La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 29 novembre 2009

Mountain bike d’inverno



Se 10 anni fa mi avessero detto che avrei passato le domeniche in sella ad una mtb, al freddo e nel fango probabilmente avrei riso come una matta….. adesso chi ride sono tutte quelle persone che incontro e che vi vedono conciata come un omino d’argilla, che quando si toglie gli occhiali sembra abbia disegnato sul viso due occhi da panda e che deve lavare i capelli ricci almeno tre volte prima che ne esca tutto il fango.
Mai è poi mai avrei creduto al fatto di partire al mattino presto con una leggera pioggerella a bagnare la strada, con la bike in macchina e la sacca con guanti, casco e scarpe sul sedile accanto e macinare 300 km fino ai lidi delle Valli di Comacchio solo per fare una gara di mtb visto che in Lombardia d’inverno non ne fanno e mi manca il correre con altri per un traguardo da passare a mani alzate.
L’aver scoperto queste gare invernali in Emilia Romagna sarà il mio regalo di Natale, si proprio un regalo…una gara a settimana, a volte persino due, tutto l’inverno a scoprire posti nuovi dove pedalare e correre in sella a Valchiria, senza dover aspettare la primavera, senza crisi di astinenza invernale a cui ponevo rimedio con sedute di spinning in palestra che però non ti lasciano la stessa sensazione di appagamento fisico e mentale.
Fosso Ghiaia si chiama questo paese a pochi passi dal mare e dai lidi dai nomi blasonati, un immenso bosco con parchi giochi per i piu piccoli, campetti di calcio e decine e decine di km da percorrere a piedi o in sella ad una bicicletta.
Tra le piante, quasi a nascondersi, casolari antichi, alcuni rimessi a nuovo e sede di circoli o gruppi altri ancora abitati con tanto di galline ruspanti e galli razzolare nelle aie; orti curati da anziani col sorriso dipinto sul viso ed accompagnati da cani festanti a fender l’aria con le code; che pace.
Arrivo dopo tre ore di guida su strade che d’estate sono colonne lunghissime di auto bollenti che portano migliaia di persone al mare per una vacanza ma ora, in inverno, il traffico, ad eccezione di alcuni tratti, è scarso ed eccomi all’iscrizione del 5° Gran Premio Torrefazione Krifi, gara di Mtb, Duacross e ciclocross organizzata dal Cicloclub Estense..
Non siamo in tantissimi, l’atmosfera è rilassata e dopo un panino monto le ruote alla mia bicicletta e vado a provare il percorso.
Bellissimo!
Un circuito di 8 km totalmente nel bosco, il silenzio fa da padrone e solo un fruscio attutito fanno le gomme di valchiria sul manto di foglie che hanno sfumature arancio, marrone e rosso, un tappeto su di cui volare.
Fango in alcuni tratti ma per il resto un vero passaggio nel silenzio assoluto della natura.
Tre i giri da fare in mtb, due per i ragazzi che si sfideranno nel duacross, la difficile disciplina di corsa più bicicletta da ciclocross; alle 15.15 la partenza e via tra le piante.
Il mio ritmo lo prendo subito, non cerco ne vittoria ne altro, solo io e la mia mtb.
Il primo giro passa velocemente e via per il secondo e sono quasi alla fine quando sento quel plop plop plop e sbando…. Bucato!!!
La prima foratura in gara della mia “gloriosa” carriera sportiva!
Il bello è che ho passato decine di fast a ragazzi fermi accanto ai vari percorsi di gara ma stavolta tocca a me e vado quasi nel panico, e adesso che faccio????
Stacco la bomboletta da sotto la sella e cerco di ricordarmi come si usa e, naturalmente, la schiuma invece di entrare nella valvola se ne va dove diavolo ne ha voglia lei!
Meno male che sono previdente e la seconda bomboletta staziona nella tasca posteriore della giacca ma qualche folletto deve aver deciso di farmi un qualche scherzo perché stavolta è la bomboletta che decide di non volerne sapere di funzionare.
Andiam bene!
Decido di continuare con la gomma a terra, mancano solo tre km alla fine.
Poco più avanti due ragazzi si offrono di darmi una mano e la terza bomboletta stavolta decide di fare il suo dovere; abbiamo tempo per cambiare due battute e dal nome della mia squadra deducono che sono “del paese della Gimondi”!!!
Si ragazzi, di Iseo, Brescia.
Si scambiano uno sguardo e poi” ma tu sei partita stamattina per venire fin qua”?
Beh si, se non son matti non li vogliamo, vero?
Arrivo al traguardo, gara finita dopo due giri anziché tre ma comunque, da regolamento Uisp, a termine.
Ripongo Valchiria nel baule, un cambio veloce, qualche cosa da bere al ristoro ed una fetta di dolce e l’ora di tornare è già arrivata; saluto i ragazzi che mi hanno dato una mano con un “alla prossima” e mi dirigo verso la strada principale ma prima di mettermi in viaggio decido che non posso tornare senza aver assaggiato una piadina…
Chissà perché il ritorno sembra sempre diverso e piu lungo dell’andata, forse i km e la stanchezza si fanno sentire e viaggiare di notte non mi è mai piaciuto molto o forse, semplicemente, perché sono sola ed il tempo scorre in modo diverso in solitudine, meglio cercare uno dei miei cd e con la musica nelle orecchie torno in Lombardia.
Ora, mentre scrivo, penso che tutti quei km non siano altro che il mio modo di viaggiare nel mondo in cui ho deciso di stare, una passione che passa sopra tutto e poco importa se ancora adesso mi fa male il collo per la stanchezza accumulata, se mi sono persa il film al cinema che avevo deciso di vedere, potrò sempre comprarmi il dvd e vederlo a casa con calma, oppure ancora se non sono andata a vedere le vetrine al centro commerciale, queste cose potrò farle sempre.
Dico sempre a mia figlia che, quando sarò una vecchia signora dai capelli bianchi, avrò un sacco di storie da raccontare ai nipotini……….e le mie storie parleranno di streghe che cavalcano mtb non scope, di orchi che si contenderanno in guerra l’ultimo cambio Shimano e di fate che, per magia, faranno apparire telai in titanio…………..
Che belle storie saranno!!!

Alla prossima ragazzi.
Kathy Pitton

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