La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


lunedì 7 giugno 2010

24h di Idro, una endurance un po’ cosi…..



Alle cinque in piedi, su dai che è tutto pronto, camper a posto e Valchiria ancora impolverata dalla corsa di ieri sera a Cavriana, sacche pronte, frigorifero pieno di cibarie varie, una cassa di acqua e di the freddo e via che si parte alla volta della Valsabbia ed il lago d’Idro e della sua 24h.
Ricordo ancora la mia prima endurance, tanti anni fa proprio su questo piccolo lago, sotto un diluvio universale e con talmente tanto fango che, una settimana dopo, stavo ancora togliendolo dagli angoli degli occhi. Ho ancora una di quelle vecchie maglie, una delle prima della mia squadra, l’ho lavata talmente tante volte ma le macchie scure che ancora si vedono sono di quel fango,non sono mai riuscita a toglierlo.
Era stata un impresa, vuoi per il fatto che non avevo mai fatto una gara del genere e non sapevo come gestirmi vuoi anche per il fatto che non avevo mai passato tante ore in sella.
Che bei ricordi però.
Ora, dopo anni, so come gestire la gara e me stessa, queste lunghe cavalcate mi portano a dover gestire fatica, fame e sete lungo un lasso di tempo dilatato dal tempo stesso anche se non sempre è facile farlo, in particolare quando l’età avanza, i kg in più non se ne vogliono andare e la sera prima te ne vai a fare una gara di Xcountry in notturna!!!
Alle sette del mattino sono già parcheggiata in posizione strategica per poter scappare domenica mattina presto, credo di essere tra i primi alla segreteria per il controllo tessere ed il ritiro del pacco gara e lo faccio anche per Zambo che arriverà più tardi.
Una passeggiata fino sul lungolago di Crone per ritirare il chip elettronico da tenere alla caviglia; è già molta la gente in giro, ferve l’attività tipica dei paddok di gara ed i ragazzi del gatto giallo si muovono frenetici qua e la…
Opto per un caffè seduta al bar ed ecco un ciclista molto particolare, il Dottor Formenti in sella ad una mtb dopo quasi un anno dal suo brutto incidente; è bello rivederlo in sella sorridente.
Il tempo sembra sempre volare più velocemente prima di una gara come se volesse dirti: Hey tu, muoviti e preparati che è ora…”
Incontro Ausilia Vistarini sulla sua mtb dalle ruote grandi e, poco dopo, Lorenza Menapace con uno splendido sorriso sulle labbra, stà decisamente meglio la sua spalla malandata se è qua pronta a dar battaglia a suon di pedalate.
Arriva anche Mauro Zambo, gli do una mano per la tenda e siamo pronti per il breefing capitani e per il primo piatto di pasta in compagnia del Gliso e della Grazia, armata di macchina fotografica.
Dai che è ora di partire, bike posizionate lungo il tracciato sotto gli striscioni di partenza e di corsa, in stile Le Mans… a piedi non di corsa, tanto avrò tanto di quel tempo per correre.
Vania e Patrizia a tenermi compagnia lungo il primo tratto fino all’inizio della salita che farò piu e più volte, molte delle quali a piedi.
E’ diverso il percorso rispetto allo scorso anno, alcuni tratti sono al contrario ed è quasi meglio visto che c’è lo spazio per sorpassare, anzi per farsi sorpassare visto che sono io quella che va piano!!!
Due giri all’ora, due ore di seguito poi pausa; le borracce si vuotano velocemente visto il sole a picco caldissimo che mi fa pizzicare la pelle, scotta cosi tanto che mi ritroverò con braccia, gambe e naso scottati.
E dire che la classica abbronzatura da ciclista mi faceva sorridere qualche anno fa, ora invece sono tutta a strisce e sembra che abbia i calzini bianchi anche quando non li ho.
Quante volte sono scesa lungo quel sentiero in single track fino alla cascata ed ho pensato di farci un tuffo dentro; e quante volte ancora arrivando sul lungolago e guardando tutte quelle ragazze in costume da bagno fare il bagno nel lago ho avuto voglia di farlo anche io….
Alle sei del pomeriggio ecco l’urlo di Super Mario che mi invita per la grigliata e non manca il solito abbraccio spiaccica costole che mi fa rimanere senza fiato.
Non andrò a quella grigliata ma farò compagnia a Zambo per una pizza!!! E dire che gli ho anche rotto le scatole sul fatto che siamo in gara e che non si mangia la pizza, cosi lui non l’ha mangiata optando per un piatto di pasta mentre io, oca giuliva, ho mangiato la pizza e di conseguenza ho avuto una lentissima digestione con conseguente sonnolenza e debug ciclistica totale!!!!
Alle 22.30 lui è ripartito per pedalare tutta notte o quasi mentre io ho pedalato nel letto del camper; che atleta che sono, una pollastra altro che balle!!!
La sveglia mi riposta alla realtà alle 4 del mattino, un caffè per cercare di svegliarmi un po’, una litigata furibonda con i cavi delle luci notturne e riparto in sella mentre il cielo si schiarisce poco alla volta.
E’ bello guardare l’alba pedalando, è un bel modo di riappacificarsi con il mondo.
Alle sei e mezza mi fermo per una doccia, un cambio veloce ed i saluti agli amici, la mia 24h di Idro si interrompe qua stavolta;alle 10 del mattino devo essere in servizio sul pontile di Iseo con una divisa che nulla ha a che vedere con quella da ciclista.
I colori della squadra li difenderà egregiamente Mauro per altre cinque ore e l’ironia della sorte è che lui macinerà decine di km ancora ma quella premiata sarò io, seppure non presente sul palco mi verrà assegnato il premio per la decima posizione tra le solorider femminili e sarà il mitico Gliso a ritirarlo per me.
Come sempre, quando torno da queste galoppate, dico a me stessa che è l’ultima volta, che non ne farò più…ma poi, sistematicamente, mi ritrovo iscritta a qualche altra gara e l’unica colpevole di questa o quella iscrizione è questa riccia e ciccia signora.
Ricordo una frase dettami in gara da un ragazzo di cui non ricordo il nome ma solo il viso: “ Chi vince Kathy, quello che arriva primo o quello che continua e va avanti con il suo passo?”
Non so dare una risposta esatta, so solo che, nonostante i pochi giri fatti ed i pochi chilometri percorsi io ho vinto, ma non quel premio tangibile bensì quelle belle emozioni, le sensazioni e l’assoluta ed impagabile libertà di essere me stessa.
Alla prossima avventura ragazzi
Kathy Pitton

1 commento:

Ausilia ha detto...

Kathy che splendide parole!!!!non sono i premi ma le emozioni quelle che contano!!alla prossima!