La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 25 febbraio 2013

13° Memorial Massetti -Leno

Quasi quasi facevo prima con le ciaspole al posto delle ruote!
Hanno rinviato il River per troppa neve a Pomponesco ed io che faccio?
Vado a farne un'altra come se di neve non ce ne fosse anche qua e parto alle sei e mezza del mattino in una tormenta fitta che ricopre tutto tanto che la tangenziale sembra una pista da fondo.
Intonsa, immacolata, una distesa bianca dove non solo non è passato ancora nessuno ma neppure uno spazzaneve che dovrebbe passare no? E dire che sono giorni che nevica per cui non è tutta sta novità….. va beh, procedo a passo di lumaca col bestione di 4 tonnellate eppure, nonostante la stazza e le ruote gommate da neve qualche volta sento che “scoda” ed un qualche spavento me lo prendo.
Leno non è molto lontano da casa mia, una quarantina di chilometri o poco più e decido di passare da San Zeno, strada che conosco che poi continua lungo una larga tangenziale; di solito ci arrivo in una mezz’ora abbondante, stavolta arrivo dopo più di un ora ma vedo che molti altri sono prudenti lungo il percorso, non ha senso rischiare di schiantarsi solo per andare leggermente più veloci.
Arrivo, parcheggio, accendo il riscaldamento ed il boiler e mi avvio verso la verifica tessere passando tra cumuli di neve marcia e pozzanghere che non riesco ad evitare tanto è che ben presto ho i piedi fradici nonostante le scarpe invernali.
Siam tutti li con quel “parto o non parto”, anche Leo Arici tentenna…… non promette nulla di buono!
Conosciamo il percorso, sappiamo che si passa in campi arati che gia son duri asciutti, zuppi di neve gelata sono un mezzo incubo e nonostante sia in pianura quei due strappetti di due metri in piedi stile muro mi preoccupano non poco, non per la salita ma per la discesa! Cado nel fosso accanto di sicuro!
Va bene, o si o no ed opto per il si.
Vesto pesante perché vado piano, soprascarpe per cercare di non congelarmi i piedi, guanti termici, sono un bambolotto di strati di maglie ma il freddo è micidiale ed anche se pedalo qua e la per tenermi calda e la crema riscaldante stia facendo il suo lavoro, batto i denti dal freddo; tanti altri sono nelle mie condizioni e bastano dieci minuti per ritrovarsi con i piedi congelati e doloranti per i geloni nonostante le calze tecniche da neve e gli accorgimenti presi ed il pedalare qua e la no aiuta tanto.
La partenza si fa un poco attendere, prima partono i ragazzi e poi tutti noi, un groppone di 120 persone che hanno deciso di sfidare freddo e neve che, alla partenza, scende copiosa e spessa. Forse hanno avuto ragione gli altri 130 che non si sono presentati al via nonostante fossero prescritti alla gara ma come sempre se non siam fuori non ci vogliono.
Pronti via e comincio a pedalare ma non ci penso neppure un attimo a star dietro al gruppo anche perché non ci riesco proprio; un giro dell’ippodromo e mi ritrovo alla partenza, passo e via…… ma mi trovo una transenna e mi dicono “ vai di la…”!
Giro e mi ritrovo sul percorso ma qualche cosa non quadra visto che la moto che ho dietro il culo è quella del primo e non dell’ultimo come dovrebbe essere!
Ussignur mi hanno fatto deviare prima della conclusione del secondo giro di lancio dell’ippodromo, ed ora che faccio?
Pedalo.
E mi sento la voce di Fabio Pasquali dietro la schiena che chiede strada ed avrei pianto dal nervoso per essere in mezzo alle balle del primo ostacolandolo.
Ci sono rimasta cosi male.
Faccio sempre di tutto per non rompere le palle agli altri che corrono per il posto in classifica ed il ritrovarmi in mezzo senza averne colpa mi è dispiaciuto un sacco davvero.
Mi fermo, faccio passare tutti e mi accodo alla fine, dove è il mio posto.

