La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 29 luglio 2012

8° Rampinight



Sono cinque anni di seguito che una sera d’estate, sempre di venerdì, salgo in Valle Sabbia e mi fermo al Motodromo del Galaello per partecipare alla Rampinight.
Non che abbia mai combinato un gran che ma è una garetta che ha il suo fascino e mi dispiace non venirci.
Ho trovato il volantino ondine sebbene non sia ancora presente nel calendario di Pianeta Mtb, ho mandato l’iscrizione ed anche se ho ancora la testa un po’ balorda per la birra che mi circola a fiumi nelle vene dopo la notturna a Nistoc di ieri sera, eccomi per strada alle sei, alle sette verifica tessere ed alle otto regolarmente schierata in griglia.
Fa un caldo tremendo, siamo in pochissimi quest’anno e mi dispiace per i ragazzi che organizzano la gara, ci si mette sempre tempo e cuore in queste cose e se convengono ripagate dalla presenza di atleti dispiace sempre un poco.
La novità di quest’anno è la presenza di Grazia ed Elena, ragazze poco abituate alle gare in montagna con parecchia salita in particolare Grazia che di solito corre solo in pianura ma forse ha voluto provare l’ebbrezza di un qualche cosa di diverso ed eccola qua con Pietro, suo figlio, anche lui ciclista su ruote grasse.
Mezz’ora a pedalare qua e la sentendo le gambe pesanti e dure, alle otto meno dieci in griglia su quelle strane “gabbie” gialle che sono la partenza delle moto nei campionati che qua si svolgono ed alle otto su per quella salita in terra battuta dove non salgo neppure a spinta, discesa poco dopo e salita nuovamente per poi scendere a piedi perché mi spaventa.
Quest’anno poi non vado neppure a pedate.
La salita sterrata poco dopo la faccio con calma col motociclista dietro le ruote che continua a dirmi: tu fai con calma Kathy e non preoccuparti, io sono qua solo se ti serve aiuto!
Eh… ed io non so neppure come si chiama cavolo!
Comunque salgo, piano piano ed arrivo fino alla strada asfaltata che continua a salire fino alla deviazione che raggiunge il percorso della Conca d’Oro e la strada che di solito in quella gara si fa in salita.
Lungo la strada una signora mi guarda e sorridendo dice: ma non è la signora che partecipa ogni ano dicendo che l’anno prossimo non la fa e che scrive quei racconti per valle Sabbia News?
E si sono io quella pirla li.
Penso che quest’anno mi sono dimenticata di mandare l’articolo sulla Conca d’Oro ma non mi dimenticherò di mandare queste righe sulla Rampinight sebbene nel tempo si ripetano sia le parole che le esperienze ma è pur sempre il mio modo di essere e vivere, altro non faccio.
Inizia la discesa che faccio con altrettanta calma visto che ci vedo ben poco nel bosco con gli occhiali da bike ed il motociclista probabilmente ha capito il problema ed accende il faro illuminandomi la strada. Con calma arrivo in cima, alcuni strappi riesco a farli in sella altri a spinta ma vado avanti e non ho nessuna intenzione di fermarmi.
Mi doppiano pressappoco nello stesso punto in cui lo fanno ogni anno e non mi meraviglio più della velocità dei primi, spingo a testa bassa la mia bike in salita e stringo i denti in discesa ed ecco la discesona finale verso il paese e l’arrivo.
Il fatto che tutti credessero che dietro di me non ci fosse più nessuno ha fatto si che ci fosse un momento di caos all’arrivo ma l’avviso di Grazia ai giudici che indicava loro il fatto che dovessero arrivare ancora tutte le ragazze meno la prima ha fatto si che le moto scopa ripartissero facendo il giro e raggiungendo i ritardatari.

Acqua subito, sono assetata.
Andrea Leali della Odolese mi guarda e sorride e dice: ogni volta che ti vedo cosi trafelata penso che sia l’ultima volta che ti vedo in bici….
E sai quante volte l’ho detto e pensato pure io e poi mi ritrovo sempre in slela da qualche parte e non sempre sono gare facili ed in pianura.
Sono contenta per Grazia che è 5° ed a premio e sarà in sua compagnia che finirò la serata, con pane e salamina ed una birra, tra quattro chiacchiere e quel guardarsi in giro cha fa parte dell’atmosfera.
Fino a qualche anno fa venivo qua con Dado e Mauro, spesso mi accompagnava Elsa ma negli ultimi tempi è cambiato tutto, i ragazzi non corrono più oppure si sono dati ad altri sport, Elsa è cresciuta ed ha i suoi amici, giustamente, ma mi mancano e parecchio anche.
Non so ancora se è stato il mio addio al Galaello questa serata ma di certo dovrò iniziare pensarci seriamente.
Intanto però spero che mi sopportino ancora un pezzetto……

sabato 28 luglio 2012

Birra, bike e rock'roll

Un po’ di sano cazzeggio ci vuole qualche volta anche se ultimamente non è solo qualche volta ma, diavolo, si campa una volta solamente per cui bon cosi e avanti.
Serata finale del corso mtb dei piccoli Diavoli Rossi, le premiazioni, i baci con i più piccoli e l’arrivederci alla prossima stagione ed anche il corso 2012 è finito.
Siamo al campo sportivo dell’Oratorio di Iseo, si ripone tutto il materiale che ci è servito durante queste sette settimane, le fettucce con cui abbiamo creato i percorso, le basculle e le assi con cui abbiamo creato ostacoli e salti r siam pronti per la partenza.
Durante l’ultima uscita in notturna, quella in Pastina, avevamo deciso questa serata all’insegna del rock nostrano, la Woodstock casalinga che si svolge ogni estate a Sulzano, o meglio a Nistisino, una località sulla montagna sopra il paese, Nistoc appunto!
Via che si parte.
I ragazzi con Gabriele in testa salgono verso Polaveno ed il sentiero del Parlo che taglia la montagna ed arriva poco lontano dalla località del concerto ma per me è troppo dura e conoscendo i miei limiti decido di salire lungo la strada sopra Sulzano, più dura come pendenze ma tutta su asfalto.
Chissà perché sembra sempre più dura ogni volta che la faccio!
Forse semplicemente perché ricordo che tra pochi giorni saranno 51 candeline e quando ci penso mi sento vecchia, o forse solo perché quest’anno, nonostante tutto, ho fatto meno chilometri degli scorsi anni, tant’è che è dura. Punto.
Su e su, sempre in salita, con punte dalle pendenze da ribaltamento, e quando ho la sfortuna di incrociare qualche macchina nei tornanti stretti spero sempre che siamo loro a fermarsi, per me è più difficile ripartire in salita ma spesso ho come la sensazione che non mi vedano neppure oppure fanno semplicemente finta. Devo dire che i muretti di cinta delle case e le ringhiere mi hanno fatto veramente comodo in alcuni punti, mi sono attaccata per poi ripartire poco dopo…
Un ora e 35 minuti ci ho messo a salire, rampichino sempre praticamente, non ci ho neppure provato col rapporto di mezzo.
Ma dopo quello che mi è sembrato un tempo lunghissimo ho iniziato a sentire la musica ed ecco l’enorme striscione con scritto “Nistoc” su di una collinetta ed il palco per il concerto piantato in mezzo al campo, con attorno decine di tende di quelli che si fermano per tutti i quattro giorni del festival rock!

