La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 2 settembre 2012

10° 24h Val Rendena



E’ stato un addio.
Cosi almeno sembra….
E devo dire che mi sono commossa quando Sandro Ducoli è salito sul palco ed ha definitivamente detto che per lui è stata l’ultima edizione, la 10°, come organizzatore e si chiude un epoca nel vero senso della parola.
Mi sono avvicinata all’endurance circa 10 anni fa con l’approccio tipico di chi non ne sa assolutamente nulla ma mi affascinava questo competere contro se stessi anziché contro un avversario fisico, il tempo che scandisce fatica e chilometri ed il mettersi in gioco ogni volta cercando di inanellare un giro in più, una manciata di chilometri più della volta precedente, combattendo contro un nemico più subdolo ancora della fatica, la propria paura.
E ricordo ogni singola endurance fatta, dalla 24h di Idro del 2007 sotto un torrente d’acqua dove si procedeva arrancando in 10 centimetri di fango o la 6h del Barboj sotto un sole cocente che mi ustionò a tal punto le braccia ed il naso da dover ricorrere alle cure di un medico per settimane dopo……
E non dimentico di certo la mia prima Valrendena, parecchi anni fa, dove l’aver fatto 11 giri mi faceva sentire come se fossi un campione assoluto anziché la scarsa ciclista che pedala per passione che sono in realtà.
Ma non dimentico il sorriso di Sandro di allora e quelli che seguirono nel corso degli anni, in particolare quello del 2010 quando mi fecero l’onore più grande, quello di assegnarmi il premio Franca Visentin, amica ciclista passata a miglior vita troppo presto lasciando un vuoto tra le file delle donne biker delle 24h.
Ed è in questo ambiente che ho conosciuto persone come Margherita, Ausilia, Lorenza, Ilaria, Giuliana, Patrizia, Raffaella, Astrid e tante altre donne sui pedali che della resistenza e della fatica hanno fatto la loro vita ed il far parte di loro, sebbene solo marginalmente, mi rende orgogliosa di essere loro amica.
Ricordo i particolari di ogni 24h come se fossero successi un attimo fa forse perché sono stati, e sono, eventi unici nel loro genere come quell’anno in cui, parcheggiato il camper in zona paddoc, ebbi quella discussione con un gruppo di ragazzi che mi avevano piazzato un generatore dietro il mezzo ed una volta acceso, aveva riempito di fumi di scarico il camper tanto che mia figlia stette male o quando, un'altra edizione ancora, intravidi la tenda del gruppo Kinomana e mi avvicinai urlando “Vaniaaaaaaaaaaaaaaaa” abbracciando forte un’amica ciclista che non vedevo da tempo, Vania appunto!!!!
E poi c’è l’incontrare quelle persone che incontri solo qua ma si è amici veri come se ci si vedesse ogni giorno, come Pino, che ho chiamato Doc per anni, semplicemente perché aveva scritto “Doc” sulla vecchia mtb.
Insomma Val Rendena è unica.
E quest’anno lo è stata nuovamente per tutto questo e per quello che è successo in questi due giorni.
Partita venerdì alle 16 appena finito il lavoro sotto un cielo grigio, la lunga strada fino lassù passando dal lago d’Idro, parcheggiare nella solita zona accanto ad altri camper ed intravedere subito Tiziano che non vedevo dallo scorso anno con cui chiacchiero un poco prima di sistemare il “campo base” per la notte, chiamare a gran voce Patrizia ferma poco oltre che prepara la tenda assieme ad una sua amica ed accettare un calice di Prosecco dai ragazzi che hanno il campo attaccato al mio cosi, tanto per, come per festeggiare qualche cosa che non sappiamo ancora.
Verso le 20 mi avvicino alla tenso-struttura che fa da base logistica e cenare tra le tante persone presenti in compagnia di Giuseppe del Barilla Team con una mega-porzione di Canederli e carne e, dopo un caffè, tornarmene al camper per riposare.
Al mattino presto il campo è un fermento, nella notte sono arrivate decine di persone e le tende sono aumentate a dismisura, sono praticamente circondata.
