Mi sento un po’ spaesata, non ho attorno le facce famigliari dei biker ne i colori delle maglie che conosco ma altre facce, ed altre maglie.
Alle 7 e mezza stamattina ero già in città ed al banco delle iscrizioni, garetta di corsa, competitiva e non, che si snoda in questa zona della città che non conosco ed il cosa faccio qua non mi è del tutto chiaro.
Mi sono iscritta all’Atletica Franciacorta lo scorso febbraio ed a parte un duathlon con Marina non ho più usato la tessera della Fidal ma mi piacerebbe provare ed allora mi son messa a cercare su internet e scopro che ci sono gare di corsa a piedi ovunque anche durante l’inverno e molte quelle poco distanti da casa mia per cui…
Ma ecco una faccia conosciuta, Anna, ciclista/tennista/maratoneta, ed è bello scambiare due chiacchiere; è sorpresa di vedermi senza bicicletta e con le scarpe da corsa ai piedi e mi augura un in bocca al lupo per la prima esperienza su strada, speriam bene.
Poco dopo vedo Ermanno Scaroni, ex ciclista ed ora corridore a tempo pieno; mi spiega che l’aver poco tempo per gli allenamenti in bike lo ha portato a prediligere la corsa a piedi alla bicicletta, due ore di allenamento sono sufficienti mentre in bicicletta ne servono almeno il doppio per ottenere risultati ed anche lui è sorpreso di vedermi senza cavallo…
Ho deciso di iscrivermi alla non competitiva, non ho idea di come corro, se corro correttamente o meno e le scarpe non credo siano le migliori per cui stavolta va cosi, poi vedremo più avanti come sarà.
Aspetto le 9 per la partenza e vedo una maglia famigliare, Mauro Zamboni in bici da strada che parla con un altro concorrente, non credo mi abbia vista tra la folla e lo chiamo per salutarlo.
Lui ha rispettato la passione di sempre ed è uscito in bicicletta nonostante il tempo non prometta nulla di buono, mi dice di voler andare fino in Valle Sabbia… non so se invidiarlo o meno….mi sento un poco fuori posto ma forse è solo per il fatto che non conosco nessuno….
Vedo altre maglie come la mia, compagni di questa squadra di atletica di cui faccio parte ma che non frequento, anche loro mi fanno un cenno con la mano e si chiederanno: “ ma chi è..”
Ed ecco lo sparo della partenza, si corre attorno alla rotonda e poi lungo la strada; seguo gli altri, non avendo la più pallida idea di dove si va….
La corsa a piedi è fatica pura e se non sei allenato, pur facendo migliaia di km in bike, sembra che si strappino i muscoli delle gambe e sono decisamente troppo pesante per correre…
Nonostante tutto riesco a tenere il ritmo, inizia una pioggerella sottile a farmi compagnia nelle retrovie, e pian piano seguo le indicazioni di gara.
Sono 8 km o poco più e sembrano veramente tanti alle mie gambe ed alla mia schiena ma riconosco la rotonda della partenza ad un certo punto e mi rendo conto di essere quasi in fondo.
L’arco posizionato alla partenza non c’è all’arrivo, la gara competitiva passa in un corridoio mentre noi, gli “ecologici”, passiamo a destra e poi dentro il cortile dove c’è il ristoro e la consegna del premio di partecipazione: una bottiglia di vino rosso!
Alle 11 sono già a casa seduta sul divano, doccia fatta e la schiena a pezzi.
Non so se correre a piedi mi piace, è una sensazione diversa rispetto a quella che sento e provo in bike, una fatica diversa e più intensa, le sollecitazioni alle gambe sono forti e le ginocchia scricchiolano mica male ma è un modo diverso di mettersi in gioco, di provare a conquistare qualche cosa, un nuovo traguardo, qualche orizzonte nuovo da guardare e qualche paesaggio diverso da ammirare.
Valchiria è la mia compagna per eccellenza e non sarà mai diverso ma forse, durante l’inverno, posso provare a lasciarla riposare un po’ ed anche io, forse, trovare nuovi stimoli per affrontare nuove avventure.
Mi sono spesso chiesta perché non ho mai amato gli sport di squadra, il volley piuttosto che il basket oppure il calcio femminile…
La risposta credo stia nel fatto che da sola, in ogni singola occasione, ultima, penultima o prima che sia, la conquista spetti solo a me, sia totalmente opera mia e la sfida in se resta una sfida contro di me, contro la mia stessa natura e persona e la conquista o la disfatta siano solo merito o colpa della mia testardaggine.
Posso prendermela solo con una persona e non con altri; oppure, molto più semplicemente, la solitudine che ci si porta dentro e ci fa compagnia fa si che si resti soli anche durante le sfide, le lunghe salite, le corse nel buio verso l’alba o al tramonto, verso casa, e se ci affianca qualcuno, conosce le stesse sensazioni e condivide le tue emozioni, correndo con te, senza chiedere nulla, perché non serve parlare il più delle volte, basta guardare e capire.
Kathy Pitton
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