La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 18 settembre 2012

Io Barboj, tu che fai?

Come sono riuscita ad avere il giorno libero ancora adesso non lo so ma ci tenevo tantissimo a tornate dai ragazzi del Kinomana ed alla loro 6h del Barboj!
Avevo fatto la prima edizione di questa endurance parecchi anni fa e la location era totalmente diversa, a Rivalta di Lesignano de Bagni, stavolta invece e' a Santa Maria del Piano che poi e' una frazione dello stesso paese ma e' tutto diverso, niente Barboj di fango che ribollono dal terreno  ma tantissimo ruscelli e rivoli d'acqua ovunque.
Ma iniziamo dalla parte giusta!
Venerdì sono al lavoro ed inizialmente avevo pensato di partire ancora la sera ma un invito da parte degli amici ciclisti ad una cena solo biker mi fa cambiare idea e parto sabato mattina alle sei dopo una notte anzi qualche ora di sonno tribolato a seguito della cena abbondante e di qualche bicchiere di vino.
Decido di fare strada normale visto che il navigatore mi da quasi 40 chilometri in meno e mi avvio verso Asola, la strada che faccio tantissime volte durante la stagione visto che buona parte delle gare. Si svolgono da quelle parti, seguo le indicazioni per Parma e buon viaggio.
Ma come spesso succede i chilometri sono effettivamente di meno ma vado lentamente visto che ci sono autovelox dappertutto ed arriverò a Lesignano alle nove passate.
Poco male, trovo parcheggio facilmente per il bestione e vado a ritirare il pacco gara ed il numero, rivedendo dietro il bancone Vania che non vedo da parecchio tempo e mi trasferito la bar per un caffè risveglia morti e moribondi, azzannando una ciambella che sembrava guardarmi con immenso amore!!!
Accanto al camper trovo gli amici della Croce Verde di Orzinuovi, gli organizzatori della bellissima sei ore di Urcis a cui non manco mai a costo di far carte false, ci scambiamo quattro saluti e mi invitano a pranzo poco dopo  mentre stavo pensando a cosa farmi, se un piatto di pasta o un panino al bar.
Si chiacchiera e chissà come mai il tempo passa sempre velocemente mentre si e con amici e poco alla volta arriva il momento di preparare la bike e vestirsi da ciclista.
Mi chiedono di provare il percorso ma decido, come sempre, che ho sei ore di tempo per provarlo per cui tranquilla me ne sto tranquilla a girare qua attorno aspettando le 12 e la partenza la gara.
E via che si parte con nelle orecchie la musica a palla di Ugo di Cresi, piacevole compagnia nelle orecchie ed al morale, si perché a me sembra di andare più forte con gli AC/DC nelle orecchie!
Il primo giro e' una specie di perlustrazione e dopo il quarto guado ed il ponte fatto con i panca li penso che più di 5 giri non li faro' ma giro dopo giro il percorso ha iniziato ad affascinarmi sempre di più fino a diventare una specie di otto volante sui pedali.
Erano veramente tanti mesi che non mi divertivo così tanto sui pedali, un susseguirsi di sentieri da guidare nel bosco tra le piante con appese le foto di Clint Eastwood che, con faccia. Cattiva, urlava: piantaaaaaaaaaaa!
Che ridere ogni volta passavo su per pezzo tutto sassi smossi che si muovevano sotto le ruote in conseguenza del mio dolce peso e dove saltavo come una rana; e le rane le ho viste davvero nelle grosse pozzanghere appena dopo il ponte "gestito"dallo zio Willy con tanto di badile, al mio passaggio in bike sembravano scappare per non farsi stirare sotto le ruote!
I guadi poi, una specie di Ridolini ogni volta.
Il primo lo facevo ma il secondo non riuscivo perché aveva quella radice di traverso che mi facevano cadere, il terzo, più profondo, ho impiegato due giri a capire come farlo con i due fotografi che ridevano le dei matti ad ogni mio passaggio ed in una di queste foto appunto ho una faccia del tipo: ma che cavolo sto facendooooooooooo!
Ne ho fatti di tuffi, sono tornata a casa con la bike sporca di fango da paura ma le scarpette erano lustre e lucide di acqua come appena uscite dalla scatola del negozio mentre io ero coperta di fango fino alle ginocchia.
Il ristoro era posizionato appena qualche metro dall'arrivo in modo che non si dovesse uscire dal percorso, facevi rifornimento, rientravi nel percorso e via per un altro giro.
Ad ogni passaggio lungo la zona campeggio rallentavo, pit stop dagli amici dell'Urcis o da Alice che gentilissima come sempre si e' prestata per farmi da assistenza con torta Fata in casa e coca cola..... Che dire gli amici sono amici ed in questo mondo ho trovato decine di persone speciali.
Alla fine ho fatto nove giri, ho macinato una settantina di chilometri in sei ore e sono arrivata quinta andando a premio con somma felicita di mia figlia che, quando torno a casa mi chiede sempre: che hai portato a casa mamma??
La doccia calda, il ristorerò finale con tanto di servizio ai tavoli con tortellino party ed affettati freschissimi la birra in compagnia, il caffè per star sveglia lungo la strada ed alle nove parto verso l'autostrada e. Casa.
 Arrivo alle 23 , cotta e stanca dal viaggio ma non dalla 6h perché pedalare mi pesa meno che guidare, tolgo Valchiria dal camper e me ne vado a dormire.".. Non ricordo neppure come mi sono sdraiata..... Ma domattina alle sette la sveglia suonerà di nuovo, per il lavoro stavolta.
Io Barboj volentieri, voi cosa fate?
L'anno prossimo ci torno di sicuro......

