La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 25 febbraio 2013

13° Memorial Massetti -Leno

Quasi quasi facevo prima con le ciaspole al posto delle ruote!
Hanno rinviato il River per troppa neve a Pomponesco ed io che faccio?
Vado a farne un'altra come se di neve non ce ne fosse anche qua e parto alle sei e mezza del mattino in una tormenta fitta che ricopre tutto tanto che la tangenziale sembra una pista da fondo.
Intonsa, immacolata, una distesa bianca dove non solo non è passato ancora nessuno ma neppure uno spazzaneve che dovrebbe passare no? E dire che sono giorni che nevica per cui non è tutta sta novità….. va beh, procedo a passo di lumaca col bestione di 4 tonnellate eppure, nonostante la stazza e le ruote gommate da neve qualche volta sento che “scoda” ed un qualche spavento me lo prendo.
Leno non è molto lontano da casa mia, una quarantina di chilometri o poco più e decido di passare da San Zeno, strada che conosco che poi continua lungo una larga tangenziale; di solito ci arrivo in una mezz’ora abbondante, stavolta arrivo dopo più di un ora ma vedo che molti altri sono prudenti lungo il percorso, non ha senso rischiare di schiantarsi solo per andare leggermente più veloci.
Arrivo, parcheggio, accendo il riscaldamento ed il boiler e mi avvio verso la verifica tessere passando tra cumuli di neve marcia e pozzanghere che non riesco ad evitare tanto è che ben presto ho i piedi fradici nonostante le scarpe invernali.
Siam tutti li con quel “parto o non parto”, anche Leo Arici tentenna…… non promette nulla di buono!
Conosciamo il percorso, sappiamo che si passa in campi arati che gia son duri asciutti, zuppi di neve gelata sono un mezzo incubo e nonostante sia in pianura quei due strappetti di due metri in piedi stile muro mi preoccupano non poco, non per la salita ma per la discesa! Cado nel fosso accanto di sicuro!
Va bene, o si o no ed opto per il si.
Vesto pesante perché vado piano, soprascarpe per cercare di non congelarmi i piedi, guanti termici, sono un bambolotto di strati di maglie ma il freddo è micidiale ed anche se pedalo qua e la per tenermi calda e la crema riscaldante stia facendo il suo lavoro, batto i denti dal freddo; tanti altri sono nelle mie condizioni e bastano dieci minuti per ritrovarsi con i piedi congelati e doloranti per i geloni nonostante le calze tecniche da neve e gli accorgimenti presi ed il pedalare qua e la no aiuta tanto.
La partenza si fa un poco attendere, prima partono i ragazzi e poi tutti noi, un groppone di 120 persone che hanno deciso di sfidare freddo e neve che, alla partenza, scende copiosa e spessa. Forse hanno avuto ragione gli altri 130 che non si sono presentati al via nonostante fossero prescritti alla gara ma come sempre se non siam fuori non ci vogliono.
Pronti via e comincio a pedalare ma non ci penso neppure un attimo a star dietro al gruppo anche perché non ci riesco proprio; un giro dell’ippodromo e mi ritrovo alla partenza, passo e via…… ma mi trovo una transenna e mi dicono “ vai di la…”!
Giro e mi ritrovo sul percorso ma qualche cosa non quadra visto che la moto che ho dietro il culo è quella del primo e non dell’ultimo come dovrebbe essere!
Ussignur mi hanno fatto deviare prima della conclusione del secondo giro di lancio dell’ippodromo, ed ora che faccio?
Pedalo.
E mi sento la voce di Fabio Pasquali dietro la schiena che chiede strada ed avrei pianto dal nervoso per essere in mezzo alle balle del primo ostacolandolo.
Ci sono rimasta cosi male.
Faccio sempre di tutto per non rompere le palle agli altri che corrono per il posto in classifica ed il ritrovarmi in mezzo senza averne colpa mi è dispiaciuto un sacco davvero.
Mi fermo, faccio passare tutti e mi accodo alla fine, dove è il mio posto.

Quanto fango, quanta neve e quanto di quel pantano odoroso dato dal letame gelato dove sprofondavo fino alle caviglie.
E dire che pago anche per fare sto cose qua, devo avere proprio un qualche problemino a livello corticale, non potrei essere come tutte le signore di 50 anni ed una sporta di virgolette che va a fare shopping al centro commerciale,beve il caffé con le amiche al bar, prepara l’arrosto con le patate la domenica……………. Mi sta venendo l’orticaria a scriverlo, figuratevi a farlo…..
No no meglio fango, freddo, gelo e letame che almeno rido un po’.
Ne farò un gran bel pezzo a piedi, in sella quando riuscivo ma rigorosamente nel percorso.
Nel boschetto dove l anno scorso ero caduta malamente rompendomi la spalla stavolta non ci fanno passare e li trovo un gruppetto di persone tra le quali il Jo della Odolese in versione spettatore con la solita cresta sulla testa, simpatico il ragazzo….. ed io continuo a piedi.
Gli ultimi km li faccio in sella, solo all’ingresso nel ippodromo non riesco proprio e spingo.
Ed anche se un addetto al percorso mi indica di passare sotto la fettuccia per tagliare il pezzo nel fango dicendomi “ Kathy a te lo concediamo” mi rifiuto e dico Cristo farò anche un giro solo ma lo faccio tutto e giusto.
Perfino il traguardo lo passo a piedi ma io sono contenta cosi.
Sono letteralmente ricoperta di fango, sono congelata e sono felicissima di avere il camper, caldo e confortevole dove posso finalmente riscaldarmi e massaggiare i piedi blu semi congelati fino a farmi male pur di riattivare la circolazione, passeranno due ore prima che smettano di pulsare.
Il ristoro è una manna dal cielo con il the bollente, penso di averne bevuto due litri mentre saluto le ragazze e chiacchiero con altri li attorno.
Un po’ di parapiglia perchè hanno fatto le classifiche mettendo le junior tra le master cosi che Sonia, arrivata prima, si ritrova terza dietro alle ragazzine che hanno fatto un giro mentre lei ne ha fatti tre ma poi si aggiusta tutto, guardo le premiazioni e me ne vado verso casa stanca, semi congelata ma sinceramente contenta.
Non era in programma questa gara sebbene la faccia da anni, solo il fatto che ne abbiano rinviata un'altra a cui ero iscritta in circuito ha fatto si che continuassi la tradizione di questa gara invernale che affronto sempre nello stesso modo, alla mia maniera cioè ridendoci sopra.
Fin quando riusciro a divertirmi sarò presente, dopo non so ancora, mi inventerò qualche cosa di alternativo ma pur sempre in movimento, stile pendolo, in un moto all’infinito…..
Alla prossima ragazzi.



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