La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


giovedì 31 dicembre 2009

Tiriamo le somme.........

2009 in saccoccia, finito!
Guardandomi indietro vedo un sacco di pedalate, una marea di nuovi amici, gare finite e traguardi conquistati, qualche volta con le lacrime agli occhi oppure tra gli ultimi ma sempre, sempre, con le braccia alzate al cielo.
Tutte vittorie per me, al di la del risultato, del tempo o del posto in classifica.
Qualche soddisfazione per dei premi conquistati inaspettatamente, qualche delusione per non essere riuscita a fare una gara piuttosto che un altra perchè i mille impegni non l'hanno permesso ma, tutto sommato, una bella stagione, 32 gare all'attivo in mtb ed alcune sulla neve con e ciaspole, altra mia passione.
Cosa chiedo al nuovo anno?
1000 Km in più in sella........tutto qua!
Ed il dove andrò a pedalare lo scopriro' strada facendo, con lo zaino in spalle e la macchina fotografica in mano, davanti al ristoro di un qualche gara che non ho mai fatto ed a cui vorrei partecipare proprio perchè non l'ho mai fatta; mille angoli di mondo che vorrei scoprire per memorizzarne le immagini e sorriderne al ricordo, nuove conoscenze e mille spunti per scrivere i miei racconti, come quella volta in cui una lepre decise di piombare sotto le ruote della mia Valchiria facendomi fare un volo dell'accidenti......però mi sono portata a casa la lepre.....senza farla in salmì semplicemente perchè era ancora viva ed è scappata dal mio garage......
Oppure quando per una disattenzione sono finita nel fosso a lato del sentiero che risaliva la valle Camonica oppure ancora lo scontro con una mucca in discesa da un monte e l'atterraggio un un montone di letame!!!
Avventure da morir dal ridere che non dimenticherò mai, in compagnia di amici da sempre come Dado o Zambo, o, semplicemente, in solitudine tra le vigne della mia Franciacorta.
Auguro a tutti, sinceramente, un anno pieno di salute innanzi tutto, di soddisfazioni e tante, ma tante, pedalate.
Auguri ragazzi!

domenica 27 dicembre 2009

1° Ciaspocollio



E si, me le vado proprio a cercare col lanternino le cose piu strane, stare a casa una domenica neanche a parlarne; il bello è che passo ore sul web a cercare cose alternativa da fare visto che con la bike sono, più o meno, ferma.
Le ciaspole mi sono sempre piaciute, tre o quattro gare, ed alcune prove di Coppa Italia, le faccio ogni anno ma ho una predilezione per le edizioni di partenza, le novità assolute e, sinceramente, mi piace passare alcune ore alla ricerca di queste novita’… poi unisco il fatto che a Collio Val Trompia ho una zia che vedo pochissimo ed una caterva di cugini di vario grado ed ecco che, il sabato pomeriggio parto con la tribu al seguito ed in camper raggiungo il paese montano nella valle parallela al mio lago, 50 km o poco più da casa mia.
La neve caduta la settimana scorsa è sparita sotto la pioggia battente, solo qualche mucchietto agli angoli delle strade sembra voler ricordare che è inverno e che siamo in montagna; un comodo parcheggio a 200 metri dagli impianti di risalita e dalla partenza della gara di domattina e la sera presto scende avvolgendoci nel silenzio.
Cena tra cugini e davanti ad una pizza si scherza e si parla del più e del meno e poi via a nanna nel tepore del camper che ci aspetta.
Alle otto del mattino sono in piazza davanti al municipio a ritirare il mio numero, il 98, ed incontro un sacco di amici bikers che, come me, fanno attività alternative alla mountain bike durante l’inverno; due chiacchiere e le solite battute poi via a prepararsi.
Alle 9. 40 viene dato il via al gruppo di 250 persone circa presenti alla partenza e da subito sappiamo che le ciaspole serviranno a poco!
Salita tosta poco dopo la partenza e dopo poco meno di un km ho già il fiato corto e lo avrò fino alla fine della salita su quel sentiero stretto e pieno di radici affioranti, tronchi d’albero e ghiaccio infido che fa cadere molte persone; leggo alcuni cartelli a lato del sentiero e scopro di essere sulla pista del Bike Park Pezzeda, la pista di downhill e freeride per bikers con un sacco di manico… discese che non hanno nulla di normale, dei muri con pendenze da capogiro e, nelle curve, assi di legno per far da appoggio……………da matti tanto!!!!!
Quanto mi piacerebbe aver 25 anni in meno ed avere il coraggio di lanciarmi già da quei canaloni pieni di rocce e piante, ai miei tempi non esistevano percorsi simili, anzi era una novità anche la mtb……………..e dire che dicevano che non sarebbe durata che un paio di stagioni!!!!
Alla faccia.
Si arriva fino al rifugio Larice sulle piste da sci ed ho quasi voglia di fermarmi quassù visto che ci tornerò più tardi per pranzare ma quando inizio qualche cosa la voglio finire e seppure il percorso sia durissimo voglio terminare la mia fatica, cambiarmi e risalire in seggiovia per pranzare in pace!
Qualche volta la voglia di mollare è stata forte ma ci ha pensato Madre natura a farmi andare avanti facendomi scorgere le cascatelle dei ruscelli parzialmente gelati; sembravano dei piccoli monumenti all’inverno, oppure ancora quando gli stessi ruscelli ho dovuto guadarli facendo attenzione al ghiaccio presente che si nascondeva e mimetizzava con la roccia ed un paio di volte, forse la stanchezza, forse la poca attenzione, un paio di atterraggi sul “morbido” molto poco eleganti li ho fatti.. pazienza, fa parte del gioco.
La vista da lassu era decisamente spettacolare ed anche mentre scendevo a valle e sulla testa mi scorrevano i seggiolini degli impianti di risalita, nonostante la stanchezza stavo bene….ed il vin brulè degli alpini ha aiutato non poco a scaldare gli animi ed a velocizzare la discesa sul ghiaccio, voli compresi!
In fondo è un gioco dove il giocattolo principale siamo noi, delle pedine da muovere su di un enorme parco giochi e dove a vincere è solo la consapevolezza di sé!
Quando poi, seduta sulla seggiovia, risalivo la montagna senza fatica stavolta e vedevo molti dei concorrenti ancora alle prese con la discesa scivolosa e dura allo stesso tempo ho sorriso ma non per rimarcare il fatto che io avessi già finito e loro no, ma perché ho visto sul loro viso la stessa espressione che avevo poc’anzi, la consapevolezza di aver raggiunto uno scopo…. Unicamente l’arrivare in fondo e poter dire “Io c’ero!”.
Il fatto poi di avere una zia che gestisce un rifugio sulle piste da sci e ti prepara un pranzo da leccarsi i baffi aiuta non poco nonostante abbia i muscoli che sprizzano acido lattico da ogni dove. Tornare a valle sembra sempre più veloce della risalita e la strada di casa sembra scorrere più velocemente del giorno prima; ora, mentre scrivo, penso già a cosa posso fare la prossima settimana, a dove andrò a cacciare il naso, in sella a Valchiria o con le ciaspole ai piedi.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

domenica 13 dicembre 2009

In bici con Babbo Natale!






Anzi no, 200 Babbo Natale in giro per le strade di Montebelluna, un colpo d’occhio veramente bello, tutte quelle bianche barbe svolazzanti, pantaloni e giubba rossa e cappellino con relativo ponpon bianco.
Uomini, donne, ragazzi e ragazze, bambini nei seggiolini dei genitori o con le proprie biciclettine colorate a sfilare tra la gente in piazza tra gli sguardi divertiti degli adulti ed increduli dei piu piccoli.
Bella domenica questa, niente gara ma solo una pedalata per beneficenza organizzata alla grande dai Diavoli del Montello e da Pedali di Marca, due realtà trevigiane ben presenti nel mondo dello sport delle ruote grasse.
Ambasciatore d’eccezione dell’Unicef per Guinea Bissau, la pluri campionessa di sci Deborah Compagnoni.

Ed è cominciata come sempre leggendo un trafiletto su Pianeta Mtb questa giornata e mezz’ora dopo ero già a caricare la bike sul camper; qualche cosa di diverso dalla gara domenicale o dalla pedalata per la Franciacorta, un pizzichino di bonta’ natalizia ci vuole visto il periodo e visto che è pro Unicef e non mi sono mai vestita da Babbo Natale in vita mia, via che si parte alla volta del Veneto, Montebelluna per la precisione.
Alle nove del mattino sono a ritirare il pacco gara composto, per l’appunto, da un abito da Babbo Natale completo di barba bianca e berretta, orsetto portachiavi con la maglia dell’Unicef e tanto di numero per la bike.
Mia figlia inizia a ridere nel vedermi infilare la tunica rossa sopra il completo da ciclista, ma il bello viene quando scendo dal camper e mi metto in bicicletta, letteralmente circondata da decine di ciclisti che fanno HoHoHo….. da morire dalle risate!
Partenza un poco caotica alle 10.30 e sfilata fino alla piazza dove il sindaco e le varie autorità ci salutano ed elogiano il nostro modo alternativo di fare beneficenza eppoi via per le strade del paese scortati dalle macchine della protezione civile e dagli Alpini, tutti vestiti di rosso naturalmente.
I ragazzi della squadra locale, i Diavoli del Montello appunto, ci fanno da apri pista e via cosi fino al primo ristoro.
L’andatura è proprio da crociera, sono molti i bambini che seguono il gruppo con le loro biciclettine e dopo il ristoro a base di the caldo, pandoro e panettone, si riparte fino al bivio del percorso corto e lungo: i piccoli e molti altri seguono la strada più breve fino al traguardo, noi continuiamo per il percorso più lungo che il mio contachilometri indicherà in poco meno di 30 km alla fine.
Secondo ristoro, molto gradito da tutti… brule caldo e Pinza, un dolce locale che non ho mai capito di cosa sia composto; sembra polenta con l’uvetta! Buonissimo.
Via verso la fine del “giro turistico” ed all’arrivo ci attende un'altra tavolata con dolci e cioccolata calda, molto gradita oltre che molto buona.
Due chiacchiere, si ripone tutto nel bagagliaio e sembra volata questa giornata diversa dalle solite domeniche in sella, un giorno iniziato con basse e grigie nuvole che sembravano portare acqua o neve e finito con un pallido sole che ha reso piacevole una giornata invernale.
Torno a casa senza quella sensazione di piacere che lascia l’adrenalina dei dopo gara ma con una serenità diversa: forse è pochissimo di fronte alle disgrazie del mondo ma oggi, 200 Babbo Natale hanno voluto contribuire e far sorridere alcuni bambini meno fortunati di noi.
Il numero 21 con il disegno di uno strano barbone in bici lo metterò tra i ricordi di gara e nell’armadio avrò un completo in più… se vi serve un Babbo Natale sapete dove sono!!!
Hohoho

Kathy Pitton

mercoledì 9 dicembre 2009

Per ricordare Franca


Non potrei parlar di lei, Franca, come avrebbero potuto fare altri amici che con lei hanno condiviso veramente tanti momenti, a volte intensi, altri invece leggeri ma altrettanto importanti.
Ho avuto però il piacere - e la fortuna - di conoscerla e frequentarla quanto basta per capire da subito quanto fosse dolce quella ragazzotta del Nord-Est.

