La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 26 marzo 2013

14° Aironbike



Eccola di nuovo.
Ed è la mia “scusa”per scendere nuovamente in Emilia col mio camper, fare la turista in solitaria con la bicicletta al seguito, far visita ad amici e passare del tempo con loro e divertirmi a rotolare nel fango.
Questa è, in somma e di fatto, il mio fine settimana a Guastalla.
Ma iniziamo da sabato mattina quando, dopo aver sistemato il tutto, parto alla volta dell’autostrada del Brennero e con i Pink Floyd a manetta arrivo a Pegognaga alle 11.30 del mattino, sosta obbligata ormai sotto minaccia che, se non mi fermo, troverò chiodi sparsi per tutti i campi gara mtb della ragione; pranzo in compagnia di Resia e Giuseppe, quattro chiacchiere in allegria davanti ad un piatto di lasagne superlativo e dopo caffé, dolce ed ammazza caffé, mi rimetto in marcia verso Guastalla dove arrivo verso le tre e mezza.
Parcheggio praticamente allo stesso posto da almeno 5 anni come se ci fosse una specie di prenotazione a mio nome e poco dopo sono al tendone a ritirare pacco gara enorme e numero di gara tra le risate e chiacchiere dei ragazzi dello Sculazzo.
Solo il pacco gara ripaga del viaggio fin quaggiù, un cotechino, uno zampone, una bottiglia di lambrusco, una salvietta grande in cotone, un uovo di pasqua, una scatola di preparato per dolci, una barretta ed una borsa porta oggetti da appendere….
Il cielo è grigio ed è tutto velato da una nebbiolina sospesa ma decido di farmi un giro in bike giusto per smaltire il pranzo.
Arriva fazione casali in bike per confermare l’invito a cena a casa sua e ci accordiamo sull’orario, passerà sua moglie a prendermi verso le otto e, partito lui, mi cambio, metto il casco, tolgo la bike dal gavone giusto in tempo per uno scroscione di pioggia dell’accidente!!!!
Torno dentro, mi asciugo, cambio nuovamente e mi metto giocare col portatile per far passare un poco di tempo.
Verso le sei meno venti suona il telefono, Alberto che mi chiede un favore, ritirare i pacchi gara di tutti gli amici perché non sa se arriverà in tempo visto che parte da Novi ed alle 18 chiudono tutto per cui si torna al tendone con la lista infinita di nomi e ritiro tutti i pacchi, ci metterò mezz’ora a trasportare tutto in camper e dopo mezz’ora a ri-trasferire tutto sulla macchina di Alberto che, nel frattempo, era arrivato a destinazione.
Due chiacchiere ed un caffè ed il tempo scappa con le gocce di pioggia sempre più pesanti che fanno da contorno alla conversazione.
Alle sette e mezza lui se ne va ed ar
riva la moglio ei fazione per la serata in compagnia, in cinque minuti siamo a casa loro ed inizia una bellissima e piacevole serata. Fazione si è dato alla “prova del cuoco” con un buonissimo risotto gamberi e zucchine, un pesciolino all’acqua pazza con verdure e patate, gelato, il vino seppur rosso l’ho portato io e devo dire che, alla fine, si sposava non male con il riso ed il secondo nonostante fosse pesce.
Ed il tempo è volato via con i suoi figli che parlavano e giocavano, le chiacchiere sulle bike e sui viaggi, la musica e tanto altro tra i quali il lavoro, la politica e tutto quel parlare che si fa tra amici quando non ci si vede da tempo. E dulcis in fundo Fabio si arma di chitarra, prima con un paio di assolo, e di tromba poi per passare infine al flicorno appena acquistato!
Suonerà a breve per una reunion con il suo vecchio gruppo e mi dispiace non esserci…. Ma chissà, magari riesco…
