Avevo fatto una ciaspolata lo scorso inverno con Barbara e Francesco qua a Borno e nella Valsorda e gia allora avevo pensato tra me e me , mentre salivo con le ciaspole ai piedi lungo la strada ricoperta di neve verso la cima, che durante l'estate doveva essere uno spettacolo rifare questi percorsi in sella ad una mtb....
e cosi, detto fatto, scovo il sito di Borno turismo e trovo ben otto percorsi differenti già belle che fatti, ne propongo un paio ai ragazzi, Dado ed Alberto, e si decide pronti via!
Questa settimana ho solamente il mercoledi di riposo per cui alle sette del mattino colazione al volo, zaino pronto e Valchiria lucida, do da mangiare al gatto Swarzt e loro arrivano col furgone poco dopo, carico tutto e via verso la valle e la salita della Malegno Borno.
Come al solito viaggiando con due uomini è un continuo batture, scherzi, risate e devo dire che ormai tutto questo fa parte del viaggio in se ed è stramaledettamente divertente.
Stavolta poi Alberto se ne è inventata una da fuori di melone, la volta scorsa era il serpente da un occhio solo, stavolta è la maglia traforata anti sudure da ciclista....
si perchè ha dei buchini che lasciano traspirare il sudore ma, adesso si ride, gli fanno male ai capezzoli!!!!!
Dice che passano attraverso la maglia, si gonfiano e gli fanno male... beh ho iniziato a ridere ad Iseo ed ho smesso a Borno nel parcheggio del cimitero dove abbiamo lasciato il furgone.ma dove diavolo va ad inventarsele sto ragazzo qua lo sa solamente lui.
Il percorso scelto per oggi non è tra i più difficili tant'è che i chilometri non sono tanti, ma la salita ha dei pezzi da fare con la bike a spalla per cui diventerà impagnativa per quello, comunque via che si parte ma si devia per il caffè della partenza in paese.
Facciamo lo slalom tra le bancarelle del mercato, la gente ci guarda sorridendo e, di sicuro, pensando che siamo un poco fuori.
Un caffè e l'immancabile brioches per Dado che sembra sempre avere fame, due chiacchiere e si parte davvero stavolta.
Inizia la lunga salita , 5 chilometri di asfalto che rompono non poco le scatole visto che si parte a freddo, si segue la segnaletica per Croce di Salven e si sale, piano piano.
Lo zaino pesa, le gambe devono ancora scaldarsi ed intanto guardo il panorama.
I ragazzi sono più avanti ma non è più un problema, loro sanno che io in salita patisto parecchio e loro si fermano qualche minuto ad aspettare questa old lady che arranca su per la strada piano piano.
Poco dopo Salven ecco la deviazione a sinistra indicata come Via Valsorda, inizia lo sterrato ed inizia il divertimento.. si perchè su asfalto non è che mi piaccia molto andare in mtb.
La strada sterrata si inoltra nel bosco, una leggera pendenza che non fa mai venire il fiatone sebbene non ti lasci mai un attimo senza pedalare, ma si sale e lo spettacolo della valle sottostante è veramente bello....
I chilometri sotto le ruote passano, il terreno diventa leggermente più "infido" con rocce che ti fanno scivolare ma si sale ed anche io non trovo particolari difficolta, non ho ancora messo il rampichino per cui va bene cosi.
Arriviamo ad un bivio dopo una decina di chilometri, da un lato sale stile arrampicata da capre mentre stando a destra sembra più dolce e decidiamo per quello che sembra il percorso meno complicato..... ma ben presto ci accorgiamo che forse era meglio dalla parte opposta!!!!
Incontriamo dei raccoglitori di funghi che ci avisano che poco più avanti il sentiero è "scomparso" a seguito di una frana e che si deve deviare nel bosco; ci dicono anche che la devazione nel bosco è segnata e di non preoccuparsi.
Sarà una lunghissima arrampicata con le bike in spalla e devo dire che è stata una delle parti piu dure della giornata ma la mtb avventura è anche questo per cui va bene cosi e ridiamoci sopra... mi verranno i bicipiti alla Hulk.
Finalmente arriviamo ad un enorme prato con una roccia in mezzo dove sbucano un sacco di segnavia del cai e le indicazioni per il rifugio Lorenzini dove abbiamo in programma una sosta mangereccia e vi troviamo un signore che ci chiede come mai non siamo saliti dalla strada....... ci guardiamo l'un l'altro e chiediamo " quale strada"???????
La famosa salita stile capre era lunga poco più di 200 metri trasformandosi poco dopo in una comoda carrereccia pedalabile... ah!!!! e va beh ormai siamo qua, mezzi morti di fatica ma siamo su, va bene lo stesso no???
Seguendo le tracce del percorso scaricato da Internet sapevo che d li in poi vi era un bel pezzo da fare tra rami e radici, rocce e tronchi per cui, dopo un attimo di riposo ci siamo diretti nella direzione malga Guccione con le bike in spalla.
Che faticaccia però.
E dire che si intravedeva la cima ma sembrava allontanarsi anzichè avvicinarsi, scherzi della stanchezza e della fame visto che mezzogiorno era arrivato e passato.
E qua c'è l'avventura guanto fregato dalle formiche.
