La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 18 agosto 2012

Ciclovia del Mincio-Peschiera d/g Mantova e ritorno.


Erano anni che dicevo “ la faccio la faccio…” e poi, per un motivo o l’altro, ho sempre rimandato.
La scorsa estate, parlandone con Dado, avevamo deciso che , prima o poi, avremmo fatto da Iseo a Venezia in bicicletta passando appunto su questa ciclovia, per stare il piu possibile fuori dalle strade trafficate degli autoveicoli ma rimanda ora e rimanda domani non siamo ancora riusciti a partire.
Stavolta, dopo aver fatto per settimane montagne e valli, abbiamo deciso di farci questa passeggiata sfidando il caldo torrido e l’afa di questo periodo.
Alberto è libero dal lavoro e ci segue ben volentieri.
Siamo tutti e tre reduci dal ferragosto lavorativo, io in biglietteria, Alberto al ristorante e Dado a dare una mano tra i tavoli ed i commensali , ma alle sette del mattino eccoci pronti alla partenza, le bike sul furgone, gli zaini in spalla e tanta ma tanta voglia di pedalare per non pensare al lavoro per un giorno.

Lungo la strada si chiacchiera e le battute si sprecano, con due uomini al seguito poi che parlano sboccatamente di donne, serpenti con un occhio solo che ci vedono benissimo quando serve, ragazze più o meno vestite che si sono presentate al ristorante o viste a spasso sul lungolago… eppure non mi sento fuori posto, faccio parte di questo gruppo di matti da talmente tanti anni che mi considerano uno di loro… si proprio UNO… non fanno molto caso al fatto che io sia una donna e credo sia proprio questo il fatto che con loro stia cosi bene.
Dall’uscita dell autostrada si vede già la ciclabile lungo il fiume, ve ne sono due, una da unlato ed una dall’altro….
Parcheggio poco lontano e si scende togliendo i nostri splendidi cavallini dal furgone ma… ma la bici di Dado ha la ruota posteriore a terra!
Poco più avanti vi è un noleggio bici e ci rivolgiamo a loro per sapere se possono fare una riparazione d’emergenza e ci indicano un meccanico un chilometro più in la e ci si va, due sui pedali ed uno spingendo.
Il meccanico controlla la situazione e laconicamente ci dice: copertone da cambiare!
A però!!!
Insomma tra una cosa e l’altra, monta di qua e smonta di la, cambia questo e cambia quello passa un ora e più e cosi, invece di partire alle otto e mezza alla volta di Mantova città ci mettiamo in viaggio verso le 10.30.
Seguiamo la strada lungo il fiume fino ala diga, non si può sbagliare neppure volendo e poco alla volta si inizia ad intravedere prima l’antica chiesa di Mozambano, poi le torri ed ecco il passaggio sotto le rovine di un castello, le torri medioevali ed il fiume che gioca coni mulini a Borghetto sul Mincio; che meraviglia questo posto.
Ci siamo fermati sul ponte, abbiamo scattato una marea di foto e poi, a malincuore quasi, siamo ripartiti lungo la strada che costeggia il fiume.
Breve sosta sul ponte che porta a Volta Mantovana e pit stop nel piccolo caffè per riempire le borracce, un saluto veloce ad un gruppo di ciclisti che conosco con la solita battuta di Dado che dice: ma te in incognito mai vero???????
E via di nuovo, vorremmo essere a Mantova all’ora di pranzo o quanto meno poco dopo.
Si pedala veloci, il terreno scorre sotto le ruote e passa anche la parte più “noiosa” del percorso, quella che posta al paese di Soave; più che noiosa è che le piante sono poche ed il caldo è tremendo per cui si pedala a testa bassa cercando di passare più velocemente possibile.

Vi è un tratto veramente bello, tra le piante con un canale accanto e dei parapetti in legno che decorano il percorso, veramente piacevole da vedere.
Poco alla volta ci avviciniamo alla città, si inizia a vedere la torre da lontano ed in un attimo ci troviamo sulle sponde dei laghetti di Mantova caratterizzati dalle isole composte dai fiori di loto, infestanti si ma spettacolari da vedere.
Da li seguiamo la ferrovia verso il centro e sebbene sia quasi tutto chiuso per il periodo di ferragosto, una volta raggiunta Piazza Erbe ci si presenta davanti la stupenda torre dell’orologio che, nonostante le transenne davanti a seguito del terremoto di maggio, è veramente bella da vedere cosi come la chiesa circolare li accanto.
Ai piedi della torre vi sono decine di tavoli di un ristorante dove decidiamo di fermarci per pranzo.
Accolti molto cortesemente dal personale che ci fa spazio li accanto per parcheggiare le bike, ci presentano un menu ma le decisioni le avevamo prese da tempo mentre si pedalava, per cui Alberto ed io andiamo di tortelli di zucca con amaretti e Dado per i bigoli con sugo di salsiccia!!!!
Pranzo da biker naturalmente!!!!!!
E seguiranno verdure in pinzimonio e macedonia mentre Dado si fara’ anche un piato di brasato di somarello…….
Ed alle 14 si deve ripartire.
Facciamo un giro largo per passare da Palazzo Ducale, ci immettiamo sulla ciclabile del lago inferiore e rifacciamo la strada fatta stamane, con molta più calma però…

Ci sarà un'altra sosta al bar sul ponte per Volta Mantovana per riempire borracce e pance di liquidi, una piccolissima e veloce pausa a Borghetto, un altra ancora per ammirare gli aironi cenerini e le cicogne che nidificano lungo il corso del fiume ed una finale a Peschiera al ritorno, dopo aver pedalato per 97 chilometri.
Siamo riarsi dalla sete, siamo cotti dal sole ma abbiamo le facce contente, stanche ma contente come sempre del resto.
Chissà come mai ci pesa sempre meno questa “fatica” sui pedali mentre quando suona la sveglia per il lavoro si brontola…..
Lungo l’autostrada si chiacchiera del più e del meno, ci si rilassa un po’ e si desidera una doccia ma la testa è già da un'altra parte, alla settimana prossima in cui forse riusciremo a fare un altra uscita lunga, mettendo assieme i riposi di tutti e cercando di farli coincidere e facendo il possibile per non incasinare troppo la vita ai rispettivi compagni/figli/mogli etc.
Guardandomi all’uscita dalla doccia noto che le righe dell’abbronzatura da ciclista sono sempre più accentuate e sono una “ zebra a pois” come dice mia figlia…
Ma che importanza ha, io sono contenta cosi….

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