
6 ore Morenica
E che cosa è mai questa parola strana?
Mi sono posta la stessa domanda leggendo l’articolo pubblicato su Pianeta Mountain Bike.
E l’ho dovuto chiedere ad un piemontese cosa fosse….una merenda tardi, una mezza cena……. Una mangiata in compagnia insomma a base di salame,prosciutto, formaggio, patate, salsa di prezzemolo, pane casereccio….un buon bicchiere di rosso come finale.
Ed allora perchè non fare quest’esperienza culinaria regionale?
E via che si parte, domenica mattina alle sei per raggiungere Vialfrè, provincia di Torino con la bike in macchina naturalmente.
Il viaggio è lungo ma poche le macchine in circolazione a quest’ora del mattino, si viaggia veloci ed ecco l’uscita dall’autostrada indicata sulla cartina.
Qualche problema a trovare questo paesino piemontese disperso nell’anfiteatro morenico di Ivrea ma quando appare sembra appoggiato sul declivio di una collina, nascosto dalla foschia mattutina; sembra ripiegato su di se per il freddo: 1 grado! Praticamente Polo Nord.
Un freddo gelido mi morde le guance ed ho un bel daffare a saltellare qua e la per farlo passare.
Siamo nel Parco naturale delle Pianezze, un bellissimo bosco di castagni e, qua e la, dei laghetti con cigni ed oche…sembrano congelate anche loro dal freddo.
Qua fanno un raduno di scout ogni estate, piu di 2000 ragazzi si radunano con le tende, le chitarre ed il loro colore.
Ma oggi il colore è diverso, è quello che io amo di più….la tribu dei biker al completo per questa nuova gara endurance, la prima edizione della 6 ore Morenica.
Camper e macchine parcheggiate in file vicine, mamme che rincorrono i piccoli, ragazzi e ragazze che preparano la bike per questa nuova corsa di resistenza che metterà a dura prova il fisico, la resistenza e la testa soprattutto.
Fa freddo ma già sento il sangue che corre veloce e mi scalda le gambe, la musica a palla e lo speaker che fa un po’ di casino contribuiscono all’atmosfera festosa.
Presentano man mano le squadre dai nomi più fantasiosi…I Lecca lecca, I Cavalieri, le Totine scatenate ( sei stupende ragazze torinesi), Le Bistecche roventi ( un gruppo di ragazzi in carne che faranno tutta la gara cantando), alcuni vestono strano con le corna sul casco e la coda da diavolo attaccata alla maglia……
Ho il numero personalizzato, il 503 ed il mio nome stampato a caratteri grandi vicino al nome della mia squadra: G.C. Iseo.
Alle borracce ci pensa Elsa, come sempre; la bike è pronta, un po’ di olio alla catena…sono due giorni che il cambio rompe le scatole, fa un rumore strano quando cambio ma sembra ok ora.
Via che si parte per un giro di ricognizione: bosco, strade bianche, sentieri ed un paio di discese….. bella tosta, ma molto bella.
Il percorso è un giusto mix di scorrevolezza e tecnica, dai che ce la posso fare.
L’ora della partenza si avvicina, mi dicono che si parte in stile Le Mans…e che roba è?
Si piazza la bike sulla linea di partenza e si va a 300 metri ed allo sparo si corre, si salta sul mezzo e via! Mi scappa da ridere. Correre io?
Assieme ad un altro paio di “ragazzi” la faccio a piedi, è tanto lunga la giornata che di correre proprio non abbiamo voglia.
Sulla bike e via, prima salita ed il gruppo si sgrana nel bosco, sui sentieri e sulle strade bianche, poi le dicesce, via via veloci fino alla fine del circuito per poi ricominciare cercare di farne il più possibile, chilometri su chilometri ed il freddo scompare e lascia il posto poco alla volta alla stanchezza, alla fame ed appena posso, passo dal ristoro e mangio qualche cosa altrimenti finisci il carburante e non vai più.
Ad un certo punto lo speaker al microfono dice “ e vedo una maglia del G.C. Iseo, un gruppo che organizza una bella gara della Brescia Cup “……mi sbraccio per farmi ascoltare e dire che le gare sono due, Vignalonga e Rampigolem….. e ci tengo a dirlo! E’ la mia squadra dopo tutto e mi alzo in piedi sulla bike per far vedere la maglia e la scritta…sarà anche campanilismo ma quello è il nome del mio paese! Ed anche se vado piano ci sono anche io!
Giri su giri, meno male che ho la mia musica nelle orecchie, canticchio pedalando per sentire meno la stanchezza, sono cinque ore che sono in sella e mi accorgo che la lucidità vien meno e vado sempre più lentamente ma le sei ore scadono tra poco e sarà finita.
Passo il traguardo con un sorriso al fotografo e mi fermo poco dopo, vicino alla macchina dove ripongo tutto e mi posso riposare un attimo.
Il rituale della doccia sembra un film di Ridolini:le docce ci sono, un po’ bucoliche… tende tirate tra le piante, acqua gelida all’inizio che poco alla volta si scalda ma quando arriva calda sei già zompato fuori dal freddo…….va bene che tonifica e che in Norvegia ci si rotola nella neve ma a me piace calda!!! Ci facciamo una risata e quando senti l’urlo dell’ultimo arrivato sotto l’acqua è una risata unica.
Saremo anche una manica di matti ma è divertente.
Adesso vediamo un po’ come è questa merenda Sinoira: esattamente come me la avevano descritta i piemontesi…pane patate, affettati e formaggio ed un bicchiere di vino rosso.
Divoro tutto e mi rendo conto che ho una fame da lupo anzi no da lupa!
Iniziano le premiazioni e stavolta SONO SUL PODIO. Dicono che chi la dura la vince, sono sesta e mi faccio anche un balletto dalla felicità: foto con il presidente della società organizzatrice e premio da portare a casa, una bottiglia di Erbaluce di Cluso, un bianco piemontese famoso…..lo berrò a casa in compagnia, riguardandomi le foto di questa giornata fredda ma bellissima.
Si torna a casa con la promessa di tornare il prossimo anno magari non da sola ma con la squadra e di fare un'altra merenda alla piemontese.
Kathy Pitton