Quanto fango, quanta neve e quanto di quel pantano odoroso dato dal letame gelato dove sprofondavo fino alle caviglie.
E dire che pago anche per fare sto cose qua, devo avere proprio un qualche problemino a livello corticale, non potrei essere come tutte le signore di 50 anni ed una sporta di virgolette che va a fare shopping al centro commerciale,beve il caffé con le amiche al bar, prepara l’arrosto con le patate la domenica……………. Mi sta venendo l’orticaria a scriverlo, figuratevi a farlo…..
No no meglio fango, freddo, gelo e letame che almeno rido un po’.
Ne farò un gran bel pezzo a piedi, in sella quando riuscivo ma rigorosamente nel percorso.
Nel boschetto dove l anno scorso ero caduta malamente rompendomi la spalla stavolta non ci fanno passare e li trovo un gruppetto di persone tra le quali il Jo della Odolese in versione spettatore con la solita cresta sulla testa, simpatico il ragazzo….. ed io continuo a piedi.
Gli ultimi km li faccio in sella, solo all’ingresso nel ippodromo non riesco proprio e spingo.
Ed anche se un addetto al percorso mi indica di passare sotto la fettuccia per tagliare il pezzo nel fango dicendomi “ Kathy a te lo concediamo” mi rifiuto e dico Cristo farò anche un giro solo ma lo faccio tutto e giusto.
Perfino il traguardo lo passo a piedi ma io sono contenta cosi.
Sono letteralmente ricoperta di fango, sono congelata e sono felicissima di avere il camper, caldo e confortevole dove posso finalmente riscaldarmi e massaggiare i piedi blu semi congelati fino a farmi male pur di riattivare la circolazione, passeranno due ore prima che smettano di pulsare.
Il ristoro è una manna dal cielo con il the bollente, penso di averne bevuto due litri mentre saluto le ragazze e chiacchiero con altri li attorno.
Un po’ di parapiglia perchè hanno fatto le classifiche mettendo le junior tra le master cosi che Sonia, arrivata prima, si ritrova terza dietro alle ragazzine che hanno fatto un giro mentre lei ne ha fatti tre ma poi si aggiusta tutto, guardo le premiazioni e me ne vado verso casa stanca, semi congelata ma sinceramente contenta.
Non era in programma questa gara sebbene la faccia da anni, solo il fatto che ne abbiano rinviata un'altra a cui ero iscritta in circuito ha fatto si che continuassi la tradizione di questa gara invernale che affronto sempre nello stesso modo, alla mia maniera cioè ridendoci sopra.
Fin quando riusciro a divertirmi sarò presente, dopo non so ancora, mi inventerò qualche cosa di alternativo ma pur sempre in movimento, stile pendolo, in un moto all’infinito…..
Alla prossima ragazzi.



