La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 31 marzo 2008

Lessinia legend

Lessinia legend…..
….la tua leggenda adesso mi appartiene!!!

E si ragazzi, ci sono posti dove si vorrebbe andare ma non si trova mai il tempo, luoghi di cui hai sentito parlare e che non conosci e capita anche di sentire per tante volte di una gara in mtb sui Monti Lessini e ti prende una voglia di andarci che non ce nè proprio e vai che ti iscrivi, mandi il fax ed il percorso te lo guardi dopo e li cominciano i guai.
Porco mondo quante salite…
Va bene, ormai è fatta, la data si avvicina e ti rendi conto che di km nelle gambe ce ne sono ma che di salita ne hai fatta ben poca e quegli stramaledetti kg sul groppone non se ne vanno neppure con l’affettatrice ma tanto sai che ci andrai ugualmente e farai di tutto per tagliare il traguardo con il braccio alzato al cielo.
Stavolta siamo in tre sul furgone alle sette del mattino, Zambo viene con noi a Verona, fa la marathon….. Io e Dado la classic, più corta, tanto per non fare brutte figure ed arrivare tutti interi nel tempo limite delle cinque ore.
Una lunga coda all’uscita dall’autostrada fino alla zona di partenza, trovare un parcheggio non è cosi facile ed alla fine parcheggiamo in un campo tra le sterpaglie.
Mamma quanta gente, parlano di tremila iscritti più tutti quelli che vengono a vedere la partenza, i compagni, le mogli ed i figli…. un gran casino come sempre.
Tra il ritiro del numero e della busta gara non abbiamo praticamente il tempo di scaldare le gambe e la pagherò cara, partire a freddo è sempre un rischio in particolare per quelli come me che non hanno tantissimo allenamento ma non posso fare altrimenti e , poco dopo, vado in griglia con Dado, alle dieci si parte mentre gli altri,i temerari della marathon, partono dopo mezz ora.
Stavolta mi sono attrezzata per la mia sete, due borracce ed il camel bag sulla schiena, vediamo se arriverò ancora disidratata.
In griglia vedo visi conosciuti, qualcuno mi chiama per nome, altri mi fanno un cenno con la mano, Umbry del Team Sculazzo mi avvisa che i primi Km sono di asfalto per cui veloci, attenzione innanzi tutto.
Via che si parte ed intravedo la mia cucciola che mi scatta una foto; passerà la mattinata poco lontano al Museo-Parco Naturale di Bolca, un centro di ricerca sui fossili molto importante per le ricerche nel settore: la mia piccola scienziata si porterà a casa anche un fossile per ricordo, un pesciolino stampigliato su di un pezzo di roccia.
Inizia la salita ed inizia la fatica, il cambio che rompe le scatole e mi fermo per capire cosa diavolo non và: spero che la bike nuova arrivi presto, questa mi stà facendo diventare matta!
Si ferma un ragazzo, lo avevo conosciuto a Pomponesco, e in quattro e quattr’otto mi sistema il cambio e dai che ce la posso fare.
Qualche pezzo a piedi spingendo la bici, altri pedalando e canticchiando senza ipod stavolta, l’ho dimenticato nel marsupio sul furgone; tanti mi passano accanto, volano che sembra abbiano un motorino sotto il fondoschiena, il Vai kathy di alcuni mi fa, come sempre piacere e sorrido guardandoli… quanto sono giovani!!!