Per niente appariscente, non una prima donna e nemmeno una biker d'alti ranghi, perlomeno in senso sportivo.

Da podio invece la sua persona, il suo modo di porsi, sorridere, di dare la giusta importanza a quello che molti - anzi no, mi correggo, pochi - considerano un mondo agonistico e prettamente sportivo.

Per Franca le 24 ore erano motivo d'incontro, riunione, divertimento e spensieratezza.

Certo, pedalava, eccome se lo faceva, ma pareva esser più che altro una scusa.

Ho pensato, prima di mettermi alla tastiera, se fosse stato giusto o meno scrivere qualche riga su di lei, al significato stesso che avrei potuto e dovuto dare alle mie parole, o all'articolo stesso.

Io che non la frequentavo come altri che - meglio di me - avrebbe saputo raccontare di lei.

Dei suoi pregi, e perchè no, difetti; dei suoi viaggi avventurosi, e del suo inesauribile sorriso.

Sorriso che spero si sia portata lassù, ora che lei è certamente una delle stelle più brillanti nel cielo.

Un sorriso che vorrei riuscire ad avere io, quando con gli amici delle 24 ore la ricorderò.

Non tutti la conoscevano, e per questo molti si potrebbero chiedere: ma chi era Franca?

Franca era una dei tanti, ma era soprattutto una di noi.

Anzi, Franca era, ed è, tutti noi.


Franca.......era Margherita.......e Sandro.......ed Ausilia.........

Franca era Livio........Lillo..........Giuseppe........Roberto...........

Franca era Luciano.........Flaviano...........Alberto.........Eros..........io.

Franca era chiunque prenda la mountain bike come uno strumento per riunirsi condividendo più passioni: dallo sport alla natura, al piacere ed il calore di un'amicizia sincera.

Ciao Franca.

martedì 8 dicembre 2009

Scalinata verso il cielo... e cosa ho trovato in cima!!!!


Sapori in bicicletta.




Unire l’utile al dilettevole, bella storia questa!
Utile l’andare in mtb cosi ci si tiene in forma, si ha il sorriso facile e si scoprono posti nuovi ed, essenzialmente, si smaltisce il dilettevole cioè la parte più bella del mio scorrazzare per l’Italia….:la gastronomia locale!
Perché chissà com’è ma sta di fatto che trovo sempre di quei posticini dove si mangia da sciogliersi tutti in brodo di giuggiole, dove i sapori più fantastici mi vengono presenti su dei piattoni che son si belli da guardare ma ancor di più da mangiare.
Ostellato, provincia di Ferrara, è qua che ho scovato questa gara in mtb nota come 16° G.P. Le Vallette, all’interno dell’omonima oasi naturale delle Cicogne.
Visto che c’è un lungo ponte, carico il camper e via, alla volta dell’Emilia Romagna con l’intenzione di proseguire poi per la Toscana e far felice mia figlia e portarla a Volterra, patria dei Volturi e delle tante storie di fantasmi ora di moda tra i ragazzi.
Arriviamo in questo paesino alle sei di sera e non è facile trovare il parcheggio camper ma leggendo i cartelli vedo l’indicazione per questo Borgo Tassone: una vecchia cascina, trasformata prima in agriturismo ed ora in un centro per il turismo rurale.
Hanno delle casette in legno nel bosco, lunghi sentieri dove passeggiare, un laghetto ed il loro ristorante dove servono cucina tipica Ferrarese.
Chiedo se posso parcheggiare il mio mezzo e, visto la gentilissima disponibilità ad ospitare la nostra “ingombrante “ presenza per la notte, decidiamo di fermarci per cena: mai una decisione fu cosi saggia.
Ci presentiamo all’ora concordata e si presenta Andrea, il menù con le gambe… si perché lui stesso si definisce cosi: inutile presentare un impersonale pezzo di carta colorata con un lungo elenco di piatti quando invece lui stesso ci elenca gli ingredienti e la storia del piatto stesso, come viene cucinato ed il perché…..
Ci lasciamo consigliare e ci arriva, poco dopo, un immenso piattone con tortelli dai colori più strani, il viola del radicchio ed il bianco della ricotta fresca, l’arancione della zucca ed il verde della mentuccia, una sinfonia di sapori da lasciar senza fiato.
E le lasagne di zucca poi…..il tutto innaffiato da un deciso vino rosso locale.
Non credo di aver mai mangiato cosi bene!
Devo promettere a mia figlia di tornare da queste parti anche il prossimo anno a far gare cosi mangiamo il secondo ma al dolce non rinunciamo… crostata di zucca naturalmente.
Alla faccia della gara di domattina.
Il camper ci accoglie con il calore della stufa accesa e la notte passa tranquilla in questo camper stop molto ben illuminato ed il mattino mi accoglie con una leggera nebbiolina che intravedo dalle tende del finestrino.
Trovare l’Oasi naturale è facile ad eccomi alle 9 del mattino in versione ciclista al banco d’iscrizione ed al ritiro numero: il 33.
Un giro per capire cosa mi aspetta e farò un sacco di idro-bike stamattina!
Il percorso si snoda sulle sponde di questa immensa palude dove le cicogne nidificano e mi sembra di essere a casa, nelle mie Torbiere; pedaleremo nei campi a fianco delle stradine bianche ed in alcuni punti le ruote sprofonderanno non poco nell’acqua.
Un lungo giro che ci porterà a passare ben sette ponticelli di legno che collegano un isolotto all’altro, una full immersion nella natura quasi addormentata di questa stagione; una stupenda giornata fredda si, ma con uno splendido sole a rendere tutto più piacevole.
Ciò che mi ha colpito inoltre sono state le tantissime sculture di ogni tipo che sono disseminate lungo i sentieri e le strade bianche di questa oasi naturale, un modo molto diverso di mostrare opere d’arte in un contesto ben diverso dalle pareti di una galleria d’arte o di un museo, un modo decisamente unico di mostrare l’opera dell’uomo a confronto con l’opera della natura.
La mia gara?
Bella, come tutte del resto, lo sapete.
Mi perdo con i pensieri tra i sentieri, stacco la spina e volo con la fantasia e mi guardo attorno e fotografo con la mente ciò che vedo per poi raccontarlo cosi, con le parole, cercando di rendere vive delle sensazioni e trasformare le stesse in emozioni…. Non sempre ci riesco lo so ma mi piace provare….
Arrivo con foto, parecchio fango da lavare via e la fortuna indiscussa di avere doccia bollente sul camper quando sul campo di gara non c’è; riconsegna del numero e ritiro premio in natura, un sacchettone di prodotti vari che Elsa divide tra un armadietto e l’altro della nostra casa su ruote.
Appena dopo pranzo via verso la Toscana, lasciamo la Pianura Padana alle spalle ed iniziano le colline e poi gli Appenini e mentre sempre più mi avvicino a Volterra mi rendo conto di capire benissimo il motivo che ha spinto tanti stranieri a trasferirsi quaggiù.
Antichi casolari disseminati sui pendii coltivati ad olivo, poderi trasformati in locande e ristoranti, antiche rocche a guardia di un glorioso passato…bellissimo!
Ed ecco la rocca di Volterra, lassu a guardia di chi giunge da valle, e saranno decine e decine i tornanti da fare fino alle Fonti di Docciola, una delle porte di ingresso della città e parcheggio per camper consentito dal comune.
Ci accoglie una variopinta comunità di camperisti, saranno un centinaio i mezzi parcheggiati ordinatamente sullo sterrato; ed eccola li la porta di ingresso alla cittadella, con le due scalinate che sembrano arrampicarsi verso il cielo alla cui base si trova l’antica Fonte e la vasca di raccolta dell’acqua.
Per arrivare a città alta dovrò fare due soste, fiatoneeeee!!!
Praticamente faccio scarico su e giu dalle scale non sui pedali.
Mi reputo fortunata, ho avuto la possiblità di viaggiare per il mondo e di vedere moltissimi posti ma esistono ancora moltissimi luoghi che mi lasciano senza fiato per la bellezza, per la loro unicità e credo che Volterra sia uno di questi posti; mia figlia mi ha raccontato la storia di New Moon e della protagonista, Bella, della magia di quei racconti….. la città stessa, a mio avviso, ha un che di magico che ti avvolge mentre cammini per le sue antiche stradine, tra i palazzi e le piazze lastricate; visitando alcuni dei tantissimi musei ho visto dipinti rinascimentali dai colori fortissimi i cui personaggi sembravano uscire dal dipinto stesso mentre nei saloni degli antichi palazzi sembrava di vedere dame in complicati abiti danzare al suono di musiche dimenticate… che belle sensazioni sono state.
Ma come ogni bella cosa, presto finisce ed i quattro giorni di vacanza sono volati via e si torna verso casa sotto una pioggia battente.
Ora, dopo aver scaricato Valchiria dal camper ed aver riposto tutto e mentre stò scrivendo queste parole, la voglia di ripartire è grande e credo proprio che non passeranno molti giorni dalla mia prossima avventura, magari sempre unendo l’utile al dilettevole, la mia mtb ai sapori della cucina locale perché non ci sono storie… davanti ad un buon piatto ed un bicchiere di vino non conta più il dialetto che parli, si è tutti amici e si chiacchiera volentieri.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

