La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 22 novembre 2009

16° G.P. Gc Consandolo

Riposo…….bella parola!
Ma se non ho voglia di riposare, se le gambe hanno voglia di correre ed io con loro, se il solo vedere Valchiria sola soletta in cantina mi fa venire il magone allora non c’è niente da fare, si cerca sul web e mi si spalanca un mondo di gare invernali, tutte in Emilia Romagna.
La prima utile risulta questa a Consandolo d’Argenta, paese vicino a Ferrara, 6° prova della Winter Cup…qualunque cosa sia decido di andarci e basta.
Alle 10 e mezza del mattino, sacca e bike in macchina e via ad imboccare l’autostrada, musica a palla e quasi 300 km da macinare per arrivare laggiù, quasi al mare.
Un mare che non avrò tempo di vedere seppure sia poco lontano, un mare di cui però sento l’odore e la piatta distesa di terra fin dove i miei occhi vedono mi ricordano tanto il paesaggio di Grado e Lignano, dove passavo l’estate da ragazzina.
Solo poche persone sono presenti al campo sportivo quando arrivo tre ore dopo, manca parecchio tempo alla partenza ed il numero 4 da attaccare alla maglia è un poco sbrindellato dall’utilizzo ma l’importante è che si veda, consumato o meno che sia.
Ho tempo per un piatto di pasta nel vicino ristorante ( e ci han messo talmente tanto pepe nella salsa al pomodoro che ancora adesso ho le labbra che bruciano), un caffè e presto è ora di preparare la bici e vedere se due settimane di inattività hanno inchiodato o meno le gambe.
Monto la ruota davanti tra gli sguardi divertiti dei presenti, chissà perché una donna in versione meccanico fa scappar da ridere, un po’ d’olio sulla catena e via a provare il percorso, un anello poco più lungo di 5 km, giusto per vedere com’è!
Un pezzo sulla ciclabile, strada bianca e ghiaiosa che mette alla prova l’equilibrio e poi giù in una cascina lungo un canale; un trattore stà dissodando un pezzo di terreno e si ferma al mio passaggio ma i segni lasciati dalle sue pesanti ruote sono di traverso rispetto al senso di marcia ed è una bella battaglia stare in piedi ma eccolo il fango………un mastice denso e colloso che mi incolla le ruote al terreno e mi ci vuole un po’ per capire che se passo tra le piante faccio prima pur allungando il percorso.
Un vigneto poco dopo da percorrere a zig zag tra un filare e l’altro ed ecco una voce che riconoscerei tra mille….”Kathyyyyyyyyy”.
Umbry dello Sculazzo Team!
E lui corre a piedi e mi ci vuole mezzo km per raggiungerlo, va più veloce lui a piedi che io in bike, robe da matti!
Farà la corsa Duacross in solitaria, una frazione di corsa e poi via in sella, che forza però…
Alla fine del giro di prova mi fermo a chiacchierare un attimo con sua moglie a chiacchierare e presto vien l’ora di partire, i ragazzi del ciclocross hanno finito e tocca alle nostre ruote grasse.
Gara Uisp per cui regolamento diverso dalle gare a cui sono abituata, mi chiamano e mi fanno schierare con il gruppo dei G5…. Dovrebbe essere il nostro M6 penso, va beh via che si parte; so di dover fare 5 giri ma mi dicono di tener d’occhio il cartellone alla partenza dove verranno scritte le indicazioni di gara giro dopo giro e piano piano inizia la mia gara.
Lascio correre le ruote, non è una gara lunga ma comunque devo pedalare e su quel fango ci si stanca ed i tratti d’erba resi pesanti dal Generale Inverno si fanno sentire nelle gambe ma giro dopo giro mi avvicino alla fine, passando e ripassando nel meleto accanto al sentiero, schivando tutte le volte la stessa grossa e rossa mela caduta dalla sua pianta…
Forse non è un percorso tecnico e taglia gambe come quelli sulle mie colline e montagne lombarde ma mi è piaciuto comunque e, come sempre, mi ha dato modo di pensare staccando la spina dal lavoro, dai mille impegni, dalle riunioni e dalle conferenze stampa, lasciandomi stanca si ma serena.
Quando poi, alla consegna del numero di gara, mi premiano un sorriso scatta automatico.
Ho la macchina piena di prodotti alimentari, 10 kg di mele e zucche dalle forme piu strane oltre al sacco con formaggi pasta e biscotti!!!
Ripongo la bici in macchina, un cambio veloce per non avere freddo, ho molta strada sa fare per tornare a casa.
Tre ore di tempo per pensare che in fondo ho fatto bene a decidere di venire fin quaggiù, non certo per il premio ma perché anche d’inverno la mia moutain bike mi può regalare belle sensazioni…. Di stare sul divano in pigiama per il momento non se ne parla, avrò tempo per farlo…..
Alla prossima

Kathy Pitton

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