Verso le 23 mi riportano al campo base e vado a nanna con la pioggia che batte sul tetto facendomi compagnia.
La sveglia suona alle sette del mattino ma il continuo ticchettare della pioggia mi fa girare dalla parte opposta con la testa sotto il piumone, chi ha voglia di uscire al freddo con questo tempo, cavolo ma quest’anno di pioggia ne ho presa un bel po’ in bici, adesso basta daiiiii.
Alle otto arriva Alberto e con lui Raffaele e non so come o cosa tant’è che ci troviamo in sei sul camper tra caffè in bicchieri di carta, ciambelle divise a metà e fettine di crostata alla Nutella che gira sul tavolo, tutti li a guardare fuori sperando che la pioggia dia un attimo di tregua
Due decidono di non partire, io ed Alberto siamo parecchio indecisi mentre Raffaele sembra più convinto che mai ad affrontare fango, freddo e pioggia.
Alla fine si decide, partiamo!
Mi preparo, metto i Sali nella borraccia e mentre tolgo la bici dal gavone Alberto mi si avvicina e dice: io vado, mio padre non sta bene, devo partire subito.
Aveva gli occhi tristi, come se sapesse già ciò che sarebbe stata la conclusione della giornata, l’ho salutato ed abbracciato e mi sono avviata alla partenza sotto una triste e gelida pioggia battente.
Via che si parte, il solito pezzo di asfalto a velocità controllata e poi via tra argini, sentieri, strade bianche e ciclabili e fango, tanto, tantissimo fango.
Mi ero messa un sacchetto di plastica sul casco per stare all’asciutto in testa almeno un poco di tempo, avevo addosso un anti acqua lungo ma sono riuscita a bagnarmi fino al midollo, arrancando nel fango fino a sentire le mie vecchie ginocchia fare cric croc.
E l’ultimo discesone lungo l’argine fino nel bosco, dove cadevano a decine beh ho deciso che non lo facevo, sono tornata indietro ed ho fatto la scarpata con le pietre facendomi aiutare da un altro ragazzo che alla fine l’ha pensata come me… un altro volo no!!!!
E da li via verso il ponte famoso perché segnalato dall’Arci Gay come punto di ritrovo e nel fango ancora fino a 100 metri dall’arrivo dove passo sotto l’arco blu e dove mi fermerò, il secondo giro lo lascio fare ad altri, io do forfait!
Il caldo tepore del camper, lo spogliarmi fuori per non portar dentro chili di fango, la doccia prima tiepida per evitare i geloni alle mani ed ai piedi resi insensibili dal freddo e poi bollente per sentirmi finalmente al caldo, il vestirmi comoda e non invidiare per nulla i ragazzi fuori al freddo con le labbra livide e le mani gelate e reputarmi fortunata ad avere questa casa viaggiante che mi è costata un capitale ma che è di un comodo che basta!
Ed il pasta party, le premiazioni dove io naturalmente non centro nulla, il caffè in compagnia di un amico ed il lungo ritorno a casa lottando con il vento fortissimo che spingeva sui lati del mio bestione facendomi venir le spalle dure e dolenti lungo l’autostrada che mi riportava a casa, la triste telefonata di Alberto che mi comunicava la morte di suo padre ed un poco di tristezza ha avvolto anche me.
Ma ancora, nonostante questo, non penso ad altro che alla prossima volta, magari con un poco di fango in meno ed un po di sole in più ma ancora sui pedali, alla mia maniera, piano, magari con la macchina fotografica nella tasca posteriore della giacca tra gli sguardi incuriositi di quanti vedono questa old Lady che tribola da matti ma che riesce ancora a divertirsi.