Mi sono fermata a riprendere fiato accanto al camioncino della Protezione Civile, mi sono cambiata la maglia chiacchierando con uno dei ragazzi dell’anti incendio e mi sono riposata aspettando l’arrivo dei ragazzi della squadra.
Per la prima volta è stata presente anche Luisa, coinvolta suo malgrado ma dalla faccia sembra apprezzare la cosa e nonostante arrivino tutti trafelati e sudati, sorridono tutti.
Sono parecchie le facce che ci vedono passare e guardano con un misto di incredulità e stupore, come a dire “ ma questi dove diavolo vanno di notte in bicicletta”???
Ci trasferiamo nella zona riservata a quanti mangiano con panini e salamele, coca cola e birra sui tavoli, qualche piatto di patatine ed in poco tempo siamo tutti rilassati e sazi.
,a ora inizia il bello della preparazione all’operazione discesa: tutti abbiamo i fari più o meno potenti da mettere sulla bike e sul casco, alcuni mettono anche un lampeggiante sullo zaino per farsi vedere da lontano e, quando siam tutti pronti, via che si parte verso valle e la litoranea verso Iseo.
Bisogna fare molta attenzione alle macchine che salgono lungo la strada per arrivare fino lassù da dove siamo partiti noi per assistere al concerto che inizia alle 22 e finirà a notte inoltrata. Le macchine salgono veloci e la strada è stretta per cui molta calma ed attenzione assoluta.
C’è anche il fatto che la notte tende a rendere le ombre presenza che in effetti non ci sono e capita di non vedere una buca che invece c’è, finendoci dentro e se durante il giorno non ci fai neppure caso, di notte devi mettere in conto un sacco di fattori diversi, le sensazioni e la percezione è completamente diversa… ne so qualche cosa dopo anni di 24h in solitaria.
Poco alla volta si arriva al ponte sotto la tangenziale, ci passiamo sotto e svoltiamo poco dopo, decidendo di seguire la vecchia Valeriana fino a Pilzone.
E’ veramente bella ma è stretta e si deve fare molta attenzione alla parte centrale dove ci sono degli infidi sassolini che, se non stai attento, ti fanno scivolare con le ruote e non è il caso di cadere lungo la scarpata.
Poco dopo marco ci lascia in quanto arrivato a pochi metri da casa sua.
Iniziano le panchine poste lungo il sentiero ed allora attenzione a non sfiorarle con i pedali rischiando di capottare; poco dopo, dove fino a qualche anno fa vi era un guado ora interrato, attenzione ad una serie di curve a gomito che traggono in inganno al chiarore della luna ma poi si viaggia senza troppa difficoltà fin dove iniziano i garage della zona abitata ed ecco il pirlotto di turno che arriva sparato lungo una strada larga sie no un metro e mezzo e si incazza pure per le bici presenti, ma un bel va a ffffffffff…… lo zittisce velocemente, forse perché all’inizio ha visto solo Luisa e Gabriele, esilini ma poi arriviamo tutti noi, Ghigo, Mauro, Antonio, Io, Coffetti, Sbardo…. E zitto subito anche perché tutti assieme facciamo una bella massa di bikers incavolati e birrati…….
Giù lungo la strada verso Iseo dove perdiamo Gabry che devia verso casa mentre noi ci dirigiamo verso il centro e la movida del lungolago… quasi non riusciamo a passare tra la gente che si assiepa davanti ai locali con i bicchieri in mano, alcuni tratti a piedi e poi ci accomodiamo ai tavoli del Bar Centrale per il bicchiere della staffa.
Ancora due parole ed il tempo scorre veloce ed è ora di tornare verso casa… Mauro e Luisa verso il parcheggio dove hanno lasciato le macchine, Dario e Coffetti verso la piazza e la via Mirolte mentre Ghigo ed io prendiamo la strava verso i lidi….
Poco dopo resto sola e continuo verso casa nella notte, con il solo chiarore dei fari sulla bike; silenzio ed un delizioso venticello che rinfresca la pelle… solo un pirla in senso contrario con la macchina a rovinarmi gli ultimi chilometri verso casa e la doccia.
Valchiria torna al suo posto, l’acqua scorre tiepida sulla pelle e toglie polvere e sudore ma quasi non ho voglia di dormire perché di nuovo la serata è stata bella in compagnia di quanti, come me, amano pedalare anche al buio, guardando le stelle e la luna e seguendo quegli astri come se fossero dei fari nella notte che indicano la strada da percorrere.
Il mio corpo è qua ma la testa è gia altrove...


mercoledì 25 luglio 2012

Pont 2 pont.....

Dici " è sbagliato"!!!!
Scritto male, un inglese italianizzato e mescolato al dialetto....
Mia figlia che mi storpia il naso nel leggere il volantino, io che ci penso un attimo e ci metto un pò a capire che significa "da un ponte al'altro".
Comunque ci  vado.
Quest'anno sono riuscita a fare meno gare del Oglio Chiese, vuoi perchè ne hanno fatte veramente di meno, vuoi perchè col lavoro sembra vada sempre peggio per cui visto che sono a casa ci vado eccome fino a Visano, anche se il giorno prima ho fatto la Rampicando del Gliso a Sulzano.
Partenza presto ancora mezza intontita visto che sabato sera, dopo la gara, sono stata a cena a Sarnico con degli amici e quelle due o tre medie chiare stanno ancora girando di qua e di la, il camper sembra conoscere la strada da solo ed in quattro e quattr'otto sono al campo sportivo di Visano, parcheggioe  vado a ritirare il numero.
E Matteo che mi indirizza nella corsia giusta perchè rintronata come sono dai fumi dell'alcool mi metto in fila nella parte sbagliata.
Ussignur cominciamo bene.
Mi vesto, preparo la bike, attacco il numero e pedalo qua e la senza troppa convinzione, so di dover fare 46 km ma se ci metto piu di 75 minuti a fare il primo giro mi fermano....
Vediamo come va, le gambe sono pesantine e la voglia di pedalare stamattina è rimasta nel letto.
Pronti via e si parte, strade bianche, un po di asfalto e la strana sensazione di dejavu passando per campi ed argini; scopro poco dopo che da qua sono già passata ma non ricordo quando però....
Ma pedalando con calma tra un fosso e l'altro mi rendo conto che questa gara è la somma di più gare fatte nel corso degli anni, Acquafredda, Casalmoro, Remedello.....
Hanno messo tutto assieme ed hanno fatto una gran fondo.
Bellina però.
Si segue il fiume per alcuni tratti ( e non mi ricordo mai quale è), si gira per strade bianche e campi ma è scorrevole, pazienza per il fatto che siano le mie gambe a non girare.
Ad un certo punto, in curva, sento la ruota dietro che va....... Si sta sgonfiando e sebbene abbia il fast sempre con me sembra che non riesca  a tamponare la falla che , tra l'altro, non riesco ad individuare.
Già non andavo veloce prima, ora poi sono più lumaca ancora....
E mi pare di essere appena partita ed ecco che mi arriva la moto dietro con Fabio e gli altri a manetta... bene, la mia gara è finita.
Ma non è che ne sia felice però cavolo!!!
Mi sarebbe piaciuto farla tutta anche se con calma ed alla mia maniera ma va cosi e quando passo il traguardo sono i giudici a decretare la fine della corsa.
La doccia con calma al camper, un cambio veloce, due passi fino al banco dove riconsegno il numero e vado al ristoro, più per sete che per fame.
Ed infatti mangio anguria e bevo the, il riso freddo non mi attira molto oggi.
Ci sono i ragazzi della Benedetti che hanno corso con me ieri pomeriggio a Sulzano e ci diciamo "siam fuori a fare due gare in due giorni" ma tantè che ne ridiamo pure perchè saremo anche fuori ma ci sta bene cosi.
Guardo le premiazioni, faccio un applauso alle ragazze e me ne vado in sordina salutanto praticamente quasi nessuno contrariamente al solito.
E' da qualche tempo che sento come se mi mancasse qualche cosa o meglio come se avessi perso qualche cosa e non capisco cosa sia, l'ambiente è sempre quello e se non ci passo del tempo mi manca da matti.
Forse perchè la mia testa va ancora a qualche anno fa quando non ero cosi sola ma sono quelle cose, quelle scelte, di cui non puoi incolpare nessuno se non  l'andazzo della vita.
Forse semplicemente sto invecchiando e la solitudine che prima non mi faceva per niente paura ora si palesa come uno spettro di cui ho timore e mi manca il parlare o, semplicemente, il sentirmi ascoltata.
Ma il mio Tato non c'è più.....
A volte, quando parto con lo zaino in spalla e mi fermo su qualche crinale a guardare la valle o il lago od ancora qualche angolo di mondo che prima non avevo mai visto e solcato con Valchiria, penso di guardarlo con i suoi occhi ed immagino le reazioni, il sorriso ma sono solo le mie reazioni ed il mio sorriso e di  nessun altro.
Ma non per questo smetterò di pedalare.

martedì 24 luglio 2012

Rampicando nella Riviera degli Ulivi


Il Gliso!!!