domenica 9 settembre 2012

Maratona dell'acqua

Dovevo anzi volevo andare a correre a Madignano al Rally delle madonnine, avevo messo la sveglia alle sei del mattino ma poi, quando è suonata, ho spento tutto e mi son girata dall'altra parte!
Credo di avere addosso la stanchezza di questa lunghissima e strana stagione estiva, lavorare 13 ore tre volte a settimana e gli altri giorni 9 ore non è stato il massimo.
Ed allora decido di seguire un pezzo di maratona, accompagnando i corridori con la bike.
Tra di essi parecchi conoscenti, un collega, qualche amico di Facebook...
Certo che mi è sembrato stare a bordo strada per un pezzo  a guardare gli altri faticare mentre io facevo da spettatrice, il mondo della corsa è cosi diverso quello del ciclismo ed anche se qualche volta ci metto il naso, vedi le corse per beneficenza a Natale o qualche toccata e fuga nel podismo, la mia passione resta la mtb.
Ma non so come mai mi sono ritrovata a spugnare i corridori!!!
A Clusane vedo Goovanni Lazzaroni, compagno di squadra Atletica Franciacorta, che piazza spugne bagnate sul tavolo e prepara una gigantesca tanica di acqua ed era in seria difficoltà visto che era da solo ed allora eccomi a mettere le spugne in acqua e passarle ai ragazzi man mano passavano di li.
Dovevo stare in giro un oretta e sono stata li fin quasi a mezzo giorno.
Ed ho assistito ad un sacco di cose...
Quella che mi ha colpito di più è stato quel papa'/maratoneta che spingeva la carrozzina della figlia disabile dimostrando un cuore grande come il mondo intero, non puoi non applaudire un uomo cosi.
ce ne fossero in giro un pò di più...
Poi assisto alle solite battute degli "sèportivi" da bar Sport, quelli che lo sport lo vivono al bar davanti ad una birra che, vedendo passare i maratoneti, facevano battute del cazzettone del tipo " dai che sei ultimo...".
Ma perchè sta gente non se ne sta a casa che sarebbe meglio per tutti???
Poi c'era la scemo in bici, quello che deve per forza rompere i maroni a tutti e voleva a tutti i costi passare nella corsia preferenziale dei maratoneti, sbattendo contro uno, facendone cadere un altro ed all'indignazione generale dei corridori rispondeva urlando che lui fa quello che gli pare...
Per me è solo uno sfigato galattico....
Bah che gente che c'è in giro...
E son gli stessi che poi allo stadio vanno con i coltelli, che inneggiano al campione calcistico magari facendo casino, discussioni al bar sul fatto che questo o quel giocatore ha scorreggiato oppure frequenta questa o quella velina...
Mamma che squallore.
Comunque un plauso ai maratoneti ed agli organizzatori, un po meno a quanti in macchina, pur sapendo che c'era la maratona, si sono incazzati per il fatto che la strada fosse chiusa, nonostante gli avvisi esposti da due settimane.

