La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 6 settembre 2009

24h di Val Rendena


Finalmente sono riuscita ad andarci in Val Rendena per la 24h ed è stato un lungo fine settimana via da casa in sella a Valchiria.
Partita il venerdì pomeriggio presto con la tribù al seguito, alle 16 eccomi qua con la mia casetta su ruote a cercare di capire dove Zambo avesse fettucciato il campo anche per me e dopo svariati tentativi con la foto dell’accampamento sul telefonino mandatami via mms eccoci a parcheggiare nello spazio che , per tre giorni, sarà la nostra casa.
Mi colpisce sempre la varietà ed il colore delle varie sistemazioni, chi in tenda, chi col camper, altri ancora con un gazebo e le brande su cui stanno sacchi a pelo e coperte e laggiù, accanto al percorso, la novità di quest’anno, l’isola dei solitari, un enorme struttura dove chi corre da solo senza assistenza, può mettere una brandina per riposare e le proprie borse mentre si trova sul circuito a pedalare.
Nell’arco del pomeriggio il campo prende forma ed a sera è un enorme insieme di persone, bici, bambini, cani e personaggi strani.
Si rivedono persone conosciute in altre endurance, con piacere vedo Matteo e Vania del team Kinomana con altri loro compagni di squadra, gli organizzatori della 6 ore del Barboj, poi i “Ragazzi” del team Varianti, gli Slowbikers ed i molti volti conosciuti a cui, qualche volta, fatico ad associare un nome.
Capita pure che, in un cosi variegato ed immenso spazio da condividere con molti altri, vi sia qualcuno che tiri un po’ troppo la corda……tipo il ragazzo che, molto tranquillamente, decide che il generatore fa troppo rumore piazzato vicino alla loro tenso-struttura e decide di piazzarlo attaccato al mio camper, senza preoccuparsi molto del fatto che nel giro di cinque minuti il camper stesso si sia riempito di fumi di scarico del marchingegno e mia figlia stesse malissimo con tanto di nausea, rumore a parte naturalmente.
Per ben tre volte ho chiesto di spostarlo, ho chiesto ai ragazzi dell’assistenza di intervenire ma non sono riuscita ad ottenere nulla se non un “ma vai in albergo…”
L’ho mandato a f…………. senza pensarci neppure due secondi ed ho chiamato il boss della 24h di Val Rendeva, Ducoli in persona che, con una gentilezza a dir poco da premio si è preso carico della cosa e l’ha risolta.
Mi è dispiaciuto aver mandato quella persona a quel paese in malo modo ma vorrei anche dire che forse bisogna avere un poco piu di rispetto per gli altri, sempre e comunque e visto che stò precisando, vorrei anche fargli inoltre presente che di outdoor, campeggio, viaggi avventura, camper, coast to coast ne ho fatti talmente tanti per 30 anni che, forse, dovrebbe essere lui ad imparare a come ci si comporta in una comunità, di sportivi o meno che siano!!
Alla fine gli ho prestato una ventina di metri di cavo per poter attaccare il loro rumoroso e fumoso generatore fuori dalle scatole.
Un giro nel paddoc a fine serata con mia figlia, una cena tranquilla in camper, quattro chiacchiere con Zambo e famiglia ed è presto ora di dormire, vorrei riposare un poco in vista della gara di domani.
Come sempre la colazione è un indovinare cosa sarebbe meglio, questo fara’ bene o male per una gara endurance? E se mi mangio un panino col prosciutto prima della partenza non è che poi mi fa male lo stomaco?
Alla fine giro sempre attorno al mio amato caffè, ai biscotti e mi mangio anche una pera che magari mi fa bene! Ma chi prendi in giro Kathy, non sei un atleta seria, sei solo un “avventuriera” ospite del mondo colorato dei bikers per un po’…..
Nel frattempo il campo base si è allargato a macchia d’olio ed è arrivato anche Beppe, un amico biker come noi, e si è aggregato con la tenda al seguito e la mattina scorre veloce e resta giusto il tempo di provare il percorso di gara; non lo faccio di solito ma vorrei capire come comportarmi prima di trovare sorprese… bello, davvero bello!