domenica 29 novembre 2009

Mountain bike d’inverno



Se 10 anni fa mi avessero detto che avrei passato le domeniche in sella ad una mtb, al freddo e nel fango probabilmente avrei riso come una matta….. adesso chi ride sono tutte quelle persone che incontro e che vi vedono conciata come un omino d’argilla, che quando si toglie gli occhiali sembra abbia disegnato sul viso due occhi da panda e che deve lavare i capelli ricci almeno tre volte prima che ne esca tutto il fango.
Mai è poi mai avrei creduto al fatto di partire al mattino presto con una leggera pioggerella a bagnare la strada, con la bike in macchina e la sacca con guanti, casco e scarpe sul sedile accanto e macinare 300 km fino ai lidi delle Valli di Comacchio solo per fare una gara di mtb visto che in Lombardia d’inverno non ne fanno e mi manca il correre con altri per un traguardo da passare a mani alzate.
L’aver scoperto queste gare invernali in Emilia Romagna sarà il mio regalo di Natale, si proprio un regalo…una gara a settimana, a volte persino due, tutto l’inverno a scoprire posti nuovi dove pedalare e correre in sella a Valchiria, senza dover aspettare la primavera, senza crisi di astinenza invernale a cui ponevo rimedio con sedute di spinning in palestra che però non ti lasciano la stessa sensazione di appagamento fisico e mentale.
Fosso Ghiaia si chiama questo paese a pochi passi dal mare e dai lidi dai nomi blasonati, un immenso bosco con parchi giochi per i piu piccoli, campetti di calcio e decine e decine di km da percorrere a piedi o in sella ad una bicicletta.
Tra le piante, quasi a nascondersi, casolari antichi, alcuni rimessi a nuovo e sede di circoli o gruppi altri ancora abitati con tanto di galline ruspanti e galli razzolare nelle aie; orti curati da anziani col sorriso dipinto sul viso ed accompagnati da cani festanti a fender l’aria con le code; che pace.
Arrivo dopo tre ore di guida su strade che d’estate sono colonne lunghissime di auto bollenti che portano migliaia di persone al mare per una vacanza ma ora, in inverno, il traffico, ad eccezione di alcuni tratti, è scarso ed eccomi all’iscrizione del 5° Gran Premio Torrefazione Krifi, gara di Mtb, Duacross e ciclocross organizzata dal Cicloclub Estense..
Non siamo in tantissimi, l’atmosfera è rilassata e dopo un panino monto le ruote alla mia bicicletta e vado a provare il percorso.
Bellissimo!
Un circuito di 8 km totalmente nel bosco, il silenzio fa da padrone e solo un fruscio attutito fanno le gomme di valchiria sul manto di foglie che hanno sfumature arancio, marrone e rosso, un tappeto su di cui volare.
Fango in alcuni tratti ma per il resto un vero passaggio nel silenzio assoluto della natura.
Tre i giri da fare in mtb, due per i ragazzi che si sfideranno nel duacross, la difficile disciplina di corsa più bicicletta da ciclocross; alle 15.15 la partenza e via tra le piante.
Il mio ritmo lo prendo subito, non cerco ne vittoria ne altro, solo io e la mia mtb.
Il primo giro passa velocemente e via per il secondo e sono quasi alla fine quando sento quel plop plop plop e sbando…. Bucato!!!
La prima foratura in gara della mia “gloriosa” carriera sportiva!
Il bello è che ho passato decine di fast a ragazzi fermi accanto ai vari percorsi di gara ma stavolta tocca a me e vado quasi nel panico, e adesso che faccio????
Stacco la bomboletta da sotto la sella e cerco di ricordarmi come si usa e, naturalmente, la schiuma invece di entrare nella valvola se ne va dove diavolo ne ha voglia lei!
Meno male che sono previdente e la seconda bomboletta staziona nella tasca posteriore della giacca ma qualche folletto deve aver deciso di farmi un qualche scherzo perché stavolta è la bomboletta che decide di non volerne sapere di funzionare.
Andiam bene!
Decido di continuare con la gomma a terra, mancano solo tre km alla fine.
Poco più avanti due ragazzi si offrono di darmi una mano e la terza bomboletta stavolta decide di fare il suo dovere; abbiamo tempo per cambiare due battute e dal nome della mia squadra deducono che sono “del paese della Gimondi”!!!
Si ragazzi, di Iseo, Brescia.
Si scambiano uno sguardo e poi” ma tu sei partita stamattina per venire fin qua”?
Beh si, se non son matti non li vogliamo, vero?
Arrivo al traguardo, gara finita dopo due giri anziché tre ma comunque, da regolamento Uisp, a termine.
Ripongo Valchiria nel baule, un cambio veloce, qualche cosa da bere al ristoro ed una fetta di dolce e l’ora di tornare è già arrivata; saluto i ragazzi che mi hanno dato una mano con un “alla prossima” e mi dirigo verso la strada principale ma prima di mettermi in viaggio decido che non posso tornare senza aver assaggiato una piadina…
Chissà perché il ritorno sembra sempre diverso e piu lungo dell’andata, forse i km e la stanchezza si fanno sentire e viaggiare di notte non mi è mai piaciuto molto o forse, semplicemente, perché sono sola ed il tempo scorre in modo diverso in solitudine, meglio cercare uno dei miei cd e con la musica nelle orecchie torno in Lombardia.
Ora, mentre scrivo, penso che tutti quei km non siano altro che il mio modo di viaggiare nel mondo in cui ho deciso di stare, una passione che passa sopra tutto e poco importa se ancora adesso mi fa male il collo per la stanchezza accumulata, se mi sono persa il film al cinema che avevo deciso di vedere, potrò sempre comprarmi il dvd e vederlo a casa con calma, oppure ancora se non sono andata a vedere le vetrine al centro commerciale, queste cose potrò farle sempre.
Dico sempre a mia figlia che, quando sarò una vecchia signora dai capelli bianchi, avrò un sacco di storie da raccontare ai nipotini……….e le mie storie parleranno di streghe che cavalcano mtb non scope, di orchi che si contenderanno in guerra l’ultimo cambio Shimano e di fate che, per magia, faranno apparire telai in titanio…………..
Che belle storie saranno!!!

Alla prossima ragazzi.
Kathy Pitton

lunedì 23 novembre 2009

Sculazzo Day





Sono passate poche ore dal mio ritorno a casa dalla terra Romagnola dopo la gara di Consandolo che già torno in Emilia per onorare un invito a pranzo da parte del Presidente del Team Sculazzo Italia.
Niente bike in macchina ma in versione signora con i tacchi e mi rendo conto che la mia automobile comincia a conoscere la strada a memoria e con un poco di musica il tempo passa abbastanza velocemente.
Come è strano vedere tutto questo immenso territorio senza un asperità, una collina… solo gli argini del maestoso Po e degli altri fiumi che bagnano la pianura Padana, è come se mi mancasse qualche cosa che riempia lo sguardo, quelle ondulazioni del terreno, le colline coltivate a vite e le cime delle mie montagne di casa, alcune già innevate….solo una leggera foschia quaggiù che prova a nascondere le piante a bordo strada.
Quante cascine abbandonate… e quante invece ancora attive; ovunque cartelli con l’invito a fermarsi per comprare questo o quel prodotto della terra e penso che siamo ormai cosi abituati ad andare al supermercato a comprare tutto che il vero sapore o profumo di un ortaggio o della frutta appena colta dalla pianta sia un lontano ricordo per tantissima gente.
Stranamente stavolta il navigatore mi ha portato davanti alla porta del Centro 2000 a Campagnola Emilia dove si tiene lo Sculazzo Day ed il pranzo.
Bello rivedere le tante facce note, i saluti ed i sorrisi, mi hanno fatto sentire a casa nonostante non lo sia.
Un aperitivo, due chiacchiere ed il tempo passa velocemente; mi siedo al tavolone accanto al Fasta, a Renzo e di fronte a Tiziano, Mister President in persona.
Umbry poco lontano, il mitico Bacchia simpaticissimo come sempre, Luca il campione Bacchiavini e tantissimi altri di cui scordo il nome… ma solo quello però, non il sorriso oppure il viso.
Un ottimo pranzo annaffiato da un Lambrusco rosato a cui rinuncio dopo il primo bicchiere, devo guidare fino a casa più tardi, ma non serve il vino a rendere l’atmosfera rilassata e piacevolissima, mi dispiace solo che Dado non sia riuscito a venire visto che sta litigando con l’influenza.
Iniziano le premiazioni dei loro sponsor e, poco dopo, dei migliori atleti del team; e qui mi fanno una sorpresa invitandomi a fare da madrina alle premiazioni e sono riusciti a farmi arrossire dopo non so quanto tempo che non mi succedeva….. hanno premiato anche me, non come atleta ( il che per me è una parola grossa) ma per il fatto che la nostra amicizia dura da tempo e perché ho proposto una sorta di gemellaggio tra i nostri due team, tra pianura e montagna!
Una montagna di foto fatte da Fabione che ci ha raggiunto dopo il pranzo in compagnia della figlia, le strette di mano, gli abbracci ed i baci con molti e si avvicina l’ora di tornate a casa.
Non credo lascerò mai i colori della mia squadra ma se questo in un prossimo futuro dovesse succedere, sarà sicuramente il giallo ed il nero del Team Sculazzo Italia che vestirò.
Questo fine settimana è stato proprio intenso, ho macinato moltissimi km sia in macchina che in bike, ma è una stanchezza gradita ed amica.
Grazie ragazzi Sculazzo, mi avete fatto sentire a casa.

Kathy Pitton

domenica 22 novembre 2009

16° G.P. Gc Consandolo

Riposo…….bella parola!
Ma se non ho voglia di riposare, se le gambe hanno voglia di correre ed io con loro, se il solo vedere Valchiria sola soletta in cantina mi fa venire il magone allora non c’è niente da fare, si cerca sul web e mi si spalanca un mondo di gare invernali, tutte in Emilia Romagna.
La prima utile risulta questa a Consandolo d’Argenta, paese vicino a Ferrara, 6° prova della Winter Cup…qualunque cosa sia decido di andarci e basta.
Alle 10 e mezza del mattino, sacca e bike in macchina e via ad imboccare l’autostrada, musica a palla e quasi 300 km da macinare per arrivare laggiù, quasi al mare.
Un mare che non avrò tempo di vedere seppure sia poco lontano, un mare di cui però sento l’odore e la piatta distesa di terra fin dove i miei occhi vedono mi ricordano tanto il paesaggio di Grado e Lignano, dove passavo l’estate da ragazzina.
Solo poche persone sono presenti al campo sportivo quando arrivo tre ore dopo, manca parecchio tempo alla partenza ed il numero 4 da attaccare alla maglia è un poco sbrindellato dall’utilizzo ma l’importante è che si veda, consumato o meno che sia.
Ho tempo per un piatto di pasta nel vicino ristorante ( e ci han messo talmente tanto pepe nella salsa al pomodoro che ancora adesso ho le labbra che bruciano), un caffè e presto è ora di preparare la bici e vedere se due settimane di inattività hanno inchiodato o meno le gambe.
Monto la ruota davanti tra gli sguardi divertiti dei presenti, chissà perché una donna in versione meccanico fa scappar da ridere, un po’ d’olio sulla catena e via a provare il percorso, un anello poco più lungo di 5 km, giusto per vedere com’è!
Un pezzo sulla ciclabile, strada bianca e ghiaiosa che mette alla prova l’equilibrio e poi giù in una cascina lungo un canale; un trattore stà dissodando un pezzo di terreno e si ferma al mio passaggio ma i segni lasciati dalle sue pesanti ruote sono di traverso rispetto al senso di marcia ed è una bella battaglia stare in piedi ma eccolo il fango………un mastice denso e colloso che mi incolla le ruote al terreno e mi ci vuole un po’ per capire che se passo tra le piante faccio prima pur allungando il percorso.
Un vigneto poco dopo da percorrere a zig zag tra un filare e l’altro ed ecco una voce che riconoscerei tra mille….”Kathyyyyyyyyy”.
Umbry dello Sculazzo Team!
E lui corre a piedi e mi ci vuole mezzo km per raggiungerlo, va più veloce lui a piedi che io in bike, robe da matti!
Farà la corsa Duacross in solitaria, una frazione di corsa e poi via in sella, che forza però…
Alla fine del giro di prova mi fermo a chiacchierare un attimo con sua moglie a chiacchierare e presto vien l’ora di partire, i ragazzi del ciclocross hanno finito e tocca alle nostre ruote grasse.
Gara Uisp per cui regolamento diverso dalle gare a cui sono abituata, mi chiamano e mi fanno schierare con il gruppo dei G5…. Dovrebbe essere il nostro M6 penso, va beh via che si parte; so di dover fare 5 giri ma mi dicono di tener d’occhio il cartellone alla partenza dove verranno scritte le indicazioni di gara giro dopo giro e piano piano inizia la mia gara.
Lascio correre le ruote, non è una gara lunga ma comunque devo pedalare e su quel fango ci si stanca ed i tratti d’erba resi pesanti dal Generale Inverno si fanno sentire nelle gambe ma giro dopo giro mi avvicino alla fine, passando e ripassando nel meleto accanto al sentiero, schivando tutte le volte la stessa grossa e rossa mela caduta dalla sua pianta…
Forse non è un percorso tecnico e taglia gambe come quelli sulle mie colline e montagne lombarde ma mi è piaciuto comunque e, come sempre, mi ha dato modo di pensare staccando la spina dal lavoro, dai mille impegni, dalle riunioni e dalle conferenze stampa, lasciandomi stanca si ma serena.
Quando poi, alla consegna del numero di gara, mi premiano un sorriso scatta automatico.
Ho la macchina piena di prodotti alimentari, 10 kg di mele e zucche dalle forme piu strane oltre al sacco con formaggi pasta e biscotti!!!
Ripongo la bici in macchina, un cambio veloce per non avere freddo, ho molta strada sa fare per tornare a casa.
Tre ore di tempo per pensare che in fondo ho fatto bene a decidere di venire fin quaggiù, non certo per il premio ma perché anche d’inverno la mia moutain bike mi può regalare belle sensazioni…. Di stare sul divano in pigiama per il momento non se ne parla, avrò tempo per farlo…..
Alla prossima

