La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 27 ottobre 2013

1° Mtb Fiera del Grana-Goito


Ti svegli da una lunga notte agitata, ( ho sognato che un albanese rubasse il camper con me dentro e mi svegliavo in un paese sconosciuto), sono solo le sei del mattino ma ti fai un caffé, mangi due biscotti, assetti il camper e parti per Goito, non è cosi distante da Commessaggio, sono solamente 28 km.
Una gara al giorno toglie il medico di torno… magari fosse vero ma stavolta ci voglio provare, due giri del percorso e bon, di più non faro’ di certo!
Arrivo a Goito, parcheggio il bestione poco distante dalla zona partenza e vado a prendere il numero; sono parecchi i volti che ho visto ieri e molti altri sono quelli che conosco, c’è il tempo per un caffé e due chiacchiere ma il tempo scorre veloce e le nove sono vicine per cui via a preparare la bici e me stessa per questa prima edizione della fiera del Grana.
La griglia schierata, i soliti curiosi che non sanno neppure cosa stanno guardando e fanno battute fuori luogo mentre chi invece di sto mondo fa parte li vedi e riconosci subito, i ragazzi che sembrano voler volare via ancora prima dello start ufficiale ed i giudici che faticano a tenere le griglie in ordine prima della partenza… e poi via lungo la strada seguendo il gruppo che si distende in una lunga linea colorata, la svolta nel campo ed il pedalare sull’erba pesante…. Ed è un attimo e scorri lungo la ciclabile e poi giu lungo un piccolo argine ed il bosco dove devi guidare tra le piante…. Bello, mi piace questo percorso.
Come ieri mi ritrovo a guardar in giro mentre pedalo e noto, al centro di un piccolissimo laghetto, degli aironi in cima ad un masso che emerge dall’acqua, stanno danzando in quella che è la loro sinfonia d’amore.
Bellissima!
Avrei fatto le foto se avessi avuto con me il telefonino.
E poi di nuovo sulla ciclabile e via verso l’altro bosco ed il traguardo e da qua inizia un altro giro.
Pochissimo il fango a dispetto del tempo bizzarro che ci ha accompagnato finora, forse solo 500 metri su di un percorso di 11 km e le ruote della mia bici si impolverano solamente.
Ed un altro giro segue al primo, fino al traguardo.
Il piacere di una doccia calda nella mia casa su ruote, un cambio veloce e due passi fino al ristoro dove riconsegno il numero e mangio un panino in compagnia e me ne stavo andando quando mi chiamano… le donne sono poche ed essendo quinta ed ultima mi spetta comunque un premio.
E me ne torno a casa con la spesa!
Ma non è questo che mi piace di questo mondo, è l’aria che si respira o semplicemente la voglia di fare ancora, nonostante tutto.
Dovrò stare ferma parecchio da ora in poi, il mio “involucro” ha bisogno urgente di una revisione ed ho alcuni interventi programmati e la preoccupazione non rilascia dormire tranquilla ma spero di tornare in sella tra qualche mese, con la stessa voglia di pedalare, scoprire, esplorare….
Come dicono i mie amici emiliani, tengo botta, non mollo…
Avrò la compagnia dei pensieri dei miei amici in questi mesi bui, gli amici veri, questo lo so ma comunque mi rattrista non poco poter solo accarezzare la sella di Valchiria senza poterci salire.
Anche lei dovrà per forza riposare aspettando la prossima primavera….
Alla prossima ragazzi!