Se non ci fosse giuro che lo inventerei seduta stante.
Sono alcuni anni che organizza questa gara e so benissimo che è “gnecca” come un biscio incavolato ma sono una testona ed ho deciso di provarci.
La forma è quello che è ultimamente, mancava anche il morso del ragno velenoso in cattività ( ed al pirla che li alleva ho mandato tutte le maledizioni che conosco in una decina di lingue diverse) ma io ci vado e buon giorno, farò un giro a piedi e tanti saluti.
Sabato sono a casa dal lavoro perché mi ero tenuta libera per la 24h di Stevenà ma non me la sono sentita stavolta di fare trasferta e gara in solitaria assoluta, truppa stanchezza avevo accumulato la volta scorsa a Barbarano Vicentino ed ho deciso di fermarmi qua attorno..
Mattino a far spese, un aperitivo al bar con gli amici ed alle due sono a metter bike e borsa in macchina per Sulzano, ci metto solo dieci minuti ad arrivare e dalla tangenziale si vede l’arco dell’arrivo, una curva e parcheggio in pole position.
Rivedo Corsini dopo tanto tempo che non lo incontro in campi di gara, Leogrande con Catia, tante facce che ormai fanno parte del circuito del Gliso il 4C e mi scappa da ridere al pensiero che , ad inizio anno, tutti pensassero che 4 fossero le gare mentre invece il numero rappresenta le 4 C del circuito: Cross Country Cup Csi e non il numero delle gare che lo compongono.
Io mi sono iscritta ad inizio anno e cerco di farne più che posso ma non per i punti del circuito stesso ma perché sono qua attorno a casa, riesco a gareggiare al mattino ed essere al lavoro alle 13.30 senza dover correre troppo, riuscendo a coniugare piacere e lavoro.
Comunque mi iscrivo, ritiro il pacco gara che in una cross country è una rarità ( e mia figlia adora i biglietti di ingresso all’Acqua splash da dividere con gli amici) e preparo la bici.
La vista da quassù è uno spettacolo, il lago dall’alto, l’isola di fronte, San Paolo poco lontano e le mie navi che solcano il lago lasciando la lunga scia bianca ad indicarne il passaggio, le nuvole nere che si addensano in cielo, rimasugli del temporale del mattino e della pioggia che sembra voler scrosciare tra poco, si riflettono nel blu profondo delle acqua lacustri rendendo tutto unico, una vista da guardare e riguardare mille volte ed ogni volta è diversa.
Un ragazzo dall’accento veneto mi chiede se abito qua in giro e alla mia affermazione dice” sei fortunata, è un gran bel posto…”
Si lo so, da un lato ho le montagne, dall’altra le colline della Franciacorta, il lago a mitigare nel mezzo, decine e decine di chilometri da percorrere in silenzio con le mie ruote grasse, i mille colori delle foglie in primavera con il verde dei germoglio, lo stesso verde che durante l’estate diventa più scuro, carico della promessa dei frutti che arriveranno in autunno quando le stesse foglie assumeranno le mille sfumature dell’arancio e del marrone per pii cadere ed attutire ancora di più il rumore delle ruote sulle strade bianche, rendendo i miei giri in giro unici ed indimenticabili.

Ma ora pensiamo alla gara perché anche se fatta alla “Kathy style” è pur sempre una gara.
Vedo arrivare Luisa e Miriam e mi piace il fatto che abbiano deciso di mettersi in gioco qualche volta di più, forse semplicemente perché vedo i colori della mia squadra attorno ed è bello.
Qualche pedalata per scaldare le gambe e vedo alcuni rappresentanti del settore Strada che guardano passare noi biker, due parole e le battute scherzose e via a pedalare qualche minuto ancora ma ecco che alcuni ragazzi che hanno provato il giro tornano giù informando Alberto che nella parte alta, quella con i ciottoli, si scivola di brutto e che alcuni sono già caduti.
Alberto parte in moto ed in pochi minuti chiede il permesso al proprietario di una cascina che concede il passaggio in un campo per evitare la parte più pericolosa.
Tutto pronto, via che si parte.
La salita è da subito da urlo, gli stradisti mi accompagnano per un pezzo fino all’inizio dello sterrato e poi tocca a me continuare, una fatica bestia.
Non me l’aspettavo cosi in piedi, un po’ si ma non cosi tanto, e sinceramente credo di essermi pentita almeno 10 volte di esserci venuta.


Ma quando sono arrivata in cima alla lunga salita con l’incitamento di Sandrone e Cantoni che stavano lassù a guardare ed ho guardato a valle… beh sinceramente non ho più pensato alla fatica o al sudore che si mescolava al fiatone.
Uno spettacolo.
Ho aspettato un attimo a scendere, mettendomi da parte per far passare i ragazzi veloci, ho incitato il primo che passava tanto veloce da sembrare in moto e dopo aver scambiato due battute con i ragazzi della Croce Rossa, me ne sono scesa lungo la ripida stradina con i ciottoli, alcuni pezzi insella ed altri ancora a piedi, senza troppa fretta.
Luisa passa veloce come un fulmine leggera com’è, gli altri a seguire e quando giungo alla fine dello sterrato risalgo in sella e proseguo pedalando.
Si passa sotto il ponte della tangenziale che porta in Valle Camonica , sei segue il sentiero fino sull asfalto e si risale lungo un crinale su erba, ripido… Grazia è li a fare foto, è l’ultimo pezzo di gara per me e ne sono sinceramente felce.
Si costeggia il campo sportivo per la sua lunghezza, si sale lungo un ultima rampa ed ecco lo striscione d’arrivo.
Per me finisce qua.
Ed anche i giudici sono d’accordo.
Un ristoro veloce assieme a Miriam e Francesco, la bike in macchina e le docce bollenti che sono un piacere anche se, da oca giuliva, ho lasciato a casa ciabatte, accappatoio e bagnoschiuma!!!!
Ma si rimedia presto tra ragazze, il salviettine fa da accappatoio, il sapone di condivide e le ciabatte vengono sostituite dai calzini ma per nulla al mondo rinuncio al piacere dell’acqua calda sulla pelle.
Dopo ci troviamo tutti al ristoro finale, panini col salame, fette di anguria, crostata, in attesa delle classifiche finali e delle premiazioni.
Ma alle 19 devo scappare via senza ritirare il mio premio, mi aspettano amici per cena e non posso stare qua ancora ad aspettare; Luisa mi ritirerà il premio come 4° classificata mentre lei è 2° e Miriam 3°.
Mi piace sta cosa delle nostre maglie a premio spesso, anche se tra gli ultimi noi ci siamo sempre e quei biscotto nel pacco premio sono sempre graditi a casa mia.
Mi sono divertita anche stavolta pur sapendo che questa gara era totalmente fuori dalle mie corde ma ho voluto provarci ed è quel mettermi in gioco che mi piace, anche se negli occhi di qualcuno vedo un sorriso….
Beh io sono qua a pedalare mentre qualcuno è uno sportivo da “Bar Sport”, birra in mano e sigaretta in bocca per cui mi sa che vinco io…..

mercoledì 18 luglio 2012

Notturna in Pastina

 Credo sia diventata una classica notturna del gruppo ruote grasse, la facciamo tutte le estati ormai da qualche tempo. A volte siamo in 10, altre in 15... tutto dipende dai turni di lavoro o dalle varie "situazioni famigliari" ma è bello ritrovarsi quassu, mangiare qualche cosa assieme e scendere nella notte con i fari sulla testa e seguire il lago fino a casa.
Settima ascorsa i ragazzi sono andati fino al Rifugio Almici in Monte Guglielmo ma quel giorno ero al lavoro e finendo alle 18 era impensabile che potessi arrivare su ad un orario decente ma stavolta sono di riposo e prendo al volo l'invito di Ghigo e Sbardo per cui alle 15 ero gia pronta, un giro in paese con sosta da gabry per un caffè ed  una pedalata tranquilla fino da Carlo a Pilzone per provare le scarpette nuove perchè le mie vecchie le ho praticamente distrutte nel tempo, ( ne ho prese un paio della NW bianche e nere stupende)!!!!!