Kathy Pitton

domenica 15 novembre 2009

Fuori.......

Ieri, mentre nel pomeriggio andavo in piscina, ho incontrato tantissimi ciclisti che, incuranti del freddo e del cielo grigio, pedalavano in gruppi colorati per strada e mi son chiesta cosa facevo in macchina con la sacca sul sedile posteriore anziche in sella a Valchiria.
Stamattina, nebbia e goccie d'umidità a bagnare il tavolo di legno in giardino ma nonostante ciò alle nove ero fuori, in sella, a pedalare......
Un ora e mezza di fango e terra, strade bianche ai lati delle quali foglie sfumate di giallo e marrone facevano da confine, gli spari dei cacciatori nelle orecchie ed i latrati dei cani da caccia a farmi compagnia....
Fuori nell'aria fredda del mattina ma con il corpo caldo per lo sforzo di pedalare e le gocce di sudore aed imperlare la fronte ed inzuppare la fascia....Fuori, nel mio mondo silenzioso in cui se incontri altri in sella sollevi la mano e saluti.
Fuori da muri che mi constringono a non guardarmi attorno, a non vedere il colore del cielo ed il pallido sole invernale.
Fuori si ma dentro il MIO mondo!

domenica 8 novembre 2009

Arriva l'inverno.....no bike no party!

Eccolo qua l'inverno, fa freddo, piove ed è tutto grigio!
Dopo una settimana di giro in giro per il nord Europa, Olanda e Belgio per la precisione, e dopo aver pasticciato con cioccolata, wurstel e salsine varie che di sano e fresco hanno ben poco, eccomi di ritorno a casa con una gran voglia di insalata, macedonia e mountain bike!
E venerdi 6 novembre ful immersione nel mio mondo su due route alla premiazione della Brescia Cup ad Erbusco dove si sono raccolti tutti i top della mtb bresciana e dintorni, oltre a quelli come me naturalmente!
Mega rinfresco offerto dal nostro G.C.Iseo e dal duo Grazia/Gliso, premiazioni, musica e tanta allegria.
Stamattina invece di Valchiria ho preparato la sacca della piscina, da biker a balenottera galleggiante!
due ore in vasca, avanti e indietro, rigorosamente a rana...... che balle pero!!
Fara' anche bene al fisico ma vuoi mettere la bellezza dei panorami che vedi gironzolando in bike, la sensazione di liberta assoluta e l'adrenalina che si accumula e regala sensazioni grandiose.....
Sicuramente per chi ama il nuoto succede la stessa cosa ma per me, senza un po di fango non c'è ne storia ne festa... per cui no bike no party!!!

domenica 25 ottobre 2009

Vania ed io all'arrivo della 3h endurance di Montichiari

Granfondo del Lago Gerundo.


E’ vero che invecchiando uno perde un po’ la Trebisonda ma il passare un giorno a cercare un lago che non c’è sulle cartine della Lombardia è da ricovero; meno male che c’è internet ed i motori di ricerca ed ecco che scopro che il lago Gerundo è stato prosciugato dagli antichi abitanti delle pianure, forse per coltivare terreno o semplicemente perché le zanzare antiche rompevano le scatole esattamente come quelle moderne….sta di fatto che arrivo a Bagnolo Cremasco alle nove e mezza di sera, parcheggio il mio camper praticamente di fronte ala partenza di questa gara che inseguo da tre anni e vado a dormire: sono stracotta dopo la 3h endurance di Montichiari, una puntata veloce a casa per cambiare la roba nella sacca e via nella notte nella pianura cremasca.
Mi ricordo di mettere l’ora indietro sull’orologio ed alle 10 sono a nanna.
Sveglia e caffè, non cambia nulla del mio rituale mattutino anche se la casetta su ruote è piccolina ha tutto quello che ho a casa; cerco di non rompere le scatole a chi vuole ancora dormire ed alle sette e mezza in punto mi presento al tavolo dei giudici per ritirare il pettorale e bermi un altro caffè al bar del centro sportivo, aspetto Zambo che arriva poco dopo ed in un attimo siamo già sul campo di atletica a scaldar le gambe in questa bellissima mattinata di sole invernale, e dire che fino a ieri accendevo il riscaldamento a casa!
Le nove arrivano in un attimo, saluto le altre ragazze in griglia e via che si parte…. Strada, ghiaia e fango…..denso che appiccica alle ruote, quel terreno in cui sprofondi e sembra voglia tenerti li a dispetto di tutta la fatica che fai per pedalare ed uscire, e gli spuntoni del mais tagliato non aiutano e sembrano avvinghiarsi alle ruote dentate del cambio… tre volte mi sono fermata a togliere pezzetti di rami e foglie dalle ruote dentate…o forse era la scusa per fermarmi un attimo e respirare e riposare.
Certo che i sessanta giri di pista di ieri non hanno certo reso la mia pedalata piu fluida, la stanchezza accumulata si fa sentire e non posso di sicuro pensare che la gara di oggi mi serva da scarico, anzi! Avro’ bisogno di qualche giorno per recuperare e, di sicuro, questa è la chiusura della stagione 2009, lunghissima rispetto agli anni passati e di certo non ringiovanisco…
Pedalo con calma, non avrebbe senso fare altrimenti e quando passa la moto ad avvisare che arrivano i primi penso che io non ho fatto neppure il primo giro! Accidenti se corrono però!
Prima Graziano cantoni, Mauro Zambo poco dopo mi sorpassano e la ringhiata del tipo “ non parlarmi più di queste gare piatte per favore..” mi fa ridere! Ma dai Zambo , fai tantissime gare, non ti lascerai certo spaventare da un po’ di fango sotto le ruote… tra i capelli, sul viso, sotto le unghie…..
Il fango è pane per noi bikers, quando non c’è sembra manchi il condimento dell’insalata che è buona comunque ma manca quel non sò che che la rende speciale ed eccoci allora ad imbarcarci in queste gare fuori stagione dove sai benissimo che troverai fango visto che il sole splende oggi ma nei giorni scorsi Giove Pluvio ha avuto parecchio da fare.
Alla fine del primo giro per un attimo penso di mollare ma poi so’ che per giorni brontolerei con me stessa, quello che inizio lo devo finire ed allora via sotto l’arco dell’arrivo dove un giudice mi mostra un cartello con scritto 1 giro e mi sento una specie di Valentino Rossi ( che oggi ha stravinto il suo 9 mondiale Grande Vale!!!!) e riparto e avanti che prima o poi arrivo.
Ho un compagno di viaggio nuovo, Corrado, una new entry del mondo dell’off road: un ragioniere di Milano alla sua prima gara in assoluto; finiremo la gara assieme con tanto di braccia alzate al traguardo e ridendo come due ragazzini! E bravo Corrado, cosi si fa, a dispetto di quelli che lo sport lo praticano seduti sul divano a guardare la partita e ci guardano come se fossimo Venusiani, noi abbiamo il coraggio di metterci un numero davanti e provarci mettendoci in gioco, consapevoli dei nostri limiti ma orgogliosi di non dover dimostrare nulla a nessuno se non a noi stessi!
Una doccia calda lava via il fango ma la stanchezza stavolta resta, ci vorrà qualche giorno per smaltirla tutta; la premiazione mi vede ottava tra le donne ed uno stupendo mazzo di gerbere colorate in cucina me lo ricorderà per qualche tempo assieme alla confezione di formaggi e latticini che era il pacco premio delle donne….
Ma la cosa più bella è stata sentirsi dire da Anna Scardelli, la campionessa provinciale cremonese, che le porto fortuna! Ogni volta faccio una gara in cui lei partecipa arriva prima. Sono contenta per te Anna ma sono ancora più contenta di averti come amica semplicemente perché tu capisci quale sia la passione che mi spinge ad alzarmi all’alba, a vestirmi come Mandrake e spingere sui pedali al freddo, sotto la pioggia e nel fango ma avere solo voglia di sorridere.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

