La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 22 ottobre 2007

Una merenda Sinoira


6 ore Morenica

E che cosa è mai questa parola strana?
Mi sono posta la stessa domanda leggendo l’articolo pubblicato su Pianeta Mountain Bike.
E l’ho dovuto chiedere ad un piemontese cosa fosse….una merenda tardi, una mezza cena……. Una mangiata in compagnia insomma a base di salame,prosciutto, formaggio, patate, salsa di prezzemolo, pane casereccio….un buon bicchiere di rosso come finale.
Ed allora perchè non fare quest’esperienza culinaria regionale?
E via che si parte, domenica mattina alle sei per raggiungere Vialfrè, provincia di Torino con la bike in macchina naturalmente.
Il viaggio è lungo ma poche le macchine in circolazione a quest’ora del mattino, si viaggia veloci ed ecco l’uscita dall’autostrada indicata sulla cartina.
Qualche problema a trovare questo paesino piemontese disperso nell’anfiteatro morenico di Ivrea ma quando appare sembra appoggiato sul declivio di una collina, nascosto dalla foschia mattutina; sembra ripiegato su di se per il freddo: 1 grado! Praticamente Polo Nord.
Un freddo gelido mi morde le guance ed ho un bel daffare a saltellare qua e la per farlo passare.
Siamo nel Parco naturale delle Pianezze, un bellissimo bosco di castagni e, qua e la, dei laghetti con cigni ed oche…sembrano congelate anche loro dal freddo.
Qua fanno un raduno di scout ogni estate, piu di 2000 ragazzi si radunano con le tende, le chitarre ed il loro colore.
Ma oggi il colore è diverso, è quello che io amo di più….la tribu dei biker al completo per questa nuova gara endurance, la prima edizione della 6 ore Morenica.
Camper e macchine parcheggiate in file vicine, mamme che rincorrono i piccoli, ragazzi e ragazze che preparano la bike per questa nuova corsa di resistenza che metterà a dura prova il fisico, la resistenza e la testa soprattutto.
Fa freddo ma già sento il sangue che corre veloce e mi scalda le gambe, la musica a palla e lo speaker che fa un po’ di casino contribuiscono all’atmosfera festosa.
Presentano man mano le squadre dai nomi più fantasiosi…I Lecca lecca, I Cavalieri, le Totine scatenate ( sei stupende ragazze torinesi), Le Bistecche roventi ( un gruppo di ragazzi in carne che faranno tutta la gara cantando), alcuni vestono strano con le corna sul casco e la coda da diavolo attaccata alla maglia……
Ho il numero personalizzato, il 503 ed il mio nome stampato a caratteri grandi vicino al nome della mia squadra: G.C. Iseo.
Alle borracce ci pensa Elsa, come sempre; la bike è pronta, un po’ di olio alla catena…sono due giorni che il cambio rompe le scatole, fa un rumore strano quando cambio ma sembra ok ora.
Via che si parte per un giro di ricognizione: bosco, strade bianche, sentieri ed un paio di discese….. bella tosta, ma molto bella.
Il percorso è un giusto mix di scorrevolezza e tecnica, dai che ce la posso fare.
L’ora della partenza si avvicina, mi dicono che si parte in stile Le Mans…e che roba è?
Si piazza la bike sulla linea di partenza e si va a 300 metri ed allo sparo si corre, si salta sul mezzo e via! Mi scappa da ridere. Correre io?
Assieme ad un altro paio di “ragazzi” la faccio a piedi, è tanto lunga la giornata che di correre proprio non abbiamo voglia.
Sulla bike e via, prima salita ed il gruppo si sgrana nel bosco, sui sentieri e sulle strade bianche, poi le dicesce, via via veloci fino alla fine del circuito per poi ricominciare cercare di farne il più possibile, chilometri su chilometri ed il freddo scompare e lascia il posto poco alla volta alla stanchezza, alla fame ed appena posso, passo dal ristoro e mangio qualche cosa altrimenti finisci il carburante e non vai più.
Ad un certo punto lo speaker al microfono dice “ e vedo una maglia del G.C. Iseo, un gruppo che organizza una bella gara della Brescia Cup “……mi sbraccio per farmi ascoltare e dire che le gare sono due, Vignalonga e Rampigolem….. e ci tengo a dirlo! E’ la mia squadra dopo tutto e mi alzo in piedi sulla bike per far vedere la maglia e la scritta…sarà anche campanilismo ma quello è il nome del mio paese! Ed anche se vado piano ci sono anche io!
Giri su giri, meno male che ho la mia musica nelle orecchie, canticchio pedalando per sentire meno la stanchezza, sono cinque ore che sono in sella e mi accorgo che la lucidità vien meno e vado sempre più lentamente ma le sei ore scadono tra poco e sarà finita.
Passo il traguardo con un sorriso al fotografo e mi fermo poco dopo, vicino alla macchina dove ripongo tutto e mi posso riposare un attimo.
Il rituale della doccia sembra un film di Ridolini:le docce ci sono, un po’ bucoliche… tende tirate tra le piante, acqua gelida all’inizio che poco alla volta si scalda ma quando arriva calda sei già zompato fuori dal freddo…….va bene che tonifica e che in Norvegia ci si rotola nella neve ma a me piace calda!!! Ci facciamo una risata e quando senti l’urlo dell’ultimo arrivato sotto l’acqua è una risata unica.
Saremo anche una manica di matti ma è divertente.
Adesso vediamo un po’ come è questa merenda Sinoira: esattamente come me la avevano descritta i piemontesi…pane patate, affettati e formaggio ed un bicchiere di vino rosso.
Divoro tutto e mi rendo conto che ho una fame da lupo anzi no da lupa!
Iniziano le premiazioni e stavolta SONO SUL PODIO. Dicono che chi la dura la vince, sono sesta e mi faccio anche un balletto dalla felicità: foto con il presidente della società organizzatrice e premio da portare a casa, una bottiglia di Erbaluce di Cluso, un bianco piemontese famoso…..lo berrò a casa in compagnia, riguardandomi le foto di questa giornata fredda ma bellissima.
Si torna a casa con la promessa di tornare il prossimo anno magari non da sola ma con la squadra e di fare un'altra merenda alla piemontese.
Kathy Pitton