I ragazzi dello Sculazzo poi mi incoraggiano, Dai non mollare!! Ma io non voglio mollare, vado solo piano, tanto ho tempo fino alle tre.
Lo scorso anno feci la 6 ore Morenica a Vialfrè, Torino, e tra le poche Solo Ladies vi era la Paolazzi con la maglia di campionessa italiana, e tò che me la ritrovo qua in salita e mi saluta e le urlo di andare, dai campionessa, ci si rivede a Torino il prossimo autunno, puoi giurarci ragazza.
Ed un altro poco dopo: Hey Kathy ci si vede alla Sunset Bike a giugno… non lo so mica se ci torno la prossima estate, ho ancora le allucinazioni per quelle salite al tramonto in Valle Sabbia però ne era valsa la pena, alla fine ci hanno servito uno spiedo favoloso e la musica ci ha fatto compagnia tutta la serata.
Ormai lo sapete, quello che amo di questo sport sono le persone, i luoghi, la competizione sana che si sente nell’aria e nei piccoli gesti lungo il percorso; spesso mi fermo a chiedere se cè bisogno di aiuto quando qualcuno ha bucato, hanno aiutato anche me a volte ed un grazie era la sola cosa che potevo dare e dire in quel momento; capita di restare senza acqua ed è dura quando fa caldo e non mi è costato nulla il dare una borraccia delle mie ad un ragazzo in panne senza liquidi e con i crampi, ne avevo a sufficienza per tutti e due ed il traguardo non era poi cosi lontano.
Oggi devo un grazie particolare a Marino per quel “ molla i freni…” e si, li ho mollati in discesa e mi sono divertita come una matta, vincendo la paura che spesso mi ha frenata, mi spiace solo per quel ragazzo che ha fatto un volo dell’accidenti, spero che non si sia rotto nulla.
Il traguardo è arrivato, il mio braccio alzato ed un sorriso grande come una casa sulla faccia e Dado ad aspettarmi, ha fatto un tempone oggi, bravo e meno male che non ci volevi venire perché l’altimetria sembra l’elettrocardiogramma di uno che ha un infarto! (parole sue).
Devo averne tre o quattro dietro della classic ma non è molto importante, io c’ero.
Mi fermo un attimo con Paola e Giulia a chiacchierare e ci si da un appuntamento alla prossima gara; ritiro il mio pacco gara con la maglia da ciclista della Lessinia ed una bottiglia di vino bianco Soave da bere a casa con gli amici.
Mi sembra passato solo un attimo dalla sveglia delle 5 e mezza stamattina e la giornata è volata via tra una pedalata e l’altra, una salita da togliere il fiato ed una discesa da urlo, due chiacchiere con gli amici ed un arrivederci alla prossima.
Portiamo tutto al furgone ed aspettiamo Zambo che arriva poco dopo stanco ma lo so che è contento: basta guardarci negli occhi per vedere quello scintillio che ci accompagnerà fino alla fine della stagione.
Un cambio veloce, doccia e pappa: siamo un po’ tutti affamati.
All uscita dal tendone ristorante vedo Umbry con uno strano copricapo tipo capo tribu cannibale, ossa incrociate e teschio… he he he, ho fatto la foto per i posteri.
Ciao a tutti ragazzi, alla prossima.
Si torna a casa ora ed abbiamo voglia di canticchiare sulla strada del ritorno e non fa niente se fa un po male dappertutto… Un po della leggenda della Lessinia ora è mia.

