La nuova squadra

La nuova squadra

Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


venerdì 20 agosto 2010

Tempio di Minerva in Spinera



Finisco di lavorare alle sei e mezza mercoledì e mi arriva un sms di Dado che, dopo essere sparito per mesi, ha deciso di rimettersi a pedalare seriamente…”che fai domani”???
Domani, cioè giovedì 19 agosto, sono di riposo, a casa non c’è anima viva per cui ho già in mente un lungo giro in mtb, da Iseo lungo il lago dalla parte bergamasca fino a Lovere, ciclabile lungo l’Oglio fino al Tempio di Minerva a Breno passando per il parco archeologico di Cividate Camuno.
Alle otto del mattino Dado suona il campanello, un caffè e via che si parte, zaino in spalla, lungo la trafficata strada costiera in una stupenda giornata estiva.
Lungo la litoranea sono veramente tanti i ciclisti, una tribù itinerante colorata e vociante.
Sosta caffè obbligatoria al bar di Tavernola Bergamasca dove tutti i ciclisti in transito si fermano, più per i pettorali delle due bariste che per il caffè……
Ci troviamo altri membri della squadra, quelli del settore strada, già di ritorno dal loro giro; si chiacchiera mente arrivano i caffè e quando dico loro dove vorremmo arrivare ci dicono “a però..”!!!
Si riparte, la caffeina in circolo ci ha dato quel poco di carica in più e si pedala lungo la costa fino a Lovere dove un'altra pausa ci fa anche riempire le borracce alla fontana della piazza XII Martiri.
Dai che è lunga.
La strada lungo l’Oglio la conosco bene, si chiacchiera del più e del meno, attraversiamo vigneti e frutteti e la voglia di rubare un poco di uva è tanta ma facciamo i bravi e si continua a pedalare; ad ogni fontanella ci si ferma per il pieno e per gettarci un po’ di acqua fresca sul viso e sulle braccia ma le soste sono brevissime e piano piano risaliamo la valle.
L’ultima volta avevo dovuto uscire dalla pista vicino all’ospedale di Esine per dei lavori in corso, sapendolo stavolta evito la strozzatura e scendo sulla strada, pausa panino in un bar con risvolto tecnico per pompare le gomme della bike di Dado e via verso Breno, ultimi sei chilometri.
Il Tempio di Minerva si trova poco prima della lunga salita che porta in paese, sulla destra una secca curva ci fa scendere lungo una discesa ed eccolo in cancello del sito archeologico…chiuso!!!!!
Chiuso!!! Allagato dall’esondazione del fiume di questi giorni e con i mosaici ricoperti di fango, la Sovrintendenza ai bei archeologici ha deciso di chiudere il sito.. che rabbia, settanta km fino quassù ed è stato inutile!
Facciamo una pausa di riflessione e dopo un breve riposino decidiamo di ripartire, seguendo la strada indicata che dal Tempio porta ai siti archeologici di Cividate.
Bellissima strada, molto in pendenza ma veramente bella.
Passa per alcune vecchie cascine e regala una vista incantevole su di alcuni scorci della Valle che altrimenti sarebbero impossibili da vedere; avevo sentito parlare di questa nuova galleria aperta da poco al pubblico per il transito dei pedoni e delle biciclette e pure Dado me ne aveva accennato ed eccola, un lunghissimo tunnel scavato nella roccia viva. Completamente illuminata e … refrigerata!!!
Ci saranno tre gradi li dentro e le gocce d’acqua che cadono dalla volta sono pezzetti di ghiaccio che sembrano trafiggerti; che lavoro che hanno fatto, la tecnologia al servizio dell’archeologia, mantenendo il sito intonso hanno permesso di passare senza assolutamente disturbare ne snaturare il luogo, bello.
All’uscita un grande tavola di legno mostra il processo di lavorazione del tunnel e della scoperta del Tempio di Minerva, i progetti futuri e gli sviluppi possibili.. devo ricordarmi di tener d’occhio questa zona nei prossimi tempi.
Poco più avanti un arco ci fa passare nella piazza del paese e, continuando, si scende verso il fiume ed il Parco del Barberino, un altro sito bellissimo dove l’uomo è riuscito a coniugare antico e moderno, dove trovi delle panche accanto al fiume ed il nastro della stradina sterrata che scorre tra i campi e le coltivazioni.
Stavolta due grappoli di una nera li abbiamo “rubati” sotto o sguardo divertito del contadino, due chiacchiere mentre svuotiamo le borracce e la decisione lampo di fare il bagno nel fiume!!!
Non un vero bagno, la corrente è troppo forte, ma una “passeggiata” con i piedi ammollo nell’acqua gelida si però!!
Ahhhhhhhhh che bello!!
Bike abbandonate sulla sabbia, seduti su dei massi a fare i turisti per caso una mezz’ora, altri ragazzi che arrivano poco dopo con la nostra stessa idea, mi sembra di essere in vacanza ma il tic tac dell’orologio ci riporta alla realtà, dobbiamo scendere a valle e le nuvole che si stanno accumulando sulle cime dei monti li attorno non promettono nulla di buono.
Decidiamo che la prossima sosta sarà a Costa Volpino per un gelato, un pieno di zuccheri per gli ultimi 30 km fino a casa e cosi sarà, un nocciola fragola da leccarsi i baffi.
La costa scorre sotto le ruote, sembra più lunga di stamattina ma la stanchezza inizia a farsi sentire e le ore in sella sono veramente tante, tra pedalate e soste siamo a sette ore e mezza e ci vorrà ancora un po’ per arrivare a casa.
Passando il ponte di Sarnico, il confine tra Brescia e Bergamo, l’aria di casa si fa sentire e ci ritroviamo a pedalare più velocemente ma a Clusane, ultimo atto di una magnifica giornata, ci fiondiamo in un campo a sgraffignare due grappoli di uva bianca che pizzica un po’ ma ha quel gusto unico delle cose fatte di nascosto, come due “vecchi” bambini alle prese con il vasetto della marmellata.
Qua ci si divide dopo 140 chilometri.
Dado verso Iseo centro ed io sulla mia collina e verso una doccia calda sperando che mi tolga un po’ di stanchezza dalle spalle, si perché questa old lady stasera va a cena con un amica…..ma mi sa che sarò a casa presto ed altrettanto presto mi infilerò nel letto, forse per sognare o progettare un altro giro in mountain bike, zaino in spalla e tanta voglia di scoprire qualche altro posto, magari non tanto lontano ma che ho assolutamente voglia di andare a vedere.
Kathy Pitton

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