La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


martedì 10 agosto 2010

Cross tra gli ulivi




Dico sempre che io con il cross country non centro nulla ma poi, immancabilmente, mi trovo a rompere le scatole a Gabry per il fattore K di questa o quella gara qua e la per la provincia e si sa che tra Brescia e Bergamo imperano le Xc appunto.
Cosi eccomi iscritta alla 2° edizione del Cross tra gli ulivi di Roè Volciano che mi dicono sia Vallesabbia ed io credevo Lago di Garda; sono in compagnia del nostro Xc man della squadra, lo Zambo nazionale, in crisi per il fatto che ha dovuto spolverare il cancello depositato in fondo al garage visto che ha rotto il telaio del suo cavallo domenica scorsa in Valtellina.
Alle sei e mezza del mattino, puntuale, eccomi al parcheggio a Camignone ad aspettarlo, arrivo, carico in macchina tutto l’ambaradan composto da ruote, bike e sacca e via, alla volta della tangenziale verso il Garda.
Niente traffico o quasi ed in poco tempo ecco la deviazione per Tormini e Roè, basta seguire le frecce ed ecco lo striscione della partenza, parcheggio facile e caffè in compagnia.
Giorgio mi viene incontro e mi consegna il premio di domenica scorsa, materiale tecnico per la bike, si chiacchiera un poco e poi via alla verifica tessere ed a preparare la bike per questa nuova pedalata.
Facce note, i campioni locali, alcuni con titoli europei ed italiani, un sacco di ragazzi e tante ragazze finalmente.
Poco alla volta questo mondo, che fino a pochi anni fa era prettamente maschile, vede apparire sempre più donne e sono tante le trecce e le unghie smaltate che si intravedono in griglia ogni volta, è cosi bello vedere quei visi giovani e determinati, anni fa ero sola o con poche altre compagne di avventura.
Dai che si pedala.
Salite toste, discese tecniche, so da subito che sarà fatica e sudore ma lo considero un gioco, una scommessa con me stessa e ci rido sopra.
Il primo gruppo parte alle 9.10, gli uomini alle 9.30 ed è meglio cosi, ci si sgranerà lungo il percorso e si rischia meno di dar fastidio quando passeranno a razzo.
Pronti via, asfalto e subito su in salita in una stradina con i sassi belli grossi dove devo fare l’equilibrista, poi giù sulla strada e su in paese per quella salita che non riesco a fare neppure a spinta quasi.
Trovo Laura in cima a farmi un po’ di tifo e Raffaella poco dopo che mi incita, mi scappa da ridere in queste occasioni: come diavolo faccio a fare quelle salite dove mi ribalto indietro????
Non ho mai imparato cavolo, faccio prima a scendere ed arrampicarmi; svolta su di un vicolo ciottoloso e avanti cosi fino al bosco ed a quel sentiero che non è brutto, parecchio tecnico magari.
Non mi ricordo di preciso ma ad un certo punto ho intravisto il lago sottostante ed il golfo di Salo… che bello! È la stessa vista che avevo lungo il percorso di gara della 6 ore del Golfo, non si dimenticano certi scorci e certi panorami.
Ci sono dei guadi e poi sento arrivare la moto del primo gruppo di ragazzi…..li lascio passare senza troppi problemi.
Poco dopo vedo che scendono…. E che discesa.
Corta, una specie di argine secco ed in piedi, per me insormontabile…mi hanno sempre spaventato questi ostacoli, forse alcune cadute di troppo hanno segnato corpo e cervello per cui li evito… ma devo scendere se voglio continuare ed allora aspetto che non ci sia nessuno e giu…..
Ma si dovrebbe sempre seguire l’istinto, lo so, ed infatti la paura mi fa toccare i freni e volo, letteralmente volo per aria, carpiato e capriola annessa con atterraggio non sul morbido ma sull’anca destra con un crac da paura……
Sento Eugenio che mi chiama, mi ha vista volare e si è preoccupato parecchio; gli dico di andare, sembra tutto a posto….Ezio subito dopo si ferma ma anche a lui dico di ripartire….
Avete presente quando muovi le dita dei piedi per vedere se funziona tutto e fai altrettanto con le mani… tutto ok sembra ed in quel momento passa Zambo che si ferma preoccupato ma gli urlo di ripartire, vai e finisci la gara, io stò bene credo…
Sono finita, nell’atterraggio, su di un cespuglio di spine ed ho le gambe che sembrano state attaccate da un branco di gatti selvatici ma sono più preoccupata per la botta all’anca…. Che male che fa e pedalare è un dolore unico.
Un pezzo a piedi e poi risalgo, ormai è andata cosi.
Dopo poco una salita tra gli ulivi e una lunga discesa parecchio in pendenza dove trovo Grazia a far foto ed in fondo tre addetti della Croce Rossa che mi disinfetteranno i tagli alle gambe….Ti ritiri??? neanche morta!
Piano piano passo accanto al traguardo per continuare il giro e finire la gara; la salita fino in cima alla collina e la lunga discesa bellissima tra le piante fino alla strada ed il traguardo.
Sento chiamare il mio nome e mi dicono di fermarmi, finita……
Arrivo alla macchia e lo scendere dalla bike e difficoltoso, fa male la botta, metto via tutto, mi cambio ed aspetto Mauro al ristoro ma dobbiamo esserci sfiorati, lui scendeva da una parte e d io andavo da un'altra perché, poco dopo mi chiama al telefono per chiedermi:” ma dove sei”??
Si saluta e si parte…. Grazie Zambo!! Sa che sono in servizio nel pomeriggio e che devo scappare come al solito per cui, avendomi dato un passaggio, deve scappare anche lui.
E’ stata una strana gara questa, mi è piaciuto il percorso, la zona è bella, sono solo le mie gambe che non centrano nulla con queste competizioni….ma il resto del mio corpo, il cervello principalmente, funzionano per conto loro ed allora eccomi qua, a smaniare sui tasti del pc per scrivere ed aver voglia di tornare in sella ed andare chissà dove… magari mi tengo quel volantino che mi hanno dato con il numerosi gara, che parla di una 1° edizione di una cross country sull’ altopiano di Serle, chissà com’è, non ci sono mai stata…..
Kathy Pitton

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