mercoledì 13 ottobre 2010
Una lezione di etica sportiva, cultura e rispetto della natura alla Roc d’Azur!
Finalmente sono riuscita ad andarci alla Roc d’Azur, una settimana dedicata alla mountain bike ed allo sport che tanto amo.
Bellissima l’ambientazione, grandiosa l’organizzazione e la gestione di 18.000 partecipanti alle gare, una sensazione di appartenenza alla manifestazione stessa data anche dal calore della gente e dei partecipanti ed, innanzitutto, una grande lezione da parte dei francesi!
Si, una lezione decisamente importante perché in 170 km distribuiti nelle 4 gare a cui ho partecipato non ho visto sui sentieri e sui percorsi un pezzetto di carta grande come un francobollo!
Per tanto neppure buste ed involucri di barrette, ne tanto meno i boccettini dei vari gel ed integratori che letteralmente invadono i percorsi delle nostre cross country e granfondo!
Ho assistito personalmente al richiamo da parte di un addetto al percorso ad un atleta (italiano purtroppo), che aveva gettato la carta di una barretta lungo il percorso della Subaru Challenge e la squalifica sul posto immediata con tanto di ritiro del numero dorsale contenente il chip elettronico.
Alla partenza di un'altra gara, la Roc Odissey, ho visto un ragazzo utilizzare una bomboletta di fast per la ruota a terra e, una volta finita l’operazione, gettarla oltre la transenna, cinque minuti prima della partenza.
Arrivo di un giudice, presa “per le orecchie” del malfattore, portato fuori dalla griglia ed obbligato a raccogliere quanto gettato un attimo prima, portarlo nel cestino dello sporco ed “invitato” ad allontanarsi dal parterre di gara…..
E dire che durante l’entrata in griglia, di ogni singola gara, veniva detto in più lingue la seguente frase: “Rispettate l’avversario e rispettate la natura”.
Una grande lezione di civiltà non c’è che dire.
E lo stesso vale per il comportamento in gara: se ti sgomitano per passare non sono francesi…
Tante volte in gara, qua a casa, ho assistito a scorrettezze di vario genere, in primis il gettare immondizia alla partenza o lungo il percorso, e se ci si azzarda a dire qualche cosa ti mandano anche a quel paese, ma sarebbe cosi semplice mettersi le cartacce o le bottigliette di gel finite nella tasca della maglia, ma forse è solo una questione di brutte abitudini acquisite col tempo e che nessuno ha mai fatto notare ai diretti interessati e che mai viene sanzionata con una multa o con la squalifica.
Una bella lezione di civiltà da parte dei nostri “cugini” d’oltralpe.
Kathy Pitton
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