Io ero la, io c’ero……

lunedì 18 marzo 2013

Pont to Pont- Visano



Terza prova del River e dopo aver ascoltato le previsioni del tempo che davano tempeste e fulmini tutta la settimana ed aver ogni giorno sorriso per il fatto che di gocce o di fiocchi non ve ne fosse l’ombra, eccomi alle sei e mezza del mattino a partire verso la bassa. Che sonno tremendo, stanca morta dopo aver passato la giornata in fiera a Milano con mia figlia alla ricerca delle ultime novità in campo bricolage ed aver dormito poco perché il mio amorino peloso ha deciso di non lasciarmi dormire miagolandomi nell’orecchio buono, avvio il camper pronto da ieri e parto alla volta di Visano. Deep Purple a manetta per svegliarmi del tutto e dopo una cinquantina di chilometri eccomi a Visano, seguo i cartelli di parcheggio e mi metto in una piazzetta con latri bestioni come il mio; sono un poco lontana dalla partenza e dalla verifica tessere ma resterò li anche perché, nel frattempo, mi hanno parcheggiato attorno delle macchine e non riuscirei ad uscire agevolmente. Ritiro il mio numero ed alla consegna del pacco gara opto per quello maschile… va beh che sono ciccia ma mettermi sempre delle maglie xs nel pacco uffa….. almeno la canotta da maschio mi va bene ed il paio di boxer mi fa ridere ma giuro che li metto, magari in palestra ma li metto...assieme alle calze rosa naturalmente! Si torna al parcheggio ed un amico biker bergamasco mi offre un caffè mettendomi in mano una banconota da  venti euro lasciandomi un attimo li a pensare a cosa dovevo farne….pago i caffè??? “No no, me li avevi prestati l’anno scorso alla Conca d’Oro e mi sono sempre dimenticato di renderteli” ed io che manco me ne ricordavo…. Adesso che sapete che non mi ricordo le robe però non mettetevi in fila a chieder soldi perché cadete male ragazzi! Poco dopo mi chiama Alberto e chiede dove sono scoprendo che ci si parlava al cellulare a venti metri di distanza l’una dall’altra, siam messi bene oggi, se questo è l’inizio chissà come finisce la giornata.Fa un freddo dell’accidenti ed in un messaggio di mia figlia scopro che a casa piove mentre un compagno do squadra mi manda un messaggio in cui scrive: qua nevica! Spero tanto che il tempo regga, il percorso  non è male ma gli argini bagnati sono un mezzo disastro per cui cielo sta su che poi piovi nel pomeriggio….Bike pronta, io anche e vai a fare due giri per riscaldare le gambe gelate, decido di mettere anche un anti acqua si sa mai ed almeno non fa passare l’aria gelata e mi tiene calda un po’ di più.E si entra in griglia; siamo in 450 e la partenza ogni volta mi spaventa a morte, basta un nulla per attaccarsi dentro e volare e di montoni di ciclisti a terra alla partenza ne ho visti nel corso degli anni. Due chiacchiere e poco alla volta i venti minuti passano e si parte per il lungo giro di lancio in paese di 9 km; poco dopo vedo uno dei ragazzi tornare indietro, il viso completamente segnato da una gran brutta caduta e mi pare giusto fermarmi un attimo per vedere se posso aiutare ed arriva l’ambulanza per cui riparto…. E pffffffffffffff!  Diavolo erano anni che non bucavo, anni davvero e sono terrorizzata di non saper più usare il fast mentre invece va a posto e seppur non con la gomma al top riparto in solitaria. Un addetto al percorso mi dice “ ma cosi non li raggiungi piu…” ma non sa che va bene cosi, che da sola non dovrò litigare nei single track e che non mi dispiace neppure un po’.
