Terza prova del River e dopo aver ascoltato le previsioni
del tempo che davano tempeste e fulmini tutta la settimana ed aver ogni giorno
sorriso per il fatto che di gocce o di fiocchi non ve ne fosse l’ombra, eccomi
alle sei e mezza del mattino a partire verso la bassa. Che sonno tremendo,
stanca morta dopo aver passato la giornata in fiera a Milano con mia figlia alla
ricerca delle ultime novità in campo bricolage ed aver dormito poco perché il
mio amorino peloso ha deciso di non lasciarmi dormire miagolandomi nell’orecchio
buono, avvio il camper pronto da ieri e parto alla volta di Visano. Deep Purple
a manetta per svegliarmi del tutto e dopo una cinquantina di chilometri eccomi
a Visano, seguo i cartelli di parcheggio e mi metto in una piazzetta con latri
bestioni come il mio; sono un poco lontana dalla partenza e dalla verifica
tessere ma resterò li anche perché, nel frattempo, mi hanno parcheggiato
attorno delle macchine e non riuscirei ad uscire agevolmente. Ritiro il mio
numero ed alla consegna del pacco gara opto per quello maschile… va beh che
sono ciccia ma mettermi sempre delle maglie xs nel pacco uffa….. almeno la
canotta da maschio mi va bene ed il paio di boxer mi fa ridere ma giuro che li
metto, magari in palestra ma li metto...assieme alle calze rosa naturalmente! Si
torna al parcheggio ed un amico biker bergamasco mi offre un caffè mettendomi
in mano una banconota da venti euro
lasciandomi un attimo li a pensare a cosa dovevo farne….pago i caffè??? “No no,
me li avevi prestati l’anno scorso alla Conca d’Oro e mi sono sempre
dimenticato di renderteli” ed io che manco me ne ricordavo…. Adesso che sapete
che non mi ricordo le robe però non mettetevi in fila a chieder soldi perché cadete
male ragazzi! Poco dopo mi chiama Alberto e chiede dove sono scoprendo che ci
si parlava al cellulare a venti metri di distanza l’una dall’altra, siam messi
bene oggi, se questo è l’inizio chissà come finisce la giornata.Fa un freddo
dell’accidenti ed in un messaggio di mia figlia scopro che a casa piove mentre
un compagno do squadra mi manda un messaggio in cui scrive: qua nevica! Spero tanto
che il tempo regga, il percorso non è
male ma gli argini bagnati sono un mezzo disastro per cui cielo sta su che poi piovi
nel pomeriggio….Bike pronta, io anche e vai a fare due giri per riscaldare le
gambe gelate, decido di mettere anche un anti acqua si sa mai ed almeno non fa
passare l’aria gelata e mi tiene calda un po’ di più.E si entra in griglia;
siamo in 450 e la partenza ogni volta mi spaventa a morte, basta un nulla per
attaccarsi dentro e volare e di montoni di ciclisti a terra alla partenza ne ho
visti nel corso degli anni. Due chiacchiere e poco alla volta i venti minuti
passano e si parte per il lungo giro di lancio in paese di 9 km; poco dopo vedo
uno dei ragazzi tornare indietro, il viso completamente segnato da una gran
brutta caduta e mi pare giusto fermarmi un attimo per vedere se posso aiutare
ed arriva l’ambulanza per cui riparto…. E pffffffffffffff! Diavolo erano anni che non bucavo, anni
davvero e sono terrorizzata di non saper più usare il fast mentre invece va a
posto e seppur non con la gomma al top riparto in solitaria. Un addetto al
percorso mi dice “ ma cosi non li raggiungi piu…” ma non sa che va bene cosi,
che da sola non dovrò litigare nei single track e che non mi dispiace neppure
un po’.
Passando per le cascine si legge uno striscione, Diego
pedala con voi, ed i pensieri non possono non andare a quel ragazzone che ci ha
lasciati non tanto tempo fa lasciando tutti senza parole e queste gare, questi
percorsi sono dedicati a lui, alla sua memoria. Passo sotto l’arco blu e
ricomincia il giro, quello lungo stavolta. Come ho scritto prima l’essere in
solitaria non è poi cosi male, mi faccio i sentieri senza affanno, ho il tempo
di guardare il fiume che scorre e di riconoscere percorsi e sentieri gia fatti
in altre gare; se non ricordo male questa medio fondo è la somma di molte altre
gare dell’Oglio Chiese, da un ponte all’altro, prima in un verso e poi nell’altro.
E mi piace perfino quel sentiero stretto con i tronchi
sporgenti che di solito mi spaventava ma
essendo sola appunto non devo affannarmi per cercare di non intralciare altri
concorrenti.
A dieci km dall’arrivo cambia tutto, mi supera Mariuzzo e
qualche secondo dopo Fabio Pasquali e da li in poi, sempre per non rompere i
maroni a chi alla classifica ci tiene davvero, farò alcuni pezzi a piedi
accanto alle fettucce ma sempre nel percorso. Come qualcuno non fa però…. Certo
è più comodo seguire la stradina sull’argine anziché zigzagare tra le piante
lungo il fiume, risparmi tempo e fatica
ed al cartello di controllo 26 me ne passa uno davanti proveniente da quella
parte, borbottando pure perché secondo lui ero io in mezzo alle scatole! E’
semplicemente una questione di onestà cosa che , a quanto pare, qualcuno
dimentica spesso a casa con le buone maniere come chi, a più di mezz’ora dal
primo, urla come un pazzoide scatenato perché vuole strada ed è ancora a
duecento metri da te….ooooooooooo socio, Fontana li fa i mondiali da un'altra parte
neeeeeeeeeee!!!!
Ma poi c’è la parte bella, i ragazzi che mi dicono “non mollare”, o che passando mi piazzano una pacca sul fondo schiena (e stavolta
non ho capito chi fosse), Sonia che nonostante stia lottando per il podio
passando mi chiama per nome o altri ancora che conoscendomi e sapendo che
lascio strada passano ringraziandomi, questa è la mia mtb….
E c’è anche la parte brutta, antipatica e dolorosa, quella
del pezzo di percorso a gobbe che una volta era l’arrivo della gara di
Acquafredda, dove faccio un volo della madonna atterrando sulla spalla già
segnata dalle cadute negli anni, ma quello che mi lascia sconcertata è stato l’addetto
al percorso che pur vedendomi a terra in difficolta non ha pensato che magari
mi servisse aiuto mentre i ragazzi e le ragazze man mano passavano chiedevano a
gran voce se dovevano chiamare aiuto. Mi sono rialzata a denti stretti e
ripartita seppur più lentamente ancora e sono arrivata alla fine anche se con
un giro in meno in 2h 34 minuti. Due bicchieri di coca cola, due chiacchiere e
via verso il camper , la doccia calda ed il sacchetto del ghiaccio per la
spalla. Ripongo tutto al suo posto, mi rivesto e con Alberto che mi da un
passaggio fino al pasta party mi avvio verso la zona premiazioni dove mangio un
panino in compagnia e scappo verso casa accompagnata dalla pioggia che , per
grazia ricevuta, non ci ha tormentato durante la competizione.
A casa ho tempo di leccare le ferite e curarmi con i miei
kinesio tape, controllo Valchiria e scopro che la foratura era parecchio seria
e forse un angelo ha deciso di darmi una mano facendomi arrivare fino al
traguardo visto che il taglio nel copertone era di ben due cm ma ora ho tempo
per rimettere tutto a posto, aggiustare la ruota e me stessa perché domenica si
va a Guastalla e non mancherei alla Airon dei ragazzi Sculazzo neppure se
cascasse il mondo!!!!
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