Due le salite “importanti”, una in sterrato ed una in paese sul porfilo che potrebbe diventare infido con l’umidità della notte, uno stretto vicolo con le scale in discesa, parecchi passaggi nel campo da golf su erba, mi piace davvero.
E la ciliegina sulla torta è il ristoro “abusivo” con le due signore anziane a distribuire dolcetti e caffè caldo, oltre ad un sorriso, certo che non sanno più cosa inventare!
E’ ora di partire: i ragazzi della 24h di Roma si presentano con una bike “truccata” da cavallo con tanto di biga attaccata e loro rigorosamente vestiti da legionari…troppo forti! E molti hanno attaccato sul casco degli animaletti, la Vania addirittura un topo… una pantegana precisa lei. Ognuno ha i suoi gesti scaramantici, chi un porta fortuna chi una preghiera, noi un pugno sulle nocche del compagno di squadra e degli amici, quel “tieni duro” sottinteso che ci accompagnerà fino alla fine, spalla a spalla se serve.
Un elicottero a filmare la partenza di questo colorato serpentone di persone che sfilano in paese e si immettono nel percorso poco dopo ed inizia la mia 24 ore.
Un solitario deve saper dosare le forze non solo fisiche, la mente può giocare brutti scherzi a volte, e se non hai la capacità di capire quale sia la tua soglia, il tuo limite oltre il quale non puoi andare senza crollare ti ritrovi lungo il percorso, di notte con 5 gradi, a gelare e battere i denti e non vai più avanti… l’ho visto succedere ad un concorrente durante la freddissima notte di gara. So’ che si è fermato ed ha deciso di non ripartire.
La mia gara è stata tranquilla, come sempre del resto, la classifica non è cosi importante in fondo, ma ciò che vale e quella sensazione di tranquillità che mi pervade alla fine di ogni gara, come se fosse stata una conquista, una vittoria che vale per me stessa, come sempre.
Ma se non combino almeno un casino ad ogni gara non sarei la Kathy di sempre no?
Beh vedi che vado mica a perdere il chip? Il bello è che ho anche girato due ore e mezza senza, prima di decidermi e tornare in camper per scaldarmi e riposare tre ore ed accorgermi che il braccialetto blu non stava più sulla mia caviglia! Ma vedi te se non ero bella cotta quando pedalavo.
Vai dall’organizzazione a prenderne un altro, corri a prendere altri 10 € per la cauzione, allaccialo alla caviglia con l’aiuto di uno dei ragazzi presenti e riparto sperando di recuperare almeno qualche giro…alla fine saranno 21 ufficiali con 137 km contro i 206 km che segnava il mio contachilometri!
Va bene cosi, non cambia nulla in fondo, i km li ho comunque macinati e le mie gambe possono dirlo a urli quando volete, mi fanno male posti che non sapevo neppure di avere!
Quando poi penso ai km macinati dalla dolce Ausilia, da Anna Mei e Lorenza Menapace mi sento piccola come una formica ma credo che più di questo io non possa dare visto che il tempo per allenarmi non c’è mai e che gli anni galoppano alla grande!
Una cosa ho notato in questa stupenda gara: l’agonismo sfrenato di alcuni….. forse è proprio questa la differenza tra i campiono veri e quelli che si credono tali.
I campioni e le campionesse, d’Italia e del Mondo, mi sono passati accanto senza fiatare, a volte salutando anche solo con un gesto, senza urlarti frasi del tipo “ e fammi passare che palle vai piano” in particolar modo nel vicolo con le scale; ci si può far largo a gomitate senza rispetto di quanti ti stanno accanto ma campioni si diventa con l’umiltà , tanta fatica e tantissima lealtà.
Questo mondo mi ha insegnato tanto ed ha ripagato la mia passione per la mountain bike regalandomi tantissimo.
Qualcuno mi ha chiesto quando passo il testimone a mia figlia….. lei ha un mondo tutto suo e potrà averlo tutto ai suoi piedi un giorno se lo vorrà, questo è il mio, lasciatemelo ancora per un po’.

Kathy Pitton

1 commento:

Anonimo ha detto...

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