lunedì 11 febbraio 2013

1° Fantecolo Bike

Ho appena messo via le ciaspole, praticamente sono ancora a Borno che la sveglia suona ale sette puntuale.
Quasi mi inciampo nel gatto sulle scale scendendo per farmi un the, meno male che ho sempre la roba pronta dal giorno prima altrimenti mi dimentico sempre qualcosa.
E stò sorseggiando il mio tazzone di liquido ambrato che il  cellulare inizia con le note di Per elisa di Beethoven, Dado che mi chiede: ma dove sei?
A casa in pigiama perchè?
ma non dovevamo trovarci a Fantecolo alle sette e mezza?
Alle otto e mezza!!!!! è dietro l'angolo e poi fa freddo....
Parto in macchina alla volta di questo paesino dietro la collina, parcheggio in piazza accanto al furgone di Dado ma non vedo un anima in giro, mi viene un dubbio.....
Certo che perdersi a tre chilometri da casa lo so fare solamente io, chiedo al primo chepassa a piedi e scendo la strada che porta al campo sportivo dove, ovviamente, ci stava anche la mia macchina ma si vede che avevo voglia di fare un pò di strada a piedi!
Alla verifica tessere c'è una lunghissima fila e mi toccherà pazientare non poco prima che arrivi il mio turno assieme a decine di altri ragazzi.....ma ad un certo punto mi girano le balle!!!
Sento i ragazzi davanti a me che brontolano ed al momento non capisco bene ma poi mi spiegano: uno, che conosco per di più, passa davanti a tutti, mette la sua tessera in mano ad uno di quelli dietro il banco delle iscrizioni e se ne va non facendo la fila, come se noi fossimo tutti scemi!!! ma cristo aspettare anche tu no è??? ma chi sei, il campione del mondo? e credo che neppure Fontana o Zaglio, che il titolo lo hanno, farebbero cosi.....
Cominciamo bene.
Lo so di essere una rompicoglioni ma non posso farci nulla, dico quello che penso e punto.
Allora veniamo a noi.
La gara è durissima, tosta da matti a detta di tutti i ragazzi che l hanno provata, Dado, Mauro, Giusy.... però voglio provarci ugualmente e non solo per il fatto che sono iscritta al circuito, chi vincerà lo so praticamente gia da ora, ma il gusto di provarci mi ronza sempre dentro la testa ed allora ci provo.
Sarebbero due giri più il lancio, sono sicura che ne farò uno solo e so anche che Dado mi fara compagnia.
Gironzolo li attorno per scaldarmi un poco, mi piace vedere Giusy e Diego schierarsi in griglia, sorrido all'arrivo di Beppe finalmente in sella alla sua mtb raggiunto poco dopo da Mauro Zambo anche lui in bici, giusto il tempo di salutarli e via che si parte lungo la salita che porta in piazza con la moto subito dietro al culo.
Inizio a scendere ed all'imbocco del campo dove Grazia è ferma a fare foto sono già ultima ma vedo i ragazzi da lontano e non  me la prendo più di tanto, neppure per un momento mi salta in mente di voltare la bike e tornare alla macchina, un giro ho detto che facevo ed un girò farò!!!!