Kathy Pitton

domenica 16 marzo 2008

Trittico e Lambrusco


Non avrei pagato un centesimo di scommessa su me stessa lo scorso dicembre se mi avessero detto che le avrei fatte tutte e tre: Aironbike, Fosbike e Granfondo dei tre comuni…. A modo mio, con calma, ma le ho fatte e sono contenta di averci provato. Stamattina un cielo grigio ed alcune gocce di pioggia ci hanno accompagnato fino quasi a Pomponesco ma poi, poco alla volta, il cielo si è aperto e la giornata si è trasformata in un giorno ideale per pedalare, ne caldo ne freddo, al giusta dose di tutto insomma.
Niente Elvis ad accompagnarci fin quaggiù in pianura stamattina ma Ligabue, visto che questa è la sua terra, e da allora Lambrusco e popcorn mi frulla nella testa e l’ho canticchiata sottovoce per tutto il percorso, veloce e piatto, duro e selettivo ma bello davvero.
Ma più che della gara in se, quello che oggi mi fa volare le dita sulla tastiera sono le persone, la gente, i ragazzi, tutti quelli insomma che ho conosciuto in questa breve ma intensa avventura nelle golene del Po’, una parte d’Italia da me molto poco conosciuta e che è stato piacevole scoprire ed apprezzare.
Negli ultimi sei/sette anni ho incontrato un sacco di persone in giro per l’Italia in bike, alcune le ricordo con piacere, altre sono solo visi e sguardi a cui non riesco ad associare un nome, altri ancora solo ombre presenti nel mio passato; quelli di cui ricordo il nome però sono la maggioranza ed è un vero piacere rivederli o risentirli, a volte solo con una email oppure un sms.
Non dimenticherò mai la simpatia di Flavio dei CO2 piemontesi, gli organizzatori della 6 ore Morenica o dello staff della 24 ore del lago d’Idro oppure i ragazzi di Pertica Bassa in Val Sabbia con la loro Sunset Bike al tramonto (neppure la fatica dimentico di quell’arrampicata!!!!!), e non dimentico la mitica Vecia Ferovia de la Val de Fiemme in Trentino.
Da quest’anno poi credo di avere dei nuovi amici tra i mitici del Team Sculazzo, Fabione, Umbry, la Paola, Tiziano e tutti gli altri di cui non ricordo il nome; ho incontrato stupende persone che amano la mountain bike come me, magari fanno notte col faro in testa per allenarsi un po’ e mettere km nelle gambe perché gli orari del lavoro non permettono altro.
Al mio arrivo oggi al traguardo (un giro solo per me), lo speaker mi ha chiamata per nome e, mettendomi un microfono nelle mani, mi ha chiesto di spiegare la “mia mountain bike”, il mio modo di vedere questa fatica trasformata in passione e stile di vita… e dire che di solito le parole non mi mancano! Stavolta ci ho messo un attimo a rispondere, pensavo di non riuscire a dire quanto sento ogni volta salgo sulla mia bici e parto; come fai a spiegare che la carezza del vento è un invito a chiudere gli occhi e pensare di essere ovunque nel mondo, come faccio a far “sentire” quelle sensazioni che mi regalano le gocce di pioggia sulla faccia a cui non scappo e che i muscoli non fanno male ma mi fanno sentire viva, mi fanno sentire vera e che se mi scappa una lacrima quando passo il traguardo non è debolezza ma sono semplicemente contenta?
Solo alcuni lo capiscono e lo si legge loro negli occhi.
Ho incontrato molta gente e tra di loro anche molti campioni ma la maggior parte sono come me, persone comuni che partono nelle retrovie ed arrivano dopo tutti, quando hanno già smontato tutto.
Ma sono convinta che questi siano i veri vincitori, senza la Bike full carbon ma con un vecchio cancello che pesa un quintale e mezzo, con cambio che rompe le scatole ed i freni che fanno di tutto meno che frenare ma si arriva comunque.
Ho incontrato vere Signore della mountain bike come Elena Zappa che ti saluta anche se sei un illustre sconosciuta e che ti dice In bocca al lupo oppure Adriana Tomasini, la dolcezza fatta persona che a fine gara pensa di portare due dolcetti ai figli a casa ma anche tante altre persone un po meno Signore, che ti guardano dall’alto in basso solo perché non sei un fuscello e non voli sulle ruote come loro….
Io vinco ogni singola volta passo il traguardo, vinco per me stessa e per nessun altro e nessuno sguardo dall’alto in basso mi farà mai smettere di essere quella che sono: semplicemente Kathy.
Per un attimo solamente oggi, quando i ragazzi del Team Sculazzo hanno preparato i trofei del Trittico, ho sentito salire una lacrima agli occhi e la mia ragazzina se ne è accorta…. Mi ha stretto la mano e tutto è passato ma dentro, non immaginate dentro di me cosa sentivo:uno di quelli era mio!
Per tanti potrà essere solo un pezzo di vetro decorato, un gadget come tanti altri da mettere nel sottoscala e da dimenticare ma per questa old lady significa essere riuscita a finire un circuito, aver raggiunto un obbiettivo ed essere pronta per conseguirne un altro forse più ambizioso, più duro ma altrettanto gratificante.
Spero tanto che Elena Zappa si riprenda presto dalla brutta caduta di oggi e di rincontrarla presto su di un altro percorso di gara, vincente come sempre.
Ragazzi, quando avete fretta di passare basta chiamare strada, non ho mai intralciato nessuno ed è perfettamente inutile ed estremamente pericoloso passare tanto vicino da agganciare gli altri.
Ci vediamo alla Lessinia Legend, sarò una di quelle lente ma arriverò prima o poi….
Kathy Pitton