lunedì 14 ottobre 2013

Master Confindustria


Master Confindustria

Proviamoci!
Prima prova di questo circuito mantovano che adocchio da anni ma che non ho mai fatto, si corre di sabato e sono a casa!
Fantastico, viste le poche occasioni che ho avuto durante la scorsa estate di pedalare ed attaccare il numero alla bicicletta per cui, camper sempre pronto a partire, sabato mattina mi avvio in solitaria verso la bassa in compagnia di un cd e dei miei pensieri.
La strada ormai la conosco a memoria anzi sembra che il camper vada per conto suo , mi rilasso alla guida e canticchio guardandomi attorno, non ho fretta ed arriverò per l’ora di pranzo.
Seguo le indicazioni datemi da Andrea per parcheggiare vicino al campo sportivo, tanto spazio senza intralciare niente e nessuno con il mio bestione su ruote, sistemo le solite due o tre cose che si fanno per la sosta e mi preparo un piatto di pasta, aspettando l’ora dell’apertura delle iscrizioni.
All’una e mezza sono al bar dell’oratorio, ritiro il mio numero, i bevo un caffè e torno alla “base” per preparare me e la bici.
Si parte alle tre per cui ho tempo per gironzolare attorno e con meraviglia scopro che questo paesino ha un torrazzo della famiglia dei Gonzaga del 1500, un fantastico ponte di barche che scende sul fiume e risale dalla parte opposta ( e quando ci passi con la bici sembra che le assi vogliano staccarsi da sotto le ruote ) e da qua parte la ciclabile Destra Po che porta a Venezia!
Gira che ti rigira è ora di partire.
Per categorie come al solito e le donne sono in fondo, cosa che a me non dispiace mai visto che sono lenta e se stò dietro non rompo le scatole a nessuno.

Via lungo la strada e giu in un campo, un susseguirsi di strade di campagna, pochissimo fango a dispetto di quanto mi aspettavo ed un bellissimo pezzo di bosco tutto da guidare che mi ha divertito non poco anche quando , per evitare di rompere le scatole a chi corre per la classifica, ho fatto un dritto attraverso i rami di una pianta che era li, in mezzo e che non si è spostata!
Due giri dei tre previsti per le donne con Elena Zappa che mi ha doppiato all’inizio del mio secondo giro… io più di cosi non vado ed in fondo mi piace cosi, senza troppi affanni, corro già per mille altri motivi, lavoro, casa, figlia, banche , posta, supermercato, lava e stira… per cui in bici mi prendo il tempo che serve per rilassarmi!
E poi l’ultimo giro l’ho fatto in compagnia di SupeerMario che, come sempre vista la mia “mole” mi urla Paserunnnnnnnn.
Come fai a non riderne?
Ed assieme faremo il risotto party dove lui mette il vino nel risotto ed io lo guardo sconcertata mentre bevo acqua ed il vino lo lascio nel bicchiere; mi accompagnerà al camper visto che è vicino alle docce del campo sportivo e, lavato e stirato, mi busserà per un caffè.
Una piacevole mezz’ora a chiacchierare delle sue gare fuori di testa, il Tour de Giant, l’Extreme Run e quelle robe li che durano tre o quattro giorni scalando montagne con altitudini mozzafiato, consumando scarpe da running ed arrivando stremati! Da un lato lo invidio per la costanza e la forza dall’altro lato lo considero matto come un cavallo da corsa ma se cosi non fosse non sarebbe amico mio!
E’ una carissima persona ed ha il potere di farmi sempre ridere.
Caffè e chiacchiere finite, ed è cosi gentile da riaccompagnarmi in paese col furgone, mi scarica in piazza e riparte alla volta di casa sua mentre io entro in una di quelle botteghe di paese a cui non sono più abituata visto che da me son quasi tutti megastore ed ipermercati.
Due panini, un etto di prosciutto tagliato al momento che mi sembra mille volte più buono di quello nelle vaschette del supermercato e me ne torno verso il camper non senza aver prima salutato i ragazzi del Team Rosa seduti in piazza forse a tirar le somme della gara da loro organizzata.
Mi aspetta una serata tra televisore acceso che non ho mai capito perché mi fa vedere i film solo in inglese e le pubblicità in italiano, le pagine di un libro e la notte che attutisce rumori e stanchezza. Dormo qua stanotte, domani attaccherò un altro numero al manubrio di Valchiria, pochi km più in la… non avrebbe senso tornare a casa per poi ripartire alle cinque del mattino…
Il gatto può stare a casa da solo per una volta.
Alla prossima ragazzi!

