La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 31 marzo 2008

Lessinia legend

Lessinia legend…..
….la tua leggenda adesso mi appartiene!!!

E si ragazzi, ci sono posti dove si vorrebbe andare ma non si trova mai il tempo, luoghi di cui hai sentito parlare e che non conosci e capita anche di sentire per tante volte di una gara in mtb sui Monti Lessini e ti prende una voglia di andarci che non ce nè proprio e vai che ti iscrivi, mandi il fax ed il percorso te lo guardi dopo e li cominciano i guai.
Porco mondo quante salite…
Va bene, ormai è fatta, la data si avvicina e ti rendi conto che di km nelle gambe ce ne sono ma che di salita ne hai fatta ben poca e quegli stramaledetti kg sul groppone non se ne vanno neppure con l’affettatrice ma tanto sai che ci andrai ugualmente e farai di tutto per tagliare il traguardo con il braccio alzato al cielo.
Stavolta siamo in tre sul furgone alle sette del mattino, Zambo viene con noi a Verona, fa la marathon….. Io e Dado la classic, più corta, tanto per non fare brutte figure ed arrivare tutti interi nel tempo limite delle cinque ore.
Una lunga coda all’uscita dall’autostrada fino alla zona di partenza, trovare un parcheggio non è cosi facile ed alla fine parcheggiamo in un campo tra le sterpaglie.
Mamma quanta gente, parlano di tremila iscritti più tutti quelli che vengono a vedere la partenza, i compagni, le mogli ed i figli…. un gran casino come sempre.
Tra il ritiro del numero e della busta gara non abbiamo praticamente il tempo di scaldare le gambe e la pagherò cara, partire a freddo è sempre un rischio in particolare per quelli come me che non hanno tantissimo allenamento ma non posso fare altrimenti e , poco dopo, vado in griglia con Dado, alle dieci si parte mentre gli altri,i temerari della marathon, partono dopo mezz ora.
Stavolta mi sono attrezzata per la mia sete, due borracce ed il camel bag sulla schiena, vediamo se arriverò ancora disidratata.
In griglia vedo visi conosciuti, qualcuno mi chiama per nome, altri mi fanno un cenno con la mano, Umbry del Team Sculazzo mi avvisa che i primi Km sono di asfalto per cui veloci, attenzione innanzi tutto.
Via che si parte ed intravedo la mia cucciola che mi scatta una foto; passerà la mattinata poco lontano al Museo-Parco Naturale di Bolca, un centro di ricerca sui fossili molto importante per le ricerche nel settore: la mia piccola scienziata si porterà a casa anche un fossile per ricordo, un pesciolino stampigliato su di un pezzo di roccia.
Inizia la salita ed inizia la fatica, il cambio che rompe le scatole e mi fermo per capire cosa diavolo non và: spero che la bike nuova arrivi presto, questa mi stà facendo diventare matta!
Si ferma un ragazzo, lo avevo conosciuto a Pomponesco, e in quattro e quattr’otto mi sistema il cambio e dai che ce la posso fare.
Qualche pezzo a piedi spingendo la bici, altri pedalando e canticchiando senza ipod stavolta, l’ho dimenticato nel marsupio sul furgone; tanti mi passano accanto, volano che sembra abbiano un motorino sotto il fondoschiena, il Vai kathy di alcuni mi fa, come sempre piacere e sorrido guardandoli… quanto sono giovani!!!
I ragazzi dello Sculazzo poi mi incoraggiano, Dai non mollare!! Ma io non voglio mollare, vado solo piano, tanto ho tempo fino alle tre.
Lo scorso anno feci la 6 ore Morenica a Vialfrè, Torino, e tra le poche Solo Ladies vi era la Paolazzi con la maglia di campionessa italiana, e tò che me la ritrovo qua in salita e mi saluta e le urlo di andare, dai campionessa, ci si rivede a Torino il prossimo autunno, puoi giurarci ragazza.
Ed un altro poco dopo: Hey Kathy ci si vede alla Sunset Bike a giugno… non lo so mica se ci torno la prossima estate, ho ancora le allucinazioni per quelle salite al tramonto in Valle Sabbia però ne era valsa la pena, alla fine ci hanno servito uno spiedo favoloso e la musica ci ha fatto compagnia tutta la serata.
Ormai lo sapete, quello che amo di questo sport sono le persone, i luoghi, la competizione sana che si sente nell’aria e nei piccoli gesti lungo il percorso; spesso mi fermo a chiedere se cè bisogno di aiuto quando qualcuno ha bucato, hanno aiutato anche me a volte ed un grazie era la sola cosa che potevo dare e dire in quel momento; capita di restare senza acqua ed è dura quando fa caldo e non mi è costato nulla il dare una borraccia delle mie ad un ragazzo in panne senza liquidi e con i crampi, ne avevo a sufficienza per tutti e due ed il traguardo non era poi cosi lontano.
Oggi devo un grazie particolare a Marino per quel “ molla i freni…” e si, li ho mollati in discesa e mi sono divertita come una matta, vincendo la paura che spesso mi ha frenata, mi spiace solo per quel ragazzo che ha fatto un volo dell’accidenti, spero che non si sia rotto nulla.
Il traguardo è arrivato, il mio braccio alzato ed un sorriso grande come una casa sulla faccia e Dado ad aspettarmi, ha fatto un tempone oggi, bravo e meno male che non ci volevi venire perché l’altimetria sembra l’elettrocardiogramma di uno che ha un infarto! (parole sue).
Devo averne tre o quattro dietro della classic ma non è molto importante, io c’ero.
Mi fermo un attimo con Paola e Giulia a chiacchierare e ci si da un appuntamento alla prossima gara; ritiro il mio pacco gara con la maglia da ciclista della Lessinia ed una bottiglia di vino bianco Soave da bere a casa con gli amici.
Mi sembra passato solo un attimo dalla sveglia delle 5 e mezza stamattina e la giornata è volata via tra una pedalata e l’altra, una salita da togliere il fiato ed una discesa da urlo, due chiacchiere con gli amici ed un arrivederci alla prossima.
Portiamo tutto al furgone ed aspettiamo Zambo che arriva poco dopo stanco ma lo so che è contento: basta guardarci negli occhi per vedere quello scintillio che ci accompagnerà fino alla fine della stagione.
Un cambio veloce, doccia e pappa: siamo un po’ tutti affamati.
All uscita dal tendone ristorante vedo Umbry con uno strano copricapo tipo capo tribu cannibale, ossa incrociate e teschio… he he he, ho fatto la foto per i posteri.
Ciao a tutti ragazzi, alla prossima.
Si torna a casa ora ed abbiamo voglia di canticchiare sulla strada del ritorno e non fa niente se fa un po male dappertutto… Un po della leggenda della Lessinia ora è mia.

Kathy Pitton

Nessun commento: