Non ricordavo il tempo di mettere le scarpe da corsa.
Che poi, correre è una parola grossissima, diciamo camminare che è meglio.
Vuoi che non ne posso più di stare sul divano, vuoi che alla tele non danno assolutamente nulla che mi interessa, le notizie sono sempre quelle, o crisi di governi vari, o guerra, o che diavolo di solite notizie che mi fanno solo che girare le palle.
Trovo sto volantino per puro caso, la conosco, l'ho fatta per anni, e da li a decidere di andarci è un attimo. certo due ripensamenti li ho avuti quando è suonata la sveglia alle 6.30 del mattino, unico giorno in cui avrei potuto dormire un pochino di più.
Ma mi sono letteralmente buttata giù dal letto, infilata maglia e scarpette e via verso Brescia, o meglio Cellatica. Ritrovo al centro sportivo, ritiro l'iscrizione, attacco il numero alla maglia e mi siedo in macchina un attimo aspettando la partenza.
vedo altre maglie orange ma mi sento poco in sintonia ultimamente; certo che è la mia squadra, ma la solitudine cercata dopo il Covid, il non star bene e la non voglia di stare con la gente mi ha messo un pochino nell'angolo....
Mi riprenderò.
Mi sento chiamare e vedo il mio capo che mi viene incontro, chiede che diavolo ci faccio li... beh capo, mica solo tu frequenti sto mondo. Certo lui fa maratone, questa gli serve da allenamento, io cammino, ma mi è sempre piaciuto, forse perchè i pensieri possono correre e vado al mio passo.
Si parte ed è subito caldo, tanto caldo.
Ma la strada scorre sotto i piedi e dopo un ora circa si entra nel bosco di San Anna, un poco di ombra finalmente. Da li all'arrivo poca strada, passo l'arco giallo, mi fanno pure una foto per i posteri e me ne vado al ristoro morta di sete.
Un pezzetto di dolce, il ritiro della mia bottiglia di vino, un saluto al capo arrivato trafelato di corsa, (lui ha fatto la lunga), e me ne torno verso casa.
e dopo anni, finalmente, riprovo quella sensazione di star bene con me stessa; certo non è più come anni fa quando, in bici, facevo cose fuori dall'ordinario per una signora age, ma sto bene ed è quello a cui puntgo.
Ed è un attimo decidere che da ora in poi, tutte le settimane, si torna ad infilare le scarpe da running arancio ed attaccare un numero sulla maglia, poi quando arriverò mi vedranno, con calma. Ma deve tornarmi quel sorriso sulla faccia, voglio avere le gambe che fanno male, di un dolore giusto, per aver fatto qualcosa per me stessa, per la mia salute, fisica e mentale.
Certo, so benissimo di arrancare, di non riuscire a correre, ma rinunciare significherebbe solamente perdere anche quel poco che fa star bene, magari qualche volta verrà mia figlia a farmi compagnia, ma anche se sola, troverò il modo di essere contenta.
Alla prossima.