La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 13 giugno 2010

Coypus Cup… ovvero trofeo delle Nutrie, aerei compresi!!!



Dove diavolo vanno a cercarle non lo so ma di fatto un nome più strano di questo non lo potevano trovare, doppi sensi da parte dei maschietti presenti compresi.
Va beh comunque eccomi qua alla settima prova dell’Oglio Chiese Challenge in quel di Mezzane di Calvisano.
Quasi mi perdo tra le stradine della bassa e meno male che ho trovato un signore in giro presto in motorino altrimenti non la trovavo più questa frazione.
Parcheggio un po’ di traverso di fronte alla casa del prete ( lo scoprirò solo più tardi), numero 905 da attaccare alla bike, un caffè con due bustine di zucchero ed eccomi pronta in versione ciclista per passione.
Meno male che c’è Gaetano, un tesoro di collega che mi cambia volentieri il turno e posso correre la domenica mattina lavorando poi nel pomeriggio; per anni ho dovuto mediare i riposi festivi oppure prendere ferie quando volevo fare qualche gara nel periodo estivo e visto che sono quasi tutte d’estate potevo combinare ben poco!!! Non è che combini poi cosi tanto neppure adesso ma almeno ci posso provare un po’ più spesso e mi diverto un sacco.
Sento le altre ragazze parlare di argini stretti, fossi pieni d’acqua, un lungo single track dove sorpassare è impossibile…beh io decido che non provo niente, gironzolo senza meta qua attorno per scaldarmi un po’ e basta, avrò tutto il tempo che voglio per pedalare dopo il via.
Arrivano molti altri nel frattempo, alla fine saremo circa 120 alla partenza, ecco anche Ezio in compagnia di Eugenio che fanno “scarico” in questa gara dopo l’Mtb Race di ieri a Navazzo.
Purtroppo già prima della partenza della gara, in prova, un ragazzo si fa male sul serio cadendo dall’argine in controtendenza, cavolo mi dispiace ma non sarà l’unico oggi.
Via che si parte, chiamata nominale, griglie separate e partenza ogni due minuti; noi siamo le ultime assieme ai super gentleman ed è subito polverone, ma che polvere che non vedo più niente e mi entra nel naso ed in gola e dovrò bere mezza borraccia per riuscire a deglutire normalmente.
Da ora in avanti farò la mia gara in solitaria, senza fretta; un lungo tratto di strada bianca fino al bosco, il prato fino all’argine da scavalcare, di nuovo il sentiero nel bosco e qualche pezzetto di strada asfaltata, i campi coltivati da fiancheggiare in fila indiana e qualche ponticello di assi da superare eppoi eccolo quel sentiero di cui sentivo parlare: sconnesso, ci passi sopra saltellando, i sassi, le radici e la sabbia, da un lato la scarpata, dall’altro lato il mais e mi incito da sola: e dai kathy non mollare, hai fatto di peggio, e vedi di tirare fuori le palle, e non cadere e pedala che sei quasi in fondo……
I ragazzi addetti al percorso non sapevano se ridere o piangere!!! Però l’ho fatto tutto a manetta e niente tonfi.
Poi l’argine più largo con la ghiaia ed i sentiero che passa tra gli alberi, un poco stretto e devo stare attenta a non agganciarmi con il manubrio, i saltelli sulle radici, le moto che mi raggiungono e vediamo di non intralciare nessuno…
Piano piano finisco il primo giro e via per il secondo, stessa storia ma leggera deviazione e guado in un qualche cosa che sembra fango, letame di vacca ed acqua mescolati tra loro ed a giudicare dalle mosche che mi hanno inseguito fino al traguardo non credo di aver sbagliato di molto, un profumino che non ti dico però meglio quello dello smog di Milano.
Secondo giro secondo regalo.
Passando accanto al campo di volo del locale aereo club sento un vroooooooommmmmmmm dietro la schiena ma non è dietro è sopra…. Provate voi ad alzare la testa ed a vedere un aereo, che per piccolo che sia è sempre un aereo, che atterra nel campo accanto a quello che tu stai percorrendo in bicicletta; è enorme!!! E la mia testa che va già di suo da sola ha fatto tremila pensieri più o meno logici del tipo: adesso mi spiattella….. mi mitraglia………l’ala destra mi centra e mi taglia in due…….ma porco mondo stò qua doveva atterrare proprio adesso…….. e se perde il carburante e mi cade addosso???????
Lo so che sono pensieri senza senso ma diavolo mi sono un momento spaventata, solo un pochino dai; e poi li accanto c’è un tiro al piattello o al piccione non lo so ed il sentire tutti quegli spari un po’ mi ha inquietato . e se sbagliano mira????? Sono mica una quaglia io, magari un paserun gigante come dice il mio amico mezzo matto Super Mario ma non c’ho mica voglia di farmi impallinare ….
Torniamo seri e pedaliamo vah che siamo quasi alla fine del secondo giro e della gara per me ed ecco che sull’argine lungo il Chiese ( dove ho guardato anche le cascatelle artificiali ), nel sentiero con le piante a lato sento un: stai ferma li che passo a destra… ed un secondo dopo un'altra voce che dice passo a sinistra.. ed adesso che faccio??? Stavo anche saltellando su quelle belle radichette ed allora concentrazione, tieni ben salda la cavallina e sta dritta e pedala… uno per parte mi sono passati, praticamente all’altezza delle orecchie.
Certo che mi fanno prendere delle strizze…. E va bene che poi dicono Grazie Kathy!!!
Poi eccolo il traguardo, la gente che ti fa le feste ed è tutto finito e ti sembra appena iniziato.
Vado alla macchina, metto Valchiria nel baule e mi guardo attorno, nessuno in vista, mi tolgo velocemente la maglia fradicia di sudore e faccio per infilarmi la polo della squadra, alzo gli occhi e toh che c’è un tipo alla finestra che si sta facendo il segno della croce!! Ussignur andiam bene.
Una signora passa in bicicletta e mi dice: è la casa del prete……e va bene, dirà un rosario in più stasera, so mica cosa farci.
Due fette di melone al ristoro assieme ad un bicchiere di coca cola, non posso aspettare le premiazioni, di solito le donne ricevono sempre tutte un omaggio, stavolta devo rinunciare, il lavoro mi aspetta e devo fare parecchia strada fino a casa per rendermi presentabile ed infilare la divisa.
E’ stata come sempre una bella giornata, una gran bella pedalata da sola ma in compagnia di altre persone che come me amano la mountain bike e non hanno paura di sporcarsi un poco.
Guidando verso casa cerco di liberarmi delle mosche che inseguendo il profumino delle mie scarpe e della mia maglia, hanno deciso di emigrare dalle pianure della bassa fino sul lago utilizzando la mia macchina, cosi, tanto per cambiare aria….
Alla prossima ragazzi

Kathy Pitton

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