Si incrocia uno dei sentieri della Gimondi, si sale lungo la strada del cimitero, mi affiancano i ragazzi della Monticelli Bike quando faccio un tratto a piedi, un paio di battute che ormai non mi fanno più arrabbiare ed ecco sbucare Ghigo che mi accompagna per un pezzetto.
Io vado avanti anche se piano piano e ad un certo punto giro lungo la mulattiera sbagliata! cioè la direzione era giusta ma ero nella stradina più alta rispetto a dove dovevo essere...ussignur cominciamo bene.
Ne sento su una carretta dal Bettoni che mi aspettava alla chiesetta degli alpini ma andiamo avanti va che è meglio. Iniziamo a salire, un pò in sella un pò a spinta e devo dire che molti sentieri non li avevo mai fatti; sono tosti, erti ma grazie al cielo il fango si è asciugato e si può viaggiare bene.
In uno dei punti più in alto troviamo un gruppo di nostri ex compagni di squadra a fare il tifo ed in quei sentieri mi metto in parte e lascio passare la moto che ho sentito in lontananza che segnala l'arrivo dei primi concorrenti. Farò buona parte di quelle tracce in altura a piedi e mi dispiace non averli fatti in sella perchè sono bellissimi e la vista di cui si gode è spettacolare ma i ragazzi corrono veloci ed il sentiero è stretto, preferisco farmi da parte e lasciarli passare, è giusto cosi.
Incrocio perfino dei vecchi amici, Pierangelo ed Andrea della vecchia compagnia di Timoline e ci facciamo due risate anche se solo per un momento.
Il tempo passa tra tratti in sella ed altri a spinta lungo dei sentieri talmente in piedi da mettermi ansia e vedere tanti salire sui pedali ma tanti altri a spinta mi fa sentire meno vecchia ed incapace.
Ma alla fine torni giu e da lontano vedi lo striscione sulla strada e vedere il giudice corrermi incontro e dirmi : ero preoccupato.....mi fa pensare che sarò anche ultima ma qualcuno si preoccupa del fatto che ci sia o no.
Un the caldo al ristoro, riconsegno il numero, ricevo in cambio il pacco regalo con le palline di gomma con cui faccio giocare il mio dolcissimo gattone nero e me ne torno alla macchina per riporre tutto e tornare a casa.
Agli occhi di tanti capisco di apparire strana o fors'anche ridicola ma probabilmente loro non hanno mai provato una passione grande, tanto grande da far di tutto per mantenerla.
Ho poi sempre adorato le "prime edizioni", ne ho fatte tantissime nel corso degli anni e questi saranno i miei ricordi, le storie che forse un giorno racconterò a degli eventuali nipoti se mai ne avrò, oppure resteranno quelle immagini che custodisco gelosamente negli album ma ancor più nella testa a rendermi serena.
E stavolta lo devo scrivere: Gliso hai fatto un lavoro immane, il percorso è bellissimo nonostante la durezza ma lo spettacolo di vedere il lago e le torbiere da un lato e dall'altro la campagna ed i vigneti sottostanti era veramente incommensurabile; penso inoltre che se il Gliso non ci fosse probabilmente dovremmo inventarcene uno.....sai che noia altrimenti.
Alla prossima ragazzi.

