La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

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Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 20 agosto 2010

Ciclovia dei 4 laghi

Non sapevo neppure esistesse questo progetto della Regione Lombardia, unificare il Garda, il Sebino, il Como ed il lago di Varese con una unica e lunga serie di ciclabili più o meno facili, 320 km di strade bianche, sterrati tra vigneti e colline ed alcuni tratti promiscui tra biciclette e veicoli…
Fatto sta che scopro parta da Sarnico in fondo al lungolago, risale la lunga salita napoleonica dalla pendenza da mal di pancia e poi, quando la lingua si è attorcigliata ben bene attorno alle ruote e, per quanto tu cerchi di cambiare ma non trovi altre ruote dentate, ecco che scendi in un sentierino in discesa… e riprendi fiato!!!
Il sentiero è parecchio scosceso, pietre smosse dalle copiose piogge di questa estate acquosa, il rombo dell’Oglio sottostante mi ha fatto un po paura, corre come se avesse uno squadrone di bufali alle calcagna, ed il fatto che spesso il parapetto in legno sia crollato mi ha messo un poco in crisi ma è di una bellezza unica, selvatica quasi, e mette alla prova i miei riflessi e la capacità di governare la bike.
Alla fine si sbuca a Castelli di Caleppio e si deve salire lungo una serie di tornanti fino in cima alla collina per pii ridiscendere tra vigneti e prati lungo il fiume….
Cosi avanti per un bel po, un seguire di salite e discese, fiume accanto alle ruote e passaggi tra le piante di un bosco, costeggiare canali e zig zagare tra pedoni a spasso ed altri ciclisti.
Come spesso capita però nel mio girovagare senza meta, accade che non presto attenzione ai segnali e perdo la direzione e mi ritrovo in piccoli borghi sperduti dalle strade di ciottoli, santelle e chiesette che sembrano nascoste dalle piante, alla ricerca di un segnale stradale che mi riporti su strade conosciute.
E poi vedo un cartello che indica il Parco dell’Oglio Nord, entro ed inizio a girare per campi a non finire; dopo due ore comincio a pensare di aver perso la trebisonda e trovo una cascina abitata, sei o sette cani che mi corrono incontro abbaiando come forsennati, un contadino che mi guarda con uno sguardo tra la derisione e l’incredulo…. Praticamente ho girato in tondo per due ore, trentasette km tra canali da irrigazioni e coltivazioni di mais, stalle dimesse e lunghe strade bianche che sembrano non finire mai.
Praticamente il figlio, preso da compassione, mi guida col trattore fino alla strada provinciale… un grazie ed arrivederci e, finalmente, un cartello con scritto Chiari 13 km…..
Ussignur oggi non arrivo più!!!
Il bello è che ancora adesso mi domando come diavolo ho fatto ad arrivare dalle parti di Chiari se ero nella bergamasca, sono sicura di aver letto il cartello con scritto Gandosso ad un certo punto….
Bah!!!
Dopo quello che mi è sembrato un eternità vedo l’indicazione per la ciclabile dell’Oglio e la seguo fino a Capriolo, da li in poi verso il lago e casa.
Tradotto in tempi: 4h e 30 minuti in sella per 70 km.
Meno male che mi porto sempre lo zaino con due barrette e due soldi, prima o poi capiterà che mi perdo da qualche parte e dovranno venirmi a recuperare con l’elicottero…
La voglio rifare, tutta stavolta, con un minimo di organizzazione e cartina, seguirla fino alla Martesana vicino a Milano, ho già trovato tutte le info su internet.
Ho voglia di pedalare per ore e non fa niente se mi perdo tanto, prima o poi, la strada di casa la ritrovo.
Kathy Pitton

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