La nuova squadra

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Atletica Franciacorta

Atletica Franciacorta


Il mio credo in queste parole

Il mio credo in queste parole


Il vero leone lo vedi solo fuori dal branco.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza pers eguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualche cosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo maggiore del solo respirare. solamente l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendita felicità.

(P.Neruda)

RICORDATI DI OSARE, SEMPRE!!!!


domenica 11 gennaio 2009

Ciaspoluna

Durante l’anno sono tre gli sport che pratico: bike naturalmente quasi sempre, nuoto tra una cosa e l’altra e nei mesi freddi corsa con le racchette da neve.
Sono divertenti da matti!!
Nelle valli qua attorno al lago ne fanno parecchie ed hai sempre l’imbarazzo della scelta; alcune sono un must di stagione, altre sono novità e cerco sempre di scegliere località dove non ho mai corso.
Lo scorso inverno avevo letto di questa ciaspolata sotto le stelle in Valle Trompia ma non ero riuscita ad iscrivermi per tempo per cui quest’anno ho fatto tutto ancora prima di Natale, cosi non ci sono stati problemi.
Sabato pomeriggio alle tre, ciaspole in macchina, tuta da fondo addosso, zaino con un cambio e due barrette parto alla volta di Bovegno via Polaveno, un ora di macchina ad andatura tranquilla. Risalgo la valle e leggo man mano i nomi dei paesi mentre li attraverso e ripenso ad una lontana estate di 30 anni fa e mi tornano alla mente volti e sensazioni e sorrido….
Che bello essere giovani, con la spensieratezza dei 17 anni, nessun pensiero ,nessuna preoccupazione per quello che ci può riservare il futuro, tutto è li davanti a noi da costruire, come una tavolozza bianca su di cui far scorrere un pennello e colorare il nostro giorno, il nostro domani.
Bovegno arriva presto, non è cosi facile trovare un parcheggio, dovrò camminare un bel po’ prima di arrivare al ritrovo per il ritiro del numero di gara… veramente non è proprio una gara, non verrà stilata una classifica ufficiale ma sono cosi abituata alla competizione anche se in modo tranquillo che diventa una gara anche quando non lo è.
Alcuni visi che conosco mi sorridono, so che c’è Zambo con i colleghi di lavoro, altri amici di Iseo e vecchie conoscenze , alcuni compagni di pedale del G.C.Iseo ed un sacco di altra gente, parlano di 1200 concorrenti, un gran caos insomma.
Ritiro in numero ed intravedo Dario, un ragazzo che gareggia in bike, lo incontro a volte sui campi di gara, sembra Goldrake pronto alla battaglia; lo scorso anno si era piazzato al secondo posto ed è pronto a ripetersi anche questa volta.
Le sei arrivano presto e si parte ad andatura tranquilla, e’ asfalto e si inizia a salire lungo il fianco della montagna: 550 metri di dislivello in un km e mezzo: da matti.
Nelle strettoie del sentiero si formano lunghe file, non è agevole passare, di correre non se ne parla proprio.
L’inizio della neve ed il mettersi le caspole ai piedi segna l’inizio della gara vera e propria e dove riesco corro ma il sentiero è veramente erto e non sempre è facile anche se ho i ramponi.
Su e sempre più su, se guardi verso il basso vedi una serie infinita di lucine nella notte che si muovono come lucciole a segnare il passaggio dei concorrenti e se guardi il cielo vedi le stelle ed una luna stupenda a rischiarare il passaggio.
Quando arrivo in cima, beh lo spettacolo è assicurato; col fiatone mi fermo un attimo a guardare a valle e penso che tutta la fatica che ho fatto è stata ampiamente ripagata dallo scintillio delle luci a valle, dal vedere la neve brillare sotto i raggi tenui della luna.
Non posso fermarmi tanto, fa freddo e voglio scendere a valle per scaldarmi con un the caldo offerto dagli alpini; la discesa tanto desiderata è altrettanto faticosa anzi a volte lo è di più vista la pendenza ma la voglia di arrivare è tanta e ben presto sono a valle: 2h e 45 minuti.
Non so se sia un buon tempo o meno, non avendola mai fatta non ho un tempo di riferimento ma sono contenta cosi; so che Dario Giovanardi è arrivato terzo, Zambo arriva 5 minuti dopo di me, altri li vedo sfilare man mano e seduta con un the bollente in mano mi sento, come sempre , bene!! Un altro giorno facendo ciò che mi piace, correre con il vento tra i capelli ed anche se fa un freddo dell accidenti, mi sento appagata.
E’ ora di tornare verso casa, ci sono parecchi chilometri da fare ed un piccolo passo da fare in macchina per tornare nella valle parallela e verso il mio lago.
Piano piano scorre il paese accanto ai finestrini e non posso non chiedermi “ chissa che fine avrà fatto….”
Un pezzetto del mio passato che riaffiora dai ricordi lontani e sepolti dentro la mia memoria, un antica emozione ormai dimenticata e dilavata dal tempo ma non posso non sorridere quando penso che in un giardino di queste case, su di un muretto di cemento fresco,anni fa una persona incise il mio nome con un bastoncino ed aspettò che asciugasse per essere sicuro che non andasse via con la prima pioggia….
E’ notte fonda quando arrivo a casa e prima di riposare un po’ è normale andare a guardare il mio angelo dai capelli color miele che dorme tranquilla sotto le coperte.
Ed allora il passato torna al suo posto perché il mio futuro è un altro, è lei.
Kathy Pitton

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