Una camminata fino al municipio per ritirare il numero ed il buono per il paco gara ( un bellissimo trolley personalizzato), la spesa al supermercato locale dove trovo il formaggio che mia figlia adora, il ritorno al camper ed inizia la pioggia… e sarà sempre più intensa tanto che penso di non partire a mezzogiorno.
Ma poi sei li e come si fa a non partire….
E sotto un diluvio iniziare questa nuova avventura lungo un percorso che ha poche varianti rispetto alle edizioni precedenti, non si gira più attorno alla fontana di Caderzone Terme ma si passa sopra il ponte che porta al passaggio nel campo da golf e si fa ancora quella strada sterrata accanto al la galleria della tangenziale passandoci poi sopra e salire nuovamente verso il golf e Bocenago.
Stavolta non si sale nel vicolo e non si scende dalla scalinata ma si va e si torna sulla strada in pavè, lo stesso pavè che farà parecchi disastri perché bagnato….
E di voli ne ho fatti ben 4, non sempre nello stesso punto ma sempre per colpa del bagnato….
Dopo due ore e mezza decido di fermarmi e di leccarmi le ferite; una doccia calda lava fango e stanchezza, un paio di buste di ghiaccio secco raffreddano le botte ed una buona dose di Lasonil farà il resto…..
E poi mi sdraio sul letto, stanca morta e mi addormento!!!!
Non sarò presente alla comunicazione della sospensione della gara alle 21.30 perché troppa pioggia rende tutto più complicato e pericoloso; non assisterò al continuo spegnersi delle luci lungo il percorso a causa della pioggia e non sarò presente al ripartire della gara alle 7 del mattino perché……
Perché mi sono addormentata alle 20.30 o poco dopo e mi sono svegliata alle 9 del mattino!!!!!!!!
Praticamente ho fatto un endurance di nanna.
Robe da matti.
Saranno state le botte oppure la stanchezza, o ancora le lunghe giornate al lavoro senza riposi di questa strana stagione oppure ancora il freddo, fatto sta che mi sono risvegliata con la certezza di aver fatto una gran dormita e una gran corta 24h.
Beh la bike non l’ho più tolta dal gavone, mi sono preparata la colazione facendo finta di essere in campeggio in vacanza, sono tornata in paese a fare la spesa visto che domani sera parto veramente per le vacanze qualche giorno ed ho atteso la fine della gara tra gli spettatori, tra le non poche domande del tipo “ successo qualche cosa Kate”????
Alle 12.30 ho pranzato con Stefano al pasta party degli atleti e poco dopo riavvicino a Sandro per salutarlo ma lui, con u sorriso mi dice” ti fermi vero? Ti premio….”
Stavolta sorrido io…
Premi l’ultima concorrente ma sai anche che per me è un gesto importante.
Sarà l’ultima edizione della Tua Rendeva Sandro e questo premio sarà il mio ultimo premio del Sandro Ducoli come patron della gara e non sarà un gadget qualunque messo li sulla mensola, no non lo sarà.
Perché ogni singolo premio, per poco valore possa avere agli occhi di altri per me è un grande ricordo, un pezzetto di quei momenti passati quassù, è un risentire quelle gocce di pioggia sulla pelle del viso, avere ancora la pelle d’oca dal freddo o le unghie delle mani di una strana sfumatura di blu…. È un pezzo della mia vita.
Sono sempre stata una sentimentale, forse tipico del fatto che sia donna o semplicemente perché ho un animo più sensibile di altri ma sono ridiscesa verso il mio lago d’Iseo col magone e pur se so che può sembrare stupido, che posso tornare qua tutte le volte che voglio è come se mi avessero tolto qualche cosa.
Non so ancora che cosa ma so che mi mancherà quel non so che…..
Forse tra qualche tempo, rigirandomi in mano quei premi, pezzetti di legno o plastica che siano, capirò quello che è in realtà questa mancanza, questa assenza e, forse, cercherò di colmare quel vuoto magari, semplicemente, ripensando ai bei momenti passati con tanti amici su questo percorso, tra queste montagne e tra le sculture di legno che rendono ancor più bella questa valle.

Alla prossima ragazzi

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