La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 1 ottobre 2007

La mia Gimondi Bike

La mia bestia nera, ecco cosa è la Gimondi Bike.
Sono quattro anni che ci provo a scendere dal canalone senza accopparmi… quante botte e quanti lividi dappertutto.
Ero arrivata al punto di dire “adesso basta, appendo la bike al chiodo..”
Ma ho vinto la bestia stavolta, l’ho fatta senza cadere mai e sono arrivata sporca di fango da far paura ma ruggendo come una leonessa.
Ho cercato di prepararmi, in qualche modo: tempo per allenarmi un gran poco ma ritagliando di qua e di là un po’ di km nelle gambe ci sono.
Leggendo tutte quelle riviste di Mtb mi sono fatta un idea approssimativa dell’alimentazione migliore, di come e cosa mangiare e cosa escludere ( un qualche dolcetto qua e la però ce l’ho fatto stare…); ed ecco che alle 5 e 40 del mattino di domenica 30 settembre la qui presente signora salta giù dal letto e si fa un piatto di pasta con olio e grana!
Come colazione mica male anche se quei biscottini ai lamponi mi guardavano con due occhioni tristi che non ho resistito.
Poi la vestizione del guerriero su ruote: pantaloncini imbottiti, maglia della squadra, calzini d’ordinanza e tutto il solito armamentario dei bikers…borracce con i Sali per non avere sete e le barrette se ti viene fame ed il traguardo è lontano ed il ristoro l’hai già passato.
Ha piovuto piuttosto forte nei giorni scorsi e stanotte mi sono svegliata sentendo le gocce battere sulla grondaia…che rabbia!
Sarà tutto un pantano lassu alle Terre Rosse.
Va bè, mi faccio accompagnare in paese con il furgone giusto per evitare un po’ di gocce, ne prenderò tante durante la giornata in gara.
Sono d’accordo con alcuni compagni di squadra di trovarmi da Gabriele davanti alla tabaccheria eppoi, tutti assieme, ci avviciniamo allo striscione della partenza per la foto di gruppo.
Siamo in tanti del G.C. Iseo quest’anno, se non ho capito male 45 e ci si prende in giro bonariamente:
“ e che tempo pensi di fare tu……”
“ e romp mia le bale…”
“ vedi di arrivare senza farti male”
E in fondo è la sola cosa che mi interessa, arrivare senza farmi male.
Sono migliaia le persone in giro per il paese, circa 2500 iscritti ufficiali più gli infiltrati dell’ultima ora, e tutti sono qua con camper e macchine, famiglie al seguito, amici e conoscenti, un carnevale di dialetti veneti e piemontesi, alcuni sono arrivati dalla Sicilia, parecchi stranieri…non trovi un posto letto nel raggio di 15 km.
Giriamo un poco per il paese per scaldare le gambe, fa freddo e penso di aver fatto bene a mettere la giacca pesante; incontro conoscenti che mi fanno gli auguri, amici che mi urlano” in bocca al lupo Ka” e come sempre, per un momento solamente, mi attanaglia lo stomaco questa strana sensazione di paura mista ad euforia, un crampo che passa poco dopo ma che è li presente e mi fa respirare più velocemente.
E’ ora di andare in griglia, sono davanti ed ogni volta mi chiedo perché mi mettano qua, con i campioni che volano sulle ruote mentre io vado piano ma mi viene ripetuto che le donne sono talmente poche che vanno nella griglia d’onore.
Ed i minuti scorrono veloci ed arriva lo sparo e si parte ed inizio a pedalare e sento il cuore che va già a mille per l’emozione…..un attimo e siamo in piazza sfilando tra due ali di folla che urlano ai campioni davanti ( ci sono proprio tutti i famosi stavolta) ed urlano anche a noi…si anche a noi.
La salita a Polaveno è lenta per me e presto mi raggiungono i ragazzi della squadra tutti in seconda griglia e tutti loro mi danno un aiuto morale…” dai Kathy, dai…”: Stefano davanti a tutti ( è un grande, arriverà appena dietro i grandi campioni) eppoi gli altri man mano,Gliso (che sarà secondo della sua categoria), la pacca sulla schiena di Cecco e Ago, Piero e Giglio, l’urlo di Gabri, la spinta di Zambo……
Ed ecco la cima, la deviazione per i pollai e la mia Nemesi….il canalone!
Come previsto è un pantano pazzesco; alcuni si buttano a capofitto e cadono poco dopo, altri più bravi (o fortunati) arrivano alla fine incolumi, qualcuno si fa male molto seriamente ed io……lo faccio a piedi.
E si, cavolo! Ho fatto tanti di quei voli giu di li che non ho proprio voglia di farne altri.
Arrivo in fondo talmente infangata che non mi si riconosce, la bike tanto piena di argilla rossa che non frena e non entrano i cambi. Un signore ha attaccato una canna dell’acqua e sta facendo un lavaggio bike in extremis ma va bene cosi!
Da qua inizia la parte “veloce”, per me è piu facile andare avanti.
Quei saliscendi tra i vigneti della Franciacorta sono piacevoli e la pioggia non ha appesantito tanto il terreno; via cosi fino alla prova speciale della Monterossa, un tracciato cronometrato tra il vigneto ed il roseto della villa.
Praticamente passo a piedi il controllo elettronico della partenza sotto lo sguardo divertito degli addetti; pensavo di aver finito ma non ricordavo che poco dopo c’era il fettucciato di Monterotondo.
Altra prova speciale in mezzo al fango con la musica a palla e poi di corsa verso la Madonnina.
Ancora una fatica.
Ho le gambe tanto pesanti e la sete mi prende alla gola, sarà stata la pasta con il grana di stamattina ma almeno non ho avuto fame durante la gara; e mi accorgo che più mi avvicino al traguardo più mi sembra di andare veloce e quando vedo lo striscione con scritto Finish beh….. un secondo, uno solo, ma un po di magone mi è venuto: L’ho finita!
E passo il traguardo facendo un urlo che sembra un ruggito: ho vinto la mia besta.
Piena di fango, stanca, una sete che morde la gola ed il solo pensiero di fare una doccia calda ma ho un desiderio: sapere cosa hanno fatto gli altri e sono tutti li, al pasta party e quando arrivo mi danno due pacche sulle spalle e mi sento…..mi sento VIVA.
E mi congratulo con loro, tutti bravi, dal primo all’ultima.
E’forse questo il bello di una squadra: uno davanti a tutti a vincere, gli altri distribuiti in classifica uno dietro l’altro e qualcuno a chiudere la fila…..ma con orgoglio perché non sono ultima.
Questa volta ho vinto la mia bestia, la prossima volta voglio cavalcarla.
Kathy Pitton

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