La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


sabato 28 luglio 2012

Birra, bike e rock'roll

Un po’ di sano cazzeggio ci vuole qualche volta anche se ultimamente non è solo qualche volta ma, diavolo, si campa una volta solamente per cui bon cosi e avanti.
Serata finale del corso mtb dei piccoli Diavoli Rossi, le premiazioni, i baci con i più piccoli e l’arrivederci alla prossima stagione ed anche il corso 2012 è finito.
Siamo al campo sportivo dell’Oratorio di Iseo, si ripone tutto il materiale che ci è servito durante queste sette settimane, le fettucce con cui abbiamo creato i percorso, le basculle e le assi con cui abbiamo creato ostacoli e salti r siam pronti per la partenza.
Durante l’ultima uscita in notturna, quella in Pastina, avevamo deciso questa serata all’insegna del rock nostrano, la Woodstock casalinga che si svolge ogni estate a Sulzano, o meglio a Nistisino, una località sulla montagna sopra il paese, Nistoc appunto!
Via che si parte.
I ragazzi con Gabriele in testa salgono verso Polaveno ed il sentiero del Parlo che taglia la montagna ed arriva poco lontano dalla località del concerto ma per me è troppo dura e conoscendo i miei limiti decido di salire lungo la strada sopra Sulzano, più dura come pendenze ma tutta su asfalto.
Chissà perché sembra sempre più dura ogni volta che la faccio!
Forse semplicemente perché ricordo che tra pochi giorni saranno 51 candeline e quando ci penso mi sento vecchia, o forse solo perché quest’anno, nonostante tutto, ho fatto meno chilometri degli scorsi anni, tant’è che è dura. Punto.
Su e su, sempre in salita, con punte dalle pendenze da ribaltamento, e quando ho la sfortuna di incrociare qualche macchina nei tornanti stretti spero sempre che siamo loro a fermarsi, per me è più difficile ripartire in salita ma spesso ho come la sensazione che non mi vedano neppure oppure fanno semplicemente finta. Devo dire che i muretti di cinta delle case e le ringhiere mi hanno fatto veramente comodo in alcuni punti, mi sono attaccata per poi ripartire poco dopo…
Un ora e 35 minuti ci ho messo a salire, rampichino sempre praticamente, non ci ho neppure provato col rapporto di mezzo.
Ma dopo quello che mi è sembrato un tempo lunghissimo ho iniziato a sentire la musica ed ecco l’enorme striscione con scritto “Nistoc” su di una collinetta ed il palco per il concerto piantato in mezzo al campo, con attorno decine di tende di quelli che si fermano per tutti i quattro giorni del festival rock!

Mi sono fermata a riprendere fiato accanto al camioncino della Protezione Civile, mi sono cambiata la maglia chiacchierando con uno dei ragazzi dell’anti incendio e mi sono riposata aspettando l’arrivo dei ragazzi della squadra.
Per la prima volta è stata presente anche Luisa, coinvolta suo malgrado ma dalla faccia sembra apprezzare la cosa e nonostante arrivino tutti trafelati e sudati, sorridono tutti.
Sono parecchie le facce che ci vedono passare e guardano con un misto di incredulità e stupore, come a dire “ ma questi dove diavolo vanno di notte in bicicletta”???
Ci trasferiamo nella zona riservata a quanti mangiano con panini e salamele, coca cola e birra sui tavoli, qualche piatto di patatine ed in poco tempo siamo tutti rilassati e sazi.
,a ora inizia il bello della preparazione all’operazione discesa: tutti abbiamo i fari più o meno potenti da mettere sulla bike e sul casco, alcuni mettono anche un lampeggiante sullo zaino per farsi vedere da lontano e, quando siam tutti pronti, via che si parte verso valle e la litoranea verso Iseo.
Bisogna fare molta attenzione alle macchine che salgono lungo la strada per arrivare fino lassù da dove siamo partiti noi per assistere al concerto che inizia alle 22 e finirà a notte inoltrata. Le macchine salgono veloci e la strada è stretta per cui molta calma ed attenzione assoluta.
C’è anche il fatto che la notte tende a rendere le ombre presenza che in effetti non ci sono e capita di non vedere una buca che invece c’è, finendoci dentro e se durante il giorno non ci fai neppure caso, di notte devi mettere in conto un sacco di fattori diversi, le sensazioni e la percezione è completamente diversa… ne so qualche cosa dopo anni di 24h in solitaria.
Poco alla volta si arriva al ponte sotto la tangenziale, ci passiamo sotto e svoltiamo poco dopo, decidendo di seguire la vecchia Valeriana fino a Pilzone.
E’ veramente bella ma è stretta e si deve fare molta attenzione alla parte centrale dove ci sono degli infidi sassolini che, se non stai attento, ti fanno scivolare con le ruote e non è il caso di cadere lungo la scarpata.
Poco dopo marco ci lascia in quanto arrivato a pochi metri da casa sua.
Iniziano le panchine poste lungo il sentiero ed allora attenzione a non sfiorarle con i pedali rischiando di capottare; poco dopo, dove fino a qualche anno fa vi era un guado ora interrato, attenzione ad una serie di curve a gomito che traggono in inganno al chiarore della luna ma poi si viaggia senza troppa difficoltà fin dove iniziano i garage della zona abitata ed ecco il pirlotto di turno che arriva sparato lungo una strada larga sie no un metro e mezzo e si incazza pure per le bici presenti, ma un bel va a ffffffffff…… lo zittisce velocemente, forse perché all’inizio ha visto solo Luisa e Gabriele, esilini ma poi arriviamo tutti noi, Ghigo, Mauro, Antonio, Io, Coffetti, Sbardo…. E zitto subito anche perché tutti assieme facciamo una bella massa di bikers incavolati e birrati…….
Giù lungo la strada verso Iseo dove perdiamo Gabry che devia verso casa mentre noi ci dirigiamo verso il centro e la movida del lungolago… quasi non riusciamo a passare tra la gente che si assiepa davanti ai locali con i bicchieri in mano, alcuni tratti a piedi e poi ci accomodiamo ai tavoli del Bar Centrale per il bicchiere della staffa.
Ancora due parole ed il tempo scorre veloce ed è ora di tornare verso casa… Mauro e Luisa verso il parcheggio dove hanno lasciato le macchine, Dario e Coffetti verso la piazza e la via Mirolte mentre Ghigo ed io prendiamo la strava verso i lidi….
Poco dopo resto sola e continuo verso casa nella notte, con il solo chiarore dei fari sulla bike; silenzio ed un delizioso venticello che rinfresca la pelle… solo un pirla in senso contrario con la macchina a rovinarmi gli ultimi chilometri verso casa e la doccia.
Valchiria torna al suo posto, l’acqua scorre tiepida sulla pelle e toglie polvere e sudore ma quasi non ho voglia di dormire perché di nuovo la serata è stata bella in compagnia di quanti, come me, amano pedalare anche al buio, guardando le stelle e la luna e seguendo quegli astri come se fossero dei fari nella notte che indicano la strada da percorrere.
Il mio corpo è qua ma la testa è gia altrove...


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