La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 12 agosto 2012

Maniva - Rifugio Bonardi - Dosso dei Galli


Ed ecco che suona la sveglia, sono le sette.
Fa fresco quassù ed anche se sono sotto il piumone la voglia di alzarsi non arriva proprio ma mi decido e scendo dal letto.
Un caffé per cercare di svegliare tutto quanto, qualche biscotto per addolcirmi la giornata, un sms ad una persona speciale lontana ed è ora di vestirmi e preparare la bike per un altro giro, in compagnia stavolta.
Verso le otto arriverà Dado ed oggi mi farà compagnia per una nuova scorribanda su e giù per i monti.
Ed eccolo arrivare, puntuale come un orologio svizzero.
Parcheggia il furgone e decidiamo di regalarci u altro caffé, al bar stavolta, i miei dormono ancora e non voglio svegliarli.
Poco dopo siam pronti per la partenza; nel piazzale nel frattempo sono arrivate altre macchine con ciclisti a bordo, scaricano i mezzi e partono per la cima, credo che siano diretti nella nostra direzione… come si suol dire mal comune mezzo gaudio!
Dado è sempre più veloce di me ma lo sappiamo entrambi per cui non me la prendo troppo se m lascia indietro, tanto so che mi aspetterà più avanti da qualche parte, fermo accanto alla strada con la scusa di fumarsi una sigaretta o di un pit stop.
Anche lui si meraviglia della ripidità della salita a San Colombano, come me ieri non se l’aspettava cosi in piedi e le pendenze cosi sostenute dopo un po’ di tempo ti tagliano le gambe e la stanchezza si fa sentire.
Poco alla volta saliamo, una sosta alla fontana come ieri per rifiatare e riempire le borracce e poi via verso la vetta.
Lui è sempre un tornante avanti a me, lo vedo mentre inizio a salire e lui sembra tornare indietro ma ad un livello più alto del mio, una specie di gioco con le biglie dei tempi passati dove le biglie siamo io e lui.
Quando finalmente arrivo al bivio che porta da un lato al Bonari e dall’alto al pianoro del Maniva lo vedo a far foto al gruppo di ciclisti che sono partiti poco avanti a noi stamattina.
Non è che ci abbiano lasciato indietro tanto dopotutto, siamo partiti a 10 minuti un gruppo dall’altro….
Comunque tra di loro due mi salutano, i visi sono vagamente famigliari ma non riesco a piazzarli… ed ecco che loro stesi mi aiutano: hanno fatto la 24h di Cremona lo scorso aprile con me e lo scorso anno la 6h di Urcis… ecco perché sono visi famigliari!!!
Loro tornano giù mentre noi continuiamo fino al Rifugio Bonardi che non è po cosi lontano ma la strada è sempre rigorosamente in salita e la stanchezza dopo quasi tre ore si fa sentire.
Ma ecco il rifugio, leghiamo le bike appena fuori ed entriamo.
Decidiamo di pranzare anche se sono solo le 11. 45 e ci portano uno stupendo tagliere con salumi e formaggio, due coca cola ad annaffiare il tutto e poco dopo un caffè
Che bello il riposo del guerriero
Solo che poi ripartire diventa un problema.
E ci pensiamo su un bel pezzetto prima d decidere se scendere o continuare anche perché si è levato un vento freddo che da fastidio e che con le sue raffiche ti sposta di qua e di la e non è molto piacevole quando a lato strada hai un burrone e nessun parapetto!!!!
Saliamo piano piano e dopo parecchi tornanti ecco sbucare le parabole della vecchia base Nato: sono enormi!!!!
Le avevo sempre viste in fotografia ma dal vivo, sebbene semi distrutte dalle intemperie e dall’abbandono e degrado, fanno impressione davvero.
Hanno messo un cancello alla fine della strada per evitare che la gente si arrampichi fino lassù ma ci si gira attorno senza troppi problemi in fondo.
Forse il vento sempre più gelido, la stanchezza, la pappa nella pancia, stiamo li a guardarci in giro e nessuno dei due ha ancora il coraggio di dire basta, adesso torniamo giù…
L’idea iniziale era quella di scendere fino a Crocedomini ma dopo un po’, quasi in simultanea, la decisione di tornare suo nostri passi e scendere verso Collio.
Tornati al rifugio mi fermo un attimo per prendere dell’acqua e quando esco trovo dado in compagnia di una coppia di signori che parlano del più e del meno e poco dopo siam li a raccontarci di viaggi avventura, di quando, 25 anni fa, avevo attraversato gli Usa con un camper saldato stile cassone del camion, dove gelavi d’inverno e friggevi d’estate, oppure di quando avevo fatto quel viaggio pazzesco nella foresta tropicale del Laos e della Cambogia in sella ad una moto da cross…. Dio che bei tempi quelli!!!!
Nessun pensiero per la testa se non quelli di scoprire il mondo, la voglia di essere un esploratore ed un viaggiatore e mai un turista, avventatezza assoluta dei ventenni che si sentono padroni del mondo e se ripenso alle volte in cui abbiamo rischiato davvero di non tornare a casa… beh un attimo di brivido mi corre lungo la schiena!!!!
Iniziamo la luna discesa e lui naturalmente viaggia a velocità super sonica ma va bene cosi, io scendo piano anche perché ho la mano sinistra che fa un male cane e non ne capisco il motivo.
Poco alla volta sono lungo la strada che va verso Collio e la discesa diviene più dolce, arrivo in paese ed al parcheggio e dado è la che mi aspetta con Elsa che fa capolino dal finestrino del camper.
Sembra passato un momento e siamo già tornati!
Chissà perché quando siamo in sella il tempo passa sempre velocemente mentre invece i giorni che intercorrono tra un uscita e l’altra sembrano non passare mai.
Dado riparte, noi abbiamo il camper da mettere in sicurezza, devo fare un salto dalla Zia a salutare e già che sono li la “in cerotto” di fucsia sperando che i miei tape funzionino anche con lei.
Ed ora si parte e si rientra sul lago, un ora di guida e poco alla volta il caldo si fa sentire ed il fresco della montagna diventa un ricordo, si inizia nuovamente a sudare, a lavorare e quei due giorni appena passati diventano un ricordo.
Ma ho in mente un giro in giro, magari in pianura stavolta…..
Forse tra qualche giorno riesco a scappare di nuovo….

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