Gran Galà Mtb Endurance 2009



Ci sono giorni in cui al solo pensiero di accendere il pc a casa dopo averlo usato 8 ore in ufficio mi fa storpiare il naso, ma ci sono giorni in cui leggere la posta elettronica mi fa sorridere.
Quando poi l’email arriva da Patron Ducoli della 24h di Val Rendena con relativo invito al Gala che si svolge a Montichiari il 24 ottobre beh ragazzi…mi ha fatto piacere eccome!
Ci sarei andata come spettatrice ed invece eccomi in versione biker con Valchiria al seguito, mezza addormentata ed intontita dalla serata passata con i colleghi cercando di mangiar poco e non bere nulla se non acqua ed un solo bicchiere di vino rosso; sveglia presto anche se Montichiari è vicino a casa, tutto pronto in un attimo e via lungo la strada cercando di capire come sarà questa giornata in sella per una gara che gara non è, per questa sfilata di persone che nella 24 ore Cup e nell’Endurance Tour ha vinto tutto il possibile… ed io cosa centro? Non lo so ma mi piace essere tra quelli che saranno li…..
Ho partecipato alla 24h di Idro e Val Rendena, alla 9h di Bondo ed alla 6h di Urcis ma sono ben lontana dagli all finisher che sono stati convocati, dai vincitori della categoria solorider e dalle squadre.
Comunque, con largo anticipo, eccomi al desk di Ducoli a ritirare il numero di gara, pass per il parcheggio e braccialetto per il pranzo, il chip si ritira all’interno del padiglione; parcheggio e mi aggrego al gruppo degli Slowbikers con cui bevo pure un caffè, chiacchierando del piu e del meno passa un po’ di tempo ed ecco i ragazzi del Kinomana con cui passerò la giornata, ospite del loro gazebo.
Quanti amici presenti, è piu il tempo che passo salutando e ridendo che quello a cui penso alla bike, arriva anche Dado a farmi compagnia per il pranzo e sarà il mio supporter per tutta la gara.
Ed ecco spuntare il “mio” vigile del fuoco preferito, quell’Antonio di cui ammiravo le ciccine fuori dagli spogliatoi dove lui girava in mutande alla 6h di Urcis… solo che si chiama Francesco!!!
Tra risate e pacche sulle spalle si avvicina l’ora in cui devo trasformarmi in una ciclista piu o meno seria, ancora un caffè mentre cerco di infilarmi le scarpette senza cadere ed eccomi trasformata in Iron Kate senza tacchi a spillo e rossetto.
Presentato i protagonisti della 3h uno ad uno, e ci sarà anche il mio nome nel lunghissimo elenco ed è bello sentire l’applauso della gente ma la parte più coreografica la fanno i campioni in carica e ti trovi a pedalare con una carota, un coniglio con tanto di coda a sbuffo, ad un nobiluomo d’altri tempo con tanto di parrucca bianca ed incipriata ed a tre gatte sexy che pedalano tranquille… e Vania con il suo topolino sul casco e tanto di ali di pipistrello… anche al topo naturalmente!
I non addetti ai lavori penseranno che siamo una manica di matti e magari è anche vero ma siamo qua per divertirci in fondo e lo dico anche al microfono di Alfio, divertiamoci nel modo piu sano del mondo, facendo sport!
Però capita anche che qualcuno dimentichi che questa non è una gara vera, che i premi che verranno consegnati sono già stati assegnati ed eccoli che sfrecciano come dei pazzi scatenati cercando di superare in un percorso lungo poco meno di un km, tutto curve tipo pista da Kart, sgomitando e facendo danni; Raffaella farà una bruttissima caduta che la terrà ferma per la parte finale della corsa, Vania una brutta botta alla schiena ed io con un gomito che sembra un melone e le dita della mano sinistra decisamente scure per le botte riportate e tutto perché qualcuno vuole passare dove è impossibile, nonostante fin dall’inizio avessero avvisato che le scorrettezze sarebbero state segnalate e punite con penalità….
A parte questo paragrafo è stato veramente bellissimo passare tra gli stand ed i gazebo delle squadre, le urla di tifo da parte di quanti ti conoscono, la mia ragazzina che si è appostata ovunque con il libro di latino sulle ginocchia e la macchina fotografica a cercare di far foto ad una madre decisamente fuori dagli schemi, trovare Dado fuori dai capannoni ad urlarmi la posizione in classifica ed i giri fatti… giri su giri tanto da diventare quasi ubriaca, saranno sessanta alla fine, tantissimi per un pomeriggio che pensavo di passare pedalando con tranquillità.
E’ cosi bello vedere Ausilia con la sua bellissima bike addobbata per l’occasione con fiori e roselline sul manubrio, Anna Mei ed il suo trucco da gatta cosi come Illy ( e tutte con tanto di codina ), e Mister Coniglio fermo lungo il percorso, lui, il campione, ad incitare noi “normali” e lenti e pronto ad aiutarmi quando sono volata sull’asfalto….
Guardare Claudia Paolazzi volare sulle ruote sottili montate sulla sua bike per l’occasione con ancora i segni della caduta della settimana scorsa sulle gambe oppure scherzare con Oliviero ed il suo gruppo del Team Varianti…” dai che ti prendo…… occhio che ti frego……. te me ciapet miaaaa”……, troppo forti questi “ragazzi” dai capelli bianchi che hanno tanta di quella birra addosso da essere quasi irraggiungibili da me.
Le tre ore finiscono, l’ultimo giro è una festa, gli abbracci e le pacche sulle spalle sono medaglie da portare a casa e ricordi da mettere in un angolo della mente e recuperare quando si vuole sorridere.
Mi porto a casa un quinto posto tra le solitarie, nessun premio ma una giornata bellissima che è di per sé un regalo grande e di questo devo ringraziare Patron Ducoli: Grazie Sandro!
Torno a casa stanca ma già penso che tra qualche ora riparto, il camper è pronto, devo solo cambiare la divisa della squadra nella sacca, domani c’è un'altra pedalata da fare…..

Kathy Pitton

domenica 18 ottobre 2009

Rally dell’Oglio 2009


Qualche volta ritornano….. e ci sono tornata al Rally dell’Oglio, dopo tre anni!
Era diventato il vago ricordo di una fredda domenica di inizio primavera e visto che è autunno e che la campagna cremasca la frequento quasi abitualmente negli ultimi tempi ho deciso di rifarlo per rinfrescarmi la memoria.
Bingo!!
Mi sono divertita veramente molto.
Spesso si pensa che in pianura la mountain bike sia monotona ma non è cosi ed è la seconda domenica di seguito che assaporo la campagna piatta lungo l’argine dell’Oglio, i single track che mettono a dura prova la capacita di guida ed il mio immancabile “guardarsi in giro” che contraddistingue ormai le mie gare o uscite che siano.
E’ stata una fredda alba con 4 gradi centigradi a svegliarmi stamane, la nebbia bassa sui campi ad accompagnarmi fino a Casalmorano ed una spettacolare pennellata di rosso a colorare il cielo quando il sole è sorto a scaldare un poco l’ambiente.
Uno spettacolo che mi ha accompagnata fin quaggiù e che mi ha messo decisamente di buon umore; e pensare che lo si da sempre per scontato…il sole che sorge, il tramonto, ma ogni alba è diversa dall’altra e difficilmente le sfumature rosso intenso di stamattina le rivedrò uguali domani, anzi, probabilmente il cielo non sarà rosso ma grigio oppure arancione…..
Arrivo e parcheggio e la fila al ritiro dei numeri è già lunghissima; il 504 sarà la mia “targa” per oggi e ci sta pure un caffe al bar della piazzetta con molti altri che la pensano come me.
La solita litigata con il montaggio della ruota davanti di Valchiria che, chissa perché, non vuol mai saperne di entrare e non vi dico le scene tipo Risolini; alla fine tutto va a posto ed ho tempo per uno spuntino pre gara a base di coca cola e banana…. Chissà se va bene.
La partenza verrà ritardata di 15 minuti vista l’affluenza eccezionale di bikers ma il tempo passa veloce e pronti via già si sgrana il gruppo lungo le strade sterrate, i campi ed i sentieri.
Qualche strettoia a far da tappo e presto mi trovo nel primo dei due fossi, terra compatta e si viaggia.
Ho una compagna di viaggio, so che si chiama Piera e starà a ruota con me fino alla fine di questa nuova avventura.
Inizia il lunghissimo single track lungo l’argine del fiume, divertentissimo anche se alla fine ne uscirò quasi ubriaca: destra sinistra su giu velocemente, cercando di non perdere l’attenzione e l’aderenza; in alcuni punti è davvero molto stretto e ci sono anche dei rami molto bassi con cui fare i conti, una specie di tetto verde fatto a volta che sembra proteggerti.
Bello.
Per la prima volta mi pare passato un attimo dalla partenza che già sento che l’arrivo è vicino ed eccolo il secondo fossato, una distesa di sabbia che mi costringe, e con me molti altri, a mettere il piede a terra e spingere fino alla risalita su strada e via per gli ultimi chilometri fino allo striscione del traguardo.
Alfio Montagnoli mi chiede, come sempre, com’ è andata, le mie sensazioni a caldo in una gara tanto diversa dalle “bresciane”, tutte salite e discese….. faccio un sacco di fatica in meno caro il mio ragazzo!
Scherzi a parte mi è piaciuto tornare al Rally dell’Oglio, peccato che non ci sia il mio amico Dado a farmi compagnia e molti hanno notato che sono spesso sola ultimamente………..Dadoooooooo torna in sella che il mondo della mtb, la sezione Va piano e Lontano, ti reclama!!!
Ripongo Valchiria nel baule, tento di fare una doccia ma i signori maschietti si sono appropriati di tutte le docce, compresa l’unica dedicata alle donne e, mio malgrado, decido che mi laverò arrivata a casa.. però non è giusto!!! Vero che eravamo solo in undici gatte contro 400 gatti ma una doccia (quella dell’arbitro) potevate lasciarcela e non intrufolarvi appena le prime due sono uscite… cavolo!
Va beh, tanto non posso farci niente.
Comunque tiriamo le somme:
bottiglia di vino perché 11° donna al traguardo ( ultima delle femminucce)
confezione di vino per l’11esimo piazzamento ( premiavano le prime dieci ma hanno fatto un eccezione).
Mi sono divertita?
Decisamente si ragazzi ed adesso mi tocca scappare ed andare al cinema con mia figlia altrimenti mi disconosce come madre!
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