Passando per le cascine si legge uno striscione, Diego pedala con voi, ed i pensieri non possono non andare a quel ragazzone che ci ha lasciati non tanto tempo fa lasciando tutti senza parole e queste gare, questi percorsi sono dedicati a lui, alla sua memoria. Passo sotto l’arco blu e ricomincia il giro, quello lungo stavolta. Come ho scritto prima l’essere in solitaria non è poi cosi male, mi faccio i sentieri senza affanno, ho il tempo di guardare il fiume che scorre e di riconoscere percorsi e sentieri gia fatti in altre gare; se non ricordo male questa medio fondo è la somma di molte altre gare dell’Oglio Chiese, da un ponte all’altro, prima in un verso e poi nell’altro.
E mi piace perfino quel sentiero stretto con i tronchi sporgenti che di  solito mi spaventava ma essendo sola appunto non devo affannarmi per cercare di non intralciare altri concorrenti.
A dieci km dall’arrivo cambia tutto, mi supera Mariuzzo e qualche secondo dopo Fabio Pasquali e da li in poi, sempre per non rompere i maroni a chi alla classifica ci tiene davvero, farò alcuni pezzi a piedi accanto alle fettucce ma sempre nel percorso. Come qualcuno non fa però…. Certo è più comodo seguire la stradina sull’argine anziché zigzagare tra le piante lungo il fiume,  risparmi tempo e fatica ed al cartello di controllo 26 me ne passa uno davanti proveniente da quella parte, borbottando pure perché secondo lui ero io in mezzo alle scatole! E’ semplicemente una questione di onestà cosa che , a quanto pare, qualcuno dimentica spesso a casa con le buone maniere come chi, a più di mezz’ora dal primo, urla come un pazzoide scatenato perché vuole strada ed è ancora a duecento metri da te….ooooooooooo socio, Fontana li fa i mondiali da un'altra parte neeeeeeeeeee!!!!
Ma poi c’è la parte bella, i ragazzi che mi dicono  “non mollare”, o che passando  mi piazzano una pacca sul fondo schiena (e stavolta non ho capito chi fosse), Sonia che nonostante stia lottando per il podio passando mi chiama per nome o altri ancora che conoscendomi e sapendo che lascio strada passano ringraziandomi, questa è la mia mtb….
E c’è anche la parte brutta, antipatica e dolorosa, quella del pezzo di percorso a gobbe che una volta era l’arrivo della gara di Acquafredda, dove faccio un volo della madonna atterrando sulla spalla già segnata dalle cadute negli anni, ma quello che mi lascia sconcertata è stato l’addetto al percorso che pur vedendomi a terra in difficolta non ha pensato che magari mi servisse aiuto mentre i ragazzi e le ragazze man mano passavano chiedevano a gran voce se dovevano chiamare aiuto. Mi sono rialzata a denti stretti e ripartita seppur più lentamente ancora e sono arrivata alla fine anche se con un giro in meno in 2h 34 minuti. Due bicchieri di coca cola, due chiacchiere e via verso il camper , la doccia calda ed il sacchetto del ghiaccio per la spalla. Ripongo tutto al suo posto, mi rivesto e con Alberto che mi da un passaggio fino al pasta party mi avvio verso la zona premiazioni dove mangio un panino in compagnia e scappo verso casa accompagnata dalla pioggia che , per grazia ricevuta, non ci ha tormentato durante la competizione.
A casa ho tempo di leccare le ferite e curarmi con i miei kinesio tape, controllo Valchiria e scopro che la foratura era parecchio seria e forse un angelo ha deciso di darmi una mano facendomi arrivare fino al traguardo visto che il taglio nel copertone era di ben due cm ma ora ho tempo per rimettere tutto a posto, aggiustare la ruota e me stessa perché domenica si va a Guastalla e non mancherei alla Airon dei ragazzi Sculazzo neppure se cascasse il mondo!!!!


