La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 11 marzo 2013

22° Fosbike


A questo punto credo che quest’anno il River sia caratterizzato dal fango, dalla pioggia e dalla neve!
Vero che ne abbiamo ancora tre ma dall’andazzo generale mi sembra che ne vedremo delle belle da qua in avanti, si perché la prima è stata rinviata per troppa neve, la seconda sembrava di girare per campi incollati dal bostic e la terza, la Fosbike appunto, sembrava una distesa di fango senza fine.
Comunque sia, io ci sono sempre, in particolar modo quando c’e da tribolare un po’.
Il fine settimana è iniziato sabato mattina con la partenza in direzione Pegognaga, le promesse le mantengo sempre e gli amici del campo terremotati mi aspettano sempre. Pranzo in compagnia di Resia e Giuseppe, Ivan e Mara arrivano poco dopo, Carmela e Sante sono li giusto per il caffé ed in un attimo arrivano le tre del pomeriggio ed è ora di raggiungere Carpi.
Ha iniziato a piovere ed al guardarmi attorno cio che vedo è una marea d’acqua! I campi a lato strada sono allagati, sembrano tutte risaie e conoscendo il percorso di gara mi vien male al pensiero.
Comunque il pensarci prima non risolve nulla per cui parcheggio al solito posto nel parcheggio poco distante dalla partenza, sistemo tutto e preparo il camper per lo stazionamento:
i residenti della via mi conoscono ormai, sono la “signora di Brescia che va in bici domani…” e mi salutano all’arrivo, come se facesse loro piacere che sia li.
Anni fa chiedevo se dava fastidio il camper parcheggiato nella loro zona anche se il parcheggio è grande ma sin da allora la risposta è sempre stata un sorriso ed ho perfino l’impressione che mi facciano da guardia sapendo che sono da sola.
Mi guardo un po la tele, leggo un capitolo o due e poi mi trasformo nella versione elegante di Kathy, abito nero e scarpe col tacco, ho un invito a cena da parte di un amico biker di queste parti.
Alby arriva alle sette, destinazione Bamboo per una cena a base di Sushi e sarà una serata piacevolissima tra chiacchiere e risate mentre attorno a noi il ristorante si riempie all’inverosimile.
Il cibo è fantastico e la compagnia anche.
Ma tutte e due abbiamo la gara domani ed alle 22 sarò a nanna col pensiero alla gara di domani, al fango ed alla pioggia che non ha ancora smesso di scendere.
Le gocce sul tetto mi fanno compagnia mentre mi addormento sotto il piumone.
La sveglia suona alle sette e mezza sebbene sia sveglia da tempo, un caffé per svegliarmi del tutto ed iniziamo a pensare seriamente alla gara di oggi vah….
Ha smesso di piovere ed il sole fa capolino nel grigiore del mattino di pianura, sembra perfino che ci sia un poco di nebbia sui campi circostanti… con l’umidità che c’è è quasi scontata no?
Verifica tessere tra le chiacchiere dei presenti, la comunicazione che per motivi di sicurezza il percorso verrà accorciato di un giro per il fatto che un ponte sul fiume Secchia è sott’acqua e che la Protezione Civile preferisce non rischiare che succeda qualche cosa.
Bene o male siamo tutti d’accordo e dopo aver girolato qua e la con la bike cercando di scaldarmi, mi infilo in griglia rischiando di cadere nel fango ancora prima di iniziare.
E meno male che i tre fossi che c’erano fino a qualche anno fa sono stati chiusi, sai che ridere uscirne in queste condizioni.
Ed ascoltiamo la musica, chiacchiero con Vania e Stich dei Kinomana e si ride, tanto anche… si perché Stich fa di tutto per rendere l’atmosfera allegra…. Il su e giù della sella telescopica con battutacce relative…….ed il suo “scodinzolare” le anche di qua e di la quando sente il nome della squadra Sculazzo………..insomma la voglia di ridere c’è, quella di pedalare un poco meno…
Alberto ha deciso di fare la gara con me sebbene lo sappia che vado piano e che sia il ginocchio che il polso destro i creano non pochi problemi a stare sulla bike ma io non mollo, non s ene parla proprio. Se mi segheranno tutte e due le gambe forse…. Vado piano e prima o dopo arrivo.
E via che si parte e già l’uscire dal campo della partenza è un cinema per me.
E sono gia con la scopa, che è in bici stavolta. Scopro che è un ciclista per passione che se ne va in giro per l’Europa in bici, su fino a Capo Nord, il giro della Germania o della Francia… come lo invidio…..
Ed inizia questa lunga e dura gara per me.
Dura da matti con tratti in cui non solo non riuscivo a pedalare ma sprofondavo nel fango, scivolavo e non andavo neppure a spinta.
Non so perché ma in un tratto durissimo con 15 cm di fango mi è venuta perfino una crisi d’ansia, avevo un groppo in gola ed ho trattenuto a stento le lacrime, il perché non lo so ma sono stata di un male per quei dieci minuti che basta.
Ma a testa bassa sono andata avanti cercando di uscire dal fango e di stare sull’erba come consigliato da Alberto e poco alla volta, dopo due ore e passa sono arrivata al traguardo, decisamente stanchissima. Avevo sete, avevo fame ma quello che desideravo di più era una doccia calda per togliermi di dosso chili di fango; perfino la mia bici credo pesasse almeno 10 kg di più!
E dopo la doccia sembrava tutta un'altra storia.
Il piattone di polenta calda, la bottiglia di acqua, la compagnia degli amici e scoprire che mi spetta un premio, che mi avevano chiamato sul palco ma ero a cambiarmi e mi presento da Stefano dicendogli “ credo di essere la decima…. Ed il premio è come sempre la gastronomia locale, un sacco enorme di prodotti che porto a casa con piacere.
Poi a casa scopro che in realtà ero nona ma va bene cosi ugualmente!
Ed arriva l’ora del ritorno, caricare tutto, spegnere gas e caldaia, salutare gli amici e partire verso casa dove arrivo quasi due ore dopo, dopo aver fatto due soste in autostrada per un caffè.
E ci vorrà ancora un ora per lavare la bike, mettere tutto in lavatrice e cercare di tornare ad essere la signora Kathy senza bici, seduta sul divano di casa a parlare con mia figlia di tutto e di nulla, pensando che però, come ogni volta, è bello sapere che la settimana prossima ci sarà un'altra pedalata da fare, da qualche parte…

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