domenica 9 marzo 2008

Fosbike

Fossi e bike


Porco mondo piove!
Già la cera di Dado stamattina è tutta un programma, quando arriva gli passo una tazza gigante di caffè ed una cioccolata con le nocciole per tirarlo su…”ma non poteva star su il tempo ancora una mezza giornata? Sembra un dispetto fatto apposta per farmi tribulare in sella alla bike.”
E si perché si torna in pianura, a San Marino Carpi provincia di Modena e se sono bagnati i sentieri lungo gli argini sai che ridere pedalare stamattina.
Il cielo e proprio color piombo ma verso Mantova sembra schiarire ed un piccolo pezzetto di cielo azzurro sembra sbucare dalle nuvole, spero esca un poco di sole.
Stiamo andando a fare la Fosbike, la seconda tappa del Trittico del Po, un circuito di pianura per mountain bike.
Il nome mi ha incuriosito da subito e, leggendo qua e là, trovo un sacco di notizie e tra queste anche il fatto che si devono attraversare alcuni fossi, alcuni in sella altri a piedi ed il primo praticamente a ridosso della partenza, a circa 100metri dalla stessa.
Bah, vediamo cosa combino stavolta.
Numero sulla bike, due borracce perché ho sempre sete e via a vedere com’è. Un bel po di fango, questo è certo ma è pianura, non dovrebbe essere difficile arrivare in fondo, guai a mollare.
Dai che si va in griglia e Fabione mi urla un saluto e mi dice anche che ha un mio premio in macchina, quello del quinto posto dell’Aironbike di domenica scorsa. Mica lo sapevo di aver preso un premio! Forse la preoccupazione per il fatto che Dado non arrivasse più al traguardo, forse semplicemente perché non vinco mai nulla certo è che non pensavo di avere diritto alla premiazione. Grazie ragazzi.
Pronti via e non sono ancora tutta seduta sul sellino che già devo scendere per attraversare il primo fosso e poi via, sulla strada e si viaggia veloci.
Il gruppo si sgrana poco alla volta ed ognuno inizia la propria gara con se stesso e con gli altri ma il fantasma più grande è sempre e solo dentro di noi.
Ho la mia musica nelle orecchie oggi ed è piacevole viaggiare con i Rolling Stones a palla e mi pare proprio ridicolo il fatto che alla maratona di New York abbiano proibito agli atleti di portare il loro lettore mp3, viene considerato doping! Ma che siamo diventati tutti matti? Doping! Ma dai che allora è meglio riempirsi di porcherie chimiche per andare veloci. Sarà poi più salutare un po’ di Rock’n roll vecchia maniera……io canto e chi se ne frega se quando mi sorpassano e stò cantando The wall oppure I’m a rock’n roll singer degli AC/DC qualcuno sorride e pensa che sono fuori…questo è il mio modo di essere e se mi volete sono cosi, fuori ma con il sorriso sulle labbra sempre.
Qualche ragazzo mi passa vicino e dice “vai kathy” e voi non avete idea di quanta carica mi danno, una birra nelle gambe…va bene una birra piccola visto che vado piano ma mi piace da morire e vi adoro tutti….. vedete di pedalare che dovete arrivare bene in classifica.
Un'unica cosa manca… mi piacerebbe vedere tante ragazze in griglia, veramente tante. Donne anche se sporche di fango, magari col rossetto come la sottoscritta e con le unghie lunghe, con la grinta e la determinazione che ci appartiene da sempre magari con le lacrime agli occhi ma con la voglia di fare e di lottare. Forse un giorno ci saranno tante Giulia ed Elena, Erika ed Anna, tante old ladies come me a cui non interessa molto il posto in classifica ma che riescono a divertirsi un mondo comunque.
Se non ci fosse tutto stò fango che mi fa scivolare di qua e di la, sembra di essere su di uno snowboard non in bicicletta, magari andrei più veloce; però i km li macino ed anche se sembra passata un eternità arrivo al traguardo che passo con il braccio alzato, come sempre.
E non ditemi più che le gare in pianura sono facili, cavolo devi sempre pedalare come un matto!
Chissà dove è Dado, non vorrei abbia bucato un'altra volta ma abbiamo i cellulari oggi cosi, nel caso, siamo in comunicazione…… vado a bermi un the caldo, ho sete e, sinceramente, una fame da lupo. Hanno delle torte buonissime, la focaccia, un sacco di frutta fresca e the e bevande varie a volontà.
Eccolo finalmente, ultimo e un po’ stravolto.
Come al solito una sequela di bip bip bip bip perché ovviamente è colpa mia se lui si fa trascinare ogni domenica a spasso per l’Italia a pedalare!!! Ma va là che in fondo sei contento, lo so….
Pasta party ed un bicchiere di vino rosso, un caffè e via a lavare le bike che sono piene di fango che sembra colla e cemento mescolati, si fa un sacco di fatica a pulirle in modo decente.
Ci siamo tolti il fango di dosso ed il circo colorato ha tolto il suo tendone, restano pochi segni attorno del passaggio di 350 bikers e del loro seguito.
Un saluto ai pochi rimasti ed un appuntamento alla prossima domenica a Pomponesco per un'altra cavalcata magari con il sole cosi ci abbronziamo un pochino.