martedì 8 ottobre 2013

Urcis con variante Zio Willy




Prima iscritta 2013, l aspettavo con la trepidazione di una sposina novella e vado a combinar casini….. son da rinchiudere va!Cominciamo dall’inizio che è meglio. Preparo il camper una settimana prima, quasi ci dormo anche cosi mi preparo spiritualmente, venerdì dopo il lavoro corro a casa, metto su sacca, bici e due bigoli di pasta e via verso Orzinuovi.Uno penserà  “ ma se ci sono si e no 40 km perché diavolo ci vai il giorno prima”????
Perché l’atmosfera è unica, la compagnia superlativa, si ride, si scherza, si pedala, si beve la birra e si mangia lo spiedo e se vi pare poco siete messi male!
Parcheggio al solito posto a duecento metri dalla partenza, sistemo il bestione in modo da aver tutto in ordine e subito me ne vado alla zona arrivo ed al tendone dove mi bevo una coca cola, guardo attorno ed aspetto…. Ma arriva nessuno!
Me ne torno al camper ed ecco spuntare dal campo Charlye ed Ivan, un abbraccio e due chiacchiere e resto male nel sapere che stasera loro non ci saranno a cena; pazienza, cenerò da sola e leggerò un libro e cosi sarà infatti, due spaghetti, un po’ di televisione e le pagine di un bel libro mi fanno compagnia fino a tardi mentre sento passare sulla strada altre macchine ed altri camper che, come  me, arrivano molto prima della gara stessa, solo per il gusto di essere qua.
La notte passa veloce e sarà l’andirivieni di decine di persone che mi sveglia al mattino dopo, il messaggio di Lory che arriva per colazione e per fare questa gara dopo due anni di fermo ed un brutto infortunio che l’ha obbligata al busto per tanto tempo.
Le tre diavolesse della mia squadra che son qua per mantenere il titolo conquistato tre anni fa e mantenuto tutto questo tempo saranno in arrivo non prima delle due per cui mi faccio una mega moka di caffè ed aspetto che arrivi Lory portandosi dietro la sua immancabile allegria.
Ed eccola, carica tra borse e sacche, parcheggia poco lontano da me ed invade letteralmente il camper con le sue cose e la sua persona, un abbraccio dopo tanto tempo che non ci si vede, le chiacchiere immancabili tra una tazza di caffè ed una fetta di crostata, le notizie di figlia/marito/moroso/lavoro/varie ed eventuali e siamo pronte per andare a ritirare il pacco gara ed il numero; due spiegazioni sul come posizionare il numero posteriore sotto il sellino della bici e si va in trattoria prima per un caffè e poi per pranzare in compagnia davanti ad un buon piatto di pasta ed il dolce a cui non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare! Vicino a noi c’è un gruppo di ciclisti, alcuni li conosco di vista come conosco la squadra che…..punge…… e sento dei discorso che mi fanno letteralmente girare le palle!      Uno di loro afferma che “ non me ne frega un cazzo se nel single track ho davanti qualcuno, io non chiamo strada gli passo sopra…”.
E da questa affermazione si capisce che genere di deficiente sta parlando! Poi magari si crede un campione del mondo ma visto che arriva sempre dalle parti di metà classifica tutto sto sentirsi campione non lo capisco proprio.
Via che si torna al camper, purtroppo pioviggina, speriamo smetta presto. La partenza a differenza degli anni scorsi, non sarà in stile Le Mans ma dalla piazza di Orzinuovi visto che mezza Italia conosce sta gara ma i residenti del paese no… forse perché parte dalla frazione di Barco… sta di fatto che alle due e mezza tutti in fila dietro alla macchina apri pista e si va verso il centro per il saluto del Sindaco, un lunghissimo serpentone di biciclette che invade pacificamente il paese tra gli applausi della folla e gli occhi sgranati di chi non ne sapeva nulla. E tra andata e ritorno son 5 km, un discreto riscaldamento, per poi tornare verso Barco ed immettersi nel percorso vero e proprio e partire davvero per una gara lunga ed estenuante, o meglio, questi erano i piani!
Il primo giro va… fino alla variante Zio Willy! Una lunga serie di pancali in legno messi su di un sentiero credo per evitare il fango sottostante; unico neo è che passandoci sopra con le ruote infangate si è fatta una specie di patina stile nutella sporca di biscotti…. Ed io che voglio fare la ganza senza tener conto dell’ età mi lancio sulla variante e faccio tre pedalate tre… son volata per aria a stile libero con carpiato al ritorno, unico problema che peso io e pesa la bici che ha ben pensato di non sganciarsi dal mio piede sinistro!
Perso di aver bestemmiato in sette lingue diverse mentre mi tiravo su e mettevo in parte lasciando passare gli altri…. Con mezza chiappa di fuori per il pantaloncino rotto me ne sono tornata pedalando al traguardo, un uscita al volo verso il camper, cambio pantaloni e sono ripartita zoppicando….. altro giro altro regalo e nella discesa sul pratone in contropendenza  poco dopo la salitella ho ben pensato di farmelo di traverso scivolando fino in fondo! E li ho dato forfait.
Mestamente con la coda tra le gambe me ne sono tornata al traguardo, doccia calda al camper con constatazione dei danni e caviglia gonfia come un melone, kinesio tape a nastro ovunque, due fialette di concentrato d’arnica con una tazza di the e mi sono addormentata per due ore!
E poi a vedere l’arrivo degli altri, aspettare Lory e le ragazze, congratularmi con loro ed aspettare l’ora di cena con la tristezza dentro e cercare di sorridere lo stesso.
La cena tra due risate e le battute, l’applauso ai premiati, le foto alle compagne di squadra per la riconferma a campionesse del circuito e la serata se ne va velocemente tanto che sarà quasi mezzanotte e mezza quando torneremo al camper a riposare. Dormo il sonno dei vinti, agitato e poco ristoratore ma penso a cosa fare per guarire velocemente, voglio tornare in sella, voglio pedalare, voglio sorridere e forse già sabato prossimo c’è una garetta poco lontana da casa, forse, magari……
Alla prossima ragazzi!

