La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


mercoledì 22 agosto 2012

2° Cross di Cortefranca


Rieccola.
E mi piace da matti.
Forse perché si svolge sui percorsi tra le vigne che mi hanno visto iniziare a pedalare tanti anni fa, forse perché conosco ogni singolo sentiero sul quale si sviluppa il percorso, fatto stà che mi piace questa gara.
Il fatto poi che questo anno si faccia durante l’estate anziché l’autunno come la stagione scorsa mi piace ancora di più per cui, ancora con i bolli addosso della caduta alla 2h del Forest, puntuale suona la sveglia alle sette, colazione con calma e via verso Timoline e la segreteria di gara.
Ci saranno Luisa e Miriam per il fatto che si sono iscritte al circuito mentre Giuseppina è in vacanza in montagna da qualche parte al fresco, so di sicuro che parteciperà Antonio e lo scoprire che siamo in 10 del gruppo a gareggiare oggi mi fa piacere.
Ho il mio numero personalizzato, 447, per cui le operazioni di iscrizione vanno veloci e poco dopo saremo al bar per un caffè con Dado, Alberto e Dario inversione turisti per caso.
Sono quasi 200 i partecipanti, vuoi perchè molti non sono andati in vacanza, vuoi che non ci siano gare in concomitanza qua vicino fatto sta che in poco più di mezz’ora il paese si riempie di ciclisti colorati, di voci e richiami ed il vedere tutti stì ragazzi che vanno su e giù dalla strada per scaldare le gambe prima della gara mette allegria anche alla gente che sta a guardare.
Alle 9.30 pronti via.
L’asfalto scappa veloce sotto le ruote fino alla rotonda della chiesa, l’imbocco della strada sterrata che porta alle cantine Bosio e la deviazione verso santa Giulia e da li in poi un susseguirsi di strade bianche e strade di campagna.

Parto nelle retrovie come al solito in compagnia di Miriam e Frantone ma presto rimango da sola, stranamente davanti a loro e via cosi per quelle strade che cosi spesso ho calcato con Valchiria, nella polvere che tante volte ha raccolto le mie lacrime in momenti di tristezza intensa o le gocce di sudore dopo ore in sella, quelle stradine che conosco cosi bene e che ormai fanno parte del mio Dna.
La salitella lunga poco più di 50 metri dopo la cantina di Berlucchi che mai riesco a fare in sella, la discesa subito dopo che fila tra gli alberi e la discesa ancora dopo che passa su sassi e detriti, dove trovo dado and Co. ad aspettarmi e che mi urlano “stai attenta che qua si vola” avendo visto tanti altri cadere per la troppa velocità.
Ed il piacevole sentierino in single track dietro al Number One che lo scorso anno non faceva parte della gara ed avere i ragazzi che mi fanno la scorta fino alla fine del circuito.
Mi lasceranno alla fine del primo giro, mentre passo sulla linea del traguardo, mi fermo per due bicchieri di acqua e riparto.
Stesso giro e stesso regalo….
Mi piace e lo faccio con calma ripercorrendo le tracce del giro precedente, ascoltando le ruote sulla ghiaia ed il fruscio delle stesse sulle foglie; qualche battuta con chi segnala lungo la strada lo svolgimento della gara, il sorriso a Grazia a far foto, il ciao urlato a Francesco che in località San Carlo fa lo sbandieratore e mi avvicino al traguardo, tranquilla.
Adoro questa sensazione, il cuore che batte e le gambe che bruciano, segno del mio essere qua, tra gli amici, facendo quel qualche cosa che mi piace da matti.
E quando passo il traguardo sono contenta, come sempre.
Una fetta di anguria, due bicchieri di Sali, un saluto alle ragazze e via verso casa dove mi aspetta una doccia, l’uniforme ed il lavoro fino a sera inoltrata.
Chissà come mai, quando al mattino posso fare la mia garetta, il lavoro del pomeriggio scorre via veloce e presto viene sera senza che continui a guardare l’orologio, come se l’energia spesa al mattino mi si riconcentrasse nei muscoli nel pomeriggio e mi facesse star bene, una sorta di rebound psico fisico che dura per ore.
La prossima uscita non sarà una gara ma la sto gia pregustando, sarà quel nostro scoprire un pezzetto di mondo che non conosciamo oppure dove siamo stati e dove vogliamo tornare, cercando quella “scoperta” in luoghi dove di solito le mountain bike non vanno.
Alla prossima ragazzi.

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