Formiche grosse come la falande del mio dito mignolo scorrazzavano tra le radici e le rocce dove noi arrancavamo con le bike e ci sta visto che è il loro habitat naturale.... ma che le formiche fregassero i guanti dei ciclisti questa non la sapevo ne me l'aspettavo però!!!!
Dunque Dado si ferma perchè camminando cosi in salita si è accorto che una scarpa, probabilmente non allacciata stretta gli aveva fatto venire una vescica al calcagno. Siccome nello zaino ho sempre un "di tutto un pò" per il pronto soccorso, decidiamo di mettere un cerotto e disinfettare tutto per evirare che sanguini e poi renda complicata la discesa verso valle; si toglie i guanti e li mette sulla roccia li accanto... e mentre toglie scarpa e calza ed io ed Alberto tiriam fuori il pronto soccorso, vediamo uno dei due guanti che si allontana...... cioè mi sembra che scivoli giù per la scarpata tra le piante.......... invece erano una ventina di formiche che si stavano trasportando il guanto sulla schiena!!!!!!!!!!!!!!!
Quasi cadiamo nel burrone per prenderlo e non lo abbiamo preso.....robe da matti. Ci siamo guardati e abbiamo iniziato a ridere che basta, fregati dalle formiche giganti!!!!
Robe da matti... e Dado che con un guanto solo per tutto il giorno l'ha solevato per aria al grido Black Power.... una volta o l'altra ci arrestano.
Scollinati finalmente ci siamo trovati in un altro prato enorme con al centro un laghetto per abbeverare le mucche, lo abbiamo attraversto tutto ( il prato non il laghetto) ed in fondo, dopo un piccolo passo su pietre, abbiamo visto Pratolungo ed il rifugio nel mezzo.
Discesa facendo lo slalom tra le mucche sdraiate a terra e risalita al Lorenzini tra gli sguardi incuriositi degli escursionisti a piedi; scesi dalla bike, abbiamo chiesto se potevamo mangiare qualche cosa ed alla conferma della cucina aperta ci siamo rilassati, cambiando le maglie e bevendo coca cola mentre aspettavamo il pranzo.
Vi erano parecchie altre persone arrivate lassu a piedi o in seggiovia e quando ci hanno chiesto da che parte eravamo saliti hanno fatto occhioni meravigliati... il sentiero 6 del Cai è considerato piuttosto " difficile".... beh siam qua no??? e non è che siamo in forma atletica smagliante....
Pasta rossa preceduta da un piatto di affettati, due risate chiaccherando con gli altri avventori, caffè e grappa perchè in montagna si deve..... però il vino no perchè dovevamo scendere... non so quale sia il male minore.
Ora si scende a valle per una strada piuttosto sconnessa passando dalla malga Guccione dove ci fermiano per prendere del formaggio Silter... buono da paura. Un chilo a testa da mettere nello zaino, come se non fossimo già carichi abbastanza e giu di nuovo passando per strade sconnesse e boschi fino a quando non si raggiunge la seggiovia. da li la discesa è ancora più in pendenza ed io ho qualche problema per cui, avendo il canotto della sella fisso, faccio parecchi pezzi seduta sul telaio di Valchiria ma si viaggia scomodi e le gambe fanno male per cu alcuni pezzi li faccio a piedi. I ragazzi mi aspettano a valle sapendo benissimo che sarò giù poco dopo di loro e non li ringrazierò mai abbastanza per tutte le volte che mi hanno aspettato.
C'è una bar nella baita Corna Rossa dove ci fermiano a prendere un gelato, due chiacchiere e poi si riparte, ormai il paese è li dietro l'angolo e sbuchiamo alla pista di pattinaggio di Borno, un paio di chilometri dal nostro parcheggio.
Il cielo si è imbronciato, le nuvole nere cariche di piogghia stanno diventando sempre più grandi ed i tuoni sono veramente forti.....carichiamo le bike in macchiana e scendiamo a valle, scappando in pratica alla burrasca che seguirà, con grandine e raffiche violente di vento.
Il vento in effetti ci ha "seguito" fino a valle e tutti e tre eravamo contenti di questa frescura, dopo setimane a 35 gradi un po di pioggia non può che far bene ma purtroppo si fermerà in valle e non scenderà fino al nostro lago.
Abbiamo avuto anche l'avventura di avere davanti un "nonno" su di una panda rossa che metteva le frecce nelle curve e le faceva passando sui cordoli dei marciapiedi, che in tangenziale viaggiava praticamente contromano o a cavallo delle strisce e quando siamo finalmente riusciti a superarlo gli abbiamo suonato e urlato da matti, continuando a cantare a squrciagola fino a Sale Marasino dove abbiamo fatto una sosta.....birra e pesciolino!!!!
Lo so lo so che siam fuori ma che bello però.....
Io non so bene cosa mi riserva il futuro e credo che nessuno di noi lo sappia ma di certo so che continuerò a pedalare in giro, cosi, alla desperados come diciamo noi Diavoli Rossi.
Mi diverto, sto bene prima durante e dopo e torno a casa stravolta dalla stanchezza ma contenta tanto che me ne sto sul divano in solitaria a coccolare il gatto che , probabilmente, penserà "ma che cavolo di padrona strana ho io...".I will ride, forever, questo è sicuro....
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