Passeggiata con la luna in Val Sorda

Siccome non ho mai nulla da fare le ciaspolate sono tutte mie!!!
Mi piace da matti girare per monti con le racchette da neve ai piedi e visto che come ciclista valgo un fico secco ed ultimamente ancora di neno visto che stando in ufficio 9 ore al giorno devo aspettare primavera per poter uscire qualche ora di seguito a pedalare, mi dedico a questo sport alternativo.
Ed il silenzio che trovi vagando per monti è impagabile, esattamente come quando gironzolo per boschi in bicicletta.
Certo alcune ciaspolate hanno più di 4000 partecipanti ma ve ne sono ancora alcune poco conosciute oppure paesini piccoli e faticosi da raggiungere dalla pianura per cui ti ritrovi in qualche centinaio solamente e ben presto il gruppo si sgrana lungo i sentieri ed i prati innevati e resta solo il rumore dei passi con le ciaspole che affondano nella neve.
A Borno c'ero già stata los corso anno in compagnia di amici e mi era piaciuta talmente tanto che cis ono poi tornata durante l'estate con Alberto e Dado per rifare lo stesso percorso in mtb, raggiungendo il Rifugio Lorenzini e scendere dal lato opposto della montagna con una forma di formaggio nello zaino...una a testa ovviamente!!! e le risate me le ricordo ancora con la gente ferma al rifugio che si domandava da che diavolo di parte fossimo arrivati e che si uni alla nostra allegria a suon di calici di rosso!!!
E trovo di nuovo la locandina nel web e decido di tornare lassu'.
Chiamo Baby e Francesco ma questa volta non possono, restiamo Iveta ed io e stranamente, per la seconda volta di seguito, Dante che stavolta ciaspolerà con noi, non restando al bar ad aspettarci!
Finisco di lavorare alle 15.30, corsa a casa, qualcosa sotto ai denti e via verso la valle per arrivare a Pianborno alla Croce di Salven.
Parcheggio lungo la strada innevata e ghiacciata e l'ultimo pezzo a piedi, iscrizione sul posto visto che non abbiamo bisogno di ciaspole a noleggio e che per la cena ci arrangiamo da soli e abbiamo giusto il tempo per mettere quegli strani arnesi ai piedi che è gia ora di partire.
Incontro con piacere un sacco di amici, Alessandro e Cristina, Ramona con il suo compagno, gente di Iseo che ha deciso come me per una serata alternativa.
Via che si parte lungo un erto sentiero innevato e da li, per quasi due ore, si continuerà a salire fino al grande prato dove si trovano le indicazini per la Val Sorda ed il Rifugio Lorenzini.
Da li si vede la baita dove ci sono musica e thecaldo, vin brulè e torte, biscotti e sfongada, quel pane tipico della Valle Camonica che cosi spesso ho comprato per mia figlia.
Ci si ferma un attimo, due chiacchiere e presto si inizia a scendere facendo attenzione a dove si mettono piedi e ciaspole per via del ghiaccio.
Un altra ora passa prima di vedere le luci dell'arrivo dove ci aspetta musica e the bollente.
Piano piano si scende verso la macchina, si toglie tutto, si mette in ordineed iniziamo a scendere verso Ossimo dove ci fermeremo a cena in una pizzeria e, tra chiacchiere e battute, arrivano le dieci e mezza.
E' ora di tornare a casa ed ho voglia di caldo e morbido, il mio letto, anche perchè guardando il temometro che segna meno nove ho i brividi nonostante il riscaldamento della macchina sia al massimo.
Domani mattina mi aspetta un giro in bike con Dado alla Fantecolo Bike del Gliso, sarà gnecca come un biscio incavolato lo so già ma il bello è volerci provare nonostante ciò.
la sveglia la metto alle sette tanto sono a tre chilometri dalla partenza ed un attimo dopo mi addormento tra le braccia di un Morfeo amorevole che mi farà riposare un poco.
Ma so già che, nonostante tutto, l'anno prossimo ci verrò ancora.
Alla prossima ragazzi!