domenica 2 settembre 2012

10° 24h Val Rendena



E’ stato un addio.
Cosi almeno sembra….
E devo dire che mi sono commossa quando Sandro Ducoli è salito sul palco ed ha definitivamente detto che per lui è stata l’ultima edizione, la 10°, come organizzatore e si chiude un epoca nel vero senso della parola.
Mi sono avvicinata all’endurance circa 10 anni fa con l’approccio tipico di chi non ne sa assolutamente nulla ma mi affascinava questo competere contro se stessi anziché contro un avversario fisico, il tempo che scandisce fatica e chilometri ed il mettersi in gioco ogni volta cercando di inanellare un giro in più, una manciata di chilometri più della volta precedente, combattendo contro un nemico più subdolo ancora della fatica, la propria paura.
E ricordo ogni singola endurance fatta, dalla 24h di Idro del 2007 sotto un torrente d’acqua dove si procedeva arrancando in 10 centimetri di fango o la 6h del Barboj sotto un sole cocente che mi ustionò a tal punto le braccia ed il naso da dover ricorrere alle cure di un medico per settimane dopo……
E non dimentico di certo la mia prima Valrendena, parecchi anni fa, dove l’aver fatto 11 giri mi faceva sentire come se fossi un campione assoluto anziché la scarsa ciclista che pedala per passione che sono in realtà.
Ma non dimentico il sorriso di Sandro di allora e quelli che seguirono nel corso degli anni, in particolare quello del 2010 quando mi fecero l’onore più grande, quello di assegnarmi il premio Franca Visentin, amica ciclista passata a miglior vita troppo presto lasciando un vuoto tra le file delle donne biker delle 24h.
Ed è in questo ambiente che ho conosciuto persone come Margherita, Ausilia, Lorenza, Ilaria, Giuliana, Patrizia, Raffaella, Astrid e tante altre donne sui pedali che della resistenza e della fatica hanno fatto la loro vita ed il far parte di loro, sebbene solo marginalmente, mi rende orgogliosa di essere loro amica.
Ricordo i particolari di ogni 24h come se fossero successi un attimo fa forse perché sono stati, e sono, eventi unici nel loro genere come quell’anno in cui, parcheggiato il camper in zona paddoc, ebbi quella discussione con un gruppo di ragazzi che mi avevano piazzato un generatore dietro il mezzo ed una volta acceso, aveva riempito di fumi di scarico il camper tanto che mia figlia stette male o quando, un'altra edizione ancora, intravidi la tenda del gruppo Kinomana e mi avvicinai urlando “Vaniaaaaaaaaaaaaaaaa” abbracciando forte un’amica ciclista che non vedevo da tempo, Vania appunto!!!!
E poi c’è l’incontrare quelle persone che incontri solo qua ma si è amici veri come se ci si vedesse ogni giorno, come Pino, che ho chiamato Doc per anni, semplicemente perché aveva scritto “Doc” sulla vecchia mtb.
Insomma Val Rendena è unica.
E quest’anno lo è stata nuovamente per tutto questo e per quello che è successo in questi due giorni.
Partita venerdì alle 16 appena finito il lavoro sotto un cielo grigio, la lunga strada fino lassù passando dal lago d’Idro, parcheggiare nella solita zona accanto ad altri camper ed intravedere subito Tiziano che non vedevo dallo scorso anno con cui chiacchiero un poco prima di sistemare il “campo base” per la notte, chiamare a gran voce Patrizia ferma poco oltre che prepara la tenda assieme ad una sua amica ed accettare un calice di Prosecco dai ragazzi che hanno il campo attaccato al mio cosi, tanto per, come per festeggiare qualche cosa che non sappiamo ancora.
Verso le 20 mi avvicino alla tenso-struttura che fa da base logistica e cenare tra le tante persone presenti in compagnia di Giuseppe del Barilla Team con una mega-porzione di Canederli e carne e, dopo un caffè, tornarmene al camper per riposare.
Al mattino presto il campo è un fermento, nella notte sono arrivate decine di persone e le tende sono aumentate a dismisura, sono praticamente circondata.
