Sono iscritta alla newsletter del Mtb Stezzano da un po’ e mi arrivano sempre le mail dei loro giri, dei percorsi nelle valli bergamasche e delle loro pedalate in compagnia per cui ho deciso di scaricarle tutte ed un poco alla volta valutare come e quando farle.
Compagno di merende da sempre Dado sopporta le mie idee di gironzolamenti in giro in sella potendo prendere il riposo durante la settimana visto che io di domenica solitamente lavoro.
Dalla città di Bergamo seguiamo le indicazioni per la Valle Brembana e poco alla volta ci avviciniamo a quella che sarà la partenza “ufficiale” del nostro giro, la piazza del mercato di Zogno.
Le indicazioni sono chiare e la ciclovia passa a 10 metri dal parcheggio ma prima pausa caffè per una ricarica di energia.
Via che si parte.Si inizia a pedalare lungo la ciclabile, costeggiando il fiume Grembo ed oltrepassando la vecchia stazione di San pellegrino Terme si continua verso Piazza Brembana.
È una piacevole sorpresa questa ciclabile, costruita lungo il tracciato di quella che deve essere stata una vecchia linea ferroviaria che risaliva la valle, un continuo saliscendi mai troppo pesante e le gallerie che si susseguono l’un l’altra, illuminate quel tanto che basta per vedere senza andare a sbattere lungo il piccolo marciapiede che passa al loro interno, rigorosamente con segnaletica stradale per le due corsie per far si che le bici non abbiano a scontrarsi lungo il percorso.
Abbiamo continuato a pedalare passando accanto ai paesini di San Giovanni in Bianco e Camerata Cornello senza mai lasciare la ciclabile, fermandoci solamente per afre le foto ad una cascata al di fuori di una lunga galleria sormontata da una costruzione di legno tipo casa dei sette nani, una visione veramente piacevole e piacevolissimo è il panorama che si intravede tra una galeria e l’altra, un susseguirsi di cascatelle e vallette che splendono dal tanto verde che le colora.
Ad un certo punto, dal lato opposto alla strada che stiamo percorrendo, scorgiamo il deposito edile che segna la prima deviazione che indica la salita per l’abitato di Cespedosio ed Era.
La prima parte della strada, parzialmente asfaltata, si snoda nel bosco con una serie di tornanti veramente impegnativi con pendenze medie del 15%.
Dado arriverà in cima 5 minuti prima di me e sembra meravigliato del fatto che siamo appunto solo 5 minuti!!!!
Dalle cave di marmo in poi la strada spiana un poco e si può godere di una bellissima vista panoramica sulla media Val Brembana e su San Giovanni in Bianco.Giunti in cima nel paesino di Cespedosio vediamo un cartello che dice “ Rifugio Cespe Aperto” ed il decidere di fare la deviazione di 500 meri per mettere sotto i denti qualche cosa è decisamente unanime! Sono affamata ed assetata.
Non abbiamo prenotato ed il ragazzo del rifugio ci dice che avremo solo quello che “ avanza”…
Ok va bene tutto… ed il tutto sarà un piattone di pasta fatta in casa con il sugo di pomodoro dell’orto dietro la baita, un tagliere di salumi fatti da lui e del formaggio di malga fatto dal malghese li davanti…. E che dire, tutto buonissimo!
Dopo il caffè con calma chiediamo il conto e ci chiede 10 €!!!!!
10€!!!!!
È ora di ripartire e dopo aver confermato ad un gruppetto di anziani che eravamo arrivati fin lassù in bike si riparte alla volta del paese e della strada che continua a salire verso Brembilla.
Ad un bivio abbiamo un dubbio e decidiamo di scendere lungo la discesa che va verso un prato dove un gruppo di ragazzi si è radunato con chitarre e tamburi ma ci confermano che… dobbiamo tornare indietro!!!!
Per cui su di nuovo verso l’alto dove , finalmente, incontriamo un bivio dove la strada si divide in due tronconi e si prosegue in discesa ( finalmente) fino all’abitato di Brembella.
Mi sono fermata a mettere la giacca a manica lunga scendendo, il freddo era pungente nonostante non fossimo aduna quota incredibile ma attorno ai 1100 metri fa decisamente più fresco specialmente se si è all’ombra.
Seguiamo una mulattiera nel bosco che ci conduce al paese di Camerata Cornello dove troviamo il Museo del Tasso, cioè colui che ha inventato il moderno servizio postale.
La prendiamo e scendiamo per una decina di chilometri facendo a ritroso il percorso dell’andata, arrivando fino ad un ponte medioevale sul quale si sale lungo una lunga scalinata dai gradoni lunghi ed in pietra e seguiamo le indicazioni per il borgo di Oneta.
Passiamo sotto un arco della chiesetta e scenderemo verso la scalinata in pietra che faremo in sella nonostante la pendenza notevole da cui scorgeremo, guardando alla nostra sinistra, le alture del Monte Molinasco e del Monte Zucco.
Arriviamo al parcheggio da dove eravamo partiti al mattino verso le tre del pomeriggio, carichiamo le bici un macchina, pausa coca cola allo stesso bar in cui al mattino abbiamo bevuto un caffè e dopo poche chiacchiere saremo di nuovo in partenza verso casa.
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