lunedì 11 marzo 2013

22° Fosbike


A questo punto credo che quest’anno il River sia caratterizzato dal fango, dalla pioggia e dalla neve!
Vero che ne abbiamo ancora tre ma dall’andazzo generale mi sembra che ne vedremo delle belle da qua in avanti, si perché la prima è stata rinviata per troppa neve, la seconda sembrava di girare per campi incollati dal bostic e la terza, la Fosbike appunto, sembrava una distesa di fango senza fine.
Comunque sia, io ci sono sempre, in particolar modo quando c’e da tribolare un po’.
Il fine settimana è iniziato sabato mattina con la partenza in direzione Pegognaga, le promesse le mantengo sempre e gli amici del campo terremotati mi aspettano sempre. Pranzo in compagnia di Resia e Giuseppe, Ivan e Mara arrivano poco dopo, Carmela e Sante sono li giusto per il caffé ed in un attimo arrivano le tre del pomeriggio ed è ora di raggiungere Carpi.
Ha iniziato a piovere ed al guardarmi attorno cio che vedo è una marea d’acqua! I campi a lato strada sono allagati, sembrano tutte risaie e conoscendo il percorso di gara mi vien male al pensiero.
Comunque il pensarci prima non risolve nulla per cui parcheggio al solito posto nel parcheggio poco distante dalla partenza, sistemo tutto e preparo il camper per lo stazionamento:
i residenti della via mi conoscono ormai, sono la “signora di Brescia che va in bici domani…” e mi salutano all’arrivo, come se facesse loro piacere che sia li.
Anni fa chiedevo se dava fastidio il camper parcheggiato nella loro zona anche se il parcheggio è grande ma sin da allora la risposta è sempre stata un sorriso ed ho perfino l’impressione che mi facciano da guardia sapendo che sono da sola.
Mi guardo un po la tele, leggo un capitolo o due e poi mi trasformo nella versione elegante di Kathy, abito nero e scarpe col tacco, ho un invito a cena da parte di un amico biker di queste parti.
Alby arriva alle sette, destinazione Bamboo per una cena a base di Sushi e sarà una serata piacevolissima tra chiacchiere e risate mentre attorno a noi il ristorante si riempie all’inverosimile.
Il cibo è fantastico e la compagnia anche.
Ma tutte e due abbiamo la gara domani ed alle 22 sarò a nanna col pensiero alla gara di domani, al fango ed alla pioggia che non ha ancora smesso di scendere.
Le gocce sul tetto mi fanno compagnia mentre mi addormento sotto il piumone.
La sveglia suona alle sette e mezza sebbene sia sveglia da tempo, un caffé per svegliarmi del tutto ed iniziamo a pensare seriamente alla gara di oggi vah….
Ha smesso di piovere ed il sole fa capolino nel grigiore del mattino di pianura, sembra perfino che ci sia un poco di nebbia sui campi circostanti… con l’umidità che c’è è quasi scontata no?
Verifica tessere tra le chiacchiere dei presenti, la comunicazione che per motivi di sicurezza il percorso verrà accorciato di un giro per il fatto che un ponte sul fiume Secchia è sott’acqua e che la Protezione Civile preferisce non rischiare che succeda qualche cosa.
Bene o male siamo tutti d’accordo e dopo aver girolato qua e la con la bike cercando di scaldarmi, mi infilo in griglia rischiando di cadere nel fango ancora prima di iniziare.
E meno male che i tre fossi che c’erano fino a qualche anno fa sono stati chiusi, sai che ridere uscirne in queste condizioni.
Ed ascoltiamo la musica, chiacchiero con Vania e Stich dei Kinomana e si ride, tanto anche… si perché Stich fa di tutto per rendere l’atmosfera allegra…. Il su e giù della sella telescopica con battutacce relative…….ed il suo “scodinzolare” le anche di qua e di la quando sente il nome della squadra Sculazzo………..insomma la voglia di ridere c’è, quella di pedalare un poco meno…
Alberto ha deciso di fare la gara con me sebbene lo sappia che vado piano e che sia il ginocchio che il polso destro i creano non pochi problemi a stare sulla bike ma io non mollo, non s ene parla proprio. Se mi segheranno tutte e due le gambe forse…. Vado piano e prima o dopo arrivo.
E via che si parte e già l’uscire dal campo della partenza è un cinema per me.
E sono gia con la scopa, che è in bici stavolta. Scopro che è un ciclista per passione che se ne va in giro per l’Europa in bici, su fino a Capo Nord, il giro della Germania o della Francia… come lo invidio…..
Ed inizia questa lunga e dura gara per me.
Dura da matti con tratti in cui non solo non riuscivo a pedalare ma sprofondavo nel fango, scivolavo e non andavo neppure a spinta.
Non so perché ma in un tratto durissimo con 15 cm di fango mi è venuta perfino una crisi d’ansia, avevo un groppo in gola ed ho trattenuto a stento le lacrime, il perché non lo so ma sono stata di un male per quei dieci minuti che basta.
Ma a testa bassa sono andata avanti cercando di uscire dal fango e di stare sull’erba come consigliato da Alberto e poco alla volta, dopo due ore e passa sono arrivata al traguardo, decisamente stanchissima. Avevo sete, avevo fame ma quello che desideravo di più era una doccia calda per togliermi di dosso chili di fango; perfino la mia bici credo pesasse almeno 10 kg di più!
E dopo la doccia sembrava tutta un'altra storia.
Il piattone di polenta calda, la bottiglia di acqua, la compagnia degli amici e scoprire che mi spetta un premio, che mi avevano chiamato sul palco ma ero a cambiarmi e mi presento da Stefano dicendogli “ credo di essere la decima…. Ed il premio è come sempre la gastronomia locale, un sacco enorme di prodotti che porto a casa con piacere.
Poi a casa scopro che in realtà ero nona ma va bene cosi ugualmente!
Ed arriva l’ora del ritorno, caricare tutto, spegnere gas e caldaia, salutare gli amici e partire verso casa dove arrivo quasi due ore dopo, dopo aver fatto due soste in autostrada per un caffè.
E ci vorrà ancora un ora per lavare la bike, mettere tutto in lavatrice e cercare di tornare ad essere la signora Kathy senza bici, seduta sul divano di casa a parlare con mia figlia di tutto e di nulla, pensando che però, come ogni volta, è bello sapere che la settimana prossima ci sarà un'altra pedalata da fare, da qualche parte…