Una camminata fino al municipio per ritirare il numero ed il buono per il paco gara ( un bellissimo trolley personalizzato), la spesa al supermercato locale dove trovo il formaggio che mia figlia adora, il ritorno al camper ed inizia la pioggia… e sarà sempre più intensa tanto che penso di non partire a mezzogiorno.
Ma poi sei li e come si fa a non partire….
E sotto un diluvio iniziare questa nuova avventura lungo un percorso che ha poche varianti rispetto alle edizioni precedenti, non si gira più attorno alla fontana di Caderzone Terme ma si passa sopra il ponte che porta al passaggio nel campo da golf e si fa ancora quella strada sterrata accanto al la galleria della tangenziale passandoci poi sopra e salire nuovamente verso il golf e Bocenago.
Stavolta non si sale nel vicolo e non si scende dalla scalinata ma si va e si torna sulla strada in pavè, lo stesso pavè che farà parecchi disastri perché bagnato….
E di voli ne ho fatti ben 4, non sempre nello stesso punto ma sempre per colpa del bagnato….
Dopo due ore e mezza decido di fermarmi e di leccarmi le ferite; una doccia calda lava fango e stanchezza, un paio di buste di ghiaccio secco raffreddano le botte ed una buona dose di Lasonil farà il resto…..
E poi mi sdraio sul letto, stanca morta e mi addormento!!!!
Non sarò presente alla comunicazione della sospensione della gara alle 21.30 perché troppa pioggia rende tutto più complicato e pericoloso; non assisterò al continuo spegnersi delle luci lungo il percorso a causa della pioggia e non sarò presente al ripartire della gara alle 7 del mattino perché……
Perché mi sono addormentata alle 20.30 o poco dopo e mi sono svegliata alle 9 del mattino!!!!!!!!
Praticamente ho fatto un endurance di nanna.
Robe da matti.
Saranno state le botte oppure la stanchezza, o ancora le lunghe giornate al lavoro senza riposi di questa strana stagione oppure ancora il freddo, fatto sta che mi sono risvegliata con la certezza di aver fatto una gran dormita e una gran corta 24h.
Beh la bike non l’ho più tolta dal gavone, mi sono preparata la colazione facendo finta di essere in campeggio in vacanza, sono tornata in paese a fare la spesa visto che domani sera parto veramente per le vacanze qualche giorno ed ho atteso la fine della gara tra gli spettatori, tra le non poche domande del tipo “ successo qualche cosa Kate”????
Alle 12.30 ho pranzato con Stefano al pasta party degli atleti e poco dopo riavvicino a Sandro per salutarlo ma lui, con u sorriso mi dice” ti fermi vero? Ti premio….”
Stavolta sorrido io…
Premi l’ultima concorrente ma sai anche che per me è un gesto importante.
Sarà l’ultima edizione della Tua Rendeva Sandro e questo premio sarà il mio ultimo premio del Sandro Ducoli come patron della gara e non sarà un gadget qualunque messo li sulla mensola, no non lo sarà.
Perché ogni singolo premio, per poco valore possa avere agli occhi di altri per me è un grande ricordo, un pezzetto di quei momenti passati quassù, è un risentire quelle gocce di pioggia sulla pelle del viso, avere ancora la pelle d’oca dal freddo o le unghie delle mani di una strana sfumatura di blu…. È un pezzo della mia vita.
Sono sempre stata una sentimentale, forse tipico del fatto che sia donna o semplicemente perché ho un animo più sensibile di altri ma sono ridiscesa verso il mio lago d’Iseo col magone e pur se so che può sembrare stupido, che posso tornare qua tutte le volte che voglio è come se mi avessero tolto qualche cosa.
Non so ancora che cosa ma so che mi mancherà quel non so che…..
Forse tra qualche tempo, rigirandomi in mano quei premi, pezzetti di legno o plastica che siano, capirò quello che è in realtà questa mancanza, questa assenza e, forse, cercherò di colmare quel vuoto magari, semplicemente, ripensando ai bei momenti passati con tanti amici su questo percorso, tra queste montagne e tra le sculture di legno che rendono ancor più bella questa valle.

Alla prossima ragazzi