Il Gliso!!!
Se non ci fosse giuro che lo inventerei seduta stante.
Sono alcuni anni che organizza questa gara e so benissimo che è “gnecca” come un biscio incavolato ma sono una testona ed ho deciso di provarci.
La forma è quello che è ultimamente, mancava anche il morso del ragno velenoso in cattività ( ed al pirla che li alleva ho mandato tutte le maledizioni che conosco in una decina di lingue diverse) ma io ci vado e buon giorno, farò un giro a piedi e tanti saluti.
Sabato sono a casa dal lavoro perché mi ero tenuta libera per la 24h di Stevenà ma non me la sono sentita stavolta di fare trasferta e gara in solitaria assoluta, truppa stanchezza avevo accumulato la volta scorsa a Barbarano Vicentino ed ho deciso di fermarmi qua attorno..
Mattino a far spese, un aperitivo al bar con gli amici ed alle due sono a metter bike e borsa in macchina per Sulzano, ci metto solo dieci minuti ad arrivare e dalla tangenziale si vede l’arco dell’arrivo, una curva e parcheggio in pole position.
Rivedo Corsini dopo tanto tempo che non lo incontro in campi di gara, Leogrande con Catia, tante facce che ormai fanno parte del circuito del Gliso il 4C e mi scappa da ridere al pensiero che , ad inizio anno, tutti pensassero che 4 fossero le gare mentre invece il numero rappresenta le 4 C del circuito: Cross Country Cup Csi e non il numero delle gare che lo compongono.
Io mi sono iscritta ad inizio anno e cerco di farne più che posso ma non per i punti del circuito stesso ma perché sono qua attorno a casa, riesco a gareggiare al mattino ed essere al lavoro alle 13.30 senza dover correre troppo, riuscendo a coniugare piacere e lavoro.
Comunque mi iscrivo, ritiro il pacco gara che in una cross country è una rarità ( e mia figlia adora i biglietti di ingresso all’Acqua splash da dividere con gli amici) e preparo la bici.
La vista da quassù è uno spettacolo, il lago dall’alto, l’isola di fronte, San Paolo poco lontano e le mie navi che solcano il lago lasciando la lunga scia bianca ad indicarne il passaggio, le nuvole nere che si addensano in cielo, rimasugli del temporale del mattino e della pioggia che sembra voler scrosciare tra poco, si riflettono nel blu profondo delle acqua lacustri rendendo tutto unico, una vista da guardare e riguardare mille volte ed ogni volta è diversa.
Un ragazzo dall’accento veneto mi chiede se abito qua in giro e alla mia affermazione dice” sei fortunata, è un gran bel posto…”
Si lo so, da un lato ho le montagne, dall’altra le colline della Franciacorta, il lago a mitigare nel mezzo, decine e decine di chilometri da percorrere in silenzio con le mie ruote grasse, i mille colori delle foglie in primavera con il verde dei germoglio, lo stesso verde che durante l’estate diventa più scuro, carico della promessa dei frutti che arriveranno in autunno quando le stesse foglie assumeranno le mille sfumature dell’arancio e del marrone per pii cadere ed attutire ancora di più il rumore delle ruote sulle strade bianche, rendendo i miei giri in giro unici ed indimenticabili.
Vedo arrivare Luisa e Miriam e mi piace il fatto che abbiano deciso di mettersi in gioco qualche volta di più, forse semplicemente perché vedo i colori della mia squadra attorno ed è bello.
Qualche pedalata per scaldare le gambe e vedo alcuni rappresentanti del settore Strada che guardano passare noi biker, due parole e le battute scherzose e via a pedalare qualche minuto ancora ma ecco che alcuni ragazzi che hanno provato il giro tornano giù informando Alberto che nella parte alta, quella con i ciottoli, si scivola di brutto e che alcuni sono già caduti.
Alberto parte in moto ed in pochi minuti chiede il permesso al proprietario di una cascina che concede il passaggio in un campo per evitare la parte più pericolosa.Tutto pronto, via che si parte.
La salita è da subito da urlo, gli stradisti mi accompagnano per un pezzo fino all’inizio dello sterrato e poi tocca a me continuare, una fatica bestia.
Non me l’aspettavo cosi in piedi, un po’ si ma non cosi tanto, e sinceramente credo di essermi pentita almeno 10 volte di esserci venuta.
Ma quando sono arrivata in cima alla lunga salita con l’incitamento di Sandrone e Cantoni che stavano lassù a guardare ed ho guardato a valle… beh sinceramente non ho più pensato alla fatica o al sudore che si mescolava al fiatone.
Uno spettacolo.
Ho aspettato un attimo a scendere, mettendomi da parte per far passare i ragazzi veloci, ho incitato il primo che passava tanto veloce da sembrare in moto e dopo aver scambiato due battute con i ragazzi della Croce Rossa, me ne sono scesa lungo la ripida stradina con i ciottoli, alcuni pezzi insella ed altri ancora a piedi, senza troppa fretta.
Luisa passa veloce come un fulmine leggera com’è, gli altri a seguire e quando giungo alla fine dello sterrato risalgo in sella e proseguo pedalando.
Si passa sotto il ponte della tangenziale che porta in Valle Camonica , sei segue il sentiero fino sull asfalto e si risale lungo un crinale su erba, ripido… Grazia è li a fare foto, è l’ultimo pezzo di gara per me e ne sono sinceramente felce.
Si costeggia il campo sportivo per la sua lunghezza, si sale lungo un ultima rampa ed ecco lo striscione d’arrivo.
Per me finisce qua.
Ed anche i giudici sono d’accordo.
Un ristoro veloce assieme a Miriam e Francesco, la bike in macchina e le docce bollenti che sono un piacere anche se, da oca giuliva, ho lasciato a casa ciabatte, accappatoio e bagnoschiuma!!!!
Ma si rimedia presto tra ragazze, il salviettine fa da accappatoio, il sapone di condivide e le ciabatte vengono sostituite dai calzini ma per nulla al mondo rinuncio al piacere dell’acqua calda sulla pelle.
Dopo ci troviamo tutti al ristoro finale, panini col salame, fette di anguria, crostata, in attesa delle classifiche finali e delle premiazioni.
Ma alle 19 devo scappare via senza ritirare il mio premio, mi aspettano amici per cena e non posso stare qua ancora ad aspettare; Luisa mi ritirerà il premio come 4° classificata mentre lei è 2° e Miriam 3°.
Mi piace sta cosa delle nostre maglie a premio spesso, anche se tra gli ultimi noi ci siamo sempre e quei biscotto nel pacco premio sono sempre graditi a casa mia.
Mi sono divertita anche stavolta pur sapendo che questa gara era totalmente fuori dalle mie corde ma ho voluto provarci ed è quel mettermi in gioco che mi piace, anche se negli occhi di qualcuno vedo un sorriso….
Beh io sono qua a pedalare mentre qualcuno è uno sportivo da “Bar Sport”, birra in mano e sigaretta in bocca per cui mi sa che vinco io…..
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