domenica 11 ottobre 2009

8° Rally delle Madonnine


………..Madonnina che Rally direi io!
Sei del mattino e sveglia che suona, colazione mezza addormentata, Valchiria in macchina, scarpette al seguito, felpotta calda che fa freddo e via alla volta di Madignano, Cremona.
Il navigatore mi manda a far strade secondarie, buio pesto e nessuno in giro a quest’ora, certo è domenica mattina e visto la giornata piovosa di ieri tanti se ne staranno al caldo del loro letto sotto le coperte; c’è mancato poco che lo facessi anche io ma poi no! Non se ne parla, a casa una domenica sul divano…. e se poi mi stufo?
Poco dopo Orzinuovi mi accoglie la nebbia, una bruma sottile che nasconde il terreno e le piante ed è cosi strano, fino a pochi giorni fa ce ne andavamo in giro a mezze maniche ed in bici faceva caldo, ora ho voglia di arrotolarmi in una coperta e stare al caldo; certo l’autunno è già iniziato, i colori che si vedono girando in bicicletta ce lo ricordano, ma il tepore del sole è cosi piacevole che il solo pensiero di un altro lungo inverno mi rattrista un po’….pero si va a correre con le ciaspole e, anche se non come la bike, mi piace ugualmente.
Arrivo al centro di questo paesino della bassa alle otto e già c’è movimento in giro, un the caldo al bar del centro sportivo e via al ritiro pettorale, il 31 mi aspetta per essere attaccato a Valchiria.
Neppure il tempo di voltarmi che mi chiamano per nome, ho regolarmente pagato l’iscrizione ma, a quanto pare, non lo dovevo fare e gli organizzatori mi ridanno l’importo versato, grazie ragazzi!
Torno alla macchina, qualche faccia nota in giro, Fappani, Pasquali, Catina…. quelli che volano insomma; preparo la mia bici, finisco la vestizione del biker domenicale e due pedalate per scaldarmi, ho perfino messo l’olio riscaldante ed i manicotti, frizzantina quest’aria mattutina di pianura.
Incontro Anna, campionessa provinciale cremonese, le solite chiacchiere del pre gara ed in un attimo è ora di partire: tre giri da 13 chilometri, in preventivo due per me ma bisogna fare sempre i conti con l’oste ( ed in questo caso con le radici del single track nel bosco).
Pronti via!
Parto piano per scaldare l’ambaradan, strada bianca, fettuccia nel campo a delimitare il giro di lancio, mi concentro abbastanza bene per capire quale sia il ritmo di gara da prendere e via in mezzo ai campi della bassa; mi piace questo percorso e non è vero che le gare di pianura non sono belle, sono diverse questo si, ma comunque piacevoli; si vedono tanti posti diversi senza l’affanno del dover spingere sui pedali al massimo per salire le ripide strade del nord della mia provincia bresciana, un pedalare più “tranquillo” ed anche se raggiungo una velocità di crociera decente non resto senza fiato e posso guardarmi in giro.
Mi piacciono i passaggi lungo il fiume e le strade bianche che passano accanto alle cascine hanno quel fascino che ricorda tanto le storie raccontate da Guareschi, quegli spaccati di Italia che sembrano cosi lontane dalla frenesia delle città, le macchine, le moto, il cartellino da timbrare…..una bolla temporale in cui ritrovo tranquillità, un po’ come vivo la mia mtb.
Inizia il sentiero nel bosco e ricordo perfettamente le parole di Graziano Cantoni ala partenza, quei due pezzi di radice che affiorano dal sentiero; mi ricordavo le parole ma mica mi sono ricordata di rallentare però!
A rallentatore sicuramente finisco su Candid Camera.
La sequenza fotografica fatta dal fotografo presente è da premio, quattro scatti che immortalano il mio ribaltamento in avanti con bike al seguito, un mezzo carpiato con avvitamento, sempre con la bici attaccata ai piedi e l’atterraggio sul ginocchio sinistro con urlo incorporato che se mi hanno sentito le mucche delle stalle vicine non fanno il latte per una settimana!
Che male, madonnina che male, che maleeeeeeeee!
Per onor di firma ho finito il giro, sosta ghiaccio dalla croce rossa lungo il percorso, altra pedalata piano piano e mi fermo anche a chiedere ad un ragazzo fermo lungo la strada se ha bisogno di aiuto ma ha rotto la catena e non ce nulla da fare se non ne hai una di ricambio.
Al traguardo esco un po’ a testa bassa dal percorso con Alfio Montagnoli che mi accompagna con le sue parole; altra sosta ghiaccio dalla Croce Rossa, lavo la bici e zoppicando mi avvicino alla macchina; ci si sente sempre un poco sconfitti ed anche se sentivo una fitta costante ed il livido piano piano colorarmi la pelle ho sinceramente pensato che un altro giro potevo farlo…. cosi poi me ne stavo una settimana a casa col ginocchio sotto ghiaccio e ferma sul divano, proprio quello che non amo fare, pazienza.
Doccia in solitaria con gradevolissima acqua calda, un mega ristoro offerto dai ragazzi del gruppo sportivo locale, aspetto che tutti arrivino al traguardo ed un occhiata alle classifiche la do ugualmente anche se so benissimo di non esserci………solo nella classifica però!
Anche se non risulto nella lista finale dei classificati anche oggi ho preso parte ad un evento sportivo e sono stata in un posto diverso da quanti già conosco; ho potuto scoprire un pezzo di Lombardia dove è bello pedalare in riva al fiume ed ho imparato che si chiama Rally delle Madonnine per le tantissime icone sacre disseminate lungo il percorso.
Tra qualche giorno sarò di nuovo in sella alla mia Valchiria e deciderò dove andare a pedalare la prossima volta.

Kathy Pitton

lunedì 5 ottobre 2009

6 ore di Urcis


Neanche smaltito l’acido lattico della Gimondi che eccomi a Barco di Orzinuovi per la prima edizione della 6 ore organizzata dai ragazzi della Sacheschingem, Charlie a fare da capofila e tutti gli altri a dar manforte per far si che la gara fosse un successo… e lo è stato, indubbiamente.
Quando poi ho scoperto che il percorso ricalcava quasi nella totalità la gara che si svolge sempre qua in febbraio per il Trofeo d’Inverno del Csi, l’iscrizione è stata un atto automatico perché quell’ottovolante nel bosco del Parco dell’Oglio mi piace da matti!
Numero, pettorale, prenotazione per lo spiedo per gli accompagnatori, la bike da montare con l’aiuto di Zambo ( è stato lui il mio autista stamattina presto), niente prova percorso anche perché sono già le dieci ed un quarto e la gara parte alle undici e la lunghezza del circuito, decisamente inusuale per una gara endurance, ci farebbe tardare alla partenza pero ci sta’ un mezzo panino con la bresaola ed una fetta di crostata, avro’ ben sei ore di tempo per smaltirli e la colazione è gia’ un lontano ricordo.
L’endurance ti porta a ragionare in modo diverso, devi saper dosare forza e costanza e la miscela di questi due “ingredienti” deve durare per ore a differenza di una granfondo o di una gara cross country dove dai tutto e subito; niente velocità qua ma costanza nel tempo ed in solitaria questo tempo può essere veramente lungo.
Siamo a fine stagione, i km nelle gambe si sono accumulati e la stanchezza di un fisico stressato da gare ed allenamenti si fa sentire, ma basta prenderla con calma e considerarla una delle mie scorribande per le stradine della Franciacorta, senza particolare fretta o ansia da prestazione.
Pronti via, stile Le Mans in quel fettucciato nel campo che durante le gare invernali è un pantano di fango e neve, 500 metri di corsa che già tolgono il fiato e quando raggiungo la mia bici i primi stanno già sfrecciando lontano ma non sono sola, c’è Vania dei Kinomana e faremmo parecchia strada assieme e mi porto il calore dell’abbraccio stretto stretto di Anna Mei poco prima della partenza, la campionessa del mondo dei soloriders femminile ma sono molte le facce note in questa gara, Illy Balzarotti fresca vincitrice della 24 ore di Roma, la mitica Margherita Beltramolli e tutte mi hanno regalato un caldo saluto ed un abbraccio.
Piano piano si spegne in lontananza la musica a palla degli AC/DC del parterre ed inizio ad ascoltare la mia musica, una cuffietta sola per sentire chi giunge veloce e vuole sorpassare ma sono molti i pezzi di strada che farò in solitaria, 12 km di percorso spalmano i concorrenti lungo il tracciato.
Le strade conosciute scorrono sotto le ruote ed ecco il pezzo più difficile per me, un immensa distesa di ghiaia di fiume, liscia e grossa….credo di averla affrontata ad ogni giro con una “tattica” diversa ma ogni volta, o all’inizio o meta o fine che fosse, ne ho fatto un pezzo a piedi; ho provato con lo stellone, poi con i rapporti di mezzo ed infine col rampichino sta di fatto che, ogni volta, sembrava che la bike andasse a destra quando volevo andare a sinistra e viceversa tant’è che , alla fine ho deciso di farlo a piedi, non che fosse più semplice però…. Gli attacchi sembravano scivolare sui sassi e stare in piedi diventava un impresa, ridevo di me stessa, figuratevi gli altri, spettatori o assistenti lungo il percorso.
Ma da quel punto in poi iniziava il bello… un toboga nel bosco lungo 2 chilometri e mezzo, destra sinistra su giu, radici, alberi che sembrava volessero accarezzarti, un continuo cambio di ritmo che metteva alla prova l’abilità di guida della mtb e sia che si affrontasse piano o velocemente, alla fine ti lasciava spalle e polsi doloranti ma era di un divertente che basta!! Un ottovolante in un bosco.
Certo che per i più veloci non era facile sorpassare, a volte addirittura impossibile ma finiva presto e nelle stradine bianche non vi erano più intoppi.
Quando poi hanno messo un cartello con la foto di una ragazza mezza nuda in bici con scritto “ e chi sorpassa”… come fai a non ridere?
Ma ho riso ancor di più quando ho visto un cartello con scritto”attenzione alberi”!!!!
Ma dico io, se siamo in un bosco, cosa pensate di trovare, patate che saltano su dalla terra da sole?
Ho riso un quarto d’ora; certo, qualche ramo era decisamente basso e sembrava volermi fare la permanente, ma tutto l’insieme, la bella giornata di sole autunnale, la gara, la gente, l’atmosfera che si respira mi faceva stare bene e poco importava se i km si accumulavano sulle mie gambe e sia la fame che la stanchezza si facevano sentire, posso tranquillamente dire che ero serena e mi stavo divertendo.
Gli addetti ai ristori erano veramente simpatici e ad ogni pit-stop scambiavamo battute mentre riempivo le borracce o mangiavo una fetta di crostata; credo di non aver mai mangiato cosi tanti fichi d’india…buoni, con quella parte zuccherina se sembrava darmi un pizzico di energia in più…
C’era anche Natale Reboldi, alla sua prima endurance in assoluto, un “nonno sui pedali” di 68 anni che va come un treno, l’ho visto stanco negli ultimi giri ma aveva quel sorriso che ci distingue dai”normali”, quel sentirsi diversi, mezzi matti ma felici!
Guardando gli altri e vedendo la polvere che li ricopriva pensavo” chissa che faccia ho” e ci ha pensato mia figlia alla fine a dirmi che sembravo una polpetta rotolata nella farina rossa.
Il mio ultimo giro è stato forse il più pesante, Pino passandomi accanto mi ha urlato “dai non mollare che è finita”………..non mollo Doctor, piano piano arrivo.
Nell’ultimo chilometro mi supera Matteo dei Kinomana vestito da Tortello Biker, un tortellino gigantesco giallo con tanto di buchi per le braccia….robe da matti!
Il traguardo col braccio alzato, è la mia vittoria personale come ogni traguardo raggiunto e conquistato; aspetto Mauro e ci avviciniamo al parcheggio, smonto Valchiria per riporla nel baule della macchina e con Elsa mi avvio alle docce anche se mi avvisano che sono allagate ma sono talmente sporca che non posso non lavarmi visto che ci fermiamo anche a cena.
In effetti dalle porte esce un ruscello di acqua e bagnoschiuma, poco lo spazio ma l’abitudine ad avere poco tempo ed acqua fredda nei dopo gara mi fa apprezzare lo scorrere dell’acqua calda sulla pelle e poco importa se lo scarico della doccia non funziona.
Arrivano tutte le altre ragazze e cerchiamo di fare in fretta per lasciar spazio, ci si veste in fretta ed usciamo…. Uella!!!!!
Riesco ad ammirare le “ciccine” di Antonio che esce dallo spogliatoio in slip!
Par condicio no? Se una di noi fosse uscita in slip e reggiseno loro avrebbero fatto lo stesso…. Peccato non aver fatto la foto!
Via che si va a cena, spiedo con polenta, alla faccia della dieta del biker, però mangio anche verdura e frutta per non sentirmi in colpa.
Si sta bene in compagnia, Mauro è stato raggiunto dalla moglie e dalla figlia, io da Elsa e Dante, le classifiche vengono esposte e scopro di aver fatto un giro in più di quanti avevo preventivato al mattino e sono 9 nella classifica delle soloriders e premiano le prime dieci!
Ci chiamano una ad una, medaglia al collo ed i complimenti delle autorità fanno piacere e gli applausi fanno da colonna sonora; Anna Mei viene chiamata a ritirare il suo premio ma prima mi abbraccia stretta e poco dopo lo farà anche Illy Balzarotti; sono orgogliosa di avere per amiche queste donne, queste campionesse a livello internazionale che mi hanno”adottato” nel loro mondo e poco dopo il regalo più grande me lo fa mia figlia con un “ sei grande Ma”!
Qualcuno degli uomini presenti ci considera delle amazzoni che mordono la polvere, credo che la definizione calzi a pennello; alcune di noi si portano i figli sul palco per le premiazioni e magari si mettono il rossetto…in fondo siamo donne, madri, mogli ma abbiamo una forza interiore che ci fa sentire bellissime anche se ricoperte dalla testa ai piedi da polvere e fango perche in fondo, siamom solo noi stesse.
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton

domenica 27 settembre 2009

Gimondi 2009: conquistata!!!


Eccomi qua, con le gambe che fanno male per l’acido lattico accumulato, la schiena che se stò dritta tira tutta e mi fa stare storta, il polso destro che è tutto un programma… insomma sono da rottamare, magari ne vengono fuori due nuove di pacca se danno dentro me come ferro vecchio!!
Mi sa però che vi tocca tenermi come sono, non mi vogliono indietro eppoi dovreste scavalcare le Alpi per approdare in terra Elvetica, il problema della lingua differente, le mucche al pascolo, l’emmental con i buchi, la cioccolata buona da fare mmmmmmmmm…..
Sto perdendo il filo del discorso, mi stò ingarbugliando le parole nel cervello e non mi ricordo piu cosa volevo dire, ah si la Gimondi!
Sei e mezza della mattina e non ho ancora capito perché per la gara di casa mi alzo prima di quando vado in trasferta, una tazzona di caffè cosi mi sveglio e un panino con la bresaola, ideona di Gabriele che ho copiato sperando funzioni da benzina, il chip alla caviglia ( ed ho controllato tre volte di averlo), due borracce e via verso il paese con la mia Valchiria tutta lustra che scodinzolava in garage e mi aspettava…
Beh io ci parlo con la mia bike, se gli altri non lo fanno è un problema loro, mica vuol dire che sono un po’ alternativa……
Poi lei mi ascolta, dice mai niente, la compagna ideale da tutti i punti di vista.
Il mondo Gimondi è già sveglio, alcuni arrivano ora ma molti sono qua da ieri pomeriggio e l’infinità di camper presenti ne da la conferma; maglie di ogni colore, gli striscioni appesi ovunque, le fettucce a delimitare il percorso, decine e decine di volontari già all’opera animano le vie di Iseo nel fresco di questa mattina di fine settembre; non ci siamo dati un appuntamento ma ci si trova al solito Covo dei Bikers per un caffè e gli sfotto’ che accompagnano ogni anno la gara di casa, la sfida tra compagni di squadra ed amici.
Abbiamo un appuntamento sotto lo striscione alle 8.30 per la foto di gruppo, come al solito manca qualcuno e facciamo un casino tale che perfino lo speaker Fabio Balbi ci prende in giro; poi via, ognuno a scaldare le gambe come è abituato a fare ed io seguo Mauro Zambo…. Mi ha tirato il collo!!!!
E le ripetute a tutta, poi tot minuti di scarico, poi la salita che mi lascia senza fiato, e 10 minuti a manetta e un minuto con lo stellone che alla fine non ne ho più per la gara!
Ho azzerato il contachilometri in griglia, e segnava già 26 km…. Praticamente due terzi di quello che preventivavo di fare oggi e non sono ancora partita.
Ussignur andiam bene!
Certo, lui va come un treno ormai, per me è un poco diverso, prendo il mio tempo, come dice lo slogan della gara, ma lo prendo per guardarmi attorno e rilassarmi.
Arriva anche Elsa col suo in bocca al lupo ma!! Ed un attimo dopo sono già in piazza a sfilare tra due ali di folla e su fino al provinciale e la salita per Polaveno.
E dai che mi sembra di andare più veloce del solito…. 39 minuti alla deviazione dei pollai contro i 45 soliti…vedete di piantarla di ridere por favor che io sono una old lady che va piano e pesa tanto!
All’inizio del canalone mi raggiunge Riccardo, due parole e via veloce, io un po’ meno ma per la prima volta ho fatto tutto il canalone in sella!!! Una sola sosta quando davanti a me è caduto un ragazzo, nulla di serio per fortuna, ho ancora negli occhi l’immagine dell’incidente dello scorso anno di uno dei ragazzi del Rodengo Saiano, non lo si dimentica facilmente.
Ed alla fine la mia Franciacorta, filari di vite e foglie con i colori dell’autunno; mi sono fermata a fare anche delle foto col telefonino, lo so che non si fa in gara ma mi piaceva quello che vedevo….non tutto veramente.
Avete presente le bombe su Sarajevo?
Ecco, solo che invece di arrivare dal cielo o sparate da un carro armato venivano passate dal lato pista ad alcuni corridori e quando questi gettavano le borracce finito di bere subito qualcuno che correva a raccoglierle…tutte meno un paio che hanno raccolto i ragazzi della croce rossa, aperte ed annusate; no comment!
Lascio fare il commento a voi.
Un po’ di onesta pero non farebbe male qualche volta; se poi corri come amatore e sei con me, cioè nelle retrovie, cosa diavolo ti riempi di porcherie a fare? Per arrivare esimo invece che esimo?
Capiro’ mai.
Ristoro al castello di Passirano, pezzetto di cioccolata ed uva bianca, pieno di the freddo ed acqua alle borracce e via tra i campi con Gotti Junior che mi urla “ ma non sei ultima Kathy….” E no che non sono ultima, dietro ne ho ancora qualcuno.
Non c’è piu la prova speciale di Monterotondo, il famigerato fettucciato tanto odiato da Dado, e via che si avvicina la mia fatica finale, la Madonna del Corno.
Grazia a far foto alla fine delle scalette in salita, un tentativo di pedalata nella parte più ripida della cronoscalata, il resto a piedi con tanto di pit-stop alla chiesetta in cima con dei ragazzi di Iseo che mi hanno gentilmente offerto un calice…..di acqua fresca.
E giu in discesa nel bosco e sento la voce dello speaker al traguardo che arriva fino quassu e penso “ dai che ci siamo”; giù dalla discesa e le scale del sotto passaggio e poi in piazza e sotto lo striscione del traguardo.
Mi intervistano pure mentre tolgo il chip e lo riconsegno; ci sono i ragazzi ad aspettarmi, Dado che non ha voluto andare al pasta party senza di me ed io che mi sento bene, alla grande.
La mia prima Gimondi fu un mezzo disastro, costole rotte ed al traguardo in 4h e 41 minuti; nel corso degli anni ho sempre guadagnato tempo in gara, nonostante le cadute, le botte dappertutto….
Sono quasi sempre quella che, della nostra squadra, chiude la fila ma ci sono ogni singola volta ed arrivo, sempre!
Il posto in classifica non mi interessa proprio.
Due parole con gli amici ed il tempo scorre veloce, è ora di andare a casa; mi rimetto i guanti ed il casco, salgo in sella e torno assieme alla mia compagna di viaggio, Valchiria, mi sono meritata una doccia calda e due ore di relax sul divano.
Ogni volta dico a me stessa che non la faro’ più, che non ha senso mettersi in gara quando non devo dimostrare nulla a nessuno ma è una strana malattia che non riesco ad eliminare dal mio Dna, ci provo ma forse non sono abbastanza convinta, in fondo stò un gran bene in questo mondo.
Alla prossima ragazzi
Kathy Pitton

sabato 26 settembre 2009

Pronti via!



Sembra passato poco tempo ed è già un anno dalla Gimondi 2008, quella che mi ha lasciato con l’amaro in bocca del non essere in classifica alla fine della gara ma ho le spalle larghe e questo tempo tra l’una e l’altra edizione, l’ho passato pedalando e pedalando ancora, durante il freddo inverno scivolando con le ruote sul ghiaccio,brevi e gelide gare di Xc tra la neve , in primavera affrontando le prime gare lunghe in pianura al River Marathon Cup, nelle sere d’estate cercando di scappare dal torrido clima dettato dal sole ed al mattino presto, nel silenzio del sonno dei piu.
Chilometri e chilometri macinati piano piano, senza strafare e senza fretta ma con una determinazione che ha scandito ogni singolo attimo, ogni secondo, minuto, ora e giorno di questo anno, aspettando l’edizione 2009.
Quasi 4000 km sulla sella di Valchiria ed ogni singola goccia di sudore era per questo giorno, cioè domani, 27 settembre ’09 e non importa se qualcuno potrà pensare o dire “beh in fondo non sono cosi tanti…”, ho rubato tempo al lavoro, alla voglia di riposare, a mia figlia e vorrei arrivare a fine anno con 5000km segnati sul contachilometri per poi pormi un altro obbiettivo per il 2010, forse l’ultima stagione in mtb.
Girando all’expo oggi pomeriggio per la mia sgambata in bike di poco più di un ora ho visto facce amiche e conosciute, parole scambiate al volo ed impressioni dell’ultimo minuto; amici come Roby che quest’anno ha deciso di non correre oppure il ragazzo che lo scorso anno è stato portato via in elicottero ed è stato in coma per giorni dopo la gara che, nonostante la brutta esperienza della scorsa stagione, è qua a guardarsi in giro ed a respirare l’aria unica di queste gare e di questi giorni.
Gli stand colorati, le bandiere e le maglie delle squadre che si conoscono di fama, l’odore sottile ma unico dell’olio lubrificante per la catena, o quello più forte e particolare della gomma dei copertoni nuovi sono il condimento di questa passione che sembra crescere sempre di più e che ci ha rubato l’anima.
Domattina sarò in prima griglia col cuore a mille per la paura e per lo scorrere forte dell’adrenalina, per il timore della discesa del canalone e la salita alla Madonna del Corno ma tutto quanto sta nel mezzo lo voglio divorare a grandi morsi come se fosse il mio ultimo pasto……….e voglio ruggire come una leonessa al traguardo e la classifica non la guarderò neppure.
Gimondibike, domani sei mia!
Kathy Pitton