Kathy Pitton

domenica 2 marzo 2008

Aironbike 2008


Scommetto che state pensando “ha sbagliato a scrivere…” e invece no! Aironbike è proprio il nome giusto, non parlo della piu famosa Iron Bike, quella è per i tosti alla Rambo, a me piacciono le cose un poco più tranquille e gli aironi sono bellissimi.
Ed allora, come al solito, rompo le scatole al compagno di viaggio preferito e via che si parte, un quarto alle sette del mattino, bike nel furgone e una tavoletta di cioccolata con la C maiuscola, sottolineata ed anche in grassetto visto che l’ho portata apposta per Dado da Lucerna, dalla chocolaterie più antica della Svizzera.
Destinazione Guastalla, Emilia Romagna, la zona di Don Camillo e Peppone tant’è che Brescello è li vicino.
Il sole si alza all’orizzonte e sembra una palla di fuoco, senza occhiali da veramente fastidio ma preannuncia una giornata stupenda ed un gran caldo.
Abbiamo fatto tutta la strada con la musica preferita di Dado, mica lo sapevo che era un appassionato di Elvis Presley, il re del rock’n roll…. Wow, non male come inizio di giornata.
Arriviamo e sistemiamo il furgone nel parcheggio con tanti altri, pettorali e chip da ritirare, un caffè al bar per far passare un po di tempo e stiamo a guardare dei mostri appesi alle pareti del bar: dei siluri impressionanti! Uno aveva una bocca tanto grande che avrebbe potuto ingoiare la mia testa e la signora del bar mi ha detto che quello era un esemplare piccolo! Alla faccia del piccolo dico io, se ti trovi di fronte un mostro simile batti tutti i record di nuoto pur di scappare.
Fa già caldissimo e sono solo le nove del mattino, decidiamo di vestirci leggeri, pantaloni corti e giacca estiva per ripararsi dal vento che, vi assicuro, aveva raffiche notevoli.
Via a far girare le gambe un pochino prima di metterci in griglia ed attendere la partenza delle dieci in punto.
Musica, vociare, il solito mondo colorato che non ti stanca e ti fa sentire a casa ogni domenica mattina.
Elena Zappa mi saluta e mi dimentico di complimentarmi con lei per il titolo italiano appena conquistato, lei è una tosta e vola sulle ruote grasse, io arranco un po’ ma arrivo, prima o poi…
Dai che si parte, strada sterrata veloce, argini del Po da seguire e gli occhi corrono al fiume che attraversa la nostra pianura Padana, immenso e maestoso. Non lo avevo mai visto da cosi vicino, è veramente bellissimo, e ci sono tantissime persone che pescano, che passeggiano e prendono il sole, un ragazzo in canoa risale a fatica la corrente e sembra una dura lotta tra lui ed il grande fiume…
Ci sono un sacco di cascine qua attorno ed alla memoria arrivano le scene dei film di Don Camillo e della sua tonaca svolazzante, di quell’Italia che non esiste più se non su vecchie pellicole ormai abbandonate, ma non credo verranno dimenticate.
I chilometri scorrono sotto le ruote ed un po’ la stanchezza si fa sentire; arriva la parte di gara con la prova speciale, un percorso tutto su e giù che ricorda molto il 4cross, una tecnica di corsa mtb dove 4 atleti si sfidano a tutta su dossi e discese.
