vedere con quella da ciclista.
I colori della squadra li difenderà egregiamente Mauro per altre cinque ore e l’ironia della sorte è che lui macinerà decine di km ancora ma quella premiata sarò io, seppure non presente sul palco mi verrà assegnato il premio per la decima posizione tra le solorider femminili e sarà il mitico Gliso a ritirarlo per me.
Come sempre, quando torno da queste galoppate, dico a me stessa che è l’ultima volta, che non ne farò più…ma poi, sistematicamente, mi ritrovo iscritta a qualche altra gara e l’unica colpevole di questa o quella iscrizione è questa riccia e ciccia signora.
Ricordo una frase dettami in gara da un ragazzo di cui non ricordo il nome ma solo il viso: “ Chi vince Kathy, quello che arriva primo o quello che continua e va avanti con il suo passo?”
Non so dare una risposta esatta, so solo che, nonostante i pochi giri fatti ed i pochi chilometri percorsi io ho vinto, ma non quel premio tangibile bensì quelle belle emozioni, le sensazioni e l’assoluta ed impagabile libertà di essere me stessa.
Alla prossima avventura ragazzi
Kathy Pitton

Night on Bike- Cavriana





Non so chi sia più fuori, i ragazzi di Matteo dell’Emporio team che ne inventano una più del diavolo oppure io che, a ruota, li seguo in bike o quanto meno ci provo.
Era nell’aria da tempo questa novità ed eccola li, sulla homepage di Pianeta Mtb, quattro prove in notturna in centro abitato, nel cuore dei paesi tra stradine di ciotoli, giardini e violetti.
Ci vuole mica tanto a convincere Old Lady Kate e mi abbono al circuito, un poco per curiosità e molto per il fatto che, essendo di venerdì sera, non devo chiedere permessi al lavoro;
ma si deve fare sempre il conto con l’oste e se finisci di lavorare alle 17.30 e devi andare fino a Cavriana in provincia di Mantova devi correre, ma correre proprio tanto ed allora come si fa?
Si mette la divisa da ciclista sotto la divisa da marinaio sperando che non se ne accorga nessuno, carichi Valchiria e la sacca in macchina durante la pausa pranzo e via che si parte, imbocchi l’autostrada e tiè!!! Tutti fermi in colonna per lavori vari, vacanzieri in giro e traffico del fine settimana.
Andiamo bene.
Come faccio ad arrivare prima delle 19.00?
Appena riesco esco dall’autostrada e via lungo la tangenziale direzione Montichiari e poi giù di oi fino a Cavriana.
Parcheggio facile, verifica tessere con il sorriso di Matteo come saluto, due chiacchiere con Laura Moretta e Cristina Dusina, un saluto ad Alfio Montagnoli alle prese con microfono e casse ed è già ora di partire.
Mi dicono sia tosta…
E dopo 200 metri dalla partenza me ne accorgo da sola, stradine ciottolose e violetti rigorosamente in salita, discese velocissime con tanto di copertoni ammonticchiati per rallentare l’andatura dei più scalmanati, ghiaia dove devi galleggiare e la bici va dove vuole lei e non dove vorresti, un passaggio in piazzetta con un sacco di gente a guardare sti pazzoidi in mtb, due rampe di lancio da fare in apnea in salita ed altre in discesa che lascio fare agli altri e me le “scivolo giù” a piedi.
Un bel mix insomma, da fare e rifare fino al suono della campana che decreta l’inizio dell’ultimo giro al passaggio sotto lo striscione dell’arrivo.
Bella !!!
Non per me, (troppo “gnecca”) ma bella, mi sono divertita ed il risotto party alla fine è stato la ciliegina sulla torta.
E’ ora di sbaraccare Kathy, verso casa in un ora circa per dormire un pochino, ma solo un po’, anche perché alle cinque la sveglia suonerà di nuovo…
Chissà come mai non mi pesano mai queste levatacce quando c’è di mezzo la mia mtb…. Dai ora, a nanna, domani sarà un altra storia, una lunghissima storia di 24 ore in mtb.
Kathy Pitton