lunedì 4 marzo 2013

Bostic X Bionic


Avete presente le big Babol, quelle cicche rosa giganti che facevano venir male alle mandibole a furia di masticarle? Ecco, spalmatele ben bene in quantità industriale sui campi e sulle strade e sentieri di Asola ed avrete lo scenario della 5° edizione della X Bionic!
Allora io già vado piano di mio, pedalo per passione e non per competizione anche se mi piace mescolarmi tra la folla dei ciclisti scatenati nelle gare della domenica, ma se mi trovo in un campo e non vado avanti perché sembra che ci siano una serie di gnomi del fango che con le loro manine mi tengono li, ancorata al terreno, non arrivo più….
Come ogni anno ormai è una consuetudine iscrivermi al River, ho fatto tutte le edizioni, anzi ancora prima, quando si chiamava Trittico del Po, e stavolta l’inizio è stata Asola anziché Pomponesco, causa neve a gogo sul percorso di gara.
Sono arrivata con il mio camper ancora sabato con l’intenzione di fare la camminata non competitiva dell’edizione zero della XBionic Run, parcheggiata lontano dal tendone per riuscire a dormire un poco di notte visto che li fanno festa fino a tardi ed i litri di birra si sprecano, farro regolare verifica tessere e ritirato il pacco gara e passo dal bancone accanto per iscrivermi alla Run non competitiva.
E mi danno le calze con la mucca come pacco gara!
Dureranno da Natale a Santo Stefano, me le fregerà Elsa di sicuro.
Alle tre meno un quarto, d’accordo con Luca Guarneri, che farà la competitiva, e sua mamma, mi presento alla partenza sotto l’arco blu e via che si parte, macchina fotografica in mano, per la passeggiata ecologica di circa 7 km.
Scattiamo alcune foto e piano piano si torna verso l’arrivo aspettando Luca e gli altri che hanno il percorso piu lungo; due foto, due chiacchiere e poco dopo me ne torno al camper per la mia serata in solitaria con la compagnia del computer e della tele che, non ho ancora capito perché, mi fa vedere tutte le pubblicità in italiano ed il film in lingua originale! O ma non riesco proprio a metterlo a posto e…..
Nanna agitata come ogni volta e la sveglia che suona alle otto del mattino; che bello, avrei dovuto alzarmi alle sei, guidare fino qua e fare tutto di corsa mentre invece cosi ho riposato due ore di più, sono già con la bike a posto ed il numero attaccato.
Tranquilla in pigiama preparo un the e faccio colazione vedendo altri che arrivano e corrono a ritirare numero e pacco gara; mi chiama Alby chiedendo dove sono e ci mettiamo d’accordo sul dove trovarci, vorrebbe fare la gara con me…. Tanto lo so che la farò da sola, vado troppo piano per lui.
Comunque alle nove sono pronta in versione mangiatrice di fango,due pedalate qua e la, la Giusy che arriva trafelata come sempre, altri amici ed ex compagni di squadra che passano veloci e salutano…. Tutto come sempre insomma.
E si va in griglia, la seconda per la precisione, posizione data dal fatto che sono iscritta ad un circuito, due chiacchiere con i vicini, due saluti a chi mi chiama ed è ora di partire. Lungo giro di lancio al contrario rispetto all’anno scorso e poi inizia il bostic.
Ma al primo giro non stai li a fare tanto la difficile no?
Si ripassa sotto l’arco della partenza ed inizia la gara vera.
1100 cavalli scatenati che ti passano anche sopra pur di passar davanti, la partenza è la mia preoccupazione maggiore, il terrore di quanti mi passano ad un centimetro e sentirti sfiorare dai manubri delle altre bici sapendo che se si cade qua è un macello ma si va avanti, anche troppo velocemente per i miei gusti. Se stai in mezzo al branco e vanno a 35 all’ora devi tirarti il collo altrimenti sei nei guai.
E poi inizia il lungo giro per campi, argini, sentieri, strade bianche e tanto ma tanto collante naturale sotto le ruote che mi sfianca.
Vero è che quest’anno di chilometri nelle gambe ne ho pari a zero, tra una cosa e l’altra il tempo per la bike non l’ho più avuto da settembre in poi ma questo terreno è davvero micidiale.
In alcuni punti non andavo avanti neppure a spinta e con me Ivan, un altro partecipante che era più spesso piede a terra che altro.
In alcuni punti i passaggi erano ridotti a sottili strisce di terreno asciutto largo una spanna, giusto il passaggio di una bici ed allora che faccio? Mi metto da parte, passo nello sporco per lasciare campo libero a quelli che vanno più veloci di me.
E ad un certo punto mi supera Morris che urla:” dai Kathy che ci piace tanto e facciamo un altro giro…”!
Non mi ricordo se gli ho detto di andare a quel paese ridendo o se gli ho risposto che neanche morta….
Ero cotta! Anzi no stracotta.
L’ultimo chilometro avevo le visioni di letti con materassi di piume, massaggiatore per la schiena dolorante e non riuscivo a venire fuori dal campo tanto che ne ho fatto due terzi a spinta ed il resto sui pedali e poi c’era ancora l’ultimo pezzo nel parco con quel dossetto che faccio ala disperata con Giovanni della Odolese che mi urla Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Sono arrivata che quasi stramazzo.
Mi sono avventata sul ristoro sperando di trovare della frutta ma non c’era e devo aver bevuto due litri di coca cola con la pia illusione che mi desse un poco di carica per pedalare ancora duecento metri ed arrivare al camper e farmi una doccia.
E mamma se stavo bene sotto il getto dell’acqua calda. Quasi mi scioglievo.
E poi il pasta party, le chiacchiere con gli amici, Leo Arici che si siede con me e gli chiedo degli italiani fatti ieri… insomma tutto quello che fa parte della giornata dopo gara.
E poi si torna a casa pensando che in fondo è stata una bella giornata nonostante il mal di schiena e le ginocchia doloranti, il polso destro che scricchiola e la stanchezza assoluta che mi assale lungo la strada facendomi rallentare.
Ed arrivo a casa, smonta tutto, togli Valchiria dal gavone, lava tutta la roba cosi asciuga bene perché la prossima gara non è poi cosi lontana ed anche se le previsioni danno acqua so gia che ci andro comunque.
E poi ci sono i miei amici, quelli che mi prendono in giro, bonariamente o meno, perché vado piano, perché peso troppo, perché nonostante tutto ho voglia di sorridere o rincorrere Cecco che tutte le volte mi supera mi da una palpata al fondo schiena…. Ma ti prenderò un giorno o l’altro ragazzo ed allora sarà sta vecchia signora qua a palparti… magari ridendoci sopra!
Alla prossima ragazzi.