lunedì 1 ottobre 2007

La mia Gimondi Bike

La mia bestia nera, ecco cosa è la Gimondi Bike.
Sono quattro anni che ci provo a scendere dal canalone senza accopparmi… quante botte e quanti lividi dappertutto.
Ero arrivata al punto di dire “adesso basta, appendo la bike al chiodo..”
Ma ho vinto la bestia stavolta, l’ho fatta senza cadere mai e sono arrivata sporca di fango da far paura ma ruggendo come una leonessa.
Ho cercato di prepararmi, in qualche modo: tempo per allenarmi un gran poco ma ritagliando di qua e di là un po’ di km nelle gambe ci sono.
Leggendo tutte quelle riviste di Mtb mi sono fatta un idea approssimativa dell’alimentazione migliore, di come e cosa mangiare e cosa escludere ( un qualche dolcetto qua e la però ce l’ho fatto stare…); ed ecco che alle 5 e 40 del mattino di domenica 30 settembre la qui presente signora salta giù dal letto e si fa un piatto di pasta con olio e grana!
Come colazione mica male anche se quei biscottini ai lamponi mi guardavano con due occhioni tristi che non ho resistito.
Poi la vestizione del guerriero su ruote: pantaloncini imbottiti, maglia della squadra, calzini d’ordinanza e tutto il solito armamentario dei bikers…borracce con i Sali per non avere sete e le barrette se ti viene fame ed il traguardo è lontano ed il ristoro l’hai già passato.
Ha piovuto piuttosto forte nei giorni scorsi e stanotte mi sono svegliata sentendo le gocce battere sulla grondaia…che rabbia!
Sarà tutto un pantano lassu alle Terre Rosse.
Va bè, mi faccio accompagnare in paese con il furgone giusto per evitare un po’ di gocce, ne prenderò tante durante la giornata in gara.
Sono d’accordo con alcuni compagni di squadra di trovarmi da Gabriele davanti alla tabaccheria eppoi, tutti assieme, ci avviciniamo allo striscione della partenza per la foto di gruppo.
Siamo in tanti del G.C. Iseo quest’anno, se non ho capito male 45 e ci si prende in giro bonariamente:
“ e che tempo pensi di fare tu……”
“ e romp mia le bale…”
“ vedi di arrivare senza farti male”
E in fondo è la sola cosa che mi interessa, arrivare senza farmi male.
Sono migliaia le persone in giro per il paese, circa 2500 iscritti ufficiali più gli infiltrati dell’ultima ora, e tutti sono qua con camper e macchine, famiglie al seguito, amici e conoscenti, un carnevale di dialetti veneti e piemontesi, alcuni sono arrivati dalla Sicilia, parecchi stranieri…non trovi un posto letto nel raggio di 15 km.
Giriamo un poco per il paese per scaldare le gambe, fa freddo e penso di aver fatto bene a mettere la giacca pesante; incontro conoscenti che mi fanno gli auguri, amici che mi urlano” in bocca al lupo Ka” e come sempre, per un momento solamente, mi attanaglia lo stomaco questa strana sensazione di paura mista ad euforia, un crampo che passa poco dopo ma che è li presente e mi fa respirare più velocemente.
E’ ora di andare in griglia, sono davanti ed ogni volta mi chiedo perché mi mettano qua, con i campioni che volano sulle ruote mentre io vado piano ma mi viene ripetuto che le donne sono talmente poche che vanno nella griglia d’onore.