Esco da quel tratto che sembro frullata a velocità doppia!
Ho parecchia sete forse anche per il fatto che il vento fortissimo solleva molta polvere, la sento tra i denti ed i capelli, negli occhi e sulla pelle ed il sole cosi caldo fuori stagione non aiuta di certo.
Passo il traguardo e mi fermo e guardo gli altri sfilare uno alla volta.
Aspetto Dado e mi toccherà farlo per quasi due ore con non poca preoccupazione tanto che , ad un certo punto, vado dall’organizzazione e chiedo piuttosto energicamente, che lo trovino! Sono io quella che va piano, ero preoccupata di brutto, stavano smontando tutto e di lui neppure l’ombra.
Ad un certo punto parte un quad alla sua ricerca e, poco dopo, riappare dicendomi che stava arrivando.
“Adesso lo mordo”! è il primo pensiero che mi passa per la testa ma poi, nel vederlo arrivare con il copertone avvolto attorno al manubrio ed una camera d’aria al collo non riesco a dire altro che “ ma che diavolo è successo”?
Ha bucato due volte! Dico io, una volta va bene ma due è proprio sfiga nera, cosi si è fatto gli ultimo otto chilometri a piedi con la bike in spalla.
Probabilmente si è fermato un attimo a riposare proprio mentre passava la moto scopa sul percorso e non lo ha visto.
Portiamo tutto al furgone, ci togliamo la roba sporca ed andiamo a mangiare qualche cosa: siamo entrambi affamati.
E’ finito quasi tutto ma ci recuperano due porzioni super abbondanti di tortellini, una caraffa di bianco fresco, tre brioches e due bottiglie di acqua, caffè ed anche una fettina di crostata.
Poi con calma andiamo a vedere se ci sono delle foto nostre, lui ne trova due ma io non trovo nulla, pazienza, stavolta niente ricordo della gara.
Decidiamo di andarcene ed arriva di corsa uno dell’organizzazione e gli consegna una scatola che è il premio dell’ultimo arrivato: contiene ogni ben di Dio. Formaggio, vino, pasta, riso, gnocchi, biscotti… conviene arrivare ultimo qualche volta!
Ed anche il pacco gara era notevole, con un salame intero, una confezione di gnocchi e delle barrette, mica male davvero.
Non risultiamo in classifica, lui perché quando è arrivato non c’era più l’addetto al cronometraggio, io perché mi sono fermata alla fine del primo giro ma mi sembrava di aver capito che fosse quello che dovevo fare… va beh, ok comunque bellissima gara che rifarò di sicuro il prossimo anno e la prossima domenica torno da queste parti di sicuro ma quella sarà un'altra storia.
Abbiamo parecchi km da fare per tornare a casa e le montagne che all’andata erano alle nostre spalle ci si parano davanti bellissime, svettano in questo cielo azzurro e terso in una giornata ventosa e caldissima di inizio marzo, un acconto di primavera molto piacevole dopo un freddo e lungo inverno.
Vediamo perfino un camionista fermo sulla corsia di emergenza in mutande che, seduto dietro al suo tir, prende il sole….robe da matti.
Eppoi dicono che siamo noi biker quelli fuori come balconi….

Kathy Pitton