 Ho fatto uno stop a Sulzano a trovare Cristina la mia collega perennemente triste e cerco ogni volta di tirarle su il morale con le mie batture e la mia esuberanza (qualche volta ci riesco pure) e poi via lungo il lago fino a Sale Marasino e la salita verso  Portole.
La salita è lunga ma la prendo con calma, un tornante dietro l'altro, fermandomi a fare qualche foto ogni tanto ed a guardare il panorama.
I ragazzi partono dalla piazza alle 18 e faranno strade alternative, in cresta, bellissime ma troppo dure per me o meglio, dovrei farle da sola partendo prima come faccio già del resto ma preferisco cosi, non rallento nessuno e salgo in solitaria.
sarà che orami sono anni che la faccio questa lunga arrampicata, sarà che tutti sti giri in giro con Dado mi hanno messo un bel pò di chilometri nelle gambe fatto stà che mi sembra di andare su bene, senza troppo affanno e bel presto sono seduta a Portole al bar per una coca cola ed un pausa "tecnica" ovvero la pipì!
Da li in poi diventa più dura, la strada diventa stretta e tortuosa, cementata, per cui prendo fiato, gambe in spalla e via.
Ne farò un be pezzo in sella ma poco prima della prima deviazione un jeeppone scende dalla strada e devo fermarmi... e non riparto più in sella cavolo! Troppo ripida per cui continuo a spinta fino alla seconda deviazione ed è un susseguirsi di macchine che scendono a valle, ma cosè, tutte le signore della montagna hanno deciso di scendere a prendere il pane alle sei e mezza della sera?????
Poco dopo ecco il cartello che indica la fonte e la seconda deviazione, riesco a ripartire in bici e via di pedale, lentamente ma costantemente salgo ed arrivo sulla strada della Proai Golem e la seguo fino alla sorgente dove mi fermo a fare il peino alle borracce.
Devo aver spaventato una signora anziana che stava riempendo delle bottiglie, forse perchè non mi ha sentita arrivare o forse semplicemente perchè non si aspettava di verder sbucare una persona in solitaria su quellì'impervia strada di montagna, comunque la saluto e continuo per la mia destinazione.
V sono delle cascine  e delle baite bellissime quassù e si deve stare proprio bene di notte dormendo al fresco... se penso al caldo di casa mia ed alle tante notti pasate in bianco perchè il troppo calore non mi lasciava dormire e se non è il caldo sono le zanzare a rompere le scatole.
Ultimi strappetti ed eccola là la Trattoria Pastina, fine della strada ed arrivo del mio viaggio.
Mi siedo, tolgo casco a guanti, mi portano una bottiglia di acqua e mi metto a leggere guardando a valle tra una pagina e l'altra.
Il tempo scorre piano, arrivano macchine piene di avventori qua per cena e sono curiose le espressioni di quanti vedono la bici e commentano il fatto di arrivare fin quassù pedalando.
Un gruppetto di stranieri, tedeschi ed olandesi fanno batture in inglese sulla "signora in bike"... m,a con me trovano quello del formaggio come si dice qua ad Iseo e rispondo loro prima in tedesco, poi in olandese ed alla fine li mando a quel paese in inglese....e stavolta sono io che rido alla loro espressione.......e si perchè se pensano che gli italiano siano tutti rintronati e non parlino le lingue hanno sbagliato persona, per cui occhio!!!!!!
Arrivano i ragazzi che hanno seguito le creste del monte, saluti e caos fanno parte del gioco.... poco dopo arrivano gli ultimi tre, Carlo, Cristian e Gerva che avevano lavorato fino a tardi e ci si siede a tavola ed inizia la bagarre.. antipasti tipici e le famore tagliatele con i funghi che sono una leccornia e per cui saliamo fin quassù!!!
Birra, coca ed acqua, battute e prese in giro e la notte scende e dopo il dolce si comincia a preparare la discesa con i fari da regolare, la giacca da mettere e gli ammortizzatori ed i freni da controllare....
Sono la piu lenta per cui resto appositamente indietro per non intralciare ma i ragazi sanno che scendo comunque senza problemi solo un poco pù lentamente di loro.
E coffetti e Ghigo che faranno da scorta e scopa, gentilissimi a scortarmi fino alla strada che segue il lago ed a parte alcuni strappi in volata voluti per mettere tutti alla prova, arriviamo  a destinazione, "perdendo" alcuni partecipanti lungo la strada, Cecco che si ferma a casa sua a Pilzone, Coffetti che ci saluta in via Roma e Sergio che se ne va verso il parcheggio in Viale Repubblica.
Restiamo in 5 e decidiamo di fnire la serata con una birra al Ripasso, due chiacchiere per concludere il bel giro e poi piano piano tutti verso la propria destinazione.
dario verso Via Roma, Ghico che ci segue fino a  Sassabanek e restiamo in tre a seguire la strada verso  Cremignane dove sarò io  a salutare stavolta mentre Luigi e Cristian continuano verso Corte Franca.
Valchiria torna al suo posto a riposare, io mi concedo una lunga doccia calda e prima di stendermi nel letto faccio quello che stò facendo ogni sera da qualche settimana, un giro in camera di Elsa perchè quela bestiolina dagli occhi azzurri mi manca.
Guardo il suo letto vuoto ed una carezza al cuscino la faccio comunque sperando che la senta lassù in Irlanda.
Tanto Ironkate quando sono in sella ma mamma appresiva e triste senza la sua cucciola quando sono a casa....