Ed i minuti scorrono veloci ed arriva lo sparo e si parte ed inizio a pedalare e sento il cuore che va già a mille per l’emozione…..un attimo e siamo in piazza sfilando tra due ali di folla che urlano ai campioni davanti ( ci sono proprio tutti i famosi stavolta) ed urlano anche a noi…si anche a noi.
La salita a Polaveno è lenta per me e presto mi raggiungono i ragazzi della squadra tutti in seconda griglia e tutti loro mi danno un aiuto morale…” dai Kathy, dai…”: Stefano davanti a tutti ( è un grande, arriverà appena dietro i grandi campioni) eppoi gli altri man mano,Gliso (che sarà secondo della sua categoria), la pacca sulla schiena di Cecco e Ago, Piero e Giglio, l’urlo di Gabri, la spinta di Zambo……
Ed ecco la cima, la deviazione per i pollai e la mia Nemesi….il canalone!
Come previsto è un pantano pazzesco; alcuni si buttano a capofitto e cadono poco dopo, altri più bravi (o fortunati) arrivano alla fine incolumi, qualcuno si fa male molto seriamente ed io……lo faccio a piedi.
E si, cavolo! Ho fatto tanti di quei voli giu di li che non ho proprio voglia di farne altri.
Arrivo in fondo talmente infangata che non mi si riconosce, la bike tanto piena di argilla rossa che non frena e non entrano i cambi. Un signore ha attaccato una canna dell’acqua e sta facendo un lavaggio bike in extremis ma va bene cosi!
Da qua inizia la parte “veloce”, per me è piu facile andare avanti.
Quei saliscendi tra i vigneti della Franciacorta sono piacevoli e la pioggia non ha appesantito tanto il terreno; via cosi fino alla prova speciale della Monterossa, un tracciato cronometrato tra il vigneto ed il roseto della villa.
Praticamente passo a piedi il controllo elettronico della partenza sotto lo sguardo divertito degli addetti; pensavo di aver finito ma non ricordavo che poco dopo c’era il fettucciato di Monterotondo.
Altra prova speciale in mezzo al fango con la musica a palla e poi di corsa verso la Madonnina.
Ancora una fatica.
Ho le gambe tanto pesanti e la sete mi prende alla gola, sarà stata la pasta con il grana di stamattina ma almeno non ho avuto fame durante la gara; e mi accorgo che più mi avvicino al traguardo più mi sembra di andare veloce e quando vedo lo striscione con scritto Finish beh….. un secondo, uno solo, ma un po di magone mi è venuto: L’ho finita!
E passo il traguardo facendo un urlo che sembra un ruggito: ho vinto la mia besta.
Piena di fango, stanca, una sete che morde la gola ed il solo pensiero di fare una doccia calda ma ho un desiderio: sapere cosa hanno fatto gli altri e sono tutti li, al pasta party e quando arrivo mi danno due pacche sulle spalle e mi sento…..mi sento VIVA.
E mi congratulo con loro, tutti bravi, dal primo all’ultima.
E’forse questo il bello di una squadra: uno davanti a tutti a vincere, gli altri distribuiti in classifica uno dietro l’altro e qualcuno a chiudere la fila…..ma con orgoglio perché non sono ultima.
Questa volta ho vinto la mia bestia, la prossima volta voglio cavalcarla.
Kathy Pitton