La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


giovedì 30 agosto 2012

Dolomiti del Brenta-Bregn de l'Ors

L'orso l'ho visto!!!!


Ero talmente persa dalla stanchezza che ne vedevo uno dietro ogni pianta, in compagnia di Gengis Khan ed il mahatma Gandi...
Scherzi a parte, credo sia stato uno dei giri più bello che io abbia mai fatto ed anche i miei compagni di viaggio sono dello stesso avviso, nonostante la stanchezza assoluta e l'orticaria che ci viene al solo sentir parlare di mountain bike!!!!
L'aver sottovalutato sia la distanza in chilometri che l'altimetria ha lasciato il segno nei muscoli delle gambe e della schiena ma credo che sia solo una delle cose che ricorderò di questa giornata e forse la cosa minore perchè lo spettacolo delle Dolomiti è unico, incredibile e spettacolare.
L'inizio di questa giornata è stata la settimana scorsa quando, di ritorno dal Rifugio Lorenzini, Alberto ha iniziato a parlarci di questo posto dove andava in campeggio da ragazzino assieme al padre e da cosa nasce cosa e poco dopo ci si ritrova davanti al pc a scaricare percorso e cartina, si controllano i turni di lavoro di tutti e riuscendo a trovare un giorno in comune, si decide e si organizza.
Si parte al mattino alle 5, due ore di viaggio fino a Tione di Trento alla ricerca del campo sportivo da dove parte la cicliabile e l'inizio del percorso scelto.
Un caffè lo abbiamo bevuto strada facendo in un bar, ci abbiamo mangiato assieme una fetta di strudel di mele cosi tanto per non perdere gli zuccheri.....
Bike pronte e giacca invernale infilata visto che ci sono 16 gradi ed ho un freddo dell'accidenti, passiamo qualche minuto a guardare e studiare i segnavia e partiamo... sbagliando ovviamente!!!
Cosi abbiamo fatto subito otto chilometri che non centravano nulla con quanto dobbiamo fare in realtà; si torna all'inizio e si imbocca, finalmente, la ciclabile giusta e via verso Pez, un piccolissimo paesino di 5 case dove vorremmo fermarci per un altro caffà ma non c'è un bar e si continua scendendo lungo la ciclabile....
Un immenso bosco ci circonda, un silenzio che da quasi fastidio....
Arrivati in fondo alla discesa ci rendiamo conto di dover tornare idietro un pezzo e salire su di un sentiero sterrato che entra nel bosco in salita, è interamente ciclabile anche se la pendenza inizia a farsi sentire e da li si raggiunge una strada asfaltata dove eravamo poco prima!!!!!!!
Andiam bene, indietro ed avanti come dei gamberi.
Continuiamo a salire lungo l'asfalto finoa prendere una strada di campagna che passa tra campi coltivati e bosco che, a sua volta sbuca in cima su di un tornante e da li si entra in un altra strada boschiva che sale verso Iron.
La forestale sale  completamente all'ombra nel  bosco fiancheggiando un ruscello che trascina rocce e tronchi verso valle, una musica quell'acqua che mi accompagnerà per tantissimi chilometri.
Alberto è molto più avanti ed anche se non trovo giusto che partendo in compagnia uno decida di andarsene per fatti suoi abbandonando il gruppo in un luogo dove il telefono non prende e,  se succede qualche cosa, puoi chiedere aiuto solo agli orsi ed alle aquile, continuo a salire sapendo che la strada è una sola, sempre in salita.
Nelle rocce accanto alla strada trovo spesso delle immagini sacre lasciate da chi, magari, in esse trova pace e conforto. Le ho fotografate anche se ai miei occhi altro non sono che immagini e basta pensando a qualte volte mia mamma avesse cercato di farmele amare ma sono sempre state quel qualche cosa che non capivo e che ho archiviato in una parte del cervello.
Dopo svariati chilometri ecco i cartelli che indicano  l'ingresso uffiiale nel Parco delle Dolomiti del Brenta e nella Vall'Algone, questo paradiso di silenzio ed alberi.
Si continua a salire e ad un certo punto raggiungo Dado ed assieme arriviamo fino ad un ponte dove ci fermiamo  cercando di capire da che parte è andato Alberto...... aveva girato a destra per raggiungere quello che una volta era il campeggio della sua infanzia.
Sul ponte c'è una vipera arrotolata che ci ricorda che qua siamo a casa loro e che è il loro habitat naturale, per cui all'occhio.....
Via che si riparte.
Poco dopo raggiungiamo il rifugio  Ghedina dove ci fermiamo per due panini e rifornimento borracce, da quqa in poi l'acqua è veramente poca per cui meglio essere preparati; panini con lo speck, col formaggio, coca cola e caffè... una mezz'ora di pausa per poi risalire in slla rifocillati e più stanchi di prima... si perchè quando si riparte chissà com'è siamo stanchi e non riposati.
Si torna a salire verso le altre malghe e la sbarra da dove n on possono più proseguire le autovetture e dove un gentilissimo ragazzo in uniforme da guardia del parco ci consegna una cartina e ci spiega il percorso da li in poi......si sale, si sale e si sale.