6° Trofeo S. Alberto in notturna

Erano alcuni anni che leggevo di questa garetta serale a Rivolta d'Adda e mi ero ripromessa di farla prima o poi e cosi è stato.
Per di più fa parte di quel piccolo circuito iniziato con la gara serale di Zelo Buon Persico seguita dalla gara di paullo che mi sono persa perchè avevo la pressione sotto i taccchi e stare a letto è stata la soluzione ideale, non avrei concluso un accidenti se ci fossi andata e cosi eccomi per strada dopo il lavoro alla volta della Rivoltana e di questo paese che conosco perchè ci portavo mia figlia da piccola visto che adorava il parco della preistoria ed i suoi dinosauri.
ci metto quasi un ora e mezza ad arrivare e dire che sono solamente 64 chilometri ma il traffico è veramente intenso e, probabilmente, inizia anche l'esodo dei vacanzieri per cui armiamoci di pazienza e piano piano si arriva.
Nel tardo pomeriggio avevo sentito grazia Bazza e mi aveva confermato la sua presenza e quella delle altre ragazze , Barbara, Elena, Alla, e cosi ci vengo volentieri perchè si pedala daccordo ma poi si chiacchiera del più e del meno davanti ad un panino a gara finita.
Arrivo, parcheggio vicino al campo da tennis che è anche la "sede" della segreteria, mi iscrivo e ritiro il numero e sono alla macchina per preparare la bike e me stessa.
Grazia arriva poco dopo ed assieme andiamo verso il campo di gara.
Dunque avete presente una scodella rovesciata? ecco, quello era il campo di gara.
praticamente davanti all'ingresso del parco della Preistoria vi è questo campo a scodella, dove hanno disegnato una specie di zig zag con fettucce e paletti, si sale lungo il bordo della "scodella" per ridiscendere poco dopo in una specie di loop da street bike, il tutto lungo si e no 1 cholometro e mezzo....
Sarò anche una polenta vecchiotta ma a Brescia le gare sono...gare..... cioè senza nulla togliere a questo percorso ma semra il campetto di allenamento per i nostri bambini del corso mtb....
Va beh tanto per me non cambia nulla, farò qualche giro e bon, dove arrivo arrivo...
Donne e super gentleman partino all'nizio della serata, per la precisione alle 19.45 e puntuali si parte....
Tutti subito a manetta, meno io naturalmente che me la faccio lentamente e con calma... tanto chi vince lo sappiamo di già per cui farò qualche giro e basta.
Le due salite lungo l'arginetto le faccio a piedi, sono solo 4 metri ma non riesco a partire lanciata ed arrivo sempre li troppo lenta dopo aver fatto tutto quello zig zag nel fettucciato, ma credi di essere l'unica che li ha fatti sempre ridendo e mai bestemmiando come parecchi  altri.
Un giro dopo l'altro e dopo quasi un ora ecco che la gara è finita, con i primi quasi scontati e gli altri di seguito.
Mi cambio a bordo strada come ormai siamo abituati a fare in queste occasioni, chiacchiero con Anna Elide e passa una mezz'ora; fabio Pasquali arriva in sella per un saluto e come ogni volta sorrido al suo "ciao"!    Ho sempre considerato questo ragazzo una persona speciale con quel suo sorriso franco ed aperto, due parole e me ne vado verso il ristoro, un panino mentre aspetto le altre ragazze e da seduta ascolto i commenti alla gara non senza sorridere.....
Massimo rispetto sempre ma qualche volta, vedendo alcuni "campioncini" locali che sembrano partecipare ai mondiali ogni volta salgono in sella non posso non fare un sorriso storto, un pò di sana malizia.....
Perchè non fate la Rampigolem?
Oppure la Rampinight? od ancora la Tignale Mtb race dove l'unico pezzo in piano è lungo si e no 100 metri ed il resto, se va bene, è al 15%?
Io ci provo, a piedi ma ci provo....
Che antipatica che sono....
Due chiacchiere con le ragazze, Alla che ci "ruba" il tavolo e lo trasporta poco più in la..... quel paino con la salamella buonissimo, il fresco dela coca cola e le zanzare che mi stanno letteralmente massacrando....
E' ora di tornare a casa, ho parecchi chilometri da fare e sono stanca.
Scappare sempre dal lavoro e fare decine di chilometri, poi pedalare e tornare nella notte a lungo andare stanca e non sono certo ferma nelle altre giornate, anzi....
Ma il bello forse è questo sentirsi stanche facendo qualche cosa che piace,  che appaga, ed anche se non ti porti a casa nulla se non polvere e sudore è pur sempre un modo per stare bene con se stessi.
Ora penso ad un altro percorso, magari sconosciuto, cosi, tanto per provare qualche cosa di diverso....

domenica 15 luglio 2012

La conca di Cespedosio


Non ci sono ma che tengano, è estate e che ci sia Mefistofele, Lucifero o Minosse noi andiamo in giro in bike.
Sono iscritta alla newsletter del Mtb Stezzano da un po’ e mi arrivano sempre le mail dei loro giri, dei percorsi nelle valli bergamasche e delle loro pedalate in compagnia per cui ho deciso di scaricarle tutte ed un poco alla volta valutare come e quando farle.
Compagno di merende da sempre Dado sopporta le mie idee di gironzolamenti in giro in sella potendo prendere il riposo durante la settimana visto che io di domenica solitamente lavoro.
Questo gruppo di ragazzi di Stezzano ha praticamente mappato tutte le valli bergamasche con relativi percorsi, descrivendoli in una sorta di road book che ti dice distanze, altitudine, durata, difficoltà e tutte quelle notizie che possono essere utili nell’escursionismo in mountain bike.
Si parte alle otto del mattino, grigio e nuvoloso tanto da indurmi a pensare di rinunciare ma Dado mi risponde con un : chi se ne frega… e via che si parte alla volta di Zogno ( Bergamo) ; come sempre la strada è un modo come un altro di passare il tempo chiacchierando, sbagliando strada perché non seguiamo le cartine ma è pur sempre una parte del viaggio per cui si sta tranquilli, si ascolta musica e si parla del più e del meno come sempre.
Dalla città di Bergamo seguiamo le indicazioni per la Valle Brembana e poco alla volta ci avviciniamo a quella che sarà la partenza “ufficiale” del nostro giro, la piazza del mercato di Zogno.
Le indicazioni sono chiare e la ciclovia passa a 10 metri dal parcheggio ma prima pausa caffè per una ricarica di energia.
Via che si parte.
Si inizia a pedalare lungo la ciclabile, costeggiando il fiume Grembo ed oltrepassando la vecchia stazione di San pellegrino Terme si continua verso Piazza Brembana.
È una piacevole sorpresa questa ciclabile, costruita lungo il tracciato di quella che deve essere stata una vecchia linea ferroviaria che risaliva la valle, un continuo saliscendi mai troppo pesante e le gallerie che si susseguono l’un l’altra, illuminate quel tanto che basta per vedere senza andare a sbattere lungo il piccolo marciapiede che passa al loro interno, rigorosamente con segnaletica stradale per le due corsie per far si che le bici non abbiano a scontrarsi lungo il percorso.
Abbiamo continuato a pedalare passando accanto ai paesini di San Giovanni in Bianco e Camerata Cornello senza mai lasciare la ciclabile, fermandoci solamente per afre le foto ad una cascata al di fuori di una lunga galleria sormontata da una costruzione di legno tipo casa dei sette nani, una visione veramente piacevole e piacevolissimo è il panorama che si intravede tra una galeria e l’altra, un susseguirsi di cascatelle e vallette che splendono dal tanto verde che le colora.
Ad un certo punto, dal lato opposto alla strada che stiamo percorrendo, scorgiamo il deposito edile che segna la prima deviazione che indica la salita per l’abitato di Cespedosio ed Era.
La prima parte della strada, parzialmente asfaltata, si snoda nel bosco con una serie di tornanti veramente impegnativi con pendenze medie del 15%.
Essendo l’unica strada percorribile e non essendoci deviazioni possibili, ci si mette il cuore in pace e si inizia a salire, a tratti con il rampichino ed in altri con il rapporto centrale e piano piano si sale fino alla cava posta in cima; unico “ problema” il passaggio continuo di camion che dalla cava scendono a valle ma i camionisti sanno che la strada è percorsa da ciclisti e ad ogni curva suonano il clacson lasciando il tempo di mettersi da parte.
Dado arriverà in cima 5 minuti prima di me e sembra meravigliato del fatto che siamo appunto solo 5 minuti!!!!
Dalle cave di marmo in poi la strada spiana un poco e si può godere di una bellissima vista panoramica sulla media Val Brembana e su San Giovanni in Bianco.
Giunti in cima nel paesino di Cespedosio vediamo un cartello che dice “ Rifugio Cespe Aperto” ed il decidere di fare la deviazione di 500 meri per mettere sotto i denti qualche cosa è decisamente unanime! Sono affamata ed assetata.
Quattro pedalate siamo davanti alla porta; un sacco di macchine, gente che passeggia, una piccola chiesetta li accanto dalla forma strana…. Si entra ed in un attimo ci piazzano ad un tavolo con due bottiglie di acqua e due scodelle perché qua di bicchieri non ce ne sono.
Non abbiamo prenotato ed il ragazzo del rifugio ci dice che avremo solo quello che “ avanza”…
Ok va bene tutto… ed il tutto sarà un piattone di pasta fatta in casa con il sugo di pomodoro dell’orto dietro la baita, un tagliere di salumi fatti da lui e del formaggio di malga fatto dal malghese li davanti…. E che dire, tutto buonissimo!
Ed attorno a noi un gruppo di nonni che mangia polenta e spiedo in padella, pane fatto in casa e caraffe di vino rosso!
Dopo il caffè con calma chiediamo il conto e ci chiede 10 €!!!!!
10€!!!!!
È ora di ripartire e dopo aver confermato ad un gruppetto di anziani che eravamo arrivati fin lassù in bike si riparte alla volta del paese e della strada che continua a salire verso Brembilla.
Ad un bivio abbiamo un dubbio e decidiamo di scendere lungo la discesa che va verso un prato dove un gruppo di ragazzi si è radunato con chitarre e tamburi ma ci confermano che… dobbiamo tornare indietro!!!!
Per cui su di nuovo verso l’alto dove , finalmente, incontriamo un bivio dove la strada si divide in due tronconi e si prosegue in discesa ( finalmente) fino all’abitato di Brembella.
Lungo la strada ci fermeremo più volte fare delle foto, la vista è spettacolare, un susseguirsi di piccole valli e montagne, un verde che va dalla sfumatura più scura al chiaro delle foglie novelle e nonostante il cielo sia passato dal nero del mattino all’azzurro dell’ora di pranzo al blu cupo del pomeriggio, l’ho trovato di una bellezza incredibile.
Mi sono fermata a mettere la giacca a manica lunga scendendo, il freddo era pungente nonostante non fossimo aduna quota incredibile ma attorno ai 1100 metri fa decisamente più fresco specialmente se si è all’ombra.

Seguiamo una mulattiera nel bosco che ci conduce al paese di Camerata Cornello dove troviamo il Museo del Tasso, cioè colui che ha inventato il moderno servizio postale.
Nell’antico borgo medioevale il passaggio sotto lo splendido porticato medioevale in bici è veramente suggestivo, tra le arcate di pietra ed il fondo ciottolato veramente ben conservato. Si inizia a scendere lungo la strada asfaltata ora e ad un certo punto intravediamo nuovamente la ciclovia.
La prendiamo e scendiamo per una decina di chilometri facendo a ritroso il percorso dell’andata, arrivando fino ad un ponte medioevale sul quale si sale lungo una lunga scalinata dai gradoni lunghi ed in pietra e seguiamo le indicazioni per il borgo di Oneta.
Qua troveremo il caratteristico borgo con la casa natale di Arlecchino e circondato da case antiche decorate da affreschi notevoli.
Passiamo sotto un arco della chiesetta e scenderemo verso la scalinata in pietra che faremo in sella nonostante la pendenza notevole da cui scorgeremo, guardando alla nostra sinistra, le alture del Monte Molinasco e del Monte Zucco.
Arriviamo al parcheggio da dove eravamo partiti al mattino verso le tre del pomeriggio, carichiamo le bici un macchina, pausa coca cola allo stesso bar in cui al mattino abbiamo bevuto un caffè e dopo poche chiacchiere saremo di nuovo in partenza verso casa.
Ci guardiamo, impolverati e sudati, eppure ad entrambi dispiace che sia già finita, nonostante siano 6 ore che siamo in giro in bike e, mentre andiamo verso l’autostrada per far prima a tornare a casa, già sto pensando al percorso che avevo letto tempo fa, sempre da queste parti, una Valle dell’Inferno di cui non so assolutamente nulla… sarà bene che mi informi, magari settimana prossima…….



mercoledì 11 luglio 2012

Le risorgive Padane....


Non sapevo che si chiamassero cosi perché le due terre, alte e basse, si incontrano e fanno sto ambaradan qua che affiora e crea tutti quei rigagnoli e torrentelli nei campi….

Al di la di questo, lo scorso anno me l’ero persa per i soliti motivi di lavoro per cui questo anno sono a casa e ci vado.
Venerdì mattina ero uno stracchino molliccio con la pressione sotto i piedi, sabato stavo meglio ed oggi alle sette sono per strada via Rovato verso Trenzano, praticamente dietro l’angolo di casa, 15 minuti in macchina e parcheggio, tutto già pronto con transenne e striscioni e Gliso e Grazia seduti al tavolo delle iscrizioni.
Invece della tessera federale consegno la carta regionale dei servizi, vediamo se questo nuovo metodo funziona… certo che è da queste cose che capisci che il grande Fratello esiste eccome, praticamente dentro il chip della tessera c’è scritto tutto, taglia delle mutande, quando sei andato a fare pipi l’ultima volta ed occhio che ci sta pure l’indirizzo della morosa nascosta!
Il mio numero l’ho già attaccato a casa, 447 da abbonata, sto andando verso la macchina e to che spuntano Miriam e Luisa!
Cavolo che bella sorpresa, pensavo di essere l’unica pinguina femmina in giro per campi stamattina ed invece siamo in tre e tutte Diavole Rosse per di più.
Bella storia.
Le chiacchiere, il caffé, le due pedalate per far arrivare le nove e mezza ed eccoci in griglia, Luisa che gia ringhia, Miriam ed io un poco più tranquille e con l’intenzione di finire la gara con tranquillità.
Grazia parla al megafono ma quaggiù non si sente nulla ma credo siano le solite informazioni di rito per cui non ascoltiamo più di tanto. Pronti via!
Giro di 13 chilometri da fare tre volte e l’intenzione è quella di farlo due chiacchierando, pedalando tranquille divertendoci.
Certo che con questo caldo non mi aspettavo di certo di infangarmi cosi tanto ma le famose risorgive appunto fanno affiorare acqua dappertutto e le pozzanghere sono veramente tante e piuttosto grosse per cui, anche se cerco di evitarle, mi sporco ben bene e Valchiria con me.
Alla fine del primo giro il passaggio sulla ciclabile avviene tra tre transenne messe a zigzag per far si che il gruppo rallenti e poi via di nuovo verso i campi e le strade bianche.
Ci sono dei bei passaggi vicino a delle vecchie cascine, su delle lunghe strade bianche e in strade sterrate tra le piante che sono un toccasana con questo caldo torrido; i chilometri si accumulano e Mirian inizia a rallentare.. hehehe non è uguale la bici da strada alla mountainbike vero?
Molta più fatica nelle gambe e sulla schiena….. ad un certo punto il motociclista che ci segue dice: certo che però per essere nelle retrovie andate lo stesso a 30 all’ora!!!!
Ma va?????
Certo siamo in pianura, asperità non ce ne sono mas se vuoi arrivare devi spingere sui pedali, pianura o salita che sia….
Io decido di accelerare il ritmo e via dietro ad alcuni ragazzi che mi superano… e gli ultimi chilometri saranno veramente a 30 all’ora fino al traguardo dove Grazia mi urla: fermatiiiiiiiiii!!
Si perché le parole che non avevamo ascoltato prima di partire, quelle dette al megafono erano appunto che le donne avrebbero fatto solo due giri!!!!
Wow è già finita….
Luisa praticamente ha volato, io seconda e Miriam terza con calma.
Riporre la bike sporca, solito lavaggio con salviettine e bottiglie di acqua minerale perché non ho portato l’occorrente per la doccia, un cambio di maglia giusto per essere presentabile e via al ristoro a mangiare fette di anguria e melone belle fresche.
Stiamo aspettando la premiazione perché non credo che capiterà spesso di avere tre di noi sul podio, tre diavolesse tutte assieme….
Che bello però lo spirito di squadra……
Anche se un pò scalcagnati siamo un bel gruppo, ci divertiamo e se viene qualche podio bene altrimenti va bene lo stesso!
Adesso a casa a pranzo con la mia cucciola che parte stasera per l’Irlanda, beata lei e beata gioventù…..

