Avevamo deciso di tornare da queste parti ed eco l’occasione, giorno di riposo per me, Dado che riesce a scappare dal lavoro ed alle otto del mattino suona al mio cancello.
Siamo tutti e due un po’ per aria stamattina, lui che pare esca da una serata a tasso alcolico piuttosto elevato ed io che ho dormito si e no tre ore e sono mezza rimbambita. Passiamo dal paese per l’ennesimo caffé da Gabriele e via che si parte per l’autostrada e la Valle Brembana.

La ciclovia lungo il fiume Brembo è veramente bella e parlandone abbiamo deciso di ripartire da Zogno, ovvero 20 chilometri più in basso di quanto indicato dal road book, allungando la strada per fare tutta la ciclabile lungo il fiume fino a Piazza Brembana e da li svoltare verso la strada indicata dalle cartine e dal percorso scaricato dal sito dei ragazzi del Mtb Stezzano.

Pronti via.

Passiamo sulla strada, superiamo la strozzatura dei lavori in corso e si continua imboccando la ciclabile pochi chilometri più avanti.
Arrivati alla deviazione presa la settimana scorsa, quella che sale ad Era e Cespedosio, ci viene spontaneo guardare verso l’alto e verso la cava che tanto ci aveva fatto tribolare per raggiungerla, sembra spaccare la montagna a meta… certo che se l’avessi vista prima di salire e mi avessero detto che ci sarei arrivata avrei dato del matto a tutti, ed invece, piano piano sono arrivata su ed ancora oggi affermo che è stato un giro fantastico.
Poco dopo eccoci a Scalvino di Lenna ed al ponte sul fiume che va verso l’agriturismo Ferdy ed i suoi asini.
C’è un ponte da attraversare…….. ed io i ponti sospesi li odio!!!
In particolare quelli fatti di ferro a maglia che pare trasparente e che, quando passi sopra, sembra di essere sospesi nel vuoto ed a me viene un attacco di mal di pancia.
Quanto odio avere le vertigini e quanto ho fatto per combatterle, dall’ipnotismo alle cure più strampalate ma niente da fare, ho paura del vuoto e stop.
Ci vuole tutta la mia buona volontà per passare dall’altra parte e mi trovo in una specie di piccolo mondo incantato: ci saranno 20 asinelli nani ed altrettanti bambini che trottano allegramente lungo l’asinovia che gira li attorno.
Sosta ristoro, gelato e caffè.
Ci fermiamo una mezz’ora e poi si riparte.

E’ un incanto di silenzio e tranquillità.

Ma ben presto Dado si accorge che continuo a rallentare e ben presto mi accorgo che sono senza benzina.
Non ho fatto colazione e la sto pagando alla grande per cui la decisione di fermarci al primo paesino e mangiare qualche cosa cambia un po’ i nostri piani iniziali.
Arriviamo a Cassiglio e ci fermiamo.
Un paese piccolissimo con qualche dosa come 124 abitanti, un nucleo storico che ti fa sentire in una bolla temporale al passato, ponti medioevali in pietra e case costruite sulla roccia, gazebo a strapiombo sui torrente ricoperti di edera e silenzio, tanto silenzio…..
La borgata di Cassiglio prende corpo dove l'omonima valle confluisce nel torrente Stabina. Da qui il sentiero sale al Passo di Baciamorti, tappa dell'antica via che conduceva in Val Taleggio e in Valsassina. Oggi è meta degli escursionisti che intraprendono il sentiero delle Orobie Occidentali, che inizia appunto dal lago di Cassiglio.
Baciamorti è ricordato da antiche tradizioni, secondo le quali i morti, trasferiti per la sepoltura da una valle all'altra, ricevevano qui l'ultimo saluto dai propri congiunti. Il pensiero della morte non era poi così peregrino da queste parti, se la caducità della vita secondo un destino incombente e casuale in ogni età e in ogni stagione è il motivo dominante degli affreschi di casa Milesi che raffigurano la più curiosa danza macabra della Valle Brembana.
La scena è quanto mai realistica: il giovin signore ha ingaggiato due musicanti per eseguire la serenata alla donna amata che, affacciata alla finestra, appare lusingata dalle attenzioni del nobile corteggiatore. Ma, ahimè, quanto sono effimere le vicende di questo mondo! Ii giovane e ricco signore non sospetta che la morte ha già scoccato il dardo che lo colpirà improvvisamente. Finirà così legato dalla stessa catena che già tiene stretti due vecchi, che seguo no rassegnati il loro inevitabile destino.


Non resta nulla sul tavolo!!!!!!
Che fame che avevo ma anche Dado da questo punto di vista non scherza.
Comunque, dopo aver rifocillato corpo ed anima ed aver “concesso” al compagno di viaggio l’avvelenamento quotidiano tramite la sua sacrosanta sigaretta, si riparte, non prima di aver rivisto i piani di viaggio.

rinunciare alla Valle dell’Inferno e di fare un giro qua attorno in questa valletta e dare un occhiata.
Al passo Baciamorti non arriviamo ma al laghetto artificiale si.
Una tortuosa stradina sale dal paese verso la diga ed il lago formatosi dietro ad essa; parecchia gente che fa il bagno e tanta altra che se ne sta stesa all’ombra delle piante.. il caldo non risparmia neppure questo angolo di mondo.
Dopo una pausa per rinfrescarci si riparte e stavolta verso valle!

Scendendo l’andatura è più sostenuta, vuoi che si è in discesa, vuoi che abbiamo la pancia piena e si sia più rilassati…
Deviazione in piazza per le foto al Duomo Gotico di Brembana e poi giù lungo la ciclabile; sosta caffé ed acqua al agriturismo del mattino e poi gli ultimi 20 chilometri fino al furgone.
Sono 65 chilometri alla fine, neppure pochi in verità.
Le bike sul furgone, un ultima coca cola al bar e via verso l’autostrada con una temperatura media di 36 gradi… pazzesco il calore di questa estate.
Ho le braccia rosse, il naso che si spela ma sto cosi bene però….

Ma tornando a casa mentre filavamo lungo l’autostrada tra un camion e l’altro abbiamo parlato di settimana prossima, quando io avrò due giorni di seguito di riposo, e l’idea di fare su e giù dal passo del Maniva, magari con una deviazione al Crocedomini……
Ma quella è un'altra storia….
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