domenica 13 settembre 2009

Cicliabile dell'Oglio


Se non scappo per qualche gara le mie domeniche le passo al lavoro.
Ma quando sono in servizio al mattino, alle due me ne vado a casa e mi concedo un pomeriggio intero in sella a Valchiria.
Alle tre e mezza puntuale come un orologio svizzero Dado suona il campanello e, poco dopo, arriva anche Barbara, anche lei dopo la mattinata al lavoro.
Via che si parte, deciso che si fa la ciclabile dell'Oglio, magari non tutta visto il colore poco promettente del cielo.
Paratico via ciclabile cercando di evitare il piu possibile il traffico del pomeriggio domenicale, su per la salita del Golf Hotel ( in piedi da matti!!!!) e via che si segue la pista indicata.. bella.
Forse per quanti come me prediligono lo sterrato c'è un po troppo asfalto, ma in fondo le ciclabili sono pensate per tutti non solo per quanti vanno solo in mtb!
A Palazzolo giriamo le bike e ritorno, la faremo tutta un altra volta, il cielo scuro e l'aria fredda non promettono nulla di buono; 40 km comunque macinati in questo pomeriggio di fine estate.

venerdì 11 settembre 2009

Notturna Dazze-Portole

... e megagalattica cena a Pastine!!!
Certo che è cominciata cosi cosi, io che sbaglio destinazione, capito male le indicazioni e vado fin su in Nistisino, nella patria del Nistoc rock and Gnocc...
Meno male che il mitico Dado, compagno di bike e amico con la A maiuscola è disposto a recuperarmi con il furgone e, tribulando non poco, mi porta fino a Portole e da li, seguendo una strada cementata con pendenze da capottamento, saliamo fino a Pastine, località e trattoria sperduta in altezza sulla montagna di Sale Marasino, poco sotto la sella da dove mi lanciavo col parapendio.
Certo che la vista è impagabile.... ed anche la cena!!!
Arrivano tutti e seduti attorno al tavolo, le risate sono una costante, tant'è che gli altri avventori ridono ascoltandoci.
Eppoi discesa a razzo con i fari in testa e sulla bike, a capofitto fino a valle e poi lungo il lago fino ad Iseo, ultima bevuta in compagnia e via a casa a dormire.
Bellissima serata, capitomboli di Cecco e Carlo a parte!
Ma fanno parte del gioco e della Mtb.

domenica 6 settembre 2009

24h di Val Rendena


Finalmente sono riuscita ad andarci in Val Rendena per la 24h ed è stato un lungo fine settimana via da casa in sella a Valchiria.
Partita il venerdì pomeriggio presto con la tribù al seguito, alle 16 eccomi qua con la mia casetta su ruote a cercare di capire dove Zambo avesse fettucciato il campo anche per me e dopo svariati tentativi con la foto dell’accampamento sul telefonino mandatami via mms eccoci a parcheggiare nello spazio che , per tre giorni, sarà la nostra casa.
Mi colpisce sempre la varietà ed il colore delle varie sistemazioni, chi in tenda, chi col camper, altri ancora con un gazebo e le brande su cui stanno sacchi a pelo e coperte e laggiù, accanto al percorso, la novità di quest’anno, l’isola dei solitari, un enorme struttura dove chi corre da solo senza assistenza, può mettere una brandina per riposare e le proprie borse mentre si trova sul circuito a pedalare.
Nell’arco del pomeriggio il campo prende forma ed a sera è un enorme insieme di persone, bici, bambini, cani e personaggi strani.
Si rivedono persone conosciute in altre endurance, con piacere vedo Matteo e Vania del team Kinomana con altri loro compagni di squadra, gli organizzatori della 6 ore del Barboj, poi i “Ragazzi” del team Varianti, gli Slowbikers ed i molti volti conosciuti a cui, qualche volta, fatico ad associare un nome.
Capita pure che, in un cosi variegato ed immenso spazio da condividere con molti altri, vi sia qualcuno che tiri un po’ troppo la corda……tipo il ragazzo che, molto tranquillamente, decide che il generatore fa troppo rumore piazzato vicino alla loro tenso-struttura e decide di piazzarlo attaccato al mio camper, senza preoccuparsi molto del fatto che nel giro di cinque minuti il camper stesso si sia riempito di fumi di scarico del marchingegno e mia figlia stesse malissimo con tanto di nausea, rumore a parte naturalmente.
Per ben tre volte ho chiesto di spostarlo, ho chiesto ai ragazzi dell’assistenza di intervenire ma non sono riuscita ad ottenere nulla se non un “ma vai in albergo…”
L’ho mandato a f…………. senza pensarci neppure due secondi ed ho chiamato il boss della 24h di Val Rendeva, Ducoli in persona che, con una gentilezza a dir poco da premio si è preso carico della cosa e l’ha risolta.
Mi è dispiaciuto aver mandato quella persona a quel paese in malo modo ma vorrei anche dire che forse bisogna avere un poco piu di rispetto per gli altri, sempre e comunque e visto che stò precisando, vorrei anche fargli inoltre presente che di outdoor, campeggio, viaggi avventura, camper, coast to coast ne ho fatti talmente tanti per 30 anni che, forse, dovrebbe essere lui ad imparare a come ci si comporta in una comunità, di sportivi o meno che siano!!
Alla fine gli ho prestato una ventina di metri di cavo per poter attaccare il loro rumoroso e fumoso generatore fuori dalle scatole.
Un giro nel paddoc a fine serata con mia figlia, una cena tranquilla in camper, quattro chiacchiere con Zambo e famiglia ed è presto ora di dormire, vorrei riposare un poco in vista della gara di domani.
Come sempre la colazione è un indovinare cosa sarebbe meglio, questo fara’ bene o male per una gara endurance? E se mi mangio un panino col prosciutto prima della partenza non è che poi mi fa male lo stomaco?
Alla fine giro sempre attorno al mio amato caffè, ai biscotti e mi mangio anche una pera che magari mi fa bene! Ma chi prendi in giro Kathy, non sei un atleta seria, sei solo un “avventuriera” ospite del mondo colorato dei bikers per un po’…..
Nel frattempo il campo base si è allargato a macchia d’olio ed è arrivato anche Beppe, un amico biker come noi, e si è aggregato con la tenda al seguito e la mattina scorre veloce e resta giusto il tempo di provare il percorso di gara; non lo faccio di solito ma vorrei capire come comportarmi prima di trovare sorprese… bello, davvero bello!
Due le salite “importanti”, una in sterrato ed una in paese sul porfilo che potrebbe diventare infido con l’umidità della notte, uno stretto vicolo con le scale in discesa, parecchi passaggi nel campo da golf su erba, mi piace davvero.
E la ciliegina sulla torta è il ristoro “abusivo” con le due signore anziane a distribuire dolcetti e caffè caldo, oltre ad un sorriso, certo che non sanno più cosa inventare!
E’ ora di partire: i ragazzi della 24h di Roma si presentano con una bike “truccata” da cavallo con tanto di biga attaccata e loro rigorosamente vestiti da legionari…troppo forti! E molti hanno attaccato sul casco degli animaletti, la Vania addirittura un topo… una pantegana precisa lei. Ognuno ha i suoi gesti scaramantici, chi un porta fortuna chi una preghiera, noi un pugno sulle nocche del compagno di squadra e degli amici, quel “tieni duro” sottinteso che ci accompagnerà fino alla fine, spalla a spalla se serve.
Un elicottero a filmare la partenza di questo colorato serpentone di persone che sfilano in paese e si immettono nel percorso poco dopo ed inizia la mia 24 ore.
Un solitario deve saper dosare le forze non solo fisiche, la mente può giocare brutti scherzi a volte, e se non hai la capacità di capire quale sia la tua soglia, il tuo limite oltre il quale non puoi andare senza crollare ti ritrovi lungo il percorso, di notte con 5 gradi, a gelare e battere i denti e non vai più avanti… l’ho visto succedere ad un concorrente durante la freddissima notte di gara. So’ che si è fermato ed ha deciso di non ripartire.
La mia gara è stata tranquilla, come sempre del resto, la classifica non è cosi importante in fondo, ma ciò che vale e quella sensazione di tranquillità che mi pervade alla fine di ogni gara, come se fosse stata una conquista, una vittoria che vale per me stessa, come sempre.
Ma se non combino almeno un casino ad ogni gara non sarei la Kathy di sempre no?
Beh vedi che vado mica a perdere il chip? Il bello è che ho anche girato due ore e mezza senza, prima di decidermi e tornare in camper per scaldarmi e riposare tre ore ed accorgermi che il braccialetto blu non stava più sulla mia caviglia! Ma vedi te se non ero bella cotta quando pedalavo.
Vai dall’organizzazione a prenderne un altro, corri a prendere altri 10 € per la cauzione, allaccialo alla caviglia con l’aiuto di uno dei ragazzi presenti e riparto sperando di recuperare almeno qualche giro…alla fine saranno 21 ufficiali con 137 km contro i 206 km che segnava il mio contachilometri!
Va bene cosi, non cambia nulla in fondo, i km li ho comunque macinati e le mie gambe possono dirlo a urli quando volete, mi fanno male posti che non sapevo neppure di avere!
Quando poi penso ai km macinati dalla dolce Ausilia, da Anna Mei e Lorenza Menapace mi sento piccola come una formica ma credo che più di questo io non possa dare visto che il tempo per allenarmi non c’è mai e che gli anni galoppano alla grande!
Una cosa ho notato in questa stupenda gara: l’agonismo sfrenato di alcuni….. forse è proprio questa la differenza tra i campiono veri e quelli che si credono tali.
I campioni e le campionesse, d’Italia e del Mondo, mi sono passati accanto senza fiatare, a volte salutando anche solo con un gesto, senza urlarti frasi del tipo “ e fammi passare che palle vai piano” in particolar modo nel vicolo con le scale; ci si può far largo a gomitate senza rispetto di quanti ti stanno accanto ma campioni si diventa con l’umiltà , tanta fatica e tantissima lealtà.
Questo mondo mi ha insegnato tanto ed ha ripagato la mia passione per la mountain bike regalandomi tantissimo.
Qualcuno mi ha chiesto quando passo il testimone a mia figlia….. lei ha un mondo tutto suo e potrà averlo tutto ai suoi piedi un giorno se lo vorrà, questo è il mio, lasciatemelo ancora per un po’.

Kathy Pitton