sabato 7 luglio 2012

24h della Serenissima


Ogni anno decido di fare qualche cosa di nuovo, quel qualcosa di diverso per ravvivare un po’ il panorama del gia fatto, del gia vissuto e stavolta ho optato per alcune endurance che non conoscevo.
All’inizio della stagione è stata la volta della 24h di Cremona, bellissima volo a parte, stavolta mi sono avvicinata a Venezia e per la precisione al Barbarano Vicentino e la terza edizione della sua gara endurance appunto.
Tornata da Carpendolo e la sua notturna, ho il camper già pronto, ci metto Valchiria ancora impolverata, dormo 4 ore e parto ai primi raggi del sole non prima però di aver litigato con il distributore di carburante self service che, quando ci sono gli sconti, chissà come mai, non funziona mai a dovere!
Seguo l’autostrada con calma, sono poche le macchine in giro alle 5 del mattino, ascolto musica e penso a come gestirò questa gara sconosciuta cercando di fare del mio meglio divertendomi e cercando di non farmi del male.
Il caldo torrido di questa settimana mi accompagna fin dal mattino e mi sa che sarà una bella battaglia con caldo e con il sudore, so che il percorso è piuttosto impegnativo ma, come sempre, valuterò man mano senza complicarmi la vita ancor prima di partire.
Esco dall’autostrada e seguo le indicazioni stradali per questo paesino tra le colline vicentine e presto arrivo dalle parti del campo sportivo che fa da base logistica all’evento; sono già tantissime le tende ed i camper presenti, seguo una stradina e dopo aver un poco tribolato ad uscirne parcheggio a 250 metri dal tendone ed all’ombra innanzitutto, in un lungo viale alberato che è parte del percorso di gara.
Mi avvicino alla segreteria, cerco il mio nome nell’elenco degli iscritti ma non mi trovo!!!!
E dire che mi ero iscritta a Cremona con quell’offerta Serenissima+ Val Rendeva e non ci sono…..
Chiamo il “capo” e si risolve tutto velocemente, ho il numero 93 e sono una delle 11 solitarie femminili.
Scopro poco dopo che questa gara è anche prova del Campionato Tricolore solitari endurance e non lo sapevo proprio per cui diventa una sfida nella sfida ancora più dura di quanto di solito è una gara di resistenza.
Mi preparo, salto in sella e giro qua attorno per cercare di capire come è il percorso, arrivo in piazza da dove si partita alle ore 13, mi mangio un gelato con tutta calma e torno al camper per preparare le borracce e tutto quello che presumo possa servirmi in questa lunga pedalata in solitaria.
Avvisano con il microfono che la partenza sarà posticipata alle 13 per poter meglio organizzare l’assistenza lungo il percorso, dovuto al fatto che le previsioni dallo un bollino nero ovvero 41 gradi alle 13 e 45 alle 15… pazzesco, ci si arroventerà pedalando.
Il rischio disidratazione sarà altissimo e dovrò fare molta più attenzione di quanto avevo preventivato all’inizio, il caldo lo patisco parecchio.
Vedo persone che conosco, scambio qualche battuta, mando un messaggio a Patrizia che non vedo da due anni ma che trovo nell’elenco iscritti e ci diamo appuntamento in piazza all’ora di partenza. Verso le 12.30 mi avvio in sella a Valchiria verso la fontana e la linea di partenza, cerco un poco di ombra ed il sole scotta tantissimo, tanto che tutti sembrano volersi rifugiare negli androni e sotto le tettoie ma il caldo è soffocante e c’è ben poco da fare se non bagnare i caschi nella fontana e sperare che il clima un poco cambi.
All’una in punto si parte, con calma i solitari e di corsa i ragazzi delle squadre.
Inizio subito in salita verso il castello e le sue rampe, la discesa lungo i campi e le vigne e cominciamo a capire che saranno 24 ore molto lunghe, 6 km e mezzo con 170 metri di dislivello a giro che si accumuleranno nelle gambe fino a domani alle 13….
Una lunga strada da percorrere.
Il sole brucia, il sudore scorre sul collo e si asciuga subito lasciando una scia di sale che brucia ancora di più…. Dopo due ore ho il cervello che fuma e decido che mi devo fermare, non posso rischiare di stare male, sono qua da sola e dovrò pur tornare a casa in qualche modo domani pomeriggio per cui, torno al camper e mi distendo dopo una doccia….
Sdraiata sul letto sento le gocce di sudore scorrere sulla pelle e sono immobile nel caldo arroventato del mio mezzo e dire che sono all’ombra.
Riesco pure a dormire tre ore ma inzupperò completamente il lenzuolo ed il materasso e devo continuare a bere per reintegrare ciò che ho perduto.
Le bottiglie vuote si accumulano nel sacco della plastica e dire che non stò neppure pedalando, posso solo immaginare come sarà dopo in sella.
Alle sei e mezza mi rimetto in sella dopo un piatto di riso e della frutta al tendone ristoro.
La lunga salita da fare a piedi, quella poco dopo in sella fino in cima alla collina sul nastro d’asfalto ed il passaggio di fronte al camper di Angy che fa da supporter a Nico ed a Simona, passare sotto il nebulizzatore d’acqua per aiutare a scacciare il calore rovente del sole sulla pelle e l’ingresso su di quella specie di terrazza naturale che porta sui vigneti con il castello in fondo a cui si arriva dopo il passaggio sotto la torre; uno spettacolo di territorio che si apre davanti agli occhi, le decine di terrazze coltivate a vite e le colline a perdita d’occhio dove si intravedono rocche e cascine…. Bellissimo.
Dopo il passaggio davanti al castello si discende un ripido pendio per poi risalire lungo i filari e raggiungere una “discesa pericolosa”, lunga e smossa ma che si fa senza troppi problemi con un poco di attenzione, un'altra salita dura e lo scollinare in cima dopo vari Sali scendi tra le vigne, un'altra discesa tosta con pietra e radici che finisce con una brutta curva a destra e via lungo la strada bianca e l’argine poco dopo per raggiungere, dopo circa un chilometro, il traguardo e ripartire.
Ogni giro è come segnare un punto sul proprio tabellone personale, dai che si riparte.
In compagnia di Patrizia pedalerò fino alle tre del mattino, una sosta per mangiare qualche cosa e poi ripartire guardando l’alba dalla cima della colina con il castello alle spalle.
Uno spettacolo.
E vedere Matteo il fotografo appostato lungo la discesa che faccio urlando come una pazza mentre lui mi fotografa ridendo ed accorgermi che, nonostante il caldo, la stanchezza, la sete ed i dolori alle gambe la giornata sta passando e sembra un attimo solo trascorso ed invece l’arrivo si avvicina.
Alle 11.30 mi fermo, pausa caffé e via ma con la macchina fotografica in tasca, voglio un ricordo di questi posti da portare a casa e saranno parecchie le foto che farò prima di arrivare al traguardo con sosta ghiacciolo in cima alla collina in compagnia di un gruppo di biker di Gardone Val Trompia che ridono come dei matti quando vedono che mi siedo sotto il vaporizzatore d’acqua a mangiarlo!!!!
Avevo caldo, tanto caldo.
E quando mi chiedono: “ma non fai ancora un giro, hai tempo…” rispondo con un” ma neanche se mi pagano, sono cotta”!!!!
L’arrivo al traguardo con Patrizia accanto, mano nella mano come quelli “veri”, la doccia ed il cambio d’abiti e la camminata fino al tendone del pasta party e le premiazioni, scoprendo con piacere che sono 5° di categoria e 7° assoluta tra i solitari……
Ma non è il pacco dono che mi arricchisce ma tutto quello che ci sta attorno: i volti sorridenti dei ragazzi, l’aria carica di energia che si respira e la voglia di fare e di stare qua…. Tutto questo è mio per un giorno.
E poi, come tutto, finisce la festa e si riparte verso casa, guidando adagio su di un autostrada trafficata ed intasata e saranno parecchie le soste dovute alla stanchezza.
Quando arrivo a casa sembra sempre che non sia passato neppure un attimo dalla partenza, Valchiria torna al suo posto, tutto finisce in lavatrice ed io sotto la doccia ma non vi è acqua che riesca a lavare via queste belle sensazioni, le emozioni e l’appagamento che mi da questo mondo fatto di pedali e di chilometri.
Ed ogni volta mi guardo dietro, tra le cose passate, fatte e vissute, posso solo sorridere nel ricordare ciò che ho fatto, a modo mio naturalmente ma con il cuore e con un sorriso… e tra quelle cose, tra quelle persone e quelle emozioni vi è sempre un volto che sembra solo abbozzato e sospeso come un ologramma, diafano come ogni desiderio o ricordo……….. ed ogni volta, ogni “avventura”, ogni singola emozione la dedico a quella parte rimasta dentro di me che , come un pirata, sta volando nel vento, lontano, ma tanto vicino da sentirne il battito del cuore.

mercoledì 4 luglio 2012

Carpenbike in the night 2012

Eccola di nuovo.