martedì 1 ottobre 2013

Gimondibike 2013.... che nostalgia!

Non  c'e storia, gli attacchi di nostalgia sono sempre piu forti.
Ero in servizio durante la gara, dalle otto del mattino alle 14..... ma sentivo la musica del parterre di gara, e gli amici ciclisti e compagni di squadra venuti a trovarmi, chi a domandare come mai non ero in sella, altri che sapevano che non avrei gareggiato passati comunque per un ciao veloce...
ma la nostalgia canaglia, come diceva la canzone di tanti anni fa, mi ha preso lo stomaco e non ce l ho fatta!!! Alle dieci e 29 ho chiuso la biglietteria davanti ai passeggeri attoniti e sono corsa alla partenza, per vederli sfilare, per sentire l energia nell'aria, per incitare i compagni e gli amici...
Sono stata quasi male dalla rabbia!
lo so che non sono per nulla competitiva, che ormai, dopo tanti anni le energie se ne sono andate ma quelle sensazioni, quelle emozioni mi sono rimaste incollate alle mani e sulla pelle.
Le gare che ho fatto questa stagione sono state per cosi dire "tranquille", belle a modo loro naturalmente... ma la gara di casa resta la gara di casa, quello sfilare tra due ali di folla che ti chiamano per nome, che ti fanno sentire parte di qualcosa.
Ho aspettato i ragazzi al traguardo, li ho abbracciati, mi sono complimentata con loro ma dentro mi sentivo vuota, inappagata...
Mi manca la Gimondibike, mi manca da morire.