sabato 2 marzo 2013

X bionic Run


Ci provo dai.
Certo non faccio la competitiva, non mi pare il caso, ma la camminata ecologica posso farla, sono poi solo sette km scarsi...
Elsa nn sta benissimo da alcuni giorni e tentenno un poco prima di partire ma sarà lei stessa dirmi : mamma vai fuori dalle balle ed eccomi a bordo del camper con bici al seguito, sacca piena e scarpette da ginnastica.
Parcheggio il bestione e vado al tendone dove ritiro il pacco gara per domani e mi iscrivo alla Run di oggi, calze con una mucca che ride come regalo e via.
Aspetto Luca ed Ornella Guarneri, si beve un caffè in compagnia e sono le tre, ora di partire.
Il correre non mi è congeniale, sono troppo pesante ma cammino veloce e tra due chiacchiere con Ornella e due o tre scatti della macchina fotografica si marcia veloci.
Faccio il tifo a Claudio e Luca, Anna che farà anche la gara di domani, e via che mi avvio al traguardo, senza fretta. Arriviamo giusto un attimo prima che Luca tagli il traguardo e la foto che lo immortala è bellissima, con un sorriso trionfale che ripaga della fatica e del sudore.
È stata una giornata diversa per me, di solito pedalo ma stavolta ho voluto camminare e non è così male in fondo. Ora riposiamo in camper un poco, domani mi aspetta la x bionic in bike, 50 km tra erba ed argini sperando non ci sia tanto fango.