Negli ultimi due anni l ho sempre fatta perché parte del circuito Night on bike ma quest’anno Matteo, l’organizzatore, è diventato papà per cui a qualche cosa dovrà ben rinunciare… e tra queste cose c’è appunto quel bellissimo circuito in notturna che mi piaceva tantissimo ma cosi è per cui la faccio ugualmente anche senza circuito di appartenenza.. o meglio, fa parte dell’Oglio Chiese limited Edition.
Fuga dal lavoro come al solito con i pantaloncini da ciclista sotto la divisa da marinaio, Valchiria in macchina con addosso la polvere di ieri sera a Zelo, un tre quarti d’ora circa per arrivare e di corsa all’iscrizione visto che ho beccato incidenti di qua e di la per arrivare fino a qua.
Le ragazze sono già col numero attaccato, due parole e via a preparare la bici, tra 15 minuti si parte e sono ancora in versione “civile”.
Ci sono anche i ragazzi dello Sculazzo team con le loro single speed , quasi 200 iscritti il che non è poco per una gara di venerdì sera; ascolto i commenti di quelli che l’hanno provata, più dura dello scorso anno, non si sale più lungo la strada asfaltata in salita ma da un sentiero alternativo bello in pendenza….
Va beh vedremo strada facendo.
Praticamente non ho neppure il tempo di scaldare le gambe che gia ci chiamano in griglia e bam via che si parte lungo la strada nel paese vecchio, la lunga strada asfaltata da seguire ed eccolo il sentiero in salita… che faccio a piedi.
Già faccio una bella fatica se ho i muscoli caldi, a freddo non ci penso proprio per cui tranquillamente a piedi porto su la mia bike e scollino passando sotto il getto d’acqua che un signore ha messo gentilmente a disposizione visto il caldo africano che ci tormenta.
Il resto del percorso è più o meno come lo scorso anno, un continuo Sali scendi da spacca gambe e la discesa fino al traguardo e la piazza con la folla di persone a fare il tifo e via per il secondo giro…. Più piano ancora in verità ma è intenzionale stavolta, non sarei in grado di farne tre per cui rallento e mi faccio doppiare dal primo che va come una schioppettata.
Alla fine ci si ritrova nella piazzetta che ha fatto da luogo di ritrovo, vi è un grandissimo ristoro, tantissima gente che parla e chiacchiera e le ragazze che mi chiamano, ci si scambia impressioni e battute e Barbara mi omaggia di un dolce tipico di crema come ringraziamento del fatto che, a Piubega, l’abbia “nastrata” con il kinesio tape per un brutto ematoma che si è completamente riassorbito nello svolgimento della gara stessa!!!!!
Hehehe lo so che funzionano i miei nastri colorati, li ho usati tanto di quel tempo quando avevo la spalla data per spacciata dall’ortopedico e da operare assolutamente… sono passati 6 anni ma non mi sono mai fatta operare, ho avuto la costanza ferrea di mettere e togliere i nastri una volta a settimana per sette mesi di seguito e poi solo all’occorrenza.
E dire che mi avevano detto che :
non avrei più potuto andare in bike
non avrei mai più potuto nuotare se non per poche vasche e non certo la traversata del lago
avrei dovuto stare col braccio al collo sei mesi e poi chissà……
ed invece la vecchia Kathy ha ancora la sua spalla, ci sono anche piombata addosso tre volte schiantandomi con la bike ma pedalo ancora e niente cicatrici di interventi che poi non sempre assicurano una completa ripresa.
Ne ho già troppe di cicatrici addosso, bastano ed avanzano anche se non sono sempre quelle visibili che fanno male.
Poi ho nastrato Angela alle ginocchia ed alla fine Elena per farle fare uno “scarico” passivo ai muscoli delle cosce ed arrivare cosi senza acido lattico nelle gambe all’allenamento successivo.
E devo dire che questa mia nuova “versione”, quella del operatore di tape neuro muscolare mi piace, quanto meno non ho buttato tutto il tempo studiano per un anno di seguito tutte le sere su libri di fisiologia umana, anatomia del muscolo e delle articolazioni.
La soddisfazione di sentire amici a cui lo applico che dicono” Kathy non mi fa più male…”!!!! oppure ancora una frase buttata li del tipo “ i tuoi cerotti colorati sono fantastici!!!
Ed anche mia suocera a 73 anni che dice alla vicina 84enne: “go po a me i ceroc come Balotelli”!!!! mi ha fatto scompisciare dalle risate.
Per qualcuno è solo una moda da seguire ma per chi, come me, si è curata anni fa, quando era una tecnica praticamente sconosciuta, è una soddisfazione vedere la faccia della gente che deve ammettere suo malgrado il fatto che fanno tanto e bene!
Comunque, tra una chiacchiera e l’altra è ora di tornare a casa.. si perché io tra qualche ora riparto…..
Me ne sono inventata un'altra ma ve la racconto la prossima volta!

martedì 3 luglio 2012

Mtb sotto le stelle


Zelo Buon Persico 28 giugno 2012



Affascina la notte in sella…. Anche se qua non si parla di una notturna a raccattare le stelle da qualche parte scendendo lungo la montagna.
Ho trovato il volantino nelle mie scorribande su internet, ho pensato “perché no” e decidere di partire è stato un attimo.
Ho solo dovuto delegare per una sera la scuola mtb dei piccoli Diavoli Rossi della mia squadra ma siamo in tanti ed hanno capito senza problemi la mia voglia di pedalare.
Zelo Buon Persico è un paesello ai confini di Milano sebbene sia in provincia di Lodi, vi ero già stata due anni fa con Lorena per il Rally dell’Adda, un classico percorso di pianura piatto e velocissimo, adatto alla calura estiva ed alle mie gambe.
Scappo dal lavoro alle 17, un cambio veloce a casa, butto Valchiria in macchina e via che si parte, via Chiari e la tangenziale che porta verso la Rivoltana, il navigatore mi dice di svoltare di qua e di la ma io seguo le indicazioni per Milano e via.
Sono solo 70 km ma il traffico è tantissimo, si viaggia un poco a rallentatore ma ascolto musica, penso alle mie menate varie e poco alla volta mi ritrovo quasi al traguardo.
Una sola cosa mi ha sconcertata: a Spino d’Adda la strada è diventata una carreggiata sola lungo un canale e devo dire che al pensiero di incrociare un'altra macchina mi venivano i brividi… ad un certo punto sono anche tornata indietro per seguire una freccia verso il centro e vedere se ne venivo fuori.
Comunque alle sette meno un quarto sono al banco dei giudici di gara a fare la verifica tessere e prendere il numero ed il bello è stato parcheggiare accanto a Grazia e suo figlio cosi abbiamo cominciato subito a chiacchierare; era dalla 24h di Cremona che non ci si vedeva e parlando e scherzando abbiamo provato il percorso, un lunghissimo fettucciato nel campo di grano, un passaggio in un prato e di nuovo fettuccia e zig zag di qua e di la.
Piatto si ma veloce e quel continuo cambio di ritmo mi ha fatto pensare alla lezione che abbiamo tenuto settimana scorsa ai ragazzini della scuola mtb, l’insegnare loro ad aggirare gli ostacoli arrivando larghi per poi chiudere subito dopo….
Quante volte l’ho fatto!!!!
Poco meno di un ora ma abbastanza per sudare come mai in questa torrida serata estiva.
Il bello è che la serata coincideva con la semi finale dell’europeo di calcio per cui tutti, giudici compresi, alla fine della gara si sono radunati sotto lo schermo al campo sportivo e non ci sono state storie, le premiazioni sono state rimandate alla fine della partita.
Abbiamo ingannato il tempo al tendone gastronomia con panino e salamino, coca cola e caffé, tra una chiacchiera e l’altra e la decisione, se riesco, di farlo tutto questo piccolo circuito serale.
Con Grazia ci siamo accordate di trovarci cosi venerdì prossimo a Paullo ( Milano) per la seconda prova, sempre serale.
Vedremo come va, senza pretese come sempre, con la sola voglia di trovarci e pedalare in compagnia e finire con le gambe sotto ad un tavolo per farci due risate.
Alla prossima.