martedì 5 febbraio 2013

Corso France Guillain, per guarire con metodi naturali

Quando i malanno si fanno sentire, per depurare il corpo ad ogni cambio di stagione il metodo France Guillain  aiuta tantissimo.
Argilla verde ventilata, in opportune dosi, può depurare, guarire situazioni come mal di gola, mal di stomaco, problemi urinari......

lunedì 4 febbraio 2013

2° Xc Parco dello Strone




Dai dai dai, su forza su che la sveglia è suonata da un po’, non ho pronto nulla e devo andare fino a Bettegno, frazione di Pontevico e non mi ricordo la strada.
Una corsa giu per le scale a prendere maglie, divisa, casco e scarpe, butto tutto in macchina, quasi dimentico la ruota davanti della bike, bevo al volo un goccio di the caldo e via verso la tangenziale di Brescia; ricordo che devo girare verso San Zeno ed andare in direzione Manerbio, e Bettegno deve essere da quelle parti in mezzo ai campi.
Ed infatti dopo 45 minuti circa ecco il cartello che indica Pontevico e poco dopo la segnaletica “Vignalonga” creata dal Gliso anni fa e che ormai tutti conoscono, strada dritta e macchine parcheggiate a destra e sinistra, il solito colore delle gare e mi sento a casa.
Ciaspolata o no del sabato sera io la domenica mattina me ne sto un gran bene in sella a Valchiria, magari la prendo più come una passeggiata che altro ma va benissimo cosi, ormai mi conoscono e mi lasciano fare. Verifica tessere, un caffè in compagnia e me ne torno alla macchina parcheggiata a bordo strada, mi do una sistemata e preparo la bike, monto la ruota davanti che quasi dimenticavo in garage, le gomme sono a posto, mi infilo scalda-collo, berretta, casco e guanti ma mi accordo di aver dimenticato i guanti cavolo.
Va be’ pazienza, tanto lascio passare tutti e cosi le gocce riportate di fango non mi arriveranno in viso; ma ho dimenticato anche la borraccia stamattina… chissà dove avevo la testa, magari ancora a letto a dormire! Penso anche che siccome fa freddo berrò poco e tanto mi fermerò al ristoro a bere the caldo per cui no problem, pedaliamo e bon!
Due giri li attorno per scaldarmi un attimo ed il sole è davvero piacevole nonostante la temperatura sia decisamente rigida; lo scorso anno c’era tantissima neve ma stavolta si è sciolta lasciando delle pozzanghere enormi, sarà da ridere passare su quel terreno, meno male che il campo arato verrà bypassato altrimenti sarebbe stata una bella scommessa passarvi attraverso.
Pronti via, con il giudice ancora in mezzo alla strada che quasi lo tirano sotto e ci sarà anche una caduta alla prima curva, meno male che sono i ragazzi in coda altrimenti sai che ammucchiata sarebbe stata ma l’importante è che nessuno si è fatto male anche se le cadute in mtb sono praticamente comprese nel prezzo delle gare.
E via per le strade fangose cercando di evitare le pozzanghere più profonde ma poi decido di passarci dentro, mi viene sempre questo trip giocherellone ed un po’ fuori di testa… poi magari guardo gli spettatori, non molti in  verità, che mi guardano con una faccia tra il sorpreso ed l’ilare… qualcuno mi dice anche “dai signora…” e si perché si vede lontano un chilometro che sono vecchiotta ormai… ma che bello però sentirmi praticamente all’asilo tutte le volte che pedalo nel fango! Due giri mi spettano come donna e due giri faccio, alla mia maniera naturalmente, facendo gli argini a piedi quando non ce la faccio, mettendomi in parte quando arriva la moto che segnala il primo concorrente che è Fabio come sempre, ormai Super Turbo Fabio per tutti. Ed arrivo al traguardo scortata dal Gliso in bici con macchina fotografica a spalle come sempre, un goccio di the caldo per lavare il fango dai denti e via alla macchina cercando di togliermi di dosso maglie e calze bagnate.
Il panino al bar dopo aver cercato di lavare la bike almeno un poco, una coca cola tra due chiacchiere con Elena Zappa che rivedo in gara dopo tempo ed aspettiamo le premiazioni perché uno dei giudici mi dice “fermati che le donne sono tutte premiate”!
E cosi mi porto a casa un servizio da sei di bicchieri di cristallo con tanto di brocca che per me vale come un trofeo ma come sempre mi sono divertita un sacco e credo che sia la cosa più importante. Del resto non sono mai stata ne campionessa ne brava in bike, io pedalo il resto lo lascio fare agli altri ma credo che ormai lo abbiano capito ed abbiano anche accettato Old lady Kate in mezzo alle scatole, anzi no, in mezzo alle ruote…..
Alla prossima ragazzi!!

