La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 8 dicembre 2009

Sapori in bicicletta.




Unire l’utile al dilettevole, bella storia questa!
Utile l’andare in mtb cosi ci si tiene in forma, si ha il sorriso facile e si scoprono posti nuovi ed, essenzialmente, si smaltisce il dilettevole cioè la parte più bella del mio scorrazzare per l’Italia….:la gastronomia locale!
Perché chissà com’è ma sta di fatto che trovo sempre di quei posticini dove si mangia da sciogliersi tutti in brodo di giuggiole, dove i sapori più fantastici mi vengono presenti su dei piattoni che son si belli da guardare ma ancor di più da mangiare.
Ostellato, provincia di Ferrara, è qua che ho scovato questa gara in mtb nota come 16° G.P. Le Vallette, all’interno dell’omonima oasi naturale delle Cicogne.
Visto che c’è un lungo ponte, carico il camper e via, alla volta dell’Emilia Romagna con l’intenzione di proseguire poi per la Toscana e far felice mia figlia e portarla a Volterra, patria dei Volturi e delle tante storie di fantasmi ora di moda tra i ragazzi.
Arriviamo in questo paesino alle sei di sera e non è facile trovare il parcheggio camper ma leggendo i cartelli vedo l’indicazione per questo Borgo Tassone: una vecchia cascina, trasformata prima in agriturismo ed ora in un centro per il turismo rurale.
Hanno delle casette in legno nel bosco, lunghi sentieri dove passeggiare, un laghetto ed il loro ristorante dove servono cucina tipica Ferrarese.
Chiedo se posso parcheggiare il mio mezzo e, visto la gentilissima disponibilità ad ospitare la nostra “ingombrante “ presenza per la notte, decidiamo di fermarci per cena: mai una decisione fu cosi saggia.
Ci presentiamo all’ora concordata e si presenta Andrea, il menù con le gambe… si perché lui stesso si definisce cosi: inutile presentare un impersonale pezzo di carta colorata con un lungo elenco di piatti quando invece lui stesso ci elenca gli ingredienti e la storia del piatto stesso, come viene cucinato ed il perché…..
Ci lasciamo consigliare e ci arriva, poco dopo, un immenso piattone con tortelli dai colori più strani, il viola del radicchio ed il bianco della ricotta fresca, l’arancione della zucca ed il verde della mentuccia, una sinfonia di sapori da lasciar senza fiato.
E le lasagne di zucca poi…..il tutto innaffiato da un deciso vino rosso locale.
Non credo di aver mai mangiato cosi bene!
Devo promettere a mia figlia di tornare da queste parti anche il prossimo anno a far gare cosi mangiamo il secondo ma al dolce non rinunciamo… crostata di zucca naturalmente.
Alla faccia della gara di domattina.
Il camper ci accoglie con il calore della stufa accesa e la notte passa tranquilla in questo camper stop molto ben illuminato ed il mattino mi accoglie con una leggera nebbiolina che intravedo dalle tende del finestrino.
Trovare l’Oasi naturale è facile ad eccomi alle 9 del mattino in versione ciclista al banco d’iscrizione ed al ritiro numero: il 33.
Un giro per capire cosa mi aspetta e farò un sacco di idro-bike stamattina!
Il percorso si snoda sulle sponde di questa immensa palude dove le cicogne nidificano e mi sembra di essere a casa, nelle mie Torbiere; pedaleremo nei campi a fianco delle stradine bianche ed in alcuni punti le ruote sprofonderanno non poco nell’acqua.
Un lungo giro che ci porterà a passare ben sette ponticelli di legno che collegano un isolotto all’altro, una full immersion nella natura quasi addormentata di questa stagione; una stupenda giornata fredda si, ma con uno splendido sole a rendere tutto più piacevole.
Ciò che mi ha colpito inoltre sono state le tantissime sculture di ogni tipo che sono disseminate lungo i sentieri e le strade bianche di questa oasi naturale, un modo molto diverso di mostrare opere d’arte in un contesto ben diverso dalle pareti di una galleria d’arte o di un museo, un modo decisamente unico di mostrare l’opera dell’uomo a confronto con l’opera della natura.
La mia gara?
Bella, come tutte del resto, lo sapete.
Mi perdo con i pensieri tra i sentieri, stacco la spina e volo con la fantasia e mi guardo attorno e fotografo con la mente ciò che vedo per poi raccontarlo cosi, con le parole, cercando di rendere vive delle sensazioni e trasformare le stesse in emozioni…. Non sempre ci riesco lo so ma mi piace provare….
Arrivo con foto, parecchio fango da lavare via e la fortuna indiscussa di avere doccia bollente sul camper quando sul campo di gara non c’è; riconsegna del numero e ritiro premio in natura, un sacchettone di prodotti vari che Elsa divide tra un armadietto e l’altro della nostra casa su ruote.
Appena dopo pranzo via verso la Toscana, lasciamo la Pianura Padana alle spalle ed iniziano le colline e poi gli Appenini e mentre sempre più mi avvicino a Volterra mi rendo conto di capire benissimo il motivo che ha spinto tanti stranieri a trasferirsi quaggiù.
Antichi casolari disseminati sui pendii coltivati ad olivo, poderi trasformati in locande e ristoranti, antiche rocche a guardia di un glorioso passato…bellissimo!
Ed ecco la rocca di Volterra, lassu a guardia di chi giunge da valle, e saranno decine e decine i tornanti da fare fino alle Fonti di Docciola, una delle porte di ingresso della città e parcheggio per camper consentito dal comune.
Ci accoglie una variopinta comunità di camperisti, saranno un centinaio i mezzi parcheggiati ordinatamente sullo sterrato; ed eccola li la porta di ingresso alla cittadella, con le due scalinate che sembrano arrampicarsi verso il cielo alla cui base si trova l’antica Fonte e la vasca di raccolta dell’acqua.
Per arrivare a città alta dovrò fare due soste, fiatoneeeee!!!
Praticamente faccio scarico su e giu dalle scale non sui pedali.
Mi reputo fortunata, ho avuto la possiblità di viaggiare per il mondo e di vedere moltissimi posti ma esistono ancora moltissimi luoghi che mi lasciano senza fiato per la bellezza, per la loro unicità e credo che Volterra sia uno di questi posti; mia figlia mi ha raccontato la storia di New Moon e della protagonista, Bella, della magia di quei racconti….. la città stessa, a mio avviso, ha un che di magico che ti avvolge mentre cammini per le sue antiche stradine, tra i palazzi e le piazze lastricate; visitando alcuni dei tantissimi musei ho visto dipinti rinascimentali dai colori fortissimi i cui personaggi sembravano uscire dal dipinto stesso mentre nei saloni degli antichi palazzi sembrava di vedere dame in complicati abiti danzare al suono di musiche dimenticate… che belle sensazioni sono state.
Ma come ogni bella cosa, presto finisce ed i quattro giorni di vacanza sono volati via e si torna verso casa sotto una pioggia battente.
Ora, dopo aver scaricato Valchiria dal camper ed aver riposto tutto e mentre stò scrivendo queste parole, la voglia di ripartire è grande e credo proprio che non passeranno molti giorni dalla mia prossima avventura, magari sempre unendo l’utile al dilettevole, la mia mtb ai sapori della cucina locale perché non ci sono storie… davanti ad un buon piatto ed un bicchiere di vino non conta più il dialetto che parli, si è tutti amici e si chiacchiera volentieri.
Alla prossima ragazzi.

Kathy Pitton

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