Il panorama è decisamente bellissimo e si intravedono delle piccole baite tra le piante dei boschi circostanti che sembrano uscire da una cartolina, bellissime e curate, balconi e davanzali ricolmi di gerani colorati, le tende alle finestrelle che vogliono  solo indicare che alcune persone amano questi posti tanto da aver deciso di vivere in mezo alla natura ed al silenzio.
Ma i chilometri nelle gambe stanno diventando veramente tanti e sono stanchissima, per di più sto finendo l'acqua nonostante sia partita a "pieno carico", borracce e zaino idrico e la sete è tremenda quando pioi sai di non avere più scorte.
Incontro una jeep solitaria che scende ed al mio segnale gentilmente si fermano ed alla richiesta di acqua mi regalno la loro bottiglia con un sorriso avvisndomi che per arrivare alla malga Movlina manca poco poù di un chilometro e che i miei compagni di avventura sono poco più avanti.
Guardando la strada che scende dietro a me mi rendo conto che la pendenza è costante, mai meno dell'8%, quel continuare a salire che ora mi sta sfiancando, sono arrivara quasi al 40 esimo chilometro di salita...ed ecco la la malga e sopra di essa la traccia del Passo chiamato Bregn de l'Ors!!!!
Finalmente acqua a volonta, un bagno e gente attorno che non so bene come diavolo sia arrivata fin quassù visto che mi è sembrato di essere sempre da sola sulla strada.
Un attimo di riposo, le informazioni chieste ad un ragazzo che porta l'uniforme delle guardie del parco, l'avviso che la discesa verso valle non sarà facile visto il sentiero che vogliamo fare ma si decide di avanzare e di non fermarci.
Il passo è li, posso quasi toccarlo ma mi sembra tanto lontano, siamo tutti stanchi e quei 150 metri in salita lungo un crinale tagliando la cresta del passo, spingendo la bike, mi sembra un impresa titanica e solo quando vedo il sentiero che scende a valle tiro un sospiro di sollievo.
Il mio contachilometri segna 44.600 metri di salita!!!!! sono mica pochi.
Siamo a 1836 metri di quota e le pareti delle DOlomiti sembrano innalzarsi come a riparare dl vento e si vede il rifugio dei 12 Apostoli, 200 metri piu in alto.... ci si può arrivare solo su di un sentiero tra rocce dolomitiche e pertanto senza bike al seguito... meno male altrimenti quei due qua si inventavano di arrivare fin lassu!!!!
Si inizia a scendere lungo un sentiero al cui inizio troviamo un indicazioe: bici a mano, estremamente pericoloso.
Cominciamo bene...... e saranno 2 chilometri da incubo su di un sentiero di rocce e tronchi, radici e lastre di roccia a strapiombo... e fa niente se la sotto vedevo il lago di Valagola, mi sono presa una serie di spaventi da urlo!!!!!
Comunque piano piano siamo scesi ed il laghetto è veramente bello, abbiamo guadato il ruscello che lo alimenta e siamo scesi lungo il sentiero fino alla palizzata della malga successiva, l'abbiamo aggirata e da li inizia la discesa verso sant'Antonio, 20 chilometri di strada nel bosco da guidare ed abbiamo iniziato ad incontrare gente che saliva, gente in bicicletta ad a piedi con zaini e bastoncini....
Qua poco distante ci sono gli impianti di risalita del Dos dei Sabion, una zona molto frequentata durante la stagione invernale per gli amanti dello sci mentre d'estate sono gli amanti del trekking a farla da padrone... o i fulminati come noi che giriamo in mtb.
Al paesino di Sant Antonio una breve sosta tecnica perchè la bike di Alberto ha dei problemi al cambio ma poi si riparte, un chilometro su asfalto in slita e di nuovo giu fino a Pinzolo dove, dopo una pausa caffè, decidiamo di non seguire più la strada consigliata dal percorso ma di scendere lungo la statale fino a Tione, sono 23 km di discesa.....
E si parte, loro sparati come palle di fucile, io con piu calma.
Passando per Strembo vedo parte del percorso della 24h di Valle rrendna a cui parteciperò sabato e domenica prossima, e pensando al fatto che è l'ultima edizione mi dispiace un sacco, era una specia di appuntamento fisso di fine estate... pazienza.
Pedalo con calma, sono stanca e la strada scende in discesa per cui seguo le ruote di Valchiria fino a Tione, raggiungo il parcheggio del centro sportivo ed i ragazzi sono la ad aspettarmi, carichiamo le bici, togliamo le scarpette da ciclista e si riparte verso casa, saranno quasi due ore di strada.
Radio accesa in sottofondo, Alberto che sonnecchia, Dado serio alla guida ed io nel mezzo che cerco di non sbatacchiare di qua e di la nelle curve..... Siamo tuti e tre cotti e quando raggiungiamo casa mia, il vederci scendere dal furgone sembra una scena dia Ridolini.... ahi ahi ahi.. male ovunque!!!!
75 km in sella, 45 di salita, 9 ore in giro di cui 7 in sella.... non male per una giornata in giro tra amici...
Chissà dove ci porterà lo spirito di avventura la prossima volta....

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