Erano anni che dicevo “ la faccio la faccio…” e poi, per un motivo o l’altro, ho sempre rimandato.
La scorsa estate, parlandone con Dado, avevamo deciso che , prima o poi, avremmo fatto da Iseo a Venezia in bicicletta passando appunto su questa ciclovia, per stare il piu possibile fuori dalle strade trafficate degli autoveicoli ma rimanda ora e rimanda domani non siamo ancora riusciti a partire.

Alberto è libero dal lavoro e ci segue ben volentieri.
Siamo tutti e tre reduci dal ferragosto lavorativo, io in biglietteria, Alberto al ristorante e Dado a dare una mano tra i tavoli ed i commensali , ma alle sette del mattino eccoci pronti alla partenza, le bike sul furgone, gli zaini in spalla e tanta ma tanta voglia di pedalare per non pensare al lavoro per un giorno.

Dall’uscita dell autostrada si vede già la ciclabile lungo il fiume, ve ne sono due, una da unlato ed una dall’altro….
Parcheggio poco lontano e si scende togliendo i nostri splendidi cavallini dal furgone ma… ma la bici di Dado ha la ruota posteriore a terra!

Il meccanico controlla la situazione e laconicamente ci dice: copertone da cambiare!
A però!!!
Insomma tra una cosa e l’altra, monta di qua e smonta di la, cambia questo e cambia quello passa un ora e più e cosi, invece di partire alle otto e mezza alla volta di Mantova città ci mettiamo in viaggio verso le 10.30.

Ci siamo fermati sul ponte, abbiamo scattato una marea di foto e poi, a malincuore quasi, siamo ripartiti lungo la strada che costeggia il fiume.

E via di nuovo, vorremmo essere a Mantova all’ora di pranzo o quanto meno poco dopo.
Si pedala veloci, il terreno scorre sotto le ruote e passa anche la parte più “noiosa” del percorso, quella che posta al paese di Soave; più che noiosa è che le piante sono poche ed il caldo è tremendo per cui si pedala a testa bassa cercando di passare più velocemente possibile.
Vi è un tratto veramente bello, tra le piante con un canale accanto e dei parapetti in legno che decorano il percorso, veramente piacevole da vedere.
Poco alla volta ci avviciniamo alla città, si inizia a vedere la torre da lontano ed in un attimo ci troviamo sulle sponde dei laghetti di Mantova caratterizzati dalle isole composte dai fiori di loto, infestanti si ma spettacolari da vedere.

Ai piedi della torre vi sono decine di tavoli di un ristorante dove decidiamo di fermarci per pranzo.

Pranzo da biker naturalmente!!!!!!

Ed alle 14 si deve ripartire.
Facciamo un giro largo per passare da Palazzo Ducale, ci immettiamo sulla ciclabile del lago inferiore e rifacciamo la strada fatta stamane, con molta più calma però…
Ci sarà un'altra sosta al bar sul ponte per Volta Mantovana per riempire borracce e pance di liquidi, una piccolissima e veloce pausa a Borghetto, un altra ancora per ammirare gli aironi cenerini e le cicogne che nidificano lungo il corso del fiume ed una finale a Peschiera al ritorno, dopo aver pedalato per 97 chilometri.
Siamo riarsi dalla sete, siamo cotti dal sole ma abbiamo le facce contente, stanche ma contente come sempre del resto.

Lungo l’autostrada si chiacchiera del più e del meno, ci si rilassa un po’ e si desidera una doccia ma la testa è già da un'altra parte, alla settimana prossima in cui forse riusciremo a fare un altra uscita lunga, mettendo assieme i riposi di tutti e cercando di farli coincidere e facendo il possibile per non incasinare troppo la vita ai rispettivi compagni/figli/mogli etc.
Guardandomi all’uscita dalla doccia noto che le righe dell’abbronzatura da ciclista sono sempre più accentuate e sono una “ zebra a pois” come dice mia figlia…
Ma che importanza ha, io sono contenta cosi….
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