domenica 3 febbraio 2013

5° Ciaspo-lo - Bione


Siamo in inverno ed io ciaspolo qua e la per valli e monti, come ogni anno dopotutto!
Dopo la 13 edizione di Vezza di sabato scorso, decido di trovarne una con meno gente, qualche manifestazione meno conosciuta magari e trovo, girando per siti sul web, questa Ciaspo-lo a Bione, in Valle Sabbia.
Due mail per chiedere alcune informazioni, consulto rapido con Francesco e Barbara che di solito ciaspolano con me, e si decide di andare.
Qualche giorno fa, passando per il supermercato dopo il lavoro per la solita spesa, alla cassa trovo Iveta con la quale ho fatto qualche passeggiata nella neve lo scorso anno e le riferisco di questa manifestazione e, detto fatto, ecco una partecipante in più.
Ma da venerdì sera, purtroppo, il tempo cambia ed inizia a piovere!
Francesco chiama l’organizzatore e gli riferiscono che ha piovuto parecchio e che la neve se ne è andata quasi tutta ma la manifestazione verrà fatta ugualmente, hanno accorciato leggermente il percorso, vi è un po’ di fango ma si partirà comunque.
Breve consulto a casa, Fran e Barbara decidono di non venire ma Iveta, la sottoscritta e, stranamente Dante, decidiamo di andare comunque.
Iveta lavora fino alle tre meno un quarto ed arriva alle tre con tanto di trolley al cui interno vi sono ciaspole, racchette, bastoncini, scarponi, di tutto un po’ ma quello che mi colpisce e che si porta il pranzo appresso, mangia da me mentre chiacchieriamo del più e del meno ed io bevo caffè.
Mi sembra cosi strano che Dante voglia venire fin lassù con noi, non lo ha mai fatto in tutti questi anni, forse ora che la nostra Elsa è grande ed è a Venezia col moroso, lo stare a casa da solo gli pesa un poco per cui si veste da sci pure lui, mettiamo a posto il nostro gatto con pappa e tutto il resto e via che si parte per la Valle Sabbia.
Quante volte sono salita fino quassu, o per la Conca d’Oro o per la 24h di Idro, oppure per la Sunset Bike o la Rampinight di Preseglie… sembra quasi che la macchina conosca la strada da sola.
Si arriva ad Odolo facendo le coste, si sale per Agnosine e su fino a Bione cercando il campanile per individuare l’oratorio da dove si partirà per questa passeggiata notturna.
Un caffè al bar e poi al ritiro materiali, numero da attaccare alla giacca e visto che seguirà la cena si iscrive pure Dante sebbene non faccia nessuna passeggiata ma se ne starà al caldo al bar.
Alle 18 si parte; siamo in pochi e mi dispiace per gli organizzatori ma le piogge hanno fatto cambiare idea a molta gente ed invece dei 200 e passa partecipanti dello scorso anno siamo in un ottantina circa.
E si inizia a salire.
Su sempre più su.
Nonostante sia notte fonda e la luce non rischiari più di tanto riconosco parte del percorso della Conca d’Oro, si sale verso la località Salto, quella che in bike mi fa morire tutte le volte.
E si continua a salire tanto che, ad un certo punto mi devo fermare, sulle rocce si scivola ed accanto c’è uno strapiombo non da poco!
Meno male che è notte e non vedo giù altrimenti sarebbero guai.
Iveta cammina poco più avanti ed io seguo la scia della sua luce frontale, abbiamo deciso di usarne una alla volta cosi che, nel caso finisca la batteria, una abbia ancora luce di scorta.
Raggiunto il punto più alto iniziamo a camminare in piano su delle mulattiere dove la neve è presente. Le ciaspole le abbiamo lasciate in macchina e gli scarponi fanno il loro dovere ancorando le suole tassellate alla neve, sul ghiaccio e nel fango che, a dir il vero, mi aspettavo in quantità davvero maggiore.
Inizio a chiacchierare con Giovanni ed assieme arriviamo al rifugio degli Alpini dove c’è il ristoro con dolci e the caldo.
Lui sembra di casa e ci fa vedere la sala dove preparano gli spiedi per più di 500 persone, sono degli enormi marchingegni dove potrebbe cuocere tranquillamente un bue intero tanto sono grandi.
E poi, salutati tutti, si inizia a scendere per la ripidissima discesa che riporta a Bione.
Dei piccoli lumini rossi indicano la strada e la vista dall’alto, nonostante la mia vertigine, è davvero notevole, sembra di vedere un presepe con tutte le luci accese.
Come dice Giovanni devo tornarci la prossima estate in bike, deve essere uno spettacolo quassù per boschi.
Poco alla volta arriviamo all’oratorio da dove eravamo partite.
Consegniamo il numero e riceviamo in cambio un cappellino di lana fatto a mano davvero carino e si va verso la sala allestita per l’occasione per la cena.
E la cena era davvero abbondante, magari non proprio da atleti ma buona: pasta e fagioli, cotoletta, patatine, dolce e caffè, il tutto annaffiato con del vinello rosso.
Abbiamo guardato anche un bel filmato nel contempo, la gara svoltasi il 6 gennaio scorso chiamata winter trail con 2000 metri di dislivello positivo!! Roba da Rambo insomma…..
Si torna a casa, lentamente, chiacchierando del più e del meno ma la mia testa sta gia pensando a quello che farò domani, senza ciaspole